Vi segnalo questi interessanti articoli che metteono in evidenza come alcuni ricercatori, appoggiati da validi studi scientifici, la pensano diversamente sul riscaldamento del pianeta.

http://www.anisn.it/vicenza/articoli...el/clima_9.htm

http://www.anisn.it/vicenza/articoli...l/clima_10.htm

http://www.anisn.it/vicenza/articoli...l/clima_11.htm

Segnalo qualche passaggio molto interessante...

La riluttanza della comunità scientifica internazionale ad accettare un'ipotetica influenza delle macchie solari sul clima deriva dalla mancanza di un semplice meccanismo fisico che spieghi come piccole variazioni percentuali dell'output solare (dell'ordine dello 0.1%) possano influenzare le alte energie in gioco nella circolazione troposferica.

Abbiamo effettuato un'analisi incrociata fra le serie contemporanee dell'attività geomagnetica aa e della temperatura dell'aria planetaria T. Nelle figure 7 e 8 abbiamo riportato gli andamenti delle due serie temporali aa e T, entrambe standardizzate a un valore medio e ad una deviazione standard pari a 0 e a 1, e filtrate con medie mobili di ordine 11 e 23.




I risultati mostrano che, man mano che eleviamo l'ordine del filtraggio, il coefficiente di correlazione R fra le due serie è sempre più alto e perciò la somiglianza fra le due serie è sempre più elevata.

Abbiamo anche indagato nel dominio delle frequenze ed abbiamo ottenuto segnali significativi di 11, 22 e 60 anni sia nella serie dell'attività geomagnetica aa sia nella serie corrispondente della temperatura globale dell'aria T, soprattutto per quanto riguarda i segnali di 22 e di 60 anni, trovati essere completamente in fase con quelli di aa (figura 9).



L'inadeguatezza dei modelli di circolazione generale dell'atmosfera dipende dall'elevato numero di parametri che in maniera complessa ed interdipendente interessano il clima, dalla scarsa conoscenza dei processi climatici essenziali e dalla inadeguata informazione dei fenomeni di retroazione. I modelli GCM sono stati costruiti in maniera subdola, con lo scopo di attribuire alla CO2 un ruolo primario sulle variazioni termiche dell'aria trascurando perfino quello del vapor d'acqua, ritenendo talvolta che l'incremento della concentrazione di H2O sia conseguenza di quello di CO2. L'atmosfera non può essere costretta in scatolette ed è sconvolgente come questi modelli vengano comunque considerati gli unici strumenti disponibili per consentire decisioni politiche e sociali.

L'evidenza geologica di segnali coerenti di 100000 anni sia nella concentrazione di CO2 che nella temperatura globale dell'aria T (figura 6) dimostra, in maniera definitiva, che l'attuale recente aumento del CO2, sul quale tanto gli pseudoambientalisti amano disquisire per formulare scenari apocalittici, appartiene, invece, semplicemente alla fisiologia del Pianeta.

L'esistenza, inoltre, di una modulazione solare significativa della temperatura dell'aria globale T, sia nel dominio del tempo che in corrispondenza dei cicli di 11, 22 e 60 anni (figura 9), dimostra la realtà fisica di una variabilità naturale di origine esclusivamente solare e non ascrivibile certamente ad attività umana alcuna.

I cicli di 11, 22 e di 60 anni, tipici dell'attività solare, sono attualmente in fase tra loro e questo ha determinato gli elevati valori sia nell'attività geomagnetica misurata al suolo che nella temperatura dell'aria planetaria. Ma questo scenario non durerà all'infinito! I cicli dell'attività solare tenderanno a non essere più in fase tra loro con il passar del tempo e l'attività del Sole tenderà a diminuire. In tali condizioni, la circolazione nel Mediterraneo, per esempio, tenderà progressivamente ad acquistare il suo carattere zonale che si tradurrà nel ritorno progressivo delle stagioni intermedie e di un regime termo-pluviometrico regolare come osservato nel medio periodo.


Prof. A Mazzarella
Università di Napoli