Molto si è detto e molto si è scritto, soprattutto in prossimitÃ* del major warming di fine gennaio, ma invece poco si è discusso su cosa è realmente avvenuto. Proverò (nel mio piccolo) a ridurre questa carenza limitandomi a “sporcare” 4 carte di Teleconnections.
Lo SW2006 si può sostanzialmente suddividere in 4 episodi di propagazione del riscaldamento stratosferico verso la quota di 500hPa (vedi primo allegato):
episodio dal 15 al 26 gennaio;
episodio dall’1 al 6 febbraio;
episodio dal 12 al 19 febbraio;
epilogo dal 24 febbraio al 5 marzo.
Nei primi 3 episodi l’anomalia fu del 25% circa di quella del major warming (iniziato a 1hPa a inizio anno e culminato intorno al 25 gennaio) mentre l’ultima raggiungeva quasi il 50%. Sia la seconda che l'ultima propagazione raggiungevano i 1000 mb; di conseguenza l’indice AO è stato parecchio depresso e, nell'ultimo episodio, si è avuto lo split completo del vortice polare a livello dell’artico groenlandese dove un “uragano bianco” (se non altro per forma circolare e quantitativi di neve raggiunti) si è isolato poco distante dall’isola di Terranova.
Durante il primo episodio, una anomalia termica positiva si forma tra l’artico siberiano settore W e l’artico scandinavo (secondo allegato, area A). L’anomalia termica interagisce con una azione di blocco al flusso zonale sull’Europa occidentale presente fino ai primi di febbraio (area A in Blocking Strenght) e prosegue attraverso il secondo episodio; essa si localizza sull’ artico scandinavo, cioè con retrogressione rispetto al flusso zonale (linea gialla a). Di conseguenza tale anomalia guida una azione anti-zonale dal settore ovest siberiano, attraverso gli Urali e la Russia Europea fino all’Europa orientale, i Balcani e il mar Nero (linea rossa A). L’orso siberiano sferza la penisola per 3 giorni. Ma il blocco tiene la posizione e solo un nucleo molto freddo dal Baltico riesce ad operare una “tunnellizzazione” verso una goccia fredda in quota latente sull’Atlantico portoghese regalando la neve a Lisbona.
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