ecco quello che ho trovato...magari qualcuno lo conosceva già....

LE VARIAZIONI DEI GHIACCIAI IN PIEMONTE
(A cura di Chiara Barolo – ARPA Piemonte, Area
Ricerca e Studi)
Si presenta una breve panoramica sulle variazioni annuali
dei ghiacciai piemontesi, negli anni 1996, ’97, ‘98, ’99, tratta
dagli articoli pubblicati nei corrispondenti anni sulla Rivista
del Club Alpino Italiano.
I ghiacciai presentano notevole interesse non solo dal
punto di vista paesaggistico ed economico (essi costituiscono
importanti riserve idriche per la pianura), ma anche per il fatto
che riflettono in maniera diretta gli andamenti climatici stagionali,
e il monitoraggio dei loro cambiamenti può fornire utili
indicazioni sulle variazioni a scala globale degli equilibri termici
del pianeta; essi inoltre racchiudono al loro interno le informazioni
relative alla storia non solo del clima, ma anche della
composizione atmosferica, della Terra.
Il monitoraggio delle variazioni delle fronti di circa 200
ghiacciai italiani viene eseguito con continuità dal 1925 dal
Comitato Glaciologico Italiano, in collaborazione con il CAI,
tramite campagne annuali: i dati così raccolti vengono pubblicati,
in forma estesa e completa, corredati di commenti e osservazioni,
nella rivista “Geografia Fisica e Dinamica Quaternaria
– Bollettino del Comitato Glaciologico Italiano”, a cui si
rimanda per eventuali approfondimenti; in essa vengono inoltre
riportati i risultati relativi agli specifici studi sui bilanci di
massa svolti sistematicamente su un più limitato numero di
ghiacciai.
Gli apparati glaciali presenti in Piemonte hanno seguito
l’andamento generale di regresso che si è registrato in questi
ultimi anni per la maggioranza dei ghiacciai montani, non solo
delle Alpi, riflettendo un riscaldamento globale generalizzato,
accentuatosi dagli anni ’80, e attribuito alla sovrapposizione di
cause umane a quelle naturali. In generale, in quest’ultimo
secolo, fino alla seconda decade, si è assistito a una sensibile
ripresa dell’avanzamento glaciale, seguito da un intenso e
generalizzato ritiro fino alla fine degli anni ‘50; a partire dagli
anni ’60 si è avuta una nuova fase di progresso culminata nel
1980 con l’88 % dei ghiacciai monitorati in avanzata; dopo
tale data è iniziata una ulteriore fase di declino che perdura
ancora oggi, in cui (dato 1999) si registra il 96 % del totale dei
ghiacciai sotto controllo in ritiro, con situazioni più o meno
accentuate a seconda delle caratteristiche climatiche dei diversi
anni e a seconda degli apparati glaciali.
Esaminando più in dettaglio la situazione piemontese (v.
grafico), i valori più accentuati di ritiro della fronte glaciale si
sono registrati per il ghiacciaio Broglio nell’annata 1997 - ’98
(- 59 m), per il ghiacciaio di Nel nella stessa annata (- 37 m)
e in quella successiva (- 21 m), entrambi facenti parte del bacino
dell’Orco nell’alta Valle di Locana, per il ghiacciaio Bertà
nel ’98 (- 25 m) nel bacino della Stura di Lanzo, per il ghiacciaio
delle Piode nel ’97 (- 22 m) nel bacino del Sesia. In particolare
si può notare come il 1998 sia stato l’anno in cui si
sono verificati ritiri superiori ai 10 m per più del 50 % dei ghiacciai
controllati, e in nessun caso sono stati registrati degli avanzamenti.
Considerando i valori su più anni colpisce il ghiacciaio
di Broglio che in soli 2 anni è arretrato di 62 m, mentre il
ghiacciaio di Noaschetta (bacino dell’Orco) in 13 anni (dal
1986 al ’99) si è ritirato di ben 223 m, e il ghiacciaio di
Aurona nel bacino del Toce – Ticino ha perso 147 m dal
1983 al ’97.
All’arretramento delle fronti si accompagnano inoltre
l’innalzamento della quota della fronte stessa e del limite delle
nevi, nonché la diminuzione dello spessore e dell’area dei
bacini glaciali. Questi fenomeni comportano notevoli modificazioni
non solo degli apparati glaciali stessi ma anche della
morfologia delle zone circostanti: aumento delle coperture
detritiche sulle superfici ghiacciate, affioramento di zone rocciose
prima ricoperte dalla neve, con la conseguente frammentazione
delle unità glaciali e l’accelerazione dei processi di
arretramento, neoformazione o ingrandimento di specchi lacustri
in prossimità dei margini dei ghiacciai. Si verificano inoltre
importanti conseguenze per l’idrologia con alterazione dei
regimi dei corsi d’acqua glaciali e riduzione delle riserve idriche
dei bacini montani, nonché complessi fenomeni gravitativi
in alta quota connessi all’assottigliamento delle masse di
ghiaccio e allo scioglimento del permafrost alpino.


1996: ghiacciai monitorati 15
ghiacciai in ritiro 11
ghiacciai in avanzata 1
ghiacciai stazionari 3

1997: ghiacciai monitorati 17
ghiacciai in ritiro 12
ghiaccai in avanzata 3
ghiacciai stazionari 2

1998: ghiacciai monitorati 19
ghiacciai in ritiro 19
ghiacciai in avanzata 0
ghiacciai stazionari 0

1999: monitorati: 24
in ritiro: 21
in avanzata 0
stazionari 3