Circolazione atmosferica compromessa?
Nei precedenti editoriali abbiamo sottolineato l'incombente e, successivamente, stazionante azione della figura anticiclonica sub-tropicale. Purtroppo, come sovente accade, questa struttura sinottica è ben lungi dall'essere in fase terminale, proponendo le sue caratteristiche di stabilità ed inibizione convettiva.
http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=15374
L'Italia sotto la morsa del caldo prematuramente?
In questi giorni stiamo vivendo un anticipo d'estate con temperature mediamente di 5°C sopra la media stagionale e picchi massimi compresi tra 24/27°C, senza descrivere gli effetti della campana anticiclonica che si possono avvertire all'esposizione del sole.
Tralasciando quel che può essere il sopportabile esito sulla condizione psico-fisica (alterata da queste anomale condizioni), preme molto più il riscontro negativo in termini idrografici che subirà la nostra Penisola.
Un Aprile con scarse precipitazioni (anche nevose in montagna) ed un irraggiamento oltre media, comprometterà ancor di più le falde acquifere sparse nel territorio; l'estate è ormai vicina ed il problema, per ora non avvertito e forse trascurato, si presenterà tra non molto.
La stabile figura sub-tropicale si è impadronita della Penisola e sta tentando, con buona riuscita, un allaccio con l'ex figura alto-pressorio del nord-Europa, inglobata dal flusso africano che sospinge termiche elevate sin verso il cuore dell'Europa.
La transazione dalla fase di Nino alla fase di Nina sta avvenendo gradualmente; attualmente siamo in una fase di Enso neutral con discreti effetti anche sul panorama europeo e, tra questi, anche la fase attuale ovviamente correlata con altri fattori responsabili del causa-effetto.
La diminuzione delle SST ed il graduale passaggio in fase neutral ha positivamente condizionato l'inizio della primavera, quando le ondulazione rossbyane erano ancora profonde, quando il pattern polare dalla fase di wave 1 stava passando in wave 3 e, nel tempo in cui l'ondulazione del jet-stream polare, mutato durante la nuova fase di enso, diveniva più pronunciato e solerte in America. Ciò favoriva il blocco aleutinico, un PNA+, una conseguente discesa fredda lungo la dorsale delle montagne rocciose, incanalata coerentemente verso est, favorendo un raffreddamento delle SST nord-atlantiche ed una possibile instaurazione, poi avvenuta, di un blocco alto-pressorio tra atlantico e area scandinavo-russa (SP).
Ora le condizioni globali sono cambiate, poiché v'è stato il forte rallentamento delle onde di Rossby e il mantenimento di una cellula alto-pressoria in nord-europa, in contemporanea con l'evoluzione della MJO e l'innalzamento della fascia d'interesse dell'ITCZ. Il quadro descritto è appesantito negativamente da una condizione polare di tipo zonale in stratosfera, con una vivacità ancora marcata tra l'Europa e la Siberia; questa situazione si ripercuote sulla circolazione europea inibendo le possibilità di azioni pulsanti cicloniche e lasciando ben poche possibilità ad un affondo nel breve termine.
Per ora non si scorgono possibilità di grossi cambiamenti atmosferici ad esclusione di infiltrazioni da NW e masse d'aria umide in risalita da SW causa l'isolamento di gocce fredde; l'ultima decade del mese appare propensa per un regime totalmente diverso ed apporti pluviometrici maggiori e meglio distribuiti.
...when the night has come
and the land is dark
and the moon is the only light we'll see...
Complimenti per l'analisi proposta (non me ne intendo na mazza di indici teleconnettivi ma l'impressione è che tu ne abbia una bella padronanza).![]()
E' da dicembre che ho una paura fottuta della scarsezza idrica in vista dell'estate e purtroppo l'andazzo continua ad essere sconfortante.
Non oso immaginare cosa potrà accadere nei prossimi anni se il trend già penoso crescerà iperbolicamente. Finiremo per dissalare l'acqua del mare e l'acqua potabile costerà una tombola.|OO|
Davis Vantage Pro2 wireless. LaCrosse WS 2300 cablata con schermo artigianale autoventilabile.
"L'uomo non ha avuto il mondo in regalo dai suoi genitori, lo ha avuto in prestito dai propri figli"
Ciao Conte!
Grazie mille.
Riguardo il problema dell'acqua sono in totale sintonia ed a proposito ecco
cosa ne penso:
http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=15310
L'importanza di un buon inverno
Il mese primaverile per eccellenza sta per iniziare, ed in molti si chiedono come sarà il suo andamento meteo-climatico, specie durante le festività pasquali.
La primavera meteorologica è iniziata il 1° Marzo e, dopo un mese esatto dall'incipit stagionale, possiamo tentare di riassumere l'evoluzione ed il passaggio dall'inverno al nuovo trimestre.
Per molte persone, la maggior parte degli italiani, il mese pazzerello non sarà ricordato positivamente, ripensando alle molte giornate fredde e/o umide ed alle numerose piogge che hanno imperversato sulla nostra penisola, per altro proseguimento di un guasto atmosferico iniziato verso la fine di Febbraio.
Non dimentichiamo in ultimo, ma non per importanza, le ripetute nevicate sui monti (alpini ed appenninici) scese talvolta ed in taluni posti sino a quote collinari ed anche sino in pianura, in un contesto freddo che, in qualche notte serena, ha permesso locali gelate sino al suolo.
Come valutare il quadro meteorologico mensile descritto?
Gli amanti della bella stagione, dei primi tepori e delle prime scampagnate, non avranno certamente apprezzato le oscillazioni barocline e la persistente condizione depressionaria sul Mediterraneo; però, a prescindere dai gusti personali, è sempre bene avvicinarsi alla materia di studio attraverso l'indagine rigorosa, oggettiva, distante dall'erroneo "de gustibus".
Senza dilungarci troppo in una analisi che richiederebbe maggior attenzione, vogliamo ricordare l'assenza preoccupante delle piogge autunnali ed invernali che, in lungo ed in largo, sono mancate sulla nostra penisola. Ovviamente, la pioggia che sarebbe dovuta precipitare sulle nostre pianure, si trasforma in un pesante deficit nivometrico sulle montagne nazionali; il gap in questione, rispetto ad una latitanza idrica a bassa quota, non può essere colmato con le nevicate primaverili o in tarda stagione.
La neve invernale è fondamentale poiché, grazie alle basse temperature ed alla condizione ottimale dell'Inverno, riesce a consolidarsi ed a subire un processo di trasformazione: la neve fresca ha una densità approssimativa di 100kg/metro cubo poiché c'è una frapposizione di aria tra i cristalli; subendo vari mutamenti, grazie al peso delle nuove nevicate che formano nuovi strati, l'aria presente nel volume viene progressivamente espulsa, facendo sì che le nevicate invernali diventino dei nevai o il cosiddetto firn, con densità pari a 500kg/metro cubo.
L'importanza di questo strato di neve (ed in generale delle abbondanti nevicate invernali che sono mancate) è rilevante, poiché contribuisce in modo consistente all'approvvigionamento delle falde acquifere presenti in gran parte del territorio.
La neve fresca che è caduta in queste ultime settimane è certamente una benedizione però, lo scioglimento del manto di neve recente apporta un contributo idrico inferiore rispetto ad un solido spessore di più strati consolidati. Questo perché il rilascio di acqua di uno spesso strato di firn avviene lentamente, permettendo al suolo di beneficiare della risorsa, mentre con lo scioglimento veloce della neve a bassa densità non vi è un assorbimento regolare.
Questo processo è importante, oltre che per le falde acquifere, per il sostentamento dell'eco-sistema dei nostri boschi, delle nostre aree protette, che hanno bisogno dell'usuale contributo nivometrico e/o pluviometrico per mantenere l'equilibrio naturale.
Essendo un abitante del basso Lazio non posso non aver osservato la condizione delle montagne che mi circondano ed i problemi che l'invernata trascorsa potrà generare a partire dai monti sin verso valle. Il luogo per eccellenza di questo territorio è senz'altro il Parco Nazionale d'Abruzzo, riserva naturale circondata da splendide vette ed ammantata da maestose faggete, tra le più belle dell'intero appennino.
Dai maggiori studi sull'ecologia del faggio è riscontrabile la grande adattabilità della specie, sviluppatasi in moltissime aree dell'Italia; pur prediligendo suoli di medio impasto, il faggio si adatta anche a suoli moderatamente acidi o sub-acidi (vedi appennino settentrionale), pietrosi, purché siano abbastanza umidi e senza ristagno.
Nell'appennino centro-meridionale la presenza di suoli a matrice carbonatica a reazione basica permette, grazie ad un ottimo drenaggio e brevi periodi di siccità, lo sviluppo di stupende faggete che trovano l'optimum vegetazionale tra i 900/1000m-1700/1800m, con clima di tipo oceanico.
In questa brevissima analisi sull'ecosistema di questa pianta arborea si evidenzia la necessità e l'importanza di un buon drenaggio e di un buon apporto idrico che in quest'inverno è sostanzialmente mancato sull'intera penisola.
Questi ed altri motivi debbono far riflettere molti di noi, in perenne attesa di giornate soleggiate con il pensiero alla bella stagione, nella speranza di prolungati periodi di bel tempo.
Come sempre, In medio stat virus.
...when the night has come
and the land is dark
and the moon is the only light we'll see...
Complimenti! L'importante che i due Ponti di fine Aprile siano sotto ciclopici, epici nubifragi trombanti!
Inverno 2016?" Che l' HP si ammali di PRIAPISMO !!"
Cassano M: PET
“Mai discutere con un cretino..dopo 5 min non si capisce + chi sia tra i due”
http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=15395
Brevi attività temporalesche in un contesto anticiclonico
L'Italia è da giorni sotto la morsa di una strutturata e decisa azione africana che ha innalzato notevolmente i valori termici, con ovvie ripercussioni sulle medie mensili e su tutto il territorio.
I primi segnali di una modesta risposta ciclonica, prevista nello scorso editoriale, non hanno tardato nel presentarsi; una goccia fredda tra la Spagna e le Baleari è stata la causa di un weekend nuvoloso, con correnti di scirocco e qualche breve ed effimera precipitazione circoscritta ad alcune zone del centro-sud, in particolare sul versante tirrenico.
Quest'oggi, sempre sul lato occidentale della Penisola, sono state segnalate numerose attività termo-convettive che hanno riversato attraverso violenti down-draft (rovesci) un discreto quantitativo pluviometrico; la fenomenologia è potuta avvenire grazie ad un momentaneo cedimento del campo pressorio, umidità nei bassi strati e nella media troposfera ed il rapido incremento delle temperature che, grazie alla catena appenninica interna, ha dato vita a temporali di calore coadiuvati dal proficuo fattore orografico.
Le piogge avvenute sono figlie di un minimo spostamento barico e non debbono trarre in inganno: l'azione dell'alta pressione africana continuerà a farsi sentire e sovente, nei prossimi giorni, avremo temperature elevate in molte regioni d'Italia.
Però, come descritto negli scorsi articoli, gradualmente vengono introdotti nuovi elementi nell'impianto barico Europeo/Mediterraneo, attraverso gocce fredde e brevi ondulazioni barocline.
I prossimi giorni, seppur sotto la protezione del promontorio di matrice africana, perderanno parte della componente sub-tropicale che inibisce l'attività dinamica, con maggiore influenza delle infiltrazioni che giungeranno da SW e da N-NW.
La fine del mese potrebbe essere meno calda e più perturbata grazie ad un lenta preparazione del campo sinottico in fieri in questi giorni; le ripetute sortite dalle varie direzioni potranno deviare leggermente l'asse dell'Hp e, contemporaneamente, il core del Vp, sito a nord della Penisola Scandinava, a causa di un cedimento del dinamismo basso-stratosferico, potrebbe convogliare una azione meridiana verso il basso Atlantico.
Questa ipotesi previsionale sarebbe supportata da un binomio AO/NAO neutro per i prossimi giorni ma, a ben vedere, dobbiamo segnalare che le possibilità di questa analisi (per altro accennata nei giorni scorsi) sono pareggiate da una possibile reazione anticiclonica perfettamente contraria alle opportunità di pioggia dell'ultima decade.
L'affondo meridiano in pieno Atlantico, a seconda della disposizione dell'asse di saccatura, potrà richiamare una energica condotta dell'anticiclone africano con effetti per la nostra Penisola completamente opposti e, di certo, non augurabili per le nostre difficili condizioni idriche.
...when the night has come
and the land is dark
and the moon is the only light we'll see...
Segnalibri