Risultati da 1 a 3 di 3
  1. #1
    andrea.corigliano
    Ospite

    Predefinito Forte caldo e forti gradienti: il peggio che ci possa capitare in termini di energia pronta all’uso

    Il Mediterraneo torna a far parlare di sé. Dopo essere balzato agli onori della cronaca nel corso della stagione autunnale e invernale insieme al resto dell’Europa per la pesante anomalia termica in parte ancora in atto alle nostre latitudini, questa volta il nostro bacino sembra intenzionato a giocare una nuova carta, abbastanza inusuale, che prova a mettere in continuo confronto masse d’aria dalle diverse caratteristiche termodinamiche. Osservando il movimento del tempo negli anni, siamo stati abituati ad una successioni di eventi ben regolare all’interno della casistica delle condizioni atmosferiche che si susseguono sulla nostra penisola: di solito, ad esempio, in circostanze analoghe a quelle che stiamo vivendo in questi giorni, abbiamo sempre assistito ad un’onda di calore che, prima o poi, veniva seguita dall’arrivo di aria più fresca in grado di portare un po’ di refrigerio senza non prima aver instabilizzato a dovere la colonna atmosferica con tutti i fenomeni annessi e connessi. Abbiamo quasi sempre assistito, cioè, ad una completa presa di posizione ben salda di un tipo di circolazione con un passaggio, dalla circolazione calda a quella fredda, in grado di generare violenza per un contrasto termico unico e non rinnovabile nell’immediato se con dopo esser passati da una nuova ondata di calore successiva, a distanza di tempo. In termini energetici, quindi, possiamo tranquillamente dire che, una volta accumulato energia termica, con l’arrivo di aria più fresca questa veniva spesa nelle fenomenologie intense che avevano il merito di ridurre la quantità di carburante disponibile per la genesi di nuovi eventi intensi, in quanto il condotto per il trasporto del calore veniva definitivamente (e forse temporaneamente) chiuso.

    tendenza.JPG

    Sarà forse un caso ma l’evoluzione prevista dei modelli da oggi per le prossime due settimane, riportata nell’immagine sopra, stravolge nel modo più assoluto il concetto che ho appena espresso, nel senso che questa volta la dinamica circolatoria che caratterizzerà il Mediterraneo procederà su due binari paralleli, entrambi ad alta velocità: da un lato abbiamo un serbatoio che continua imperterrito ad accumulare calore in ingente quantità, dall’altro abbiamo il tentativo disperato di una circolazione depressionaria sulle Isole Britanniche che, impossibilitata in un affondo deciso per un getto poco attivo, si limita a estrarre briciole di energia da far fruttificare sul Nord Italia e sulla vicina Francia. Un confronto diretto e abbastanza estenuante che, per ora, sembra essere continuamente rinvigorito e alimentato da un gradiente nord-sud che potrebbe anche raggiungere i 25 °C in poco più di 1400 km. In termini di eventi, questo significherebbe che, laddove l’atmosfera riuscirà a organizzare i fenomeni che ben conosciamo, sarà anche in grado di mantenere inalterate le condizioni di rinnovo proprio degli stessi fenomeni estremi. Questo perchè, come ripeto, la circolazione a scala sinottica sul Mediterraneo pone le fondamenta per un rinnovo continuo di energia che viene immediatamente messa a disposizione senza possibilità di chiudere il rubinetto che la continua a far sgorgare in grande quantità.

    Se devo, infine, esprimere una mia opinione su quanto accadrà nei prossimi giorni, posso innanzitutto affermare di essere davanti ad una situazione parecchio insolita per le nostre latitudini. Gradienti simili a quelli che appaiono nella mappa sono tipici delle grandi pianure americane, laddove l’aria calda in salita dal Golfo del Messico trova modo di interagire con l’aria fredda in discesa lungo il versante orientale delle Montagne Rocciose. Sul Mediterraneo sono sicuramente insoliti contrasti del genere anche se, in questo caso, abbiamo proprio la conferma che si tratta di una situazione che nasce dall’assenza di quello scudo anticiclonico delle Azzorre il cui compito, in passato, è sempre stato quello di preservarci proprio da situazioni come questa. Attaccarsi a tutto, adesso, per alimentare il discorso del cambiamento del clima, non serve. Possiamo però essere sicuri che, ormai, anche questa nuova carta che si giocherà il Mediterraneo nei prossimi giorni dovrà essere messa nel mazzo di eventi con cui dovremmo imparare a convivere. Si tratta di conti salati, purtroppo, perchè questa volta prendono in considerazione un continuo rinnovo di condizioni esplosive che, a quanto sembra, non conoscono tregua.

    Ultima modifica di andrea.corigliano; 19/06/2007 alle 15:25

  2. #2
    Vento forte L'avatar di Fabio68
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    Predefinito Re: Forte caldo e forti gradienti: il peggio che ci possa capitare in termini di energia pronta all’

    temo anche io visto che, abitando al centro, mi beccherò 'sto asciugacapelli per giorni e giorni.

    Spero che la situazione si sblocchi e l'aria fresca riesca ad entrare decisa sul Mediterrano, ma gli spaghi non mi sono di aiuto molto

    Roma
    MS_1242_ens.png

    temperature che da domani inzieranno a scendere per poi risalire appena toccata la media del periodo

    peggio ancora Cagliari
    MS_939_ens.png

    e Palermo
    MS_1338_ens.png

    mentre il nord dovrebbe beccare temporali per i contrasti abbastanza accentuati

    la cosa che mi sembra un po' anomala, ma mi posso sbagliare, è che il Mediterraneo orientale è un lago infuocato di temperatura livellata ad oltre 25° a 850 hPa
    you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
    il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen

  3. #3
    andrea.corigliano
    Ospite

    Predefinito Re: Forte caldo e forti gradienti: il peggio che ci possa capitare in termini di energia pronta all’

    La situazione che ci apprestiamo a vivere in questi giorni può essere proprio presa come l’esempio che ci fa capire la grande importanza che assume lo spostamento dell’Anticiclone delle Azzorre verso il Mediterraneo nel periodo estivo. Osservando infatti la mappa postata ieri, ma revisionata in questo modo…

    Immagine.JPG

    … possiamo proprio renderci conto di quello che sta accadendo e, soprattutto, quale sia lo stress termico a cui va sempre più spesso incontro il nostro bacino. Se proprio vogliamo andare a cercare i fattori anomali all’interno di questo contesto, questi non sono davvero le termiche: non è la prima volta che una +25 °C a 850 hPa arriva fino alle coste del Centro-Sud. Il problema è l’area occupata da questi valori di temperatura, cioè l’intensità delle ondate di calore a cui non può che essere associato quel forte gradiente indicato come causa di condizioni rinnovabili per furiosi contrasti laddove scorre la linea di separazione tra i due jet che si contendono la scena. Alla vastità del fenomeno si aggiunge anche la persistenza che, come possiamo bene intuire, è una conseguenza della magnitudo con cui tale fenomeno si manifesta. Purtroppo, un’evoluzione di questo tipo non porta alcun giovamento né da una parte e né dall’altra. Se da un lato (al Centro-Sud), infatti, l’eccessiva intensità della calura rappresenta un problema dal punto di vista di accumulo spropositato di energia, dall’altro lato (al Nord) un’interferenza continua tra masse d’aria dalle caratteristiche diverse rappresenta una semina continua di condizioni favorevoli alla nascita di fenomeni estremi anche di estrema violenza. Purtroppo il bilancio tra le due forze contendenti si uguaglia a cavallo dell’arco alpino: sarebbe opportuno che questo equilibrio non solo si spostasse su un’altra area, ma anche che si distribuisse su una superficie più ampia, riducendo appunto quel gradiente capace di fare, per così come è messo, solo dei gran danni.

    Buona giornata a tutti

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