Premessa: sono estraneo alla meteorologia.
Questo pomeriggio su Raitre un tale meteorologo di fama internazionale (Prof. Ferrero o un nome simile) si lamentava, come tanti altri che ho sentito, che la società moderna butta nell'aria 3W di energia con l'effetto di riscaldare il pianeta e sosteneva che questo è un grande male e che i governi del mondo devono fare qualcosa per contrastare questo riscaldamento globale.
Mi domando... come italiano del Nord sono l'unico a pensare che vivrei MEGLIO e non peggio con 5 gradi in più e che quindi i soldi, lungi dal volerli spendere per contrastare il riscaldamento, casomai li spenderei proprio per riscaldare (ancor più) l'ambiente esterno in cui vivo?
Quale problema mi può causare il riscaldamento più grosso di questo odioso freddo che vivo sulla pelle ogni giorno per metà dell'anno uscito da casa, che mi costringe a stare chiuso in casa? senza contare le maggiori spese per riscaldamento della casa e per l'abbigliamento pesante...
Potrebbe sembrare quasi ragionevole. Sennonché...
1) Alcuni paesi del Nord (Canada) hanno in effeti pensato che potrebbero guadagnarci dal riscaldmento globale: più aree a cultura ecc. ecc. Invece, con sommo rammarico, si sono resi conto che le cose non sono così facili. Cioè: se una vegetazione è abituata al freddo, se arriva il caldo muore. E una nuova vegetazione (adatta per climi più temperati) ci mette dei decenni a prendere il posto della precedente. Ergo, se s'innalza la temperatura ciò che sta intorno a te muore o deperisce. Il sostituto non arriva in tempi umani.
2) Ammesso che a te non freghi proprio nulla di ciò che esula dalla Pianura Padana, c'è che, ti piaccia o no, tu dipendi in maniera sempre più stringente dal resto del mondo. Non puoi pensare di stare bene tu mentre il resto del mondo va a catafascio. E non solo per (ovvie) ragioni etiche: ma per ragioni economiche. La Pianura Padana oggi ospita una quindicina/ventina di milioni di persone. Queste campano perché da tutto il mondo arrivono beni, in scambio, che la sostengono. Da solo, col piffero che ce la farebbe a campare.
3) Il Nord Italia, in caso di riscaldamento globale efettivo, soffrirebbe molto più di altre zone. Le Alpi, la Geografia ecc. impedirebbero un afflusso di acque abituale: se venissero bloccate le correnti da Ovest o Sud Ovest e si instaurassero solo correnti settentrionali, le piogge diminuirebbero ancora di più. Cosa berrebbe la Pianura Padana? Come manderebbe avanti le sue culture?
4) E' odioso il freddo da cui non sai difenderti. Ma oggi abbiamo case e indumenti in grado di proteggerti assai bene. Quel fastidio che senti sulla pelle è il normalissimo ciclo delle stagioni. Vivere in un ambiente condizionato fa male a te e alla tua salute.
5) Ciò che (eventualmente) risparmieresti in riscaldamento lo spenderesti, con interessi, per raffredare l'aria in estate.
6) Capisco che a te, italiano del Nord, potrebbe non fregare nulla del fatto che, con 5 gradi in più, morirebbero alcune centinaia di milioni (se non miliardi) di persone per fame e siccità. Ma, credimi, non tutti hanno una visione del mondo così limitata ed egoista come la tua. Per fortuna.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
penso che forse luca parlava solo intendendo l'inverno con 5C° in piu',e non tutto l'anno..e in questo caso penso che non sarebbe tutta questa catastrofe,e nessun milione di persone morirebbe,anzi casomai si risparmierebbero tutti i morti che si anno ogni inverno per il freddo..per le piante,quelle del nostro mediterraneo,sono abituate a molti mesi di caldo,dunque con 5 gradi piu' in inverno non credo ne soffrirebbero molto,tra l'altro sarebbe un inverno molto simile a questo..xcio'..
per il resto luca ha parlato un po' ingenuamente intendendo solo l'italia,e il nord italia,che potrebbe abituarsi bene,ma non pensando alle conseguenze dei paesi del nord o del polo nord,e per la questione dei soldi credo che non si risparmierebbe nulla,compreresti cmq maglioncini ecc..
ma "visione limitata ed egoista"mi sembra davvero esagerato,ognuno si guarda un po' quello che gli fa piu' comodo,è inutile che facciamo i perbenisti o i paladini del mondo ogni volta.
Bè io pure starei meglio con 5C in piu' in inverno,anzi pure 10C° in piu',e con pochi episodi freddi e con solo neve..![]()
.."Ma una parte di me ascoltava il silenzio di quel bosco,di tutti quegl'esseri nascosti,e pensavo..esiste anche questo intorno a noi,cio' che non verra' mai toccato,nè visto da tutti gli uomini comuni..solo da quelli che vivono davvero..
Personalmente soffro di più i periodi roventi che si vivono sempre più spesso d'estate che non il freddo invernale, ma questo è soggettivo....quello che invece è dato di fatto è che qui da me, sul fondovalle valtellinese, gli agricoltori ormai ogni estate si lamentano per i danni alle coltivazioni dovuti alla siccità, alle carenze idriche e a tutti quegli eventi collegati all'aumento della temperatura media...
condivido la risposta di jadan anche se in toni meno duri.
manca solo che ci mettiamo a riscaldare che veramente faccio un suicidio meteorologico![]()
![]()
![]()
![]()
anzi ora apro la finestra, lascio acceso il forno![]()
scherzo....lascio aperto il freezer![]()
Inverno 2016?" Che l' HP si ammali di PRIAPISMO !!"
Cassano M: PET
“Mai discutere con un cretino..dopo 5 min non si capisce + chi sia tra i due”
3D allucinante. Non condivido minimamente la posizione di chi lo ha aperto. La cosa positiva è che si è esposto dicendo quello che pensa davanti a tutti.
Sicuro che ci si andrebbe a guadagnare?
Questa che ho scaricato ieri è una sintesi dell'agenzia Ansa sull'ennesimo allarme per il riscaldamento globale. Questa volta arriva dal Cnr, ma proprio ieri è uscito sul Financial Time il rapporto sui cambiamenti climatici in Europa elaborato dalla Commissione europea.
Gli inverni tiepidi sarebbero la conseguenza minore!![]()
(ANSA) - ROMA, 6 gen - Per l' Italia è emergenza clima su
tutti i fronti. L' allarme lanciato a livello comunitario trova
infatti pieno riscontro nell' analisi elaborata dall' Istituto
sull' Inquinamento Atmosferico del Cnr e riportata nel volume
"Kyoto e dintorni. I cambiamenti climatici come problema
globale".
Anche le prospettive del Cnr, come quelle della Commissione
europea, sono tutt' altro che rosee: estati italiane sempre pi-
bollenti, con 3-5 gradi in più; precipitazioni più rare con un
calo di acqua piovana estiva fino a 50 millimetri ma sempre pi-
violente; rischi concreti di desertificazione nel Mezzogiorno;
frane e dissesto; 33 zone costiere a rischio inondazione.
L' analisi del Cnr fa il punto sui cambiamenti climatici
osservati e previsti sull' Italia, con un quadro certamente poco
rassicurante. In particolare, l'aumento di temperatura
riscontrato a livello globale nell' ultimo secolo si S avuto
anche in Italia (oltre un grado in pù- negli ultimi 140 anni,
nel caso di Roma) e avrà un ulteriore incremento nel trentennio
2071-2100, con aumenti particolarmente accentuati nelle estati
fino a 3-5 gradi in più. Per quanto riguarda l'Europa, invece,
le modificazioni delle correnti oceaniche nell'Atlantico fanno
prospettare un raffreddamento delle nazioni Nord-occidentali nel
prossimo futuro, con il possibile risultato di un' Europa
climaticamente spaccata in due.
A livello globale, a causa del riscaldamento atmosferico, il
livello medio del mare si innalzerà (da 15 a 90 centimetri). In
particolare, per l'Italia, concomitanti fenomeni geologici di
abbassamento delle coste, pur se di pochi millimetri ogni anno,
portano a stimare 33 zone costiere a rischio di inondazione nel
corso di questo secolo. Tra queste, la Versilia, varie zone del
Tirreno come la Piana di Fondi, tutto il territorio costiero tra
Rimini e Monfalcone.
Negli ultimi 30 anni è mutato anche il regime delle
precipitazioni estive, con un calo caratterizzato da diminuzione
delle piogge di intensità medio-bassa e aumento di quelle di
maggiore intensit., soprattutto nel Centro-Sud. I risultati dei
modelli regionali confermano questa tendenza per il futuro,
cioS precipitazioni più rare (circa mezzo millimetro in meno
al giorno rispetto alla media estiva, per un totale di circa
40-50 millimetri in meno nella stagione), ma più violente, con
alcune zone del Sud che dovranno affrontare problemi di
approvvigionamento idrico e rischi concreti di desertificazione,
frane e dissesto del territorio. (ANSA).
Segnalibri