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  1. #1
    Vento fresco L'avatar di Jadan
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    Predefinito Il padre di Gaia sul riscaldamento globale

    Lovelock è lo scienziato inglese che elaborò il concetto di Gaia (il nome no: gli fu suggerito dal suo grande amico e grande scrittore William Golding). Il suo editoriale (stranamente più misurato rispetto ad altri suoi interventi recenti) è qui:

    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tm...ione=&sezione=

    In ogni caso lo riporto:

    JAMES LOVELOCK
    Oggi l’umanità è davanti alla sua prova più dura. L’attuale accelerazione dei mutamenti climatici spazzerà via l’ambiente confortevole cui siamo abituati. Il mutamento è un aspetto normale della storia geologica. Il più recente è stato il passaggio da un lungo periodo di glaciazione all’attuale periodo temperato interglaciale. Quel che è strano è che l’imminente crisi è stata provocata da noi, e nulla di così grave è più avvenuto dopo il lungo periodo caldo all’inizio dell’Eocene 55 milioni di anni fa, quando il mutamento è stato più grande di quello tra l’era glaciale e il XIX secolo ed è durato 200 mila anni.

    Quando la Terra si trova in un periodo interglaciale come ora, rimane intrappolata in un circolo vizioso ed è questo che rende così grave e pressante il problema del riscaldamento globale. Il calore supplementare di qualsiasi origine, siano essi i gas ad effetto serra, la scomparsa del ghiaccio artico, il mutamento strutturale degli oceani o la distruzione delle foreste tropicali, risulta amplificato e gli effetti non si limitano a sommarsi uno all’altro.

    È come se avessimo acceso il camino per scaldarci, continuando ad alimentarlo senza accorgerci che nel frattempo la casa intorno ha preso fuoco. E quando questo accade rimane ben poco tempo per spegnere l’incendio prima che bruci tutta la casa. Il riscaldamento globale sta aumentando come un incendio e non c’è quasi più tempo per agire.

    Quest’anno, come mai da quando un ventennio fa è suonato il primo campanello d’allarme, è stato come risvegliarsi da un letargo: il riscaldamento globale non è una congettura, un inutile allarmismo o un’esagerazione di parte, ma piuttosto un pericolo molto netto e presente. Il libro e il film Una verità scomoda, oggi visto in tutto il mondo, hanno contribuito a questa consapevolezza. Le immagini degli orsi polari che annegano perché non riescono a nuotare tra i banchi di ghiaccio liquefatti nei mari artici o le nevi che si sciolgono sul Kilimangiaro hanno drammatizzato la minaccia.

    La consapevolezza è poi cresciuta grazie agli studi effettuati in vari luoghi del cielo, della terra e del mare, riassunti nella Stern Review della Royal Society of London e presentati dal premier Tony Blair il 30 ottobre.

    Perché siamo stati così lenti, specie negli Stati Uniti, a scorgere il grave pericolo che incombe su di noi e sulla nostra civiltà? Cosa c’impedisce di realizzare che la febbre del riscaldamento globale è un fatto letale che potrebbe già essere uscito dal nostro controllo e da quello del pianeta stesso? Credo che rifiutiamo l’evidenza che il nostro mondo sta cambiando perché, come ci ha ricordato il saggio biologo Edward O. Wilson, siamo ancora dei carnivori tribali. Facciamo ancora fatica ad assimilare il concetto che noi e gli altri esseri viventi, dai microbi alle balene, facciamo parte di un’entità molto più grande e diversificata, ovvero la Terra vivente.

    Sono abbastanza vecchio per notare una notevole somiglianza tra l’atteggiamento che si aveva 60 anni fa verso la minaccia della guerra e quello che si ha oggi verso il pericolo del riscaldamento globale. La maggior parte di noi pensa che presto potrebbe accadere qualcosa di molto spiacevole, ma adesso come nel 1938 non sappiamo bene che forma avrà questo qualcosa e che fare per evitarlo. Finora la nostra risposta è stata esattamente come prima della seconda guerra mondiale: cercare una mediazione. L’accordo di Kyoto è stato incredibilmente simile al Patto di Monaco, con i politici che si mostrano ansiosi di intervenire ma poi in realtà si limitano a temporeggiare.

    Quello che è veramente a rischio è la civiltà. Come singoli animali non siamo niente di speciale, anzi in un certo senso la specie umana è una sorta di malattia del pianeta, ma è attraverso la civiltà che ci redimiamo e che siamo diventati una risorsa preziosa per la Terra. Esiste una piccola possibilità che gli scettici abbiano ragione e che possiamo essere salvati da eventi imprevedibili come una serie di eruzioni vulcaniche tanto forti da bloccare la luce solare e far raffreddare la Terra. Ma solo un perdente scommetterebbe la sua vita su una possibilità tanto improbabile. Qualunque siano le perplessità sui climi del futuro, non v’è dubbio che sia i gas a effetto serra sia le temperature stiano aumentando. Nel 2004 Jonathan Gregory e i suoi colleghi dell’Università di Reading hanno reso noto che, se le temperature globali aumentano di più di 2,7 gradi centigradi, il ghiacciaio della Groenlandia diventerà instabile, inizierà a sciogliersi e continuerà fino a scomparire in gran parte, anche se la temperatura poi ritornasse sotto i livelli di soglia. Dato che la temperatura e l’abbondanza di anidride carbonica sembrano strettamente correlate, la soglia può essere espressa nei termini dell’una o dell’altra.

    Gli scienziati Richard Betts e Peter Cox del Centro Hadley per le previsioni climatiche hanno concluso che un aumento di 4°C della temperatura del globo sarebbe sufficiente a destabilizzare le foreste pluviali tropicali e a causarne la sparizione a favore della boscaglia o del deserto. Se ciò avvenisse, la Terra perderebbe un altro meccanismo di raffreddamento e l’aumento della temperatura diventerebbe ancora più rapido.

    Il ghiaccio galleggiante dell’Artico copre un’area pari agli Stati Uniti ed è l’habitat naturale degli orsi polari e di altri animali. È anche la destinazione dei coraggiosi esploratori che hanno raggiunto a piedi il Polo Nord, ma più che altro ci serve come lente riflettente della luce solare estiva, mantenendo il mondo più fresco. Quando i ghiacci si scioglieranno, forse presto, potremo arrivare al Polo Nord in barca, ma avremo perso la capacità di condizionamento dell’aria del ghiaccio artico. Il mare scuro che lo sostituirà assorbirà il calore del sole e scaldandosi accelererà lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia.

    Anche se non possiamo tornare allo splendido mondo del 1800, quando eravamo solo un miliardo, potremmo comunque fare qualcosa per limitare le conseguenze del riscaldamento globale. Se esiste effettivamente una soglia e noi la superassimo, le nazioni del mondo potrebbero limitare i danni cessando le emissioni di anidride carbonica e di metano. L’aumento della temperatura rallenterebbe, come anche l’innalzamento degli oceani, e ci vorrebbe più tempo per raggiungere la fase calda finale rispetto al nostro modo di vivere attuale. Ma anche così i danni sarebbero enormi. Politicamente io sono un verde, ma sono prima di tutto uno scienziato. Per questo sollecito sempre i miei amici verdi a riconsiderare la loro ingenua fiducia nello sviluppo sostenibile e nell’energia rinnovabile. Prima di tutto, i verdi devono abbandonare la loro ostinata opposizione al nucleare.
    Maurizio
    Rome, Italy
    41:53:22N, 12:29:53E

  2. #2
    Burrasca L'avatar di Corry
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    Predefinito Re: Il padre di Gaia sul riscaldamento globale

    Bellissimo e semplice! Segnalo anche che ieri sera (e forse anche stasera) dalle 20 alle 21 su radio 24 si parlava del riscaldamento e la linea del conduttore sembrava essere quella del troppo allarmismo sarebbe bello che qualche esperto Meteonetwork intervenisse...
    Progetto fantasioso…

  3. #3
    Uragano L'avatar di Conte
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    Predefinito Re: Il padre di Gaia sul riscaldamento globale

    Non ho conoscenze sufficienti per poter commentare criticamente tali dichiarazioni ma mi è piaciuto molto lo stile pulito, essenziale, senza toni catastrofici, anche se inevitabilmente severi, dell'autore.
    Non è più tempo di scherzare e di tergiversare. Per ora, o ridimensioniamo lo stile di vita del mondo industrializzato rivoltandolo come un calzino oppure ricorriamo al nucleare pur con il concorso di tutte le fonti energetiche rinnovabili, per lo meno fin quando qualcuno tirerà fuori (o glielo permetteranno) qualcosa di energeticamente rivoluzionario. E credo che la prima via nessuno la può/la vuole percorrere quindi la scelta appare obbligata.
    Davis Vantage Pro2 wireless. LaCrosse WS 2300 cablata con schermo artigianale autoventilabile.
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  4. #4
    Tempesta L'avatar di miki
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    Predefinito Re: Il padre di Gaia sul riscaldamento globale

    "siamo ancora dei carnivori tribali. Facciamo ancora fatica ad assimilare il concetto che noi e gli altri esseri viventi, dai microbi alle balene, facciamo parte di un’entità molto più grande e diversificata, ovvero la Terra vivente."

    questa frase è la più vera che io abbia mai sentito sull'uomo... stupendo articolo!!

  5. #5
    Burrasca L'avatar di MrPippoTN
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    Predefinito Re: Il padre di Gaia sul riscaldamento globale

    Il nome Gaia risale agli antichi greci, comunque.
    Filippo
    Vivo a Trento città, ma la mia stazione meteo è nella campagna di fronte casa dei miei genitori, a Rovereto.

  6. #6
    Vento fresco L'avatar di Jadan
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    Predefinito Re: Il padre di Gaia sul riscaldamento globale

    Citazione Originariamente Scritto da altropianeta Visualizza Messaggio
    Il nome Gaia risale agli antichi greci, comunque.
    Bé, certo, era la dea della Terra. Ma fu Golding che suggerì a Lovelock di adottare quel nome per descrivere la teoria...
    Maurizio
    Rome, Italy
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  7. #7
    Bava di vento
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    Predefinito Re: Il padre di Gaia sul riscaldamento globale

    Bello, ma non assomiglia a quello che dice Maracchi?

  8. #8
    manta
    Ospite

    Predefinito Re: Il padre di Gaia sul riscaldamento globale

    Secondo me è cmq sensazionalistico in quanto analizza in riscaldamento globale verso un'unica direzione.

    Non sono uno scienziato sia ben chiaro ma un riscladamento delle acque oceaniche implicherebbe una maggior produzione di vapore acqueo e quindi un aumento delle piogge, dei fenomeni violenti come gli uragani etc.
    Un aumento delle piogge dal mio punto di vista comporterebbe una diminuzione della temperature e quindi un riequilibrio delle condizioni.

    Parlando del polo nord lo analizza dal punto di vista termico ma ricordo che per mantenere in vita un ghiacciaio ci vogliono le precipitazioni e non solo il freddo.
    Lui dice che un aumento termico diminuisce il ghiaccio ma se questo aumento termico facesse aumentare le precipitazioni chi mi dice che alla fine sul polo nord non nevicherebbe di più?

    Secondo me non abbiamo ancora le conoscenze per capire in che direzione muoverci quindi molto spesso è meglio non fare niente piuttosto che agire nella maniera sbagliata.


  9. #9
    elnino
    Ospite

    Predefinito Re: Il padre di Gaia sul riscaldamento globale

    Citazione Originariamente Scritto da Jadan Visualizza Messaggio
    Politicamente io sono un verde, ma sono prima di tutto uno scienziato. Per questo sollecito sempre i miei amici verdi a riconsiderare la loro ingenua fiducia nello sviluppo sostenibile e nell’energia rinnovabile. Prima di tutto, i verdi devono abbandonare la loro ostinata opposizione al nucleare.
    Sono sempre stato abbastanza vicino alle idee di Lovelock, però non vedo cosa potrebbe risolvere il nucleare, faranno le auto a fissione?

  10. #10
    Prosecco DOC
    Ospite

    Predefinito Re: Il padre di Gaia sul riscaldamento globale

    bellissimo articolo.
    esprime ottimamente quello che dicevo nei miei interventi dei giorni scorsi su questi temi

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