In nave al Polo Nord...
Una missione impossibile fino a qualche tempo fa ma ora sempre piu' realistica. Il tutto ancora una volta per colpa del clima che si riscalda. L'ultimo allarme e' quello di enormi ''ferite'' che si aprono tra i ghiacci. A lanciarlo l'ESA, l'Agenzia spaziale europea. Le immagini satellitari rivelano un'enorme frattura nella calotta polare artica alla fine di agosto che si estendeva dall'Europa settentrionale fino al Polo Nord.
Secondo l'ESA questa situazione ''e' differente da tutto quello che si e' potuto osservare nelle precedenti stagioni'' e una nave ''avrebbe potuto risalire senza difficolta' fino al Polo nord partendo dall'arcipelago dello Spitzberg (Norvegia) o dal nord della Siberia navigando in uno spazio che normalmente e' coperto da uno strato di ghiaccio spesso'', ha spiegato l'esperto ESA, Mark Drinkwater. Gli scienziati ritengono che tra il 5% e il 10% del ghiaccio perenne si e' spaccato in occasione delle tempeste registrate a fine agosto, cio' che dimostra una struttura dei ghiacci piu' fragile. ''Sono segnali importanti della crisi delle calotte'', ha detto Roberto Azzolini, responsabile del programma PolarMed del Cnr.
Alla base ''il riscaldamento della temperatura media globale''. Riscaldamento ''consistente'' che sta creando un ''rapido scioglimento - ha spiegato Azzolini - dei margini delle calotte polari e soprattutto la conformazione di fratture''. ''La fine di agosto - ha proseguito Azzolini - e' un momento critico ma da 10 anni si assiste a una sempre maggiore diminuzione del volume di ghiaccio''. Il minimo e' stato raggiunto nel 2005 con un'estensione di 5,5 milioni di chilometri quadrati contro gli 8 milioni dei primi anni '80.
Le fratture, come quella di questa fine estate, dimostrano, quindi, secondo l'ESA, che i ghiacci sono sempre piu' sottili e che per la prima volta questo settore del Polo Nord rivela una marcata fragilita'. In particolare, le spettacolari immagini dell'ESA, scattate tra il 23 e il 25 agosto, mostrano chiaramente una larga zona di frattura nella calotta polare che arriva fino al Polo Nord e che parte dall'arcipelago di Svalbard (o Spitzberg), al nord estremo della Norvegia, e da quello di Severnaya Zemlya, nelle acque artiche della Siberia.
La conseguenza e' che se l'attuale trend venisse confermato negli anni a venire, la rotta marina a Nord tra l'Europa e l' Asia sara' aperta per intervalli piu' lunghi tanto da poter ipotizzare, da qui a 20 anni, la possibilita' di fare il giro del mondo a vela passando per l'Oceano Artico in estate. ''Negli anni la situazione e' andata via via deteriorandosi - ha proseguito Azzolini - il volume di ghiaccio e' diminuito costantemente e rapidamente fino al minimo storico del 2005 con una lieve controtendenza nel 2006. Ma, guardando le immagini ESA, si nota una differenza nello scioglimento. Mentre lo scorso anno il ghiaccio era frammentato ai bordi e compatto al centro, quest'anno la disposizione della frattura e' praticamente al contrario''.
Quindi il Polo Nord soffre di un ''assottigliamento generale'' e per il futuro questo fenomeno comportera' anche un cambiamento negli spostamenti ''con l'apertura di nuove rotte sulle quali ci sono gia' prese di posizioni da parte delle diplomazie di alcuni Stati''.
Arctic ice concentration in 2005 (Fonte: ESA)
Arctic ice concentration in 2006 (Fonte: ESA)
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