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Peinture d'horizontal
Esistono posti dove lo scorrere del tempo è solo un
capitolo sgualcito del libro della vita.
Esistono posti dove il bianco della neve si
mescola col blu cobalto del cielo e all'azzurro del mare,
in cui l'odore dei camini frastorna le anime intabarrate
nei cappotti, in cui tocchi la luna con le mani,
nelle notti fredde in cui la bocca fuma e i guanti
non ce la fanno a riparar le mani.
Esistono posti dove il gusto dei funghi, d'autunno, si sposa
con la vista dei boschi ingialliti, mentre le foglie, lentamente, cadono.
Uno di questi posti si trova sui Nebrodi, a poca distanza dal mio paese.
E' Galati, un borgo arroccato su un costone di roccia.
Tutto intorno è un fiorire di cascate, di abeti che si inseguono tra
di loro, di paesaggi mozzafiato in cui il mare si fonde col cielo
e le montagne, e le Eolie, da lontano, sembrano
volerti salutare.

Davanti a questo piccolo villaggio, si staglia, più in basso,
Mirto, col suo profilo allungato. Nelle giornate estive, in cui gli incendi
appiccati da qualcuno che vorrebbe farci rinunciare ai nostri sogni,
e i Canadair svolazzano come rapaci pronti a spegnere le fiamme,
neanche il fumo riesce a oscurare la vista del paesino dirimpettaio,
il mio.

Dò ragione a Camus, quando diceva a Sartre, teorico dell'engagment, dell'impegno a ogni costo, che l'arte quando si immerge nel sociale per coglierne le sfumature
e le contraddizioni può rendere un servizio alla collettività,
ma trascurare gli aspetti legati al bello sarebbe un crimine.

Questa vallata, la mia, è un ossimoro: ci saranno altri posti in cui
gli abeti sono vicinissimi al Mediterraneo e la neve vicinissima alle spiagge,
ma in questi luoghi fatti di vecchi che camminano accanto ai ragazzini che giocano a pallone tra i vicoli, tutto sembra essere più estremo.
In queste vanedde, ontologicamente diverse dal resto dell'assolata Sicilia,
la koinè di dialetti diversi da paese a paese è impressionante, e rende ogni angolo diverso.
La nebbia, quasi ogni sera, viene a far visita a Galati, quasi a voler nasconderne i lati negativi fatti di costruzioni mai ultimate, di rassegnazione atavica, di indolenza di cui il Nord-spesso giustamente-ci rimprovera.


Come sempre, in medio stat virtus: forse anche il Nord, in preda a un horror vacui quasi maniacale e immerso nella fretta, dovrebbe imparare qualcosa da questi luoghi in cui il tempo non è ossessione, ma luogo in cui si tessono relazioni, si assapora l'altro da sè nella sua complessità.
Quella Nord-Sud è un'aporia che vivo in prima persona: si può lavorare per migliorarsi e migliorare cercando però di curare anche le relazioni col prossimo? Si può curare la bellezza di un centro storico, cercando in primis di curare anche la bellezza di un caffè offerto senza dover per forza ricambiare o la bellezza di un abbraccio e di una passeggiata finalizzata solo a riflettere, a parlare, ad ammirare ciò che di bello il mondo ci offre?Sembra che questa schizofrenia tutta italiana non potrà mai risolversi, e il vulnus tra le due Italie rimarrà sempre aperto.
E mentre la vita scorre lenta, lenta scorre cade anche la neve, d'inverno.
Scorre mentre il mare guarda l'orizzonte infinito, le Eolie traboccanti di temporali e la valle immersa nel biancore più rilucente.



Anche i tramonti, qui, sembrano speciali. E' una peinture d'horizontal, una "pittura del paesaggio", questo gioco di luci, di suoni, di odori.
E' casa mia.
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