
Originariamente Scritto da
galinsog@
Concordo, però ad esempio i V-shaped che hanno investito l'alta Val Tanaro nel 2016 e quella della Val Vermenagna nel 2020 erano non solo sottovento alla dorsale ligure/padana, ma sottovento a un crinale montuoso formato da montagne ben più alte, sia per elevazione di massa sia per altezze medie di di quelle che costituiscono il nodo orografico Catria-Nerone. I grandi auto-rigeneranti delle alluvioni che hanno riguardato il SW-Piemonte e marginalmente l'Imperiese (Val Tanarello e alta Valle Arroscia) e il Savonese occidentale più interno (bacino della Bormida di Millesimo) negli ultimi decenni si sono quasi sempre manifestati con i loro massimi effetti sul versante sottovento (è l'esito del famoso "effetto trampolino"). Accade quindi che, anche se le celle temporalesche si generano per stau orografica sul lato sopravento poi però vengono rapidamente spinte sul versante opposto, dove si vanno a scaricare i fenomeni precipitativi più intensi. Ma questi sono territori in cui Alpi e Appennino hanno letteralmente i piedi in mare e tra displuviale alpino-appenninica e litorale ci sono al massimo 30/35 Km in linea d'aria e non 230-240 come nel caso delle Marche.
Quello che stupisce di quest'ultima alluvione marchigiana è proprio l'intera dinamica da "effetto trampolino", che ha confinato le precipitazioni più intense sul versante anconetano, in un tratto in cui la dorsale appenninica principale è così lontana dalle coste dell'alto Tirreno. Sinceramente non l'avrei creduto possibile ed era anche uno dei motivi per cui nell'Italia centrale adriatica ritenevo impossibile (o quasi) vedere in azione autorigeneranti da 300 o 400 mm di cumulata in 12 ore. E' una dinamica chiaramente spiegabile analizzando la direttrice delle correnti e la geografia della zona, ma credo che abbia tempi di ritorno praticamente epocali (ossia di secoli e secoli).
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