Ecco un po' di risultati calcolati in velocita' e da prendere con le pinze (sicuramente quelli del NOAA avranno fatto un'analisi dati un po' piu' seria)...
In verde la media su 44 inverni (dal 1957 al 2001) della frequenza dei blocchi nell'emisfero nord. In rosso gli eventi warm (riprendendo i simboli, condizione di nino, W-, W e W+, 18 anni in tutto), in blu gli event cold (nina, C-, C, C+, 11 anni in tutto). I blocchi in questo caso sono definiti come strutture di alta pressione oltre una certa latitudine presenti per almeno 15 gradi di longitudine e 5 giorni consecutivi.
Innanzitutto, si vede la netta differenza fra la frequenza di blocchi in Pacifico e nell'area Eastern Atlantic-Europe. Proprio in questi due settori si hanno le maggiori differenze.
In Pacifico si ha una prevalenza di blocchi nel periodo di nino (W), senza pero' gaps consistenti dalla media. Solo all'entrata del jet stream, in Pacifico Occidentale (160E), sembra esserci prevalenza di blocchi per il periodo nina (C).
Per l'Europa e zona Atlantico orientale si ha una grossa prevalenza di blocchi (tendenza a NAO-) per gli eventi W (in presenza di nino) piuttosto che per gli eventi C (nina occurrence). Anche qui, non sembrano esserci grosse variazioni dalla media di tutti gli inverni.
Dove si trova un aumento anche rispetto alla media e' nella regione asiatica, con frequenza maggiore ancora in concomitanza con periodi W fino a 90E, ma da 90E fino 110E con la frequenza maggiore per periodo di nina.
Quindi, l'analisi, cosi' a prima vista non sembra unitaria e semplice (come sempre accade in questi casi), servirebbero spunti di ricerca ulteriori. In ogni caso, mi sarei aspettato piu' eventi di blocking (NAO-) per periodi di nina piuttosto che il contrario, come sembra venir fuori dai dati.
Steph? Commenti illuminanti da fare?
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