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    Uragano L'avatar di albedo
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    Post 1991: febbraio dipinge l'Italia di bianco

    A grandissima richiesta (V|VV|V) un mio antico reportage... C'è anche uno speciale e godibilissimo contributo di Meteobuccellato di Lucca.

    Una mina vagante in mezzo alla Russia

    Gelo e temperature record che mancavano a febbraio
    dal 1963. L'analisi e il racconto di quei giorni
    con riferimenti dettagliati a Prato e alla Toscana



    Fin dal suo inizio, si intuiva che l'inverno 1990-91 aveva un piglio diverso rispetto ai tre che lo avevano preceduto.
    Il mese di dicembre si era chiuso sotto le medie e con discreti apporti precipitativi. Gennaio, nonostante una prima parte piuttosto mite e incolore, si era, almeno in parte, riscattato con una seconda metà piuttosto rigida, caratterizzata da un clima asciutto, soleggiato e anticiclonico: frequenti impulsi di aria fredda continentale, seppur fugaci, contribuivano a tenere le temperature minime costantemente sotto lo zero e le massime più rigide della norma.



    Il Bisenzio ghiacciato da riva a riva e con la neve sopra il 7 febbraio 1991 a Prato (foto Limar, dal "Tirreno")

    All'inizio di febbraio iniziarono le complicazioni. Un robusto anticiclone dal cuore termico piazzato sulla penisola Scandinava (valori di pressione al suolo di 1045 hPa), fungeva da blocco per il flusso delle correnti atlantiche, costrette a risalire da sud in senso marcatamente meridiano ben oltre il circolo polare artico. Nel frattempo, un vortice in quota centrato sullo stretto di Gibilterra, inviava aria umida con associati corpi nuvolosi verso le regioni occidentali italiane.
    Ma fra la Russia e il mar Nero, vi era una terza figura, che diverrà decisiva a partire dal 6 febbraio: un nucleo in quota, piuttosto esteso, di aria rigidissima e instabile.



    Pressione al suolo e geopotenziali a 500 hPa il 4 febbraio 1991
    (archivio Ncep Wetterzentrale)

    Prima che il nucleo gelido siberiano compisse la sua traiettoria retrograda, già la domenica 3 il tempo subì un moderato peggioramento su gran parte d'Italia, con qualche spruzzata di neve al nord e sulla Versilia. Il 4, il maltempo divenne più esteso, per l'influenza diretta di un fronte mediterraneo richiamato dal minimo sulle Baleari. La Toscana, insieme alla Campania, furono fra le regioni più interessate. Ma ancora la vera aria gelida doveva entrare.
    Ecco un mio articolo pubblicato sulla cronaca toscana del Tirreno il 5 febbraio del 1991.

    ARRIVA LA NEVE IN TOSCANA E CAMPANIA
    FIRENZE (5 febbraio 1991). L'improvvisa e fugace nevicata di domenica sulla Versilia e la Lunigiana è servita da preavviso. E ieri mattina gran parte della Toscana si è svegliata sotto la neve.
    Una neve che non ha risparmiato la pianura e le città principali, dalla costa verso l'interno, ma che ha attecchito soltanto dalle prime rampe collinari in su. Fiocchi bianchi sono caduti a turno fino al primo pomeriggio su Firenze, Prato, Pistoia Empoli e Siena, ma anche a Lucca, Pisa e Livorno.
    Più tardi la precipitazione ha cominciato a fare sul serio sull'Appennino, dove fino a quel momento dominava soltanto un gran gelo siberiano.
    Complessivamente si è trattato di un fenomeno di lieve entità; per trovare qualche centimetro (cinque, non di più) bisognava andare a quota 500, con maggiore abbondanza in Garfagnana e sulla collina pistoiese. Dal pomeriggio sulla regione e rimasto un cielo plumbeo che potrebbe riservare ancora sorprese.
    Una neve in qualche modo annunciata, che giunge a coronamento di un lungo periodo di freddo intenso che dura da circa venti giorni. La neve potrebbe anzi annunciare la fine dei gran gelo e l'inizio di un periodo diverso, magari più umido e perturbato ma meno rigido
    Già ieri, il respiro di venti più miti dal Mediterraneo, ha intiepidito l'aria, portando le minime in pianura sopra lo zero dopo molte notti gelate consecutive. Il quadro meteorologico sta cambiando e le perturbazioni atlantiche cominciano a farsi strada verso le regioni italiane.
    In questi primi giorni assisteremo a una sorta di braccio di ferro tra l'aria mite atlantica e quella gelida siberiana, che tende a ritirarsi. Le nevicate potranno ripetersi proprio in questa prima fase di passaggio, in quanto l'aria calda in arrivo, essendo più leggera, non si sostituisce subito a quella fredda ma tende a scorrervi sopra.
    Intorno a giovedì l'aumento della temperatura sarà più sensibile e la neve si limiterà a cadere abbondante là dove è solitamente di casa: in montagna. Per la gioia degli sciatori che hanno incontrato un'annata veramente ottima sotto questo profilo.
    Statisticamente, sulla Toscana, febbraio è, insieme a gennaio, il mese in cui nevica maggiormente. Storiche e le nevicate dei rigidissimi febbrai del 1929 e 1956.
    Ma la Toscana non è stata la sola a essere spazzata dal maltempo. Un'ondata di freddo e di neve ha colpito ieri mattina anche le zone alte di Napoli. La neve è caduta sui Colli Aminei, al Vomero, a Capodimonte e, in tarda mattinata, anche sul centro storico. Il freddo intenso non ha creato problemi alla viabilità, né si sono registrati incidenti.
    Il gelo non na risparmiato l'Isola d'Ischia; la scorsa notte ha nevicato sul monte Epomeo, e nel comune di Fontana. La temperatura sull'isola è scesa di ue gradi sotto lo zero., un freddo così intenso non era registrato dal 1956. La neve è caduta anche in alcune località turistiche dei Salernitano: a Positano le precipitazioni nevose hanno interessato le zone alte del paese e le frazioni di monte Pertuso e Nocelle.
    A Benevento la temperatura è calata fino a toccare punte, in alcune zone, di dieci gradi sotto lo zero. L'acqua, gelata nelle tubature, ha fatto esplodere in alcuni punti la rete idrica, provocando allagamenti. li sindaco ha chiesto ai cittadini di lasciare aperte le fontane per prevenire altri congelamenti nelle tubature.




    La stazione centrale di Prato in versione siberiana la mattina del 6 febbraio 1991



    Un'auto in via Ferrucci



    Una bicicletta riverniciata di bianco

    Col Burian, il 6 febbraio arriva anche la neve

    Fiocchi subito asciutti fin dall'alba. Poi la bufera

    Dopo i fiocchi del lunedì mattina, martedì 5 febbraio a Prato fu una giornata rigida ma non troppo, con tramontana moderata e cielo velato. Sui miei appunti leggo un laconico finale di commento: "In serata il cielo coperto non promette nulla di buono e le previsioni confermano".



    Mappa sinottica del 5 febbraio: si noti il votrice freddo in quota ancora sull'Europa orientale (archivio Ncep Wetterzentrale)

    Il 5 febbraio quel nucleo di aria gelida con valori fino a - 20° a 850 hPa, aveva continuato il suo percorso a passo di gambero da est verso ovest, invadendo la Polonia, l'Ungheria e la Romania. In serata raggiunse l'Austria e l'attuale Croazia e in tarda nottata, piombò sull'Italia da nord-est, trovando un minimo - blando al suolo ma significativo in quota - pronto ad accoglierlo fra la Liguria e la Sardegna.



    Temperature a 850 hPa il 5 febbraio '91 (archivio Ncep Wetterzentrale)

    Dai miei appunti di mercoledì 6 febbraio 1991.
    "Ore 9: bufera di neve. Al suolo 5-6 centimetri. Atmosfera che riporta al gennaio '85.
    Ore 22: la bufera è durata fino alle 11,30, poi è rimasto lo scaccianeve, con tramontana gelida a 70 all'ora. Serata di gran gelo. La neve è una lastra di ghiaccio e la temperatura già intorno ai - 6°".




    Quel giorno registro una temperatura minima serale di - 6,6° e una massima nella primissima nottata precedente di - 0,6°. Durante il giorno non si è mai saliti sopra i - 2°. La neve caduta misura circa 8 cm.



    La splendida mappa del 6 febbraio '91 (archivio Ncep Wetterzentrale)



    Temperature a 850 hPa il 6 febbraio '91 (archivio Ncep Wetterzentrale)




    Risveglio bianco la mattina presto del 6 febbraio. Dopo un'ora inizierà la vera e propria bufera, con termometro fra - 2° e -3°.


    7 febbraio: un giorno intero di neve atlantica


    La notte termometro a - 9°, poi altre 12 ore di neve calma e continua


    La mattina presto di giovedì 7 febbraio non faccio in tempo a segnalare sui miei appunti una minima record di - 9,4°, che riprende a nevicare. La più auspicabile delle ipotesi possibili fra un ampio ventaglio, si stava realizzando.
    Mentre la parte più consistente del nucleo freddo si era portata sulla Francia, pur consentendo ancora temperature in quota fino a - 10° alla latitudine Livorno-Ancona, una saccatura atlantica con annesso fronte si proiettava a vele spiegate verso l'Italia attraverso la Spagna e il golfo di Biscaglia. Forte anticiclone termico a nord, Atlantico basso a sud: gli ingredienti del grande inverno c'erano tutti.
    Il 7 febbraio a Prato continuò a nevicare incessantemente fino alle 9 di sera, accumulando altri 14 cm, che si sommarono agli 8 del giorno precedente. Totale: 22 centimetri! La neve cadde ancora più copiosa (almeno 30 centimetri) nei quartieri più a nord e ad ovest della città, facilitati dalla maggiore vicinanza all'Appennino.
    La giornata del 7 febbraio nella mia stazione si chiuse con una minima di - 9,4° (record per febbraio dal 1956) e una massima di - 0,4°. A fronte dei 14 cm di neve, misurai 17,8 mm di acqua, a indicare che nell'ultima ora la precipitazione era al limite della pioggia. Per fortuna, in nottata il cielo si aprì, consentendo ancora una minima di - 1,6°, nonostante l'Atlantico s'imponesse ormai coi suoi tepori.



    Questa foto è stata scattata la mattina del 7 febbraio nel giardino di casa mia: notare i vasi dei fiori...



    Piccoli vasi crescono: ecco il giardino di casa mia il mattino successivo




    7 febbraio: si noti l'interferenza atlantica in un contesto di grande gelo






    La neve nel mio giardino la sera del 7 febbraio


    Mai così freddo a febbraio dal 1956

    Dati e cronache di quei giorni del febbraio '91
    da un mio articolo pubblicato all'epoca


    PRATO (8 FEBBRAIO 1991). La giornata si è aperta ieri con una minima (record negli ultimi 35 annì) di meno 9,4. Si tratta dei dato che mancava per allineare l'inverno 1991 ai grandi inverni di questo secolo. Una "chicca" del termometro che rende oggi accettabili paragoni sentiti da più partì nel giorni scorsi: gennaio 1985, febbraio 1956 e 1929.
    Tornando al nostro termometro, non faceva così freddo a febbraio dal 1956. Questo può anzi essere considerato uno dei mesi di febbraio più gelati del secolo, almeno come punte minime raggiunte. L'inverno in corso riscatta in pieno i tre precedenti, che avevano fatto gridare all'effetto serra. A parte una pausa nei primi quindici giorni dell'anno, capitata curiosamente proprio nel periodo tradizionalmente più rigido, il freddo ha iniziato a farci battere i denti all'inizio di dicembre ed ha continuato fino all'attuale escalation.
    Notevole anche la nevicata e il bis concesso ieri ha un po' confermato il detto popolare "neve chiama neve". Difficile dire se durerà, l'unica certezza è che nei prossimi giorni l'aria artica, responsabile di questa gelido inizio di febbraio concederà una tregua. Purtroppo gli esperti dei tempo sono ancora miopi e oltre i cinque giorni non riescono a vedere nitido. Se le esperienze passate valgono qualcosa, possiamo solamente dire che quando il tempo prende una certa piega, difficilmente l'abbandona dì botto.
    Ma veniamo ai paragoni. Le nevicate di questì giorni riportano immediatamente al gennaio 1985 che, essendo vicino nel tempo, è ricordato abbastanza bene da tutti. La nevicata dell'8-9 gennaio ha molto in comune con quella di mercoledì: fiocchi a bufera, ghiaccio ovunque, temperatura sotto lo zero durante tutta la giornata. Ma allora fu ancora peggio Prima di tutto per la neve caduta, complessivamente vicina ai 40 centimetri mettendo insieme tutte le nevicate. Poi per la temperatura.
    In quell'occasione ci furono ben sei giorni sotto zero e nevicò con una minima di meno 8,8 e una massima di meno 3,2. Mercoledì la minima (intorno alle 23) è stata di meno 6,6 e la massima di meno 1,4. Nel gennaio '85 ci fu lo storico record di meno 12,8 in città e meno 23 all'aeroporto di Peretola.
    Altre nevicate abbondanti, negli ultimi anni, si sono verificate nel 1963, 1966, 1968, 1969 e 1973 e 1979. L' ultima in ordine di tempo risale a quattro anni fa (1987). A stagione ormai avanzata, era il 16 marzo, la neve volle farci un'improvvisata e ne cadde 12 centimetri.
    Comunque, in tutti questi casi, il risultato è sempre stato lo stesso: città in tilt, traffico nel caos e amministratori impreparati, come se non volessimo accettare il fatto che anche a Prato, seppure non frequentemente, la neve può cadere con abbondanza e persistenza.
    (francesco albonetti)






    Un'immagine del Bisenzio la mattina del 6 febbraio, quando ancora il fiume non era completamente ghiacciato



    Piazza del Duomo il 6 febbraio





    I potenti mezzi a disposizione della Protezione civile pratese...


    Sembrava finita e invece...


    Il 12 e il 16 febbraio altre due piccole nevicate

    L'8 febbraio fu una giornata interlocutoria, mentre il sabato 9 e la domenica 10 febbraio il clima atlantico prese il sopravvento: pioggia scrosciante e persino un po' di grandine, 31 millimetri nel pluviometro dopo due giorni. Nonostante il libeccio, l'effetto albedo mantenne la temperatura relativamente bassa, a Prato come a Pistoia, con massime di 5,2° il 9 e 9,2° il 10 febbraio. Pertanto, la neve restò a lungo al suolo e vistosi accumuli rimasero anche nei giorni successivi.
    La parentesi atlantica fu breve e già il 12 febbraio, con la classica complicazione mediterranea e questa volta un po' a sorpresa, tornò a nevicare durante la mattinata, seppure senza accumulo. Minima 0,2°, massima 4,4°. Nei tre giorni successivi, gran freddo, con minime comprese fra - 3° e - 4,4° e massime fra 6° e 9°.






    La mappa del 12 febbraio


    Ultimi fiocchi a metà mese, poi un finale rovente

    Il 25 febbraio il termometro dell'aeroporto
    fiorentino Leonardo Da Vinci superò i 23°


    Ma non era ancora finita. L'alta scandinava si fece da parte, ma un temporaneo aggancio dell'anticiclone delle Azzorre all'alta groenlandese, consentiva un'energica discesa del vortice polare, che il giorno 16 febbraio conquistò l'Europa con ben tre minimi. Quello più a sud, con fronte occluso, portò altra neve sull'Italia, soprattutto settentrionale.
    A Prato, nevicò all'alba e alle 9,30 del mattino c'era circa un centimetro al suolo. Poi però la neve si mescolò alla pioggia, per divenire definitivamente solo pioggia dalla tarda mattinata in poi. Il clima restò rigido e instabile per altri tre giorni, ma a partire dal 21 le carte in tavola si rimescolarono rapidamente.



    La mappa del 16 febbraio 1991 (archivio Ncep Wetterzentrale)


    L'avvento di un anticiclone dinamico disposto in diagonale dall'Africa settentrionale alla Russia, fece schizzare le temperature alle stelle, un po' sulla falsariga dell'anno precedente. A Prato il 25 febbraio il termometro si fermò a 19,8°, ma all'aeroporto fiorentino di Peretola si toccarono i 23,4°!






    Mappa sinottica del 25 febbraio 1991 (archivio Ncep Wetterzentrale)

    L'ultima decade rovente, appanna il dato medio finale di questo febbraio, sicuramente fra i più rigidi in assoluto del secolo scorso. La neve di febbraio lascio spazio a una solenne primavera. Ma l'inverno maiuscolo del 1991 riuscì ad avere ancora un'impennata d'orgoglio, con l'inconsueta irruzione fredda che intorno al 18 aprile riportò la neve in collina e su molte località di pianura del nord.

    La fantapartita del 6-7 febbraio 1991

    di Nicola Lazzarini (Meteobuccellato)
    Un divertente articolo sulle nevicate a Lucca

    LUCCA (6 febbraio 1991.)

    L'attesa
    Lucca è in fibrillazione. Dai tempi del Grande Generale non si vivevano momenti così intensi in città. Tra gli stretti vicoli medievali, sulle mura rinascimentali, nelle chiese, nei bar, nelle palestre è tutto un parlare, con la classica favella lucchese, della partita di domani. Perfino il Vescovo ha benedetto il Generale, recitando una preghiera in latino.
    La squadra c'è: Cuscinetto sembra aver ritrovato la sua forma migliore, mentre Tramontana e Umidità paiono essersi ripresi al 100% dopo le infelici stagioni appena passate.
    Il Generale sembra finalmente riuscito a plasmare una squadra capace di dare soddisfazioni all'esigente pubblico toscano, ma, come sappiamo le brutte sorprese possono essere dietro l'angolo anche se l'ingresso in campo di Scirocco non sembra essere in grado di impensierire la nostra difesa capitanata da Cuscinetto.
    Si è fatto un gran parlare sino a 10 giorni fa di Stratwarming II, forte giocatore groenlandese figlio di Stratwarming I che nell'indimenticabile 1985 regalò la Coppa Campioni ai lucchesi, ma sia la difficoltà a farlo arrivare in Italia, sia i rischi derivanti da un suo ingaggio, sia le resistenze degli appassionati che preferiscono affidarsi a Tramontana hanno sconsigliato il Generale ad acquistarlo.
    Lo schema di gioco sembra lo stesso di sempre: due davanti (Tramontana e Vortice Polare), i quattro soliti a centrocampo con al centro il solido Dew Point, e un quartetto d'eccezione in difesa dove ci si attende una prova maiuscola di Cuscinetto, arrivato quest'anno in Toscana dopo anni di felice permanenza nella lega piemontese. Decisive saranno anche le prove di Monte Quiesa e Monte Serra, che, nonostante le loro modeste altezza, soprattutto il primo, dovrebbero fare catenaccio nei confronti degli eventuali venti umidi provenienti da W.
    Insomma, tutto è pronto, i lampioni sono esauriti da tempo (a proposito, attenti ai lampioni falsi) ed il Comune sta provvedendo ad istallarne di nuovi, sono attesi migliaia di appassionati provenienti anche da altre parti della Toscana...la tensione si taglia col coltello ma mai come questa volta i presupposti sembrano essere dalla nostra parte! La Dama non tradirà!
    La Toscana si ferma: la Dama è tornata!
    LUCCA (7 febbraio 1991). Gli appassionati assiepati sui lampioni si abbracciano, urlano, provano perfino una ola...è finita! Il Trofeo "Dama bianca" torna in Toscana dopo 6 anni.
    Scene di giubilo in tutta la città, perfino il Sindaco, con un'ordinanza urgente, vieta a tutta la popolazione, compresi i tifosi del Cammello, l'uso degli ombrelli e degli impermeabili! Le campane suonano a festa e gli stretti vicoli lucchesi sono invasi da una fiumana meteoumana festante.
    La partita non ha avuto storia. Il tutto è iniziato intorno alle 7, grazie ad un Cuscinetto in forma smagliante (alla fine si meriterà in pagella un ottimo -3), una Tramontana mai doma, un'Umidità perfetta, un Atlantico "dal volto umano" ed un Fortunello opportunista, sono iniziate le danze.
    Alle 8 i primi fortunati, assiepati sui tetti, hanno visto cadere la Dama. La partita è proseguita su questa tendenza. Scirocco non si è proprio visto: irriconoscibile, perfino abulico. E' rimasto in quota e paradossalmente la sua posizione in campo ha favorito la squadra del Generale.
    Dopo l'1-0 tutti hanno capito come sarebbe andata a finire: sul punteggio di 15 cm - 0 mm l'arbitro, tale Gran Consiglio del Tempo, ha chiuso le ostilità tra il tripudio di meteoappassionati e di gente comune.
    Alla fine il Generale è stato portato in trionfo ed ha perfino fatto un giro di mura per salutare le migliaia e migliaia di persone accorse.
    La festa è continuata per tutta la notte mentre molti si sono ritrovati in Duomo per recitare un Te Deum di ringraziamento.
    Momenti stupendi da vivere intensamente....chissà quando torneranno!
    Ma diamo onore agli undici leoni di ghiaccio scesi in campo oggi, ricordando i loro nomi:
    1. Cuscinetto
    2. Corsica Low
    3. Monte Serra
    4. Monte Quiesa
    5. Albedo
    6. Dew Point
    7. Libeccio Freddo
    8. Geopotenziale
    9. Tramontana
    10. Vortice Polare
    11. Fortunello


    Ultima modifica di albedo; 07/02/2008 alle 23:03

  2. #2
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    Predefinito Re: 1991: febbraio dipinge l'Italia di bianco

    Bei tempi !!!
    Peccato che da Roma in giu' quell'ondata non fu eccezionale....

  3. #3
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    Predefinito Re: 1991: febbraio dipinge l'Italia di bianco

    Spettacoloso!
    Altri tempi.

  4. #4
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    Predefinito Re: 1991: febbraio dipinge l'Italia di bianco

    da lacrime...

    Un salutone,

    Massi
    in Inverno...attendo...la dama bianca...in estate....il temporale....

    Sei amante della natura?
    Sei amante dei funghi?
    Vieni a trovarci su:
    http://www.apasseggionelbosco.it/

  5. #5
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    Predefinito Re: 1991: febbraio dipinge l'Italia di bianco

    Ricordo che in quella data frequentavo il liceo con sede nel cuore dei vicoli di Genova, rimasi impressionato dalla formazione di ghiaccioli dall'acqua che gocciolava dalle grondaie, ci furono temperature che non sono state più raggiunte da allora.

  6. #6
    Uragano L'avatar di giorgio1940
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    Predefinito Re: 1991: febbraio dipinge l'Italia di bianco

    Grazie amico!!!
    Spero rivevere ancora certe emozioni,......
    Amante della Natura:Monti,meteo,mare,una piccola margherita.....
    Non posso che dir grazie a tanto Artefice!

  7. #7
    Glacial
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    Predefinito Re: 1991: febbraio dipinge l'Italia di bianco

    A Udine -4.4° di massima.)O/O(

  8. #8
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    Predefinito Re: 1991: febbraio dipinge l'Italia di bianco

    23 cm a lucca + 7 del giorno prima,scuole chiuse per 2 giorni,neve dalle 9,30 alle 19

  9. #9
    meteoman
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    Predefinito Re: 1991: febbraio dipinge l'Italia di bianco

    Quanti ricordi,a quei tempi andavo alle medie e proprio da quel febbraio scatto' in me la pasione per la meteorologia e per i fenomeni estremi ( freddi ovviamente ).
    Ricordo i bicchieri di acqua lasciati fuori per vedere " se gelavano " e la continua fissazione nell'affacciarmi all finestra, che tempi........

    P.S. Ho un filmato in dvd fatto da mio zio del febbraio del 91' , abitavo a Chiesanuova ( periferia nord di Prato ) misurai 30 cm di neve .

  10. #10
    Burrasca L'avatar di Buros
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    Predefinito Re: 1991: febbraio dipinge l'Italia di bianco



    E quel termometro in mezzo alla neve?

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