Quando questo mondo ti sta crollando addosso..
La vita non si ferma con una diagnosi di Sclerosi Multipla..
mea culpa
io ero uno di quelli che ha previsto un'estate nella norma o leggermente più fresca senza invasioni calde durature!
i fatti, per ora, mi stanno dando torto
Quando questo mondo ti sta crollando addosso..
La vita non si ferma con una diagnosi di Sclerosi Multipla..
Guardando le Ensamble l'alta sub-tropicale punta deciso verso ENE raggiungendo il culmine Martedì 27 con geopotenziale medio 5900 sull'Italia e di 5820 sino a sfiorare Mosca ma poi viene stoppata e si ritrae lentamente fino al 6 luglio quando subentra un cavo d'onda nord-atlantico.![]()
Dove hai visto le carte al 6 luglio ? Da quelle che vedo io la discesa c'è ma punta sempre verso il Portogallo, quindi non farebbe altro che rialimentare la risalita calda sull'EuropaOriginariamente Scritto da Epurato
![]()
Originariamente Scritto da Enrico_3bmeteo
Temperatura rientrerÃ* nella norma?
![]()
anche oggi non accenderò il riscaldamento. In camera ho 30.2° con 41% di ur... Credo che la prox settimana farò il record.....passerò i 32° in casa
![]()
Ma quando la neve si scioglie, il bianco dove va a finire?
Mica maleOriginariamente Scritto da Epurato
Speriamo non sia Fantameteo...
![]()
Riporto anche l'articolo del CEM:Originariamente Scritto da gb
Come sarÃ* l'estate 2006?
Adesso che siamo ormai entrati nella “stagione calda”, ci lasciamo alle spalle uno degli inverni più freddi degli ultimi decenni: una stagione invernale “d’altri tempi”, con temperature rigide e abbondanti nevicate, come non capitava dalla seconda metÃ* degli anni ’80. In altre regioni del Pianeta però l’inverno è stato ancor più rigido: intorno a metÃ* gennaio a Mosca ad esempio si sono toccati 30 gradi sotto zero, la temperatura più bassa degli ultimi 25 anni, e sempre nello stesso periodo a Nuova Delhi dopo più di 70 anni la temperatura è tornata a scendere fino a 0° C (l’ultima gelata nella capitale indiana si era osservata il 16 gennaio del 1935). Gelo, ma non solo: il 30 dicembre scorso difatti, in aperto Atlantico, si è formato l’ennesimo ciclone tropicale, cui è stato assegnato il nome di Zeta. Una tempesta da record per due motivi: è stato il 27-esimo ciclone tropicale del 2005 nell’Atlantico, un record assoluto (il precedente primato era del 1933, con 21 cicloni tropicali) ed inoltre solo un’altra volta, negli ultimi 120 anni, in tale Oceano si era formata una tempesta tropicale negli ultimi giorni di dicembre (era capitato nel 1954 con l’uragano Alice).
Un'immagine, del 3 gennaio 2006, del ciclone tropicale Zeta, l'ultimo dell'eccezionale stagione degli uragani che ha caratterizzato il 2005.
Insomma un inverno dal clima bizzarro, denso di eventi eccezionali. Ma cosa dobbiamo attenderci allora per l’estate? SarÃ*, anche quella estiva, una stagione dalle caratteristiche “estreme”? Dobbiamo forse aspettarci un’estate rovente come quella del 2003? In realtÃ*, alcuni importanti elementi fanno pensare che non sarÃ* una stagione particolarmente torrida: insomma un’estate più simile a quella dell’anno scorso piuttosto che a quella del caldo record del 2003. A darci una mano nel tenere lontano il grande caldo difatti ci penserÃ* soprattutto l’Oceano Pacifico. In effetti negli ultimi 30 anni tutte le stagioni estive eccezionalmente calde in Italia sono arrivate quando era presente, nel Pacifico, una particolare anomalia climatica nota con il nome di El Niño: è capitato ad esempio durante le caldissime estati del 1994, 1998 e, soprattutto, 2003. El Niño è un fenomeno per cui le acque molto calde che di solito sono confinate sul bordo occidentale del Pacifico si espandono verso levante fino a raggiungere le coste dell’America Latina. Lo spostamento di enormi quantitÃ* di acqua calda sconvolge però la circolazione atmosferica al di sopra di tale oceano. Dove l’acqua è più calda difatti la colonna d’aria, riscaldata dal basso, tende a salire all’interno dell’atmosfera, dando luogo ad estese zone di bassa pressione, per poi ricadere verso il suolo (moti di subsidenza) laddove la superficie marina è più fredda, generando su queste ultime regioni robuste zone di alta pressione. Durante El Niño, man mano che la massa marina calda defluisce verso est attraverso il Pacifico Tropicale, anche la bassa pressione tende a migrare dal bordo occidentale a quello orientale dell’oceano, mentre dove prima regnavano nubi e abbondanti piogge arrivano alta pressione e siccitÃ*. Alle nostre latitudini invece il “braccio armato” del Niño, responsabile di estati insolitamente calde in Italia, è l’Anticiclone Nord Africano. Le ondate di caldo estivo più intense in Italia difatti sono solitamente dovute alla presenza di un’alta pressione che dall’Africa si allunga verso nord sull’Europa Meridionale, e nelle annate di Niño ciò avviene con maggior frequenza e maggior insistenza. Ma qual è il meccanismo attraverso il quale El Niño rende più forte l’Anticiclone Nord Africano e “riscalda” quindi le nostre estati? Ebbene, anche nell’Atlantico, come nel Pacifico, la circolazione lungo i meridiani è caratterizzata da quelle che sono note come Celle di Hadley: le masse d’aria che ai Tropici, scaldate dal basso, salgono all’interno dell’atmosfera, tendono poi a muoversi in direzione dei poli, e ricadono verso il basso a latitudini sub-tropicali, dove difatti insiste una fascia permanente di alte pressioni. Mentre nei settori occidentali del Pacifico e dell’Atlantico (dove, per la presenza di superfici marine più calde, è intenso il riscaldamento dal basso dell’atmosfera) la Cella di Hadley si alimenta su vaste regioni, sui lati orientali del Pacifico e dell’Atlantico il ramo ascendente della Cella di Hadley risulta assai più stretto, limitato alle sole zone attraversate dalla ITCZ (InterTropical Convergence Zone, la linea di confine in cui gli alisei provenienti dai due diversi emisferi, scontrandosi, innescano intensi moti verticali). Normalmente, durante l’inverno boreale (dicembre-febbraio) si crea una vigorosa Cella di Hadley tra l’Amazzonia (qui il forte riscaldamento del suolo alimenta intensi moti ascendenti all’interno dell’atmosfera) e il Nord Atlantico Tropicale dove, intorno ai 20° di latitudine nord, le masse d’aria che ricadono dalla troposfera creano una robusta fascia di alta pressione. Quando però nel Pacifico la circolazione atmosferica viene sconvolta da El Niño, anche i moti convettivi sulle regioni settentrionali dell’America Latina vengono fortemente inibiti e l’indebolimento del ramo amazzonico della Cella di Hadley realizza una sorta di “ponte troposferico” de El Niño, trasferendone gli effetti dal Pacifico all’Atlantico. Insieme alle correnti ascendenti sull’Amazzonia difatti si affievoliscono anche i moti di subsidenza sull’Atlantico Tropicale, per cui anche gli anticicloni lì posizionati risultano assai meno robusti del normale. In tal modo si indeboliscono anche gli intensi alisei da nordest che solitamente soffiano al di sotto della fascia di alta pressione: la superficie marina subisce così un minor raffreddamento da evaporazione e al contempo anche un minor raschiamento, per cui si attenua anche la risalita di acqua fredda che, dagli strati più bassi dell’oceano, viene su per rimpiazzare quella calda trasportata via dal vento. I primi effetti si notano in primavera, quando le temperature superficiali del Nord Atlantico Tropicale risultano sensibilmente più alte del normale e rendono insolitamente estesa la WHWP (Western Hemisphere Warm Pool), ovvero quella porzione del Pacifico Orientale e dell’Atlantico che solitamente è caratterizzata da acque superficiali con temperature superiori a 28,5° C, e che in generale comprende i mari che lambiscono le coste occidentali del Centro America, il Golfo del Messico, il Mar dei Carabi e la parte più a ovest dell’Atlantico Tropicale.
Nelle annate normali la WHWP (Western Hemisphere Warm Pool) raggiunge la sua massima estensione in settembre, quando anche le acque dei margini più occidentali del Nord Atlantico Tropicale toccano temperature superficiali maggiori di 28,5° C.
Ma le ripercussioni di tale anomalia sul nostro continente si possono osservare soprattutto in estate (giugno-agosto), quando la ITCZ (e quindi anche il ramo ascendente della Cella di Hadley), si spostano verso nord, al di sopra della WHWP: la circolazione lungo i meridiani, grazie al surplus di energia fornito da mari più caldi, appare difatti più vigorosa del normale, per cui anche gli anticicloni sub-tropicali, che in tale stagione si spingono fino alle porte dell’Europa, ne risultano rinforzati.
Attraverso il ramo amazzonico della Cella di hadley si realizza il "ponte troposferico" che trasferisce gli effetti del Niño dal Pacifico all'Atlantico.
Ecco il motivo principale – confermato anche dal buon coefficiente di correlazione tra l’estensione della WHWP e le temperature estive in Europa Meridionale - per cui l’Anticiclone Africano, durante le estati che seguono episodi de El Niño, occupa con maggior frequenza e maggior insistenza il Mediterraneo, scatenando in Italia lunghe e torride ondate di caldo.
Buoni valori di correlazione (in giallo scuro, superiori a 0,6) mostrano un effettivo legame tra un’espansione della WHWP e temperature estive superiori al normale in Italia.
A richiamare l’alta pressione africana verso l’Europa contribuisce inoltre un’altra anomalia di cui è responsabile El Niño: le profonde variazioni della circolazione atmosferica nel Pacifico influenzano difatti anche il percorso della corrente a getto polare (un vasto fiume d’aria che scorre molto veloce nell’alta troposfera), dalle cui ondulazioni si generano aree di alta o bassa pressione. Spesso, durante le annate in cui nel Pacifico si scatena El Niño, le ondulazioni della corrente a getto sono tali da generare in estate sull’Europa estese e robuste aree di alta pressione, che poi si saldano con l’Anticiclone Africano, favorendone la permanenza sul nostro continente. Fortunatamente però quest’anno nel Pacifico non c’è El Niño ma bensì la sua… sorella minore: la Niña! Con la Niña gli alisei che normalmente ammassano acqua calda sul bordo occidentale del Pacifico soffiano con maggior vigore del solito, rendendo ancor più calde le acque nel Pacifico Tropicale Occidentale: di conseguenza in tale regione diventa più profonda la bassa pressione e più intense le piogge, mentre sul lato sud-americano dell’oceano diviene più robusta l’alta pressione e ancor più secco il clima (gli effetti sono quindi opposti a quelli de El Niño).
Nelle immagini dal satellite rielaborate dalla NASA le condizioni del Pacifico Tropicale nello scorso dicembre 2005, all’inizio del raffreddamento che sta portando il Pacifico ad una situazione tipica de La Niña. Colori dal giallo al bianco, passando per il rosso, indicano acque superficiali più calde del normale; colori blu-viola indicano acque superficiali più fredde del normale.
La Niña, contrariamente al suo più celebre “fratello”, non indebolisce il ramo amazzonico della Cella di Hadley e quindi non fornisce “carburante” per la formazione di intensi anticicloni sub-tropicali nell’Atlantico durante la stagione estiva. C’è però anche un’altra grande oscillazione climatica che, durante la prossima estate, frenerÃ* l’avanzata verso nord dell’alta pressione africana: la Quasi-Biennal Oscillation (QBO). La QBO indica la direzione dei venti zonali, ossia quelli diretti lungo i paralleli, nella stratosfera tropicale. Nell’arco di circa due anni tali venti compiono due successive e graduali inversioni nella direzione di provenienza, fino a tornare allo stato originario. Valori negativi della QBO indicano che nella stratosfera tropicale i venti soffiano da est verso ovest, viceversa per valori positivi. Quando però i venti stratosferici a latitudini tropicali soffiano da est (QBO negativa), entrano in attrito con le correnti occidentali che, in ogni stagione e a tutte le quote, costituiscono il flusso medio alle latitudini temperate. A causa di ciò le correnti occidentali delle medie latitudini perdono vigore, e gli scambi lungo i meridiani (direzione nord-sud) di masse d’aria di differente provenienza divengono più probabili: diventa difatti più facile per le masse d’aria calda provenienti da sud “guadare” il fiume delle correnti occidentali quando queste appaiono indebolite se non addirittura assenti. Del resto da analisi effettuate presso la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) risulta un effettivo legame tra valori negativi della QBO e temperature estive più alte del normale nell’area del Mediterraneo.
Il discreto valore del coefficiente di correlazione inversa (intorno a -0,4) tra l’indice che descrive la QBO e le temperature estive in Italia indica che in effetti la fase “orientale” della QBO favorisce l’insorgere di estati “calde” in Italia.
Tuttavia i venti stratosferici tropicali, negli ultimi mesi provenienti da est, stanno giÃ* invertendo la loro direzione, e durante la prossima estate soffieranno da ovest verso est. In tal modo le correnti occidentali non verranno indebolite dagli effetti della QBO (come invece avvenne nel 2003, quando proprio in estate la QBO toccò i più elevati valori negativi di quel ciclo) e quindi contribuiranno a limitare l’avanzata di masse d’aria calda dalle basse latitudini verso l’Europa. La prossima estate quindi avrÃ* caratteristiche più simili a quelle degli ultimi due anni che non a quella rovente del 2003. Tuttavia gli stessi fattori, che quest’anno remano a favore di un’estate “normale”, tra il 2007 e il 2008 potrebbero regalarci una stagione estiva caldissima! El Niño difatti, nell’ultimo trentennio, è tornato regolarmente a scaldare il Pacifico Tropicale ogni 4-5 anni: è quindi molto probabile che nel 2007, o al più nel 2008, la sua azione spinga nuovamente con insistenza l’Anticiclone Africano sul Mediterraneo durante la stagione calda.
Il MEI (Multivariate ENSO Index) è un indice che sintetizza 6 parametri atmosferici e oceanici e descrive lo stato del Pacifico Tropicale. Valori positivi superiori a 0,5 indicano che è in atto un episodio di El Niño, mentre valori negativi inferiori a -0,5 evidenziano condizioni tipiche de La Niña. Negli ultimi mesi il Pacifico Tropicale si è progressivamente raffreddato dando vita ad un debole episodio de La Niña. La ciclicitÃ* del fenomeno però fa pensare che tra il 2007 e il 2008 El Niño tornerÃ* a scaldare il Pacifico.
Se poi ciò dovesse accadere il prossimo anno, durante i mesi estivi anche la QBO verrebbe a trovarsi in una fase decisamente negativa, favorendo ulteriormente l’avanzata verso l’Italia del caldo africano e costringendoci ad una nuova estate eccezionalmente torrida.
Mario e Andrea Giuliacci - Aprile 2006
Giovanni Tesauro
Responsabile Rete Stazioni Meteorologiche MeteoNetwork-Meteo.it
Dati in diretta da Capiago Intimiano (CO, 375 m s.l.m.) http://www.dropedia.it/stazioni/intimiano_sud/index.htm
Temperature previste a 900 hPa x il tardo pomeriggio/inizio sera del 28 e 29 giugno:
Buona arrostita a tutti quanti !![]()
![]()
Segnalibri