Il Sole è l’indispensabile macchina energetica che permette la vita sul nostro Pianeta e che climaticamente parlando,fornisce il carburante necessario ad ogni processo atmosferico.
Molti studi,i più autorevoli dei quali sono sicuramente quelli condotti fin dagli anni’50 dallo “Stratospheric Research Group di Berlino,si sono da sempre concentrati sull’attività della nostra Stella e sull’impatto di campi magnetici,radiazioni,vento solare e quant’altro sulla nostra atmosfera,ma solo ultimamente i dati che giungono da fonti ufficiali,come quelli dell’americana NOAA riportati in questo articolo e rielaborati da Daniele Campello dell’italianissimo Climate Prediction Staff,sono estremamente accurati e di notevole valenza scientifica,al punto che sostanzialmente,sono stati in grado di dimostrare l’inconfutabile correlazione che intercorre tra le variazioni dei cicli solari e quelli che legano le variazioni della circolazione atmosferica.

Se consideriamo,ad esempio,le variazioni del ciclo undecennale delle macchie solari,(ciclo di Schwabe),è stato dimostrato che il medesimo,unitamente alle variazioni della QBO,è in grado di condizionare la potenza del Vortice Polare Stratosferico e quindi,per il fenomeno del coupling,anche della circolazione generale della sottostante troposfera.

Entrando ancor più nel dettaglio,appare di fondamentale importanza considerare che l’attuale ciclo di Schwabe,il numero 23 per l’esattezza,è iniziato nel 1996,ha raggiunto il suo apice nell’aprile del 2000 (numero massimo di macchie registrate =120),un secondo picco significativo nel novembre del 2001 (115 macchie) e dovrebbe concludersi agli inizi del 2008;si è trattato di un ciclo di intensità media ma alquanto ampio,anche se non sono stati raggiunti i picchi di macchie dei due cicli precedenti;attualmente ci troviamo dunque dinnanzi alla fase finale della discesa,con il minimo di attività solare che si manifesterà nei prossimi mesi.


Grafico dell’attuale ciclo solare undecennale e previsione del prossimo.


Intensità e ampiezze a confronto tra gli ultimi cicli solari.


Per un’analisi più accurata dell’argomento,occorre considerare che recenti tecniche messe a punto dalla NASA,sono in grado non solo di analizzare ma anche di prevedere con un notevole margine di precisione,l’andamento dei prossimi cicli solari:
1)Lo studio dell’indice IHV,o indice Geomagnetico,calcola l’ampiezza dei cicli si Schwabe;secondo i ricercatori americani Hathaway e Wilson che hanno elaborato lo studio più recente datato 2006,il prossimo ciclo solare (il numero 24) ,che inizierà alla fine del 2008,sarà superiore all’attuale,ricalcando i picchi dei cicli 21 e 22 (circa 160 macchie con una tolleranza di + o -30).Un altro team di ricercatori della NOAA,capitanati da Douglass Bieseker,è tuttavia più cauto e prevede un periodo di picco tra la fine del 2011 e la prima metà del 2012,con un massimo di 140 macchie circa.
2)La teoria del “nastro trasportatore solare” invece descrive una corrente di plasma che trasporta le macchie dall’equatore solare ai poli solari dove poi,a causa del decadimento del loro campo magnetico,affondano e,ricaricando il proprio campo magnetico durante il percorso inverso,tornano verso l’equatore solare dove in seguito riaffiorano come nuove macchie;velocità media del percorso 1m/sec.
Questo metodo,utilizzato dagli scienziati del National Center of Atmospheric Research (NCAR),ha recentemente appurato un rallentamento del ciclo descritto rispetto ai valori registrati alla fine degli anni ’90,cosa mai verificata prima d’ora (si parla di velocità scese a circa 0,75 m/sec al polo Nord solare e di 0,35 m/sec in quello Sud).Nel concreto i ricercatori,guidati dal maggior esperto mondiale del settore David Hathaway,affermano che questo rallentamento porterà,intorno al 2022 (si tratterebbe del ciclo numero 25),ad un ciclo solare particolarmente fiacco,il più debole del ventesimo secolo,cui seguirebbe un minimo di assoluto rispetto,denominato “minimo di Gleissberg”,la cui entità sarebbe paragonabile al più conosciuto “minimo di Maunder” (avvenuto a cavallo tra il XVII° e il XVIII° secolo),cui segui il picco della ben nota Piccola Era Glaciale.

Teorie del nastro trasportatore solare.


Anche se,al momento la NOAA non si sbilancia in un’orizzonte di vedute unanime e preferisce attendere l’inizio del ciclo 24,occorre considerare che la prevalente corrente di pensiero e di studi sèguita a sottolineare questo minimo di attività solare nei prossimi decenni:vanno in questo senso,ad esempio,i lavori del Department of Physics dell’Indian Istitute of Science di concerto con National Astronomical Observatories di Beijing (Cina) e quelli dello scienziato tedesco Theodor Landscheidt dello Schroeter Institute for Research in Cycles of Solar Activity di Lilienthal (Germania),il quale infatti,prevedeva il minimo di Gleissberg intorno al 2030.
Lo scienziato,prima di morire,mise a punto un importante lavoro datato maggio 2003 dal titolo quantomeno inquietante “New Litte Ice Age instead of Global Warming?” ;lo studio,come si può ben comprendere,si pone quindi decisamente controcorrente alle ben più blasonate teorie in auge attualmente,nonché alle sconcertanti previsioni dell’IPCC.

Minimi e massimi a confronto:i cicli dell’attività solare sono stati da sempre i fautori dei più vistosi cambiamenti climatici sul nostro Pianeta.


Saluti a tutti,Luca