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  1. #181
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: La sovrastima delle temperature massime della stazione Siracusa SIAS (Floridia): ecco le prove

    Citazione Originariamente Scritto da RenatoTaranto Visualizza Messaggio
    Dal momento che l’intento del post è confutare il dato rilevato attraverso argomentazioni scientifiche, il rispetto del metodo scientifico impone di selezionare e divulgare fonti coerenti con i principi della scienza stessa. Citare una testata giornalistica che abitualmente diffonde contenuti contrari al consenso scientifico compromette la credibilità dell’argomentazione e si pone in contraddizione con l'obiettivo dichiarato. Anche quando, per una volta, riporta un dato corretto (tra l'altro utile alla propria ideologia politica, perché il direttore responsabile di tale testata ha studi inerenti le scienze politiche). La scienza, infatti, non si fonda su singoli contenuti, ma sulla coerenza, il contesto e la reputazione delle fonti. Se una fonte è nota per distorcere sistematicamente il quadro scientifico o per promuovere tesi antiscientifiche, il problema non è se “ci è simpatica”, ma se è epistemicamente affidabile. D'altronde, pubblicare certe fonti equivale, di fatto, ad ammettere di non averne di migliori. E questo, anziché rafforzare il messaggio, lo indebolisce. Prendetela come una critica costruttiva e/o consiglio personale.

    Per quanto riguarda Paolo Sottocorona, pur riconoscendo il valore della sua esperienza in ambito meteorologico, va sottolineato che non possiede una specifica competenza nella climatologia, né ha pubblicato studi peer-reviewed sulle dinamiche del cambiamento climatico. In un dibattito è essenziale fare riferimento a esperti il cui ambito di ricerca sia appropriato all'argomento trattato. Diversamente, si rischia di delegittimare l’intera argomentazione, attribuendo un’autorità scientifica a figure esterne al settore specialistico. Chi, come me, ha avuto modo di confrontarsi con meteorologi provenienti dall'accademia aeronautica, sa bene che (anche se in forma personale e non dichiarata dall'ente) non è raro che esprimano posizioni non allineate con il consenso scientifico. E questo non giova al dibattito pubblico, né alla scienza.

    In merito allo scienziato che dall'oggi al domani modifica le sue teorie, avrei altresì da ridire. L’apertura mentale è certamente un valore, ma nel contesto scientifico non si tratta di “giudicare le persone”, bensì di valutare la qualità, la metodologia e la coerenza delle pubblicazioni rispetto al corpo di conoscenze validato. Affermare di voler ascoltare anche chi nega il riscaldamento globale, purché in buona fede, rischia di confondere due piani distinti: quello della scienza e quello dell’opinione personale. Il negazionismo climatico non è semplicemente un punto di vista: è una posizione in aperto contrasto con un vasto corpus di evidenze empiriche sottoposte a revisione paritaria. Un ricercatore che nega queste basi dimostra di ignorare, o rifiutare, il metodo scientifico. L’eccezione geniale che rivoluziona la scienza esiste, certo — ma lo fa pubblicando, dimostrando, resistendo al vaglio dei pari. Non limitandosi a rifiutare il consenso, né a diffondere opinioni su canali che non prevedono alcuna revisione né confronto tecnico qualificato.

    Poi, consentitemi: affermare che il riscaldamento globale vada affrontato solo con “dati reali” e non con “modelli previsionali” rivela una profonda incomprensione di come funziona la scienza del clima. I modelli climatici non sono congetture astratte, ma strumenti matematici basati su leggi fisiche, calibrati e validati proprio a partire da dati osservativi. Senza modelli, non potremmo né interpretare né proiettare le dinamiche complesse del riscaldamento globale (GW) e di quello di origine antropica (AGW). Infine, trovo paradossale che, in nome della libertà di informazione e del metodo scientifico, si inviti esplicitamente un utente a tacere. È una contraddizione evidente: da un lato si denuncia la censura di uno studio scomodo rispetto al dato WMO, dall’altro si tenta di silenziare chi solleva obiezioni sul metodo e sull’autorevolezza delle fonti. Non si può difendere il pluralismo scientifico chiedendo il silenzio altrui. Il confronto è parte integrante del metodo scientifico e, proprio in nome del suo rispetto, è legittimo, anzi doveroso, segnalare quando un’argomentazione si fonda su fonti non qualificate o in aperto contrasto con l’evidenza consolidata. Se davvero si vuole “tutelare la verità”, allora bisogna accettare anche le critiche metodologiche, soprattutto quando riguardano la qualità delle fonti e la coerenza interna del ragionamento. Solo così si preservano rigore e credibilità nel dibattito.

    Al termine di questo papiro, nel quale ho voluto dire la mia in merito a quanto letto nei post precedenti, mi preme sottolineare che ho avuto modo di confrontare gli schermi MTX rispetto ad un passivo Davis a 5 piatti e, ahimè, l'errore si nota anche in questo contesto. Il punto centrale è che, se questo schermo restituisce valori più elevati rispetto a un passivo a 5 piatti – che di per sé non è esente da errori rispetto a schermi più performanti – significa che si tratta di strumentazione inadeguata per certe misurazioni. Inoltre, se l'area, come si evince dallo studio, è invasa da vegetazione che limita la ventilazione naturale dello schermo e da strutture antropiche limitrofe, penso che siamo tutti d'accordo che quel valore di 48.8°C andasse quantomeno riconsiderato.
    Uno dei post più belli che abbia letto nel forum forse in assoluto. La disamina che fai nei primi paragrafi su come funziona il metodo scientifico è da libri accademici.
    Complimenti Renato.

    Solo una nota, che mi sento di fare in quanto profano: io credo che la meteorologia e la climatologia sono tra le scienze che più si offrono ad un'apertura al grande pubblico, quello che non ha studi alle spalle ma che può dare il suo contributo fondamentale tramite la registrazione dei dati e la cura con cui si tengono le strumentazioni. Le serie storiche che così si mettono a disposizione sono uno strumento rilevante per analizzare i cambiamenti climatici in atto sul microsettore.
    In tal senso, anche un profano può valere quanto uno scienziato nel momento in cui parla in nome di tali serie storiche valide e validate; viceversa, un esperto che invece non parli considerando le serie storiche vale meno di un profano che invece lo fa.
    Questo per dire che Paolo Sottocorona non va squalificato in quanto meteorologo e non climatologo, va squalificato in quanto pretende di parlare eventualmente di climatologia pur avendone contezza.

  2. #182
    Vento fresco L'avatar di RenatoTaranto
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    Predefinito Re: La sovrastima delle temperature massime della stazione Siracusa SIAS (Floridia): ecco le prove

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Uno dei post più belli che abbia letto nel forum forse in assoluto. La disamina che fai nei primi paragrafi su come funziona il metodo scientifico è da libri accademici.
    Complimenti Renato.

    Solo una nota, che mi sento di fare in quanto profano: io credo che la meteorologia e la climatologia sono tra le scienze che più si offrono ad un'apertura al grande pubblico, quello che non ha studi alle spalle ma che può dare il suo contributo fondamentale tramite la registrazione dei dati e la cura con cui si tengono le strumentazioni. Le serie storiche che così si mettono a disposizione sono uno strumento rilevante per analizzare i cambiamenti climatici in atto sul microsettore.
    In tal senso, anche un profano può valere quanto uno scienziato nel momento in cui parla in nome di tali serie storiche valide e validate; viceversa, un esperto che invece non parli considerando le serie storiche vale meno di un profano che invece lo fa.
    Questo per dire che Paolo Sottocorona non va squalificato in quanto meteorologo e non climatologo, va squalificato in quanto pretende di parlare eventualmente di climatologia pur avendone contezza.

    Grazie per il tuo apprezzamento. E apprezzo anche la tua riflessione più ampia sul valore del contributo dei non addetti ai lavori, soprattutto in contesti di raccolta dati e osservazione di lungo periodo. Su questo non posso che essere d’accordo: la citizen science, e in particolare la meteorologia amatoriale ben fatta, ha fornito e continua a fornire un contributo prezioso. Credo però che sia importante non confondere il valore della raccolta dati amatoriale con l’autorevolezza nell’interpretazione scientifica dei fenomeni complessi. Una cosa è fornire dati grezzi (es. serie storiche), altra cosa è interpretarli nel quadro delle dinamiche climatiche globali, che richiede strumenti e una conoscenza profonda della materia. In questo secondo ambito il ruolo dello scienziato è insostituibile, ed è per questo che la scienza applica filtri rigorosi, come la revisione tra pari. Il punto che intendevo sottolineare nel mio intervento su Sottocorona non era certo quello di “squalificarlo” per la sua professione, ma di richiamare la necessità di contestualizzare l’autorevolezza delle voci che intervengono nel dibattito. Mi risulta che abbia una formazione classica, seguita da un percorso più orientato alla divulgazione e alla comunicazione meteorologica, piuttosto che alla ricerca scientifica in ambito climatologico. Per questo, se si vuole portare un contributo fondato alla discussione sul cambiamento climatico, sarebbe preferibile fare riferimento a figure come Friederike (Fredi) Otto, climatologa esperta nella scienza dell’attribuzione. Per citarne una, ne potrei citare tanti altri, anche italiani. Non si tratta di screditare nessuno, ma semplicemente di riconoscere i limiti di competenza, per il bene della chiarezza e dell’informazione pubblica. Altrimenti, finiamo per legittimare posizioni infondate, come quelle espresse nel 2023, quando un’ondata di calore significativa fu minimizzata come se si trattasse di un fenomeno ordinario. Poi, se si vuole parlare di previsioni deterministiche o di comunicazione meteorologica al grande pubblico, citiamo pure Sottocorona, per carità.

  3. #183
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    Predefinito Re: La sovrastima delle temperature massime della stazione Siracusa SIAS (Floridia): ecco le prove

    Citazione Originariamente Scritto da RenatoTaranto Visualizza Messaggio
    Dal momento che l’intento del post è confutare il dato rilevato attraverso argomentazioni scientifiche, il rispetto del metodo scientifico impone di selezionare e divulgare fonti coerenti con i principi della scienza stessa. Citare una testata giornalistica che abitualmente diffonde contenuti contrari al consenso scientifico compromette la credibilità dell’argomentazione e si pone in contraddizione con l'obiettivo dichiarato. Anche quando, per una volta, riporta un dato corretto (tra l'altro utile alla propria ideologia politica, perché il direttore responsabile di tale testata ha studi inerenti le scienze politiche). La scienza, infatti, non si fonda su singoli contenuti, ma sulla coerenza, il contesto e la reputazione delle fonti. Se una fonte è nota per distorcere sistematicamente il quadro scientifico o per promuovere tesi antiscientifiche, il problema non è se “ci è simpatica”, ma se è epistemicamente affidabile. D'altronde, pubblicare certe fonti equivale, di fatto, ad ammettere di non averne di migliori. E questo, anziché rafforzare il messaggio, lo indebolisce. Prendetela come una critica costruttiva e/o consiglio personale.

    Per quanto riguarda Paolo Sottocorona, pur riconoscendo il valore della sua esperienza in ambito meteorologico, va sottolineato che non possiede una specifica competenza nella climatologia, né ha pubblicato studi peer-reviewed sulle dinamiche del cambiamento climatico. In un dibattito è essenziale fare riferimento a esperti il cui ambito di ricerca sia appropriato all'argomento trattato. Diversamente, si rischia di delegittimare l’intera argomentazione, attribuendo un’autorità scientifica a figure esterne al settore specialistico. Chi, come me, ha avuto modo di confrontarsi con meteorologi provenienti dall'accademia aeronautica, sa bene che (anche se in forma personale e non dichiarata dall'ente) non è raro che esprimano posizioni non allineate con il consenso scientifico. E questo non giova al dibattito pubblico, né alla scienza.

    In merito allo scienziato che dall'oggi al domani modifica le sue teorie, avrei altresì da ridire. L’apertura mentale è certamente un valore, ma nel contesto scientifico non si tratta di “giudicare le persone”, bensì di valutare la qualità, la metodologia e la coerenza delle pubblicazioni rispetto al corpo di conoscenze validato. Affermare di voler ascoltare anche chi nega il riscaldamento globale, purché in buona fede, rischia di confondere due piani distinti: quello della scienza e quello dell’opinione personale. Il negazionismo climatico non è semplicemente un punto di vista: è una posizione in aperto contrasto con un vasto corpus di evidenze empiriche sottoposte a revisione paritaria. Un ricercatore che nega queste basi dimostra di ignorare, o rifiutare, il metodo scientifico. L’eccezione geniale che rivoluziona la scienza esiste, certo — ma lo fa pubblicando, dimostrando, resistendo al vaglio dei pari. Non limitandosi a rifiutare il consenso, né a diffondere opinioni su canali che non prevedono alcuna revisione né confronto tecnico qualificato.

    Poi, consentitemi: affermare che il riscaldamento globale vada affrontato solo con “dati reali” e non con “modelli previsionali” rivela una profonda incomprensione di come funziona la scienza del clima. I modelli climatici non sono congetture astratte, ma strumenti matematici basati su leggi fisiche, calibrati e validati proprio a partire da dati osservativi. Senza modelli, non potremmo né interpretare né proiettare le dinamiche complesse del riscaldamento globale (GW) e di quello di origine antropica (AGW). Infine, trovo paradossale che, in nome della libertà di informazione e del metodo scientifico, si inviti esplicitamente un utente a tacere. È una contraddizione evidente: da un lato si denuncia la censura di uno studio scomodo rispetto al dato WMO, dall’altro si tenta di silenziare chi solleva obiezioni sul metodo e sull’autorevolezza delle fonti. Non si può difendere il pluralismo scientifico chiedendo il silenzio altrui. Il confronto è parte integrante del metodo scientifico e, proprio in nome del suo rispetto, è legittimo, anzi doveroso, segnalare quando un’argomentazione si fonda su fonti non qualificate o in aperto contrasto con l’evidenza consolidata. Se davvero si vuole “tutelare la verità”, allora bisogna accettare anche le critiche metodologiche, soprattutto quando riguardano la qualità delle fonti e la coerenza interna del ragionamento. Solo così si preservano rigore e credibilità nel dibattito.

    Al termine di questo papiro, nel quale ho voluto dire la mia in merito a quanto letto nei post precedenti, mi preme sottolineare che ho avuto modo di confrontare gli schermi MTX rispetto ad un passivo Davis a 5 piatti e, ahimè, l'errore si nota anche in questo contesto. Il punto centrale è che, se questo schermo restituisce valori più elevati rispetto a un passivo a 5 piatti – che di per sé non è esente da errori rispetto a schermi più performanti – significa che si tratta di strumentazione inadeguata per certe misurazioni. Inoltre, se l'area, come si evince dallo studio, è invasa da vegetazione che limita la ventilazione naturale dello schermo e da strutture antropiche limitrofe, penso che siamo tutti d'accordo che quel valore di 48.8°C andasse quantomeno riconsiderato.
    Mi accodo ai complimenti, splendida disamina che però ha alcuni punti fondamentali da discutere, ma merita una risposta esaustiva che rimando a oggi pomeriggio causa impegni di lavoro

    M.
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  4. #184
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    Predefinito Re: La sovrastima delle temperature massime della stazione Siracusa SIAS (Floridia): ecco le prove

    Citazione Originariamente Scritto da RenatoTaranto Visualizza Messaggio
    Dal momento che l’intento del post è confutare il dato rilevato attraverso argomentazioni scientifiche, il rispetto del metodo scientifico impone di selezionare e divulgare fonti coerenti con i principi della scienza stessa. Citare una testata giornalistica che abitualmente diffonde contenuti contrari al consenso scientifico compromette la credibilità dell’argomentazione e si pone in contraddizione con l'obiettivo dichiarato. Anche quando, per una volta, riporta un dato corretto (tra l'altro utile alla propria ideologia politica, perché il direttore responsabile di tale testata ha studi inerenti le scienze politiche). La scienza, infatti, non si fonda su singoli contenuti, ma sulla coerenza, il contesto e la reputazione delle fonti. Se una fonte è nota per distorcere sistematicamente il quadro scientifico o per promuovere tesi antiscientifiche, il problema non è se “ci è simpatica”, ma se è epistemicamente affidabile. D'altronde, pubblicare certe fonti equivale, di fatto, ad ammettere di non averne di migliori. E questo, anziché rafforzare il messaggio, lo indebolisce. Prendetela come una critica costruttiva e/o consiglio personale.

    Per quanto riguarda Paolo Sottocorona, pur riconoscendo il valore della sua esperienza in ambito meteorologico, va sottolineato che non possiede una specifica competenza nella climatologia, né ha pubblicato studi peer-reviewed sulle dinamiche del cambiamento climatico. In un dibattito è essenziale fare riferimento a esperti il cui ambito di ricerca sia appropriato all'argomento trattato. Diversamente, si rischia di delegittimare l’intera argomentazione, attribuendo un’autorità scientifica a figure esterne al settore specialistico. Chi, come me, ha avuto modo di confrontarsi con meteorologi provenienti dall'accademia aeronautica, sa bene che (anche se in forma personale e non dichiarata dall'ente) non è raro che esprimano posizioni non allineate con il consenso scientifico. E questo non giova al dibattito pubblico, né alla scienza.

    In merito allo scienziato che dall'oggi al domani modifica le sue teorie, avrei altresì da ridire. L’apertura mentale è certamente un valore, ma nel contesto scientifico non si tratta di “giudicare le persone”, bensì di valutare la qualità, la metodologia e la coerenza delle pubblicazioni rispetto al corpo di conoscenze validato. Affermare di voler ascoltare anche chi nega il riscaldamento globale, purché in buona fede, rischia di confondere due piani distinti: quello della scienza e quello dell’opinione personale. Il negazionismo climatico non è semplicemente un punto di vista: è una posizione in aperto contrasto con un vasto corpus di evidenze empiriche sottoposte a revisione paritaria. Un ricercatore che nega queste basi dimostra di ignorare, o rifiutare, il metodo scientifico. L’eccezione geniale che rivoluziona la scienza esiste, certo — ma lo fa pubblicando, dimostrando, resistendo al vaglio dei pari. Non limitandosi a rifiutare il consenso, né a diffondere opinioni su canali che non prevedono alcuna revisione né confronto tecnico qualificato.

    Poi, consentitemi: affermare che il riscaldamento globale vada affrontato solo con “dati reali” e non con “modelli previsionali” rivela una profonda incomprensione di come funziona la scienza del clima. I modelli climatici non sono congetture astratte, ma strumenti matematici basati su leggi fisiche, calibrati e validati proprio a partire da dati osservativi. Senza modelli, non potremmo né interpretare né proiettare le dinamiche complesse del riscaldamento globale (GW) e di quello di origine antropica (AGW). Infine, trovo paradossale che, in nome della libertà di informazione e del metodo scientifico, si inviti esplicitamente un utente a tacere. È una contraddizione evidente: da un lato si denuncia la censura di uno studio scomodo rispetto al dato WMO, dall’altro si tenta di silenziare chi solleva obiezioni sul metodo e sull’autorevolezza delle fonti. Non si può difendere il pluralismo scientifico chiedendo il silenzio altrui. Il confronto è parte integrante del metodo scientifico e, proprio in nome del suo rispetto, è legittimo, anzi doveroso, segnalare quando un’argomentazione si fonda su fonti non qualificate o in aperto contrasto con l’evidenza consolidata. Se davvero si vuole “tutelare la verità”, allora bisogna accettare anche le critiche metodologiche, soprattutto quando riguardano la qualità delle fonti e la coerenza interna del ragionamento. Solo così si preservano rigore e credibilità nel dibattito.

    Al termine di questo papiro, nel quale ho voluto dire la mia in merito a quanto letto nei post precedenti, mi preme sottolineare che ho avuto modo di confrontare gli schermi MTX rispetto ad un passivo Davis a 5 piatti e, ahimè, l'errore si nota anche in questo contesto. Il punto centrale è che, se questo schermo restituisce valori più elevati rispetto a un passivo a 5 piatti – che di per sé non è esente da errori rispetto a schermi più performanti – significa che si tratta di strumentazione inadeguata per certe misurazioni. Inoltre, se l'area, come si evince dallo studio, è invasa da vegetazione che limita la ventilazione naturale dello schermo e da strutture antropiche limitrofe, penso che siamo tutti d'accordo che quel valore di 48.8°C andasse quantomeno riconsiderato.
    Buongiorno Renato,
    trovo interessante il tuo approccio etico-scientifico e lo ritengo molto utile per fare una riflessione su questo complicatissimo argomento che danni stiamo affrontando.
    Vorrei fare delle mie osservazioni:
    1) La testata che ha pubblicato lo studio del monitoraggio in parallelo della stazione SIAS non ha fatto altro che riportare integralmente le prove tecniche che sono state raccolte in merito alla non conformità della stazione SIAS e, conseguentemente, al falso record di 48,8°. Posso garantire che lo stesso studio è stato trasmesso ad autorevoli centri di meteorologia, a testate giornalistiche di caratura nazionale, al WMO, allo stesso SIAS, ma nessuno lo ha preso in considerazione. Ho contattato gli esperti del SIAS, meteorologici, meteo-giornalisti, di quest'ultimi anche personaggi che hanno definito fumoso lo studio, per ottenere un contraddittorio in campo, ma nessuno si è fatto avanti; qualcuno ha risposto e si è limitato a dire: "non possiamo distogliere le nostre risorse per queste cose". Nei giorni scorsi, invece, leggevo su quotidiani nazionali che si sarebbero raggiunti e addirittura oltrepassati i 50° in Sicilia in questi giorni!!. Adesso mi chiedo e vi chiedo: chi ha leso, in verità, la reputazione informativa meteorologica? Chi ha diffuso, in verità, informazioni antiscientifiche?
    E non parliamo di altri siti meteo, di risonanza nazionale, che hanno preannunciato 50° a iosa e che si ergono a consegnatari di verità scientifiche, scagliandosi sempre contro chi mette in dubbio l'esasperazione di certe notizie fino a farle diventare veri e propri proclami allarmistici;
    2) Sottocorona è un meteorologo di lunga esperienza, persona garbata e moderata e lui stesso ha dichiarato di essere un tecnico e non uno scienziato. Sottocorona ha dimostrato di avere un'immensa esperienza sui dati rilevati dalle stazioni meteo, tant'è che lui è stato uno dei pochi a scoprire che la stazione di Milano Linate registrata dati non conformi che da anni, invece, venivano validati. Dunque, lo ritengo, in questo caso, una persona autorevolissima, e lo ha dimostrato in questi giorni quando ha palesemente affermato che i 50° prospettati al Sud erano semplicemente una bufala. Risultato: è stato accusato di negazionismo, nonostante lo stesso, da tempo immemore, ammette che il GW esiste e sussiste.
    3) I modelli previsionali del GW si basano certamente anche su dati osservati e non potrebbe essere altrimenti, tuttavia mi chiedo se questi dati siano effettivamente omogenizzati e sottoposti a rigidi protocolli di conformità e qualità, senza i quali si andrebbe incontro all'anarchia gestionale delle rilevazioni atmosferiche, quello che ormai da anni sta succedendo in Sicilia (ma credo che il discorso valga per tutti) dove Enti regionali decidono di implementare reti di monitoraggio ambientale senza però seguire un rigido protocollo tecnico di corretta ubicazione e di qualità strumentale, col risultato che anche la stazione piazzata sull'asfalto diventa idonea per avere la convalida di un record!
    4) Il concetto di negazionismo del GW ha subito nel tempo una profonda distorsione a causa di posizioni estremiste assunte da alcuni addetti alla causa pro GW. In realtà, ci sono scienziati che non negano il riscaldamento, ma ne contestano la causa. Secondo alcuni, infatti, il riscaldamento è un fattore ciclico, secondo altri è legato all'aumento della radiazione solare per via della diminuzione della copertura nuvolosa, altri ancora ritengono vi sia una concausa legata a minori emissioni di solfati in atmosfera, oltre che all'incremento della CO2, . Ebbene, mi sembra eccessivo etichettare negazionista anche chi mette in dubbio i meccanismi fisici-chimici del GW, pur ammettendo che il problema c'è ed è evidente. Invece, oggi, la realtà è un'altra: basta contestare un record di caldo per essere accusati di negazionismo sic et simpliciter, ossia si è instaurato il negazionismo di ritorno.
    In questo marasma, personalmente, anch'io mi sento disorientato e alcuni dubbi mi sovvengono, fermo restando che il GW esiste ed è serio ed è dimostrato dalle trasformazioni che sta subendo il nostro pianeta nella sua componente criosferica.

    Quindi, il confronto tecnico-scientifico, personalmente, lo ritengo insostituibile e per me rappresenta il metodo ottimale per addivenire ad una conoscenza oggettiva ed obiettiva di qualsiasi fenomeno naturale. Purtroppo, nel caso del falso record di 48,8° ho assistito ad una omertà e ad un arroccamento da parte di tanti, veramente tanti, compresi esperti che si sono girati dall'altra parte. Eppure, bastava poco per porsi dei dubbi, a prescindere dal mio studio. Bastava chiedersi: è vero che la stazione aveva lo schermo bucato quando ha registrato il record?
    è vero che la stazione è soffocata da ostacoli posti a breve distanza? E' vero che i 48,8° sono stati registrati in condizioni di vento quasi calmo? E' vero che il SIAS ha cambiato per ben due volte lo schermo del sensore termometrico senza darne notizia?. ll WMO è andato sul posto a verificare la stazione?
    Tutti si sono girati dall'altra parte.

  5. #185
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    Predefinito Re: La sovrastima delle temperature massime della stazione Siracusa SIAS (Floridia): ecco le prove

    Citazione Originariamente Scritto da alfio G Visualizza Messaggio
    Buongiorno Renato,
    trovo interessante il tuo approccio etico-scientifico e lo ritengo molto utile per fare una riflessione su questo complicatissimo argomento che danni stiamo affrontando.
    Vorrei fare delle mie osservazioni:
    1) La testata che ha pubblicato lo studio del monitoraggio in parallelo della stazione SIAS non ha fatto altro che riportare integralmente le prove tecniche che sono state raccolte in merito alla non conformità della stazione SIAS e, conseguentemente, al falso record di 48,8°. Posso garantire che lo stesso studio è stato trasmesso ad autorevoli centri di meteorologia, a testate giornalistiche di caratura nazionale, al WMO, allo stesso SIAS, ma nessuno lo ha preso in considerazione. Ho contattato gli esperti del SIAS, meteorologici, meteo-giornalisti, di quest'ultimi anche personaggi che hanno definito fumoso lo studio, per ottenere un contraddittorio in campo, ma nessuno si è fatto avanti; qualcuno ha risposto e si è limitato a dire: "non possiamo distogliere le nostre risorse per queste cose". Nei giorni scorsi, invece, leggevo su quotidiani nazionali che si sarebbero raggiunti e addirittura oltrepassati i 50° in Sicilia in questi giorni!!. Adesso mi chiedo e vi chiedo: chi ha leso, in verità, la reputazione informativa meteorologica? Chi ha diffuso, in verità, informazioni antiscientifiche?
    E non parliamo di altri siti meteo, di risonanza nazionale, che hanno preannunciato 50° a iosa e che si ergono a consegnatari di verità scientifiche, scagliandosi sempre contro chi mette in dubbio l'esasperazione di certe notizie fino a farle diventare veri e propri proclami allarmistici;

    2) Sottocorona è un meteorologo di lunga esperienza, persona garbata e moderata e lui stesso ha dichiarato di essere un tecnico e non uno scienziato. Sottocorona ha dimostrato di avere un'immensa esperienza sui dati rilevati dalle stazioni meteo, tant'è che lui è stato uno dei pochi a scoprire che la stazione di Milano Linate registrata dati non conformi che da anni, invece, venivano validati. Dunque, lo ritengo, in questo caso, una persona autorevolissima, e lo ha dimostrato in questi giorni quando ha palesemente affermato che i 50° prospettati al Sud erano semplicemente una bufala. Risultato: è stato accusato di negazionismo, nonostante lo stesso, da tempo immemore, ammette che il GW esiste e sussiste.

    3) I modelli previsionali del GW si basano certamente anche su dati osservati e non potrebbe essere altrimenti, tuttavia mi chiedo se questi dati siano effettivamente omogenizzati e sottoposti a rigidi protocolli di conformità e qualità, senza i quali si andrebbe incontro all'anarchia gestionale delle rilevazioni atmosferiche, quello che ormai da anni sta succedendo in Sicilia (ma credo che il discorso valga per tutti) dove Enti regionali decidono di implementare reti di monitoraggio ambientale senza però seguire un rigido protocollo tecnico di corretta ubicazione e di qualità strumentale, col risultato che anche la stazione piazzata sull'asfalto diventa idonea per avere la convalida di un record!

    4) Il concetto di negazionismo del GW ha subito nel tempo una profonda distorsione a causa di posizioni estremiste assunte da alcuni addetti alla causa pro GW. In realtà, ci sono scienziati che non negano il riscaldamento, ma ne contestano la causa. Secondo alcuni, infatti, il riscaldamento è un fattore ciclico, secondo altri è legato all'aumento della radiazione solare per via della diminuzione della copertura nuvolosa, altri ancora ritengono vi sia una concausa legata a minori emissioni di solfati in atmosfera, oltre che all'incremento della CO2, . Ebbene, mi sembra eccessivo etichettare negazionista anche chi mette in dubbio i meccanismi fisici-chimici del GW, pur ammettendo che il problema c'è ed è evidente. Invece, oggi, la realtà è un'altra: basta contestare un record di caldo per essere accusati di negazionismo sic et simpliciter, ossia si è instaurato il negazionismo di ritorno.
    In questo marasma, personalmente, anch'io mi sento disorientato e alcuni dubbi mi sovvengono, fermo restando che il GW esiste ed è serio ed è dimostrato dalle trasformazioni che sta subendo il nostro pianeta nella sua componente criosferica.
    Quindi, il confronto tecnico-scientifico, personalmente, lo ritengo insostituibile e per me rappresenta il metodo ottimale per addivenire ad una conoscenza oggettiva ed obiettiva di qualsiasi fenomeno naturale. Purtroppo, nel caso del falso record di 48,8° ho assistito ad una omertà e ad un arroccamento da parte di tanti, veramente tanti, compresi esperti che si sono girati dall'altra parte. Eppure, bastava poco per porsi dei dubbi, a prescindere dal mio studio. Bastava chiedersi: è vero che la stazione aveva lo schermo bucato quando ha registrato il record?
    è vero che la stazione è soffocata da ostacoli posti a breve distanza? E' vero che i 48,8° sono stati registrati in condizioni di vento quasi calmo? E' vero che il SIAS ha cambiato per ben due volte lo schermo del sensore termometrico senza darne notizia?. ll WMO è andato sul posto a verificare la stazione?
    Tutti si sono girati dall'altra parte.
    Buongiorno Alfio, anche per me è un piacere confrontarmi.

    1) Se il tuo studio avesse sostenuto l’esatto opposto, ossia la piena validità del record di 48,8°C, ho forti dubbi che quella testata lo avrebbe accolto con lo stesso entusiasmo. Comprendo perfettamente la volontà di divulgarlo, ma è evidente che la linea editoriale è ben definita. E per chi cerca di combattere la disinformazione scientifica, questo rappresenta un limite importante. La testata in questione, al pari di altre che hai citato, è notoriamente ostile al consenso scientifico in materia di clima, e questo, purtroppo, finisce per nuocere alla credibilità anche di contenuti ben intenzionati. Naturalmente, ognuno è libero di pubblicare dove preferisce e di credere a ciò che ritiene più fondato. Il mio intervento, però, e spero che il messaggio sia passato, aveva proprio l’intento di tutelare il valore del tuo lavoro, affinché non venga strumentalizzato o associato a circuiti che rischiano di comprometterne la serietà.

    2) Per quanto riguarda il meteorologo Sottocorona, credo di non avere molto altro da aggiungere. Il punto che volevo sollevare, però, non riguarda lui in quanto persona, e ci mancherebbe, ma la pertinenza della sua citazione nel contesto di una discussione sul cambiamento climatico. Se si vuole fare chiarezza scientifica su un fenomeno come il global warming o l’attribuzione degli eventi estremi, è corretto e doveroso rivolgersi a chi lavora direttamente in quel campo, ovvero ai climatologi che trattano la scienza dell'attribuzione, come accade in qualsiasi altro ambito specialistico.

    3) I dati delle più importanti organizzazioni di ricerca sul clima sono notevolmente simili, nonostante le diverse tecniche di elaborazione. Le metodologie utilizzate dal Goddard Institute for Space Studies (GISS), dal National Climatic Data Center (NCDC) e da altri gruppi autorevoli, come l’Hadley Center/Climatic Research Unit del British Meteorological Office e dell’Università dell’Anglia orientale (CRU), oltre all’Australian Bureau of Meteorology, sono tutte sottoposte a revisione paritaria, e i relativi dataset sono pubblici e trasparenti, spesso accompagnati da codici open source e documentazione dettagliata.
    Un caso particolarmente rilevante è quello di Berkeley Earth, un'organizzazione indipendente nata anche con l’intento di verificare criticamente le analisi esistenti. Fondata da Richard Muller, scienziato inizialmente scettico sull'affidabilità dei dati climatici, Berkeley Earth ha sviluppato un proprio approccio di elaborazione e controllo dei dati storici. Eppure, i risultati ottenuti coincidono pienamente con quelli di GISS, NCDC e CRU, confermando in modo indipendente il riscaldamento globale osservato. Questa convergenza indipendente tra gruppi separati per approccio, provenienza geografica e strumenti analitici rappresenta un forte indicatore della solidità scientifica del trend climatico rilevato.

    4) Gli scienziati del clima concordano in modo schiacciante sul fatto che gli esseri umani stiano causando il recente riscaldamento globale. La posizione di consenso è espressa chiaramente dall’IPCC, secondo cui l’influenza umana è stata la causa dominante del riscaldamento osservato dalla metà del XX secolo (Qin et al., 2014, p. 17). A sostegno di questa posizione si sono espresse le accademie nazionali delle scienze di oltre 80 Paesi. Secondo numerosi studi pubblicati su riviste scientifiche peer-reviewed, il consenso su questa posizione raggiunge circa il 99% degli esperti attivi nel settore. Tra le oltre 200 organizzazioni scientifiche mondiali che la condividono ci sono NOAA, NASA, AGU, AMS, The Geological Society of America e molte altre.Va anche sottolineato che la scienza del clima ha considerato, e rigettato con solide argomentazioni, le ipotesi alternative, come l'aumento dell'attività solare, la variabilità naturale, ecc. Tutti questi fattori sono stati esaminati nei report e nella letteratura specializzata, e nessuno di essi è in grado di spiegare il riscaldamento osservato senza includere il ruolo dominante dei gas serra di origine antropica. Come ben sai, sappiamo con certezza che la CO₂ in eccesso proviene da fonti fossili grazie all’analisi isotopica del carbonio. La “firma isotopica” è chiaramente riconoscibile nell’atmosfera, ed è uno degli elementi che dimostra in modo inequivocabile la natura antropica dell’attuale aumento di CO₂. A meno che non si faccia la figura di certi ricercatori, che rappresentano parte di quell'1% rimanente, accusati di cherry picking con un articolo di review (A critical assessment of extreme events trends in times of global warming), pubblicato su "The European Physical Journal Plus", dove non si è stati in grado nemmeno di rispondere alle critiche dopo la riapertura del processo di revisione.


    È importante quindi distinguere tra scetticismo scientifico, che è legittimo se basato su dati e verifiche, e negazionismo, che consiste nel rigettare o distorcere il consenso scientifico consolidato, spesso senza proporre alternative sostenute da prove comparabili. In questo senso, e sono certo che tu ne abbia le conoscenze, la scienza non è democratica: non tutte le opinioni hanno lo stesso peso, ma solo quelle supportate da dati, metodo e revisione critica. E in questo caso, i dati parlano molto chiaramente.

    Siamo usciti abbastanza fuori tema , per cui tornando a Floridia, spero che quella stessa dinamica scientifica che tanto difendo (e che può sbagliare), possa aprirsi agli errori commessi nella valutazione.
    Ultima modifica di RenatoTaranto; 24/07/2025 alle 13:10

  6. #186
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    Predefinito Re: La sovrastima delle temperature massime della stazione Siracusa SIAS (Floridia): ecco le prove

    Citazione Originariamente Scritto da RenatoTaranto Visualizza Messaggio
    Buongiorno Alfio,anche per me è un piacere confrontarmi.

    1) Se il tuo studio avesse sostenuto lÂ’esatto opposto, ossia la piena validitÃ* del record di 48,8°C, ho forti dubbi che quella testata lo avrebbe accolto con lo stesso entusiasmo. Comprendo perfettamente la volontÃ* di divulgarlo, ma è evidente che la linea editoriale è ben definita. E per chi cerca di combattere la disinformazione scientifica, questo rappresenta un limite importante. La testata in questione, al pari di altre che hai citato, è notoriamente ostile al consenso scientifico in materia di clima, e questo, purtroppo, finisce per nuocere alla credibilitÃ* anche di contenuti ben intenzionati. Naturalmente, ognuno è libero di pubblicare dove preferisce e di credere a ciò che ritiene più fondato.Il mio intervento, però, e spero che il messaggio sia passato, aveva proprio lÂ’intento di tutelare il valore del tuo lavoro, affinché non venga strumentalizzato o associato a circuiti che rischiano di comprometterne la serietÃ*.

    2) Per quanto riguarda il meteorologo Sottocorona, credo di non avere molto altro da aggiungere. Il punto che volevo sollevare, però, non riguarda lui in quanto persona, e ci mancherebbe, ma la pertinenza della sua citazione nel contesto di una discussione sul cambiamento climatico. Se si vuole fare chiarezza scientifica su un fenomeno come il global warming o l’attribuzione degli eventi estremi, è corretto e doveroso rivolgersi a chi lavora direttamente in quel campo, ovvero ai climatologi che trattano la scienza dell'attribuzione, come accade in qualsiasi altro ambito specialistico.

    3) I dati delle più importanti organizzazioni di ricerca sul clima sono notevolmente simili, nonostante le diverse tecniche di elaborazione. Le metodologie utilizzate dal Goddard Institute for Space Studies (GISS), dal National Climatic Data Center (NCDC) e da altri gruppi autorevoli, come lÂ’Hadley Center/Climatic Research Unit del British Meteorological Office e dellÂ’UniversitÃ* dellÂ’Anglia orientale (CRU), oltre allÂ’Australian Bureau of Meteorology, sono tutte sottoposte a revisione paritaria, e i relativi dataset sono pubblici e trasparenti, spesso accompagnati da codici open source e documentazione dettagliata.
    Un caso particolarmente rilevante è quello di Berkeley Earth, un'organizzazione indipendente nata anche con lÂ’intento di verificare criticamente le analisi esistenti. Fondata da Richard Muller, scienziato inizialmente scettico sull'affidabilitÃ* dei dati climatici, Berkeley Earth ha sviluppato un proprio approccio di elaborazione e controllo dei dati storici. Eppure, i risultati ottenuti coincidono pienamente con quelli di GISS, NCDC e CRU, confermando in modo indipendente il riscaldamento globale osservato.Questa convergenza indipendente tra gruppi separati per approccio, provenienza geografica e strumenti analitici rappresenta un forte indicatore della soliditÃ* scientifica del trend climatico rilevato.

    4) Gli scienziati del clima concordano in modo schiacciante sul fatto che gli esseri umani stiano causando il recente riscaldamento globale. La posizione di consenso è espressa chiaramente dallÂ’IPCC, secondo cui lÂ’influenza umana è stata la causa dominante del riscaldamento osservato dalla metÃ* del XX secolo (Qin et al., 2014, p. 17). A sostegno di questa posizione si sono espresse le accademie nazionali delle scienze di oltre 80 Paesi. Secondo numerosi studi pubblicati su riviste scientifiche peer-reviewed, il consenso su questa posizione raggiunge circa il 99% degli esperti attivi nel settore. Tra le oltre 200 organizzazioni scientifiche mondiali che la condividono ci sono NOAA, NASA, AGU, AMS, The Geological Society of America e molte altre.Va anche sottolineato che la scienza del clima ha considerato, e rigettato con solide argomentazioni, le ipotesi alternative, come l'aumento dell'attivitÃ* solare, la variabilitÃ* naturale, ecc. Tutti questi fattori sono stati esaminati nei report e nella letteratura specializzata, e nessuno di essi è in grado di spiegare il riscaldamento osservato senza includere il ruolo dominante dei gas serra di origine antropica. Come ben sai, sappiamo con certezza che la CO₂ in eccesso proviene da fonti fossili grazie allÂ’analisi isotopica del carbonio. La “firma isotopica” è chiaramente riconoscibile nellÂ’atmosfera, ed è uno degli elementi che dimostra in modo inequivocabile la natura antropica dellÂ’attuale aumento di CO₂. A meno che non si faccia la figura di certi ricercatori, che rappresentano parte di quell'1% rimanente, accusati di cherry picking con un articolo di review (A critical assessment of extreme events trends in times of global warming), pubblicato su "The European Physical Journal Plus", dove non si è stati in grado nemmeno di rispondere alle critiche dopo la riapertura del processo di revisione.


    È importante quindi distinguere tra scetticismo scientifico, che è legittimo se basato su dati e verifiche, e negazionismo, che consiste nel rigettare o distorcere il consenso scientifico consolidato, spesso senza proporre alternative sostenute da prove comparabili. In questo senso, e sono certo che tu ne abbia le conoscenze, la scienza non è democratica: non tutte le opinioni hanno lo stesso peso, ma solo quelle supportate da dati, metodo e revisione critica. E in questo caso, i dati parlano molto chiaramente.

    Siamo usciti abbastanza fuori tema , per cui tornando a Floridia, spero che quella stessa dinamica scientifica che tanto difendo, possa aprirsi agli errori commessi nella valutazione.
    L'ultima parte del tuo messaggio dimostra, qualora ve ne fosse il bisogno, il tuo estremo equilibrio e le tue competenze, e non siamo affatto fuori tema, siamo nel "core" del tema molto più di quanto si possa pensare

    I tuoi precedenti messaggi e, unitamente, quelli di Alfio, dimostrano soprattutto una cosa da parte di entrambi, l'estrema volontà di far emergere la verità e il rispetto per la scienza, la metrologia è una scienza, che richiede un approccio scientifico e che, come già detto, deve piegarsi al peer review e a tutte le procedure di confronto paritario necessarie in ambito scientifico.

    Ecco il perchè del post, forse inadeguato, su una piattaforma che, notoriamente, non ha nulla a che fare con quanto detto sopra, ma al momento, ciò che è necessaria, è la massima visibilità, non siamo alla ricerca di una revisione del record, seppure auspicabile, ma che questo non accada nuovamente.

    Gli scienziati del clima, i ricercatori del clima, e mi riferisco a puro titolo di esempio ai nomi che hai citato, sono, molto probabilmente, "ignoranti" in metrologia, nel senso buono del termine, sono estremamente esperti a valutare una serie di dati, ma se gli diamo dati errati temo che il loro lavoro venga pesantemente compromesso e non sono in grado di capire se un dato è più o meno valido.

    Posso garantirvi che un noto metrologo, di fama internazionale, mi ha candidamente ammesso che loro, fuori dai laboratori non sanno nulla, sono perfettamente a loro agio fino a quando parliamo di camere climatiche, di punti fissi, di punto triplo dell'acqua, di fusione del gallio, di sensori primari ma, in atmosfera, sono come me, dei perfetti ignoranti, sempre in senso positivo.

    Si spinse anche oltre, dicendo che siamo noi, che siamo sul "campo" a poter insegnare loro qualcosa, e ritorniamo alla Citizen Science, ma questo termine presuppone la necessità del "confronto paritario", cosa che ci è sempre stata negata

    Farò un raffronto paradossale, ma che credo renda l'idea, se io chiedo ad un cuoco stellato, il migliore, di preparare un piatto di spaghetti alle vongole al top, il migliore che si possa avere, ma in cucina gli faccio trovare come ingredienti fagioli e cipolla, molto probabilmente non riuscirà nell'intento.

    Io non sono nessuno, ma, alcuni anni fa, ho avuto l'onore di essere stato inserito nel gruppo di lavoro organizzato da WMO, al quale hanno partecipato ricercatori di fama mondiale, dei maggiori istituti metrologici e meteorologici d'Europa, per la creazione di una procedura operativa unificata, condivisa da tutti e che stabiliva l'incertezza di misura di una stazione ufficiale.

    Non mi sono mai permesso di intervenire ne di apportare correzioni per una manifesta inferiorità, sia di conoscenze sia perchè non ufficialmente riconosciuto, ma è stato per me affascinante seguire la progettazione di un modello che aveva come scopo la analisi di ogni aspetto, tecnico, di posizionamento, dei trasferimenti termici indesiderati, dei disturbi che, alla fine, decretava per una determinata stazione la sua incertezza di misura.

    Tale risultato, tramite un algoritmo, tramutava il risultato in un voto, tanto esso era maggiore tanto maggiore avrebbero avuto impatto i suoi dati in utilizzi professionali, sia meteorologici che climatologici.

    Nel caso di floridia sarebbe stato sufficiente fosse stato adottato questo strumento, che non posso ovviamente divulgare ma che per Floridia, da una rapido calcolo, mi restituisce un'incertezza pari a +3,7 °C

    Purtroppo di Floridia ne abbiamo moltissime, io mi auguro che tutto ciò serva ad accrescere la consapevolezza di avere dati certi, o perlomeno affidabili, partire con dati fasulli o incerti preclude qualunque lavoro di analisi.

    M.
    Ultima modifica di capriccio; 24/07/2025 alle 14:10
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  7. #187
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    Predefinito Re: La sovrastima delle temperature massime della stazione Siracusa SIAS (Floridia): ecco le prove

    Oggi, purtroppo, non potrò fare il rapporto giornaliero della sovrastima della stazione SIAS di Floridia. La rete SIAS è offline da molte ore, quindi non vi sono dati aggiornati. Hanno annunciato un intervento tempestivo per ripristinare la rete, ma non c'è stato nullo di tempestivo.

  8. #188
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    Predefinito Re: La sovrastima delle temperature massime della stazione Siracusa SIAS (Floridia): ecco le prove

    Citazione Originariamente Scritto da alfio G Visualizza Messaggio
    Oggi, purtroppo, non potrò fare il rapporto giornaliero della sovrastima della stazione SIAS di Floridia. La rete SIAS è offline da molte ore, quindi non vi sono dati aggiornati. Hanno annunciato un intervento tempestivo per ripristinare la rete, ma non c'è stato nullo di tempestivo.
    Ho notato anche una differenza di circa 1° riguardo le minime con Barani più alta di SIAS, come si spiega ciò?

  9. #189
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    Predefinito Re: La sovrastima delle temperature massime della stazione Siracusa SIAS (Floridia): ecco le prove

    Citazione Originariamente Scritto da frankie986 Visualizza Messaggio
    Ho notato anche una differenza di circa 1° riguardo le minime con Barani più alta di SIAS, come si spiega ciò?
    Di notte la stazione SIAS sottostima quasi sempre per l'effetto contrario a quello diurno: la scarsa ventilazione dovuta alla barriera arborea e al muretto crea la stagnazione del cuscinetto d'aria che non ricevendo il ricambio si raffredda di più rispetto alle zone più ventilate.
    Nello studio di monitoraggio in parallelo Barani-SIAS, questo aspetto è stato trattato.

  10. #190
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    Predefinito Re: La sovrastima delle temperature massime della stazione Siracusa SIAS (Floridia): ecco le prove

    Io ho sempre sospetti sui record e in questo caso non ho affatto problemi a non riconoscerlo. I dati sono quelli.
    Purtroppo non sono solo le stazioni SIAS ma anche quelle DPC regionale ad avere problemi.
    Adrano Consorzio
    SS121 - Google Maps
    sebbene nelle ultime immagini Street View non vedo la strumentazione, forse l'hanno spostata
    Troina SS575
    SS575 - Google Maps

    La ricerca dei record di caldo per mostrare il GW è per me fuorviante. Si va a cercare il caldo e si ignorano invece gli inverni ben più miti.
    In Sicilia basta vedere l'Etna ove ormai le nevicate sono occasionali e il manto resiste per l'intera stagione solo alle alte quote. Negli anni 50 nel fianco sud si svolgevano gare internazionali mentre adesso è almeno un decennio che l'impianto non apre. A Piano Provenzana gli impianti ormai aprono per alcune settimane o poco più. E dire che fino agli anni 90 vendevano gli stagionali che oggi non acquista più nessuno.
    Non va meglio negli Appennini e perfino sulle Alpi alle quote più basse.
    Che futuro hanno gli impianti sciistici? - Il Post
    Lo sci e il cambiamento climatico - Il Post
    I ghiacciai sono tutti in ritiro tranne rare eccezioni.
    Anche il ghiaccio dentro la Grotta del Gelo sull'Etna è in diminuzione. Chi ha visitato la grotta nel secolo scorso o anche nei primi anni 2000 e poi c'è tornato recentemente se ne sarà accorto.

    Però andiamo a cercare i record di caldo.

    Per quanto riguarda la pubblicazione del post sul sito innominabile il senso di quanto detto da Renato è che, paradossalmente, potrebbe danneggiarne la credibilità. È un po' come se venisse pubblicato su una rivista scandalistica.

    Ricordo poi che è in atto una campagna volta ad insinuare dubbi nella popolazione perfettamente analoga a quella che fu portata avanti per evitare i divieti di fumo o per l'amianto.
    Le possibili altre cause del GW sono poi state tutte analizzate e, purtroppo, scartate.

    Alfio, hai tirato in ballo Galileo ma la storia è un po' diversa. Newton doveva ancora nascere per cui all'epoca era nota solamente la cinematica, cioè la descrizione dei movimenti senza le forze che ci stanno dietro. Ebbene con la sola cinematica è perfettamente possibile avere un sistema planetario incentrato ovunque, sia sul Sole che sulla Terra o sulla Luna. Poiché un sistema incentrato sulla Terra è equivalente ad uno incentrato sul Sole (ma ben più complicato a calcolare) a Galileo fu chiesta una prova per scegliere uno dei due sistemi ma Galileo non la seppe fornire. E dire che l'aveva: le fasi di Venere. Non sapendola fornire rimase il sitema incentrato sulla Terra, non più quello tolemaico ma ben più complesso con le cicloidi. Inoltre, se non sbaglio, Galileo continuava ad usare le orbite circolari e non quelle ellittiche di Copernico che erano già note alla sua epoca.

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