DisponibilitÃ* dati meteorologici ufficiali: l'annoso problema di AM

**Professeur Bugigiò** · 03/08/2006, 15:10

Vorrei portare all'attenzione dei forumisti, nonchÃ¨ degli amici del CEM che partecipano a questo forum, l'annoso problema della reperibilitÃ* dei dati meteorologici in Italia.
Prima di iniziare il discorso vorrei proporvi questa tabellina in pdf, tratta dalla mia tesi del 2004, che riporta i dati contenuti in Dischel R. (2002), Climate Risk and the Weather Market, Risk Books (Ã¨ la prima tabella in allegato). Riassume la disponibilitÃ*, nel 2002, di dati meteorologici nei piÃ¹ importanti centri meteo mondiali. Risulta evidente come l'Italia sia il fanalino di coda del gruppo, ben distante da tutti gli altri Paesi (forse solo il Belgio ha caratteristiche simili, seppur con un livello di minor gravitÃ*).
Il fatto che i dati meteo in Italia siano gestiti da un ente militare rende di fatto impossibile la diponibilitÃ* degli stessi con costi e tempi contenuti.
Un paio di esempi che possano chiarire la situazione, uno di tipo personale, uno basato su dati ufficiali.

Nel 2004, quando dovevo reperire dei dati per la mia tesi di laurea, mi sono trovato nella necessitÃ* di usufruire dei dati dell'Aeroporto Villafranca. Conoscendo la situazione in Italia, ho adottato due possibili vie: quella ufficiale e quella ufficiosa. La via ufficiale mi ha portato, dopo 4 mesi, ad avere una lunga serie di email ma nessun dato. La seconda mi ha portato ad avere i dati in due mesi, a costo davvero contenuto. Una terza alternativa, che Ã¨ poi quella che ho utilizzato, Ã¨ stata diventare amico di un operatore finanziario che lavora nel campo dei derivati meteorologici e delle assicurazioni, e farmi girare, nel tempo di un "clic", una email con in allegato la serie storica richiesta.

E' ora che ci si renda conto che la diffusione di dati meteorologici aiuta la prevenzione e la previsione di calamitÃ* naturali, oltre ad essere in grado di offrire considerevoli possibilitÃ* di business. Con questo spunto mi ricollego al secondo esempio, quello ufficiale. Sul sito della Noaa Ã¨ disponibile un prezziario relativo all'invio dati meteorologici. Per 50 anni di dati (e che dati) relativi a temperature massime e minime di una stazione si pagano circa 70$ (una cinquantina di Euro, per intenderci). CiÃ² che viene addebitato Ã¨ solo il costo del trasferimento dei dati.

In USA la gente con i dati meteo ci fa business (oltre che prevenzione). Ma come Ã¨ possibile farÃ¨ business e prevenzione se nemmeno si riesce ad ottenere questi dati se non con contratti continuativi dall'elevato costo? E soprattutto, non si vergogna l'Aeronautica Militare a tenere per segreti dei dati che spesso sono di qualitÃ* infima (leggasi mancata cura delle stazioni)? Noi abbiamo le siepi intorno alle stazioni ufficiali... e in America hanno... i metadata: di tutte le maggiori stazioni si conosce la storia! Localizzazione precisa, altezza dei sensori e date di ogni spostamento! Guardate pure la seconda tabella in allegato relativa all'aeroporto La Guardia. (ovviamente fonte NOAA...)

Battaglia persa in partenza lo so, ma dÃ* tanta soddisfazione essere rompiscatole ogni tanto.

**bufera** · 03/08/2006, 15:52

confermo...gli errori sono stati vari, ma molti evidentissimi come i 49.1 di Reggio Calabria 2 giorni fa, quando invece ce ne erano 32...e poi i 45.2 di Vicenza, quando la T era sui 36/37, nonchÃ¨ i 46.0 di Treviso...

**Professeur Bugigiò** · 03/08/2006, 16:25

Originariamente Scritto da bufera

confermo...gli errori sono stati vari, ma molti evidentissimi come i 49.1 di Reggio Calabria 2 giorni fa, quando invece ce ne erano 32...e poi i 45.2 di Vicenza, quando la T era sui 36/37, nonchÃ¨ i 46.0 di Treviso...

Beh, gli errori ci sono Ã¨ chiaro. Bisogna ridurli al minimo e correggerli.
CiÃ² che non Ã¨ tollerabile Ã¨ l'impossibilitÃ* di ottenere dati in tempi limitati e con costi contenuti.