
Originariamente Scritto da
Nino Gatto
2001.
Mesi, interminabili mesi.
L'inverno è stato mitissimo, a tratti caldo. E' difficile persino studiare, per un meteofilo come me. Dal mio balcone, che dà sul mare di cui sento l'odore, ogni giorno è sempre il sole a dominare. Sempre cielo azzurro, sempre sole caldo sulla pelle, quasi a volere schiaffeggiare la voglia d'inverno che non arriva mai. Sempre e solo il suono delle navi, mai il tintinnio della pioggia, mentre desolato guardo il panorama sentendo "Naked Moon"di Pat Metheney.
Fino a febbraio, il nulla.
Poco prima della metà di febbraio arriva una colata fredda che dire ridicola è poco: poca neve sulle montagne fino ad ora sono state nero pece.
Unica consolazione i pomeriggi passati a suonare con gli amici in un garage a Provinciale, nella zona sud della città, l'"amicizia"con la ragazza più bella dell'istituto e l'ascolto del nuovo album del mio amato Pino Daniele, Medina. Quale titolo più adatto per questo inverno più mediorientale che mediterraneo? Anche se, anni dopo, scoprirò che là può fare anche più freddo di qua.
A fine febbraio la sopresa: Caroselli parla di una discesa di aria fredda direttamente dalla Groenlandia.
La colata arriva, puntuale: la notte cade pioggia mista a gragnola; il giorno dopo mi sveglio col sapore del solito caffè e i Peloritani e l'Aspromonte bianchissimi quasi fino al piano. E' bellissimo uscire di casa dopo un inverno così e andare a scuola vedendo l'alba appena spuntata sullo Stretto e il bianco che si spinge fin quasi a Scilla.
Ma a Marzo torna l'incubo.
------------------
Il primo di Marzo abbiamo un'assemblea d'istuto. Non mi aspetto di uscire di casa e trovare un caldo allucinante.
Lo scirocco porta via ogni speranza di una fine d'inverno decente. La gente per strada suda, le zanzare, che non se ne sono mai andate, hanno ripreso coraggio. E' un panorama angosciante, una sensazione desolante, quella di un inverno che non è mai decollato.
Dopo la metà del mese i miei vanno a Mirto. Io mi rifiuto, non voglio vedere la mia Mirto in mezzo alle margherite sbocciate già a gennaio.
Io adoro la primavera, ma al tempo debito. A Mirto, infatti, ci sono 35 gradi, come nella vicina Militello Rosmarino. A quasi cinquecento metri.
-----------------------
La svolta arriva in Aprile. A Pasqua un'irruzione tardiva porta la neve anche a bassa quota. Mi reco a Mirto, e tutt'attorno le montagne sono bianche. Saliamo sui Nebrodi e la neve, dai 900 metri, è tantissima.
Il 17 parto per la Grecia: vedrò Ioannnina, la capitale dell'Epiro, coi suoi quattro gradi, Metsovo, centro sciistico, con la neve attorno, Kalambaka, centro pianeggiante della Macedonia, con inversioni spaventose e notti gelide, scirocco per un paio di giorni e poi di nuovo freddo, con Atene spazzata da venti gelidi. A Messina hanno fermato una partita a causa della grandine, a Mirto nevica il 23 Aprile.
Ho ancora dentro di me le immagini di quella primavera: i Nebrodi ammantati di bianco e le foto sulla neve in Grecia, a fine Aprile.
Maggio proseguirà freddo, Giugno anche, e in Agosto vi saranno giornate da brivido, in piena estate.
Spero e credo che sia solo un ciclo, nel quale la natura si diverta a mescolare le carte, e a fare profumare di primavera l'inverno, e l'inverno di primavera.
Come un cuore che si diverte a battere forte, ti fa preoccupare, ma prima o poi torna lentamente al suo ritmo consueto.
Segnalibri