
Originariamente Scritto da
andrea.corigliano
Circa l’esito dell’inverno che si appresta a chiudere i battenti ho letto tutto ed il contrario di tutto. Qualcuno è contento del suo andamento e molti, invece, sono i delusi per le cosiddette “occasioni mancate”, come se l’inverno fosse una prerogativa tutta italiana. E invece, per fortuna, dopo tanti anni abbiamo rivissuto un inverno vecchio stile, come nei famosi anni Ottanta quando la stagione invernale si presentava all’appuntamento con tutti i suoi santi crismi. Parlare ora, nel suo complesso, di cambiamento del clima è ancora prematuro, anche se tuttavia un’attenta osservazione non può non notare una tendenza negli ultimi tre anni ad avere stagioni invernali decisamente più decenti rispetto ai più caldi anni Novanta.
Un bene, certamente, anche se non dimentichiamoci che l’attraversamento di una fase climatica invernale più fredda, in Italia, rispetto all’ultimo decennio, non cancella davvero i mali lasciati in continua ereditÃ* dall’effetto serra, perché quel maggior calore presente in atmosfera concorre, in parte, anche ad accelerare l’irrobustimento di qualsiasi configurazione barica, e quindi anche di quelle figure che portano a vivere crude e gelide situazioni, come ha potuto a lungo sperimentare, quest’anno, il nostro continente.
Un’Europa glaciale è quella che ha fatto da sfondo ad un inverno italiano sì più freddo, ma anche in parte risparmiato dagli eventi più estremi. Non per questo, tuttavia, un inverno mancato. Assolutamente. Anche perché la situazione generale sostanzialmente fredda che l’ha caratterizzato non si è limitata a fugaci apparizioni, ma ha mostrato soluzione di continuitÃ* per parecchie decadi, ad iniziare da novembre, soprattutto al Centro - Nord. Questa persistenza la dice lunga, quindi, sulla conservazione delle masse d’aria fredde giunte sulla nostra penisola e delle disposizioni delle figure di pressione che hanno determinato il continuo afflusso di freddo dalle latitudini più settentrionali.
A guardare a breve lungo termine, poi, una persistenza che sembrerebbe rinnovarsi ancora una volta ma che, ora, comincia a essere caratterizzata da quella dinamicitÃ* atmosferica tipica della stagione primaverile ormai alle porte ma non per questo incapace di dare i suoi frutti. Anzi... senza dubbio questa dinamicitÃ*, innescata da un rinnovato e marcato scambio meridiano delle correnti che torna, a fine febbraio, come l’anno scorso e due anni fa, potrÃ* rivelarsi quella marcia in più in grado di giungere laddove una più statica e semplice incursione fredda non sarebbe mai potuta arrivare. A condire poi l’arrivo di una potenziale situazione tardo-invernale davvero consistente e di tutto rispetto potrebbe anche giungere una bassa zonalitÃ* atlantica innescata dalla permanenza di configurazioni a basso geopotenziale sull’area mediterranea, quasi a rinnovare e a far rivivere quegli inverni stile anni Ottanta caratterizzati da queste stesse figure di pressione, andate via via scomparendo nell’ultimo decennio.
Buona giornata a tutti
Andrea
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