curiosità strato...

[mat69]

riguardante il fatto di come il displacement del vps si stia traducendo in uno split potenziale.

Se ricordate eravamo rimasti, alcuni giorni, fa ad osservare un fatto curioso ovvero che il potente warming stratosferico (il 4° se non sbaglio dall'inizio dell'inverno) finalmente in grado di "bucare" il piano isobarico fino ad allora impermeabile dei 30 hpa e di andare ben oltre , avesse prodotto l'effetto di delocalizzare il cuore del vps verso la Siberia centrale ma non di splittarlo, ovvero di dividerlo in 2 o più nuclei, in quanto non supportato da idonei forcing troposferici che ne provocassero, con una sorta di "effetto tenaglia, " la divisione.
Tutto questo è correttissimo dal punto di vista logico ma forse non ha tenuto conto del preesistente warming aleutinico di origine troposferico che comunque, stante le anomalìe in seno alla PDO, ha condizionato seriamente il posizionamento del vortice polare, localizzando per lo meno già da 2 inverni una parte attiva dello stesso proprio fra il Canada e la Groenlandia.
Tale warming di "antiche origini" è rimasto coperto e parzialmente sovrapposto dal riscaldamento stratosferico polare.
Ecco quindi che "la coda" del vps non segue la traslazione del nucleo centrale del vps e rimane come incollato sull'E-Coast. (vedi figura 1 )

Il resto lo fa l'warming stratosferico che delocalizza ancora di più il nucleo centrale del vps con 2 risultati:

1. aumentare la separazione fra il nucleo canadese e il vps "padre";

2. creare una graduale progressiva meridianizzazione del nucleo canadese agevolando lo "strappo" del vortice principale delocalizzato. (fig. 2)

Ecco perchè alla luce dell'attuale e persistente riscaldamento ancora sussistente ai vari piani isoentropici ritengo verosimile la tendenza allo split, sempre che il tutto non venga interdetto da un improvviso assorbimento dell'warming stratosferico .

Ovviamente non mi pronuncio sulle conseguenze che ritengo cosa assai prematura.

E ora rimango in attesa di clamorose smentite