Va bene... ma lo spessore medio del ghiaccio è di 2.200 m, con massimi di 4.500 m nelle zone interne della calotta orientale, un riduzione di spessore della calotta non è poi da considerarsi trascurabile e fisiologico, parliamo di una massa di ghiaccio imponente che schiaccia letteralmente il continente sotto il suo peso
Estati freddi più ghiaccio più Albedo maggiori precipitazioni nevose, allora cosa interrompe questo ciclo e provoca poi il disgelo a fine della glaciazione?, forse perché maggiore è l'aria fredda e minore e l'umidità e minori sono le precipitazioni?, e una glaciazione si conclude al suo culmine perché non più alimentata da ulteriori nevicate? A mio avviso è un ciclo che si ripete in un era quaternaria, non mi pare proprio possibile che un massa di ghiaccio così imponente possa sciogliersi e non e possibile che le attività umane possano mandare in crisi l'alternarsi di fase calde e fasi fredde.
Ultima modifica di Lake; 29/08/2021 alle 00:13
“Non sono nessuno per giudicare, so soltanto che ho un'antipatia innata verso i censori, i probiviri... ma soprattutto sono i redentori coloro che mi disturbano di più.”
HUGO EUGENIO PRATT
Socio Meteonetwork.
Ma che cosa stai cercando di dire? Che questo accadrà nel prossimo futuro? Perchè gli autori di quello studio la pensano ben diversamente, Andrè Berger che è un autorità nella paleoclimatologia ha a lungo sostenuto che questo interglaciale è destinato a durare a lungo ( almeno altri 50000 anni) se la co2 rimane sopra i 300 ppm e la soglia di cui parlano richiede ben più dei ghiacci artici ai massimi degli ultimi 7 anni.
Ad es. questa review di cui è il primo autore:
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These results show consistently, that a glacial inception is unlikely to happen within the next approximate 50 ka (when the next strong drop in Northern Hemisphere summer insolation occurs) if either atmospheric CO2 concentration remains above 300 ppm or cumulative carbon emissions exceed 1000 Pg C.
Only for an atmospheric CO2 content below the preindustrial level may a glaciation occur within the next 10 ka. This can be used to explain why glacial inception occurred during MIS 19c under astronomical configuration rather similar to the present one but at lower CO2 concentration(~240 ppm). Given the continued anthropogenic CO2 emissions, glacial inception is very unlikely to occur in the next 50 ka, because the timescale for CO2 and temperature reduction toward unperturbed values in the absence of active removal is very long, and only weak precessional forcing occurs in the next two precessional cycles.
e sull'incipit glaciale:
Important changes emanate from the high northern latitudes, where initial ice growth, vegetation shifts and albedo feedback are accompanied by dynamical changes in the ocean and atmosphere.
During the most recent and best studied glacial inception (from MIS 5e to MIS 5d), the early increase in sea ice export from the Arctic weakens and constricts the subpolar gyre circulation in the northwest Atlantic, enhancing northward penetration of warm, saline subtropical waters toward the northeast Atlantic and into the Nordic Seas . This in turn enhances convection and deepwater production in those seas and provides a negative feedback on sea ice production that contributes to a progressive millennial-scale oceanographic oscillation as insolation declines .
The intermittent, yet persistent, production of deepwater maintains an overturning circulation throughout the glacial inception that contributes to extended warmth in the North Atlantic. This warmth persists despite, and may even enhance, ice sheet growth on surrounding continents.
Variability in the extent of southern deep waters occurs at the same time , along with surface cooling and changes in the winds and sea ice around Antarctica .Northern ice sheet growth in this configuration appears to proceed rapidly, reaching the sea in the form of tidewater glaciers relatively early . The ocean-cryosphere interaction of icebergs and meltwater then influences deep convection and the overturning circulation , initiating the bipolar seesaw of millennial-scale temperature changes that characterizes glaciations .
A threshold for this response to initial ice growth is estimated to be 30–50 m of sea level equivalent and may be used to define the end of the peak interglacial. By this time, ice growth is sufficient and accompanied by reduced GHG concentrations and increased planetary albedo so that, despite subsequent increases in northern summer insolation, a return to full interglacial conditions is prevented, and glaciation generally proceeds progressively with only interspersed interstadial intervals until the conditions are eventually met for the next termination, as described earlier.
Ultima modifica di elz; 29/08/2021 alle 04:38
Ne ho parlato abbondantemente nel thread della paleoclimatologia su cosa si ritiene inneschi la fine delle glaciazioni, puoi andare a leggerlo nella sezione "oltre la meteo" se ti interessa. Troverai fior fiore di articoli e studi in proposito e non soltanto. Praticamente ho sviscerato ogni domanda sulle glaciazioni del passato.
Io parlavo della banchisa artica, non della calotta, lo ripeto. La banchisa è il ghiaccio marino che si forma dal congelamento degli oceani polari.
“Non sono nessuno per giudicare, so soltanto che ho un'antipatia innata verso i censori, i probiviri... ma soprattutto sono i redentori coloro che mi disturbano di più.”
HUGO EUGENIO PRATT
Socio Meteonetwork.
Grazie per i link, che confermano ancora di piu' che avere dei leciti dubbi è piu' che ragionevole. Se questo lavoro di omogeneizzazione di dati è stato fatto su serie di valori molto recenti (comparato a trend di temperatura secolari), non vedo perchè quando si parla di temperature di inizio 900 e precedenti non si possa ritenere che le stime possano essere inficiate da errori di portata rilevante.
Qui si parla di Mondo ne di Sion ne della Svizzera che rappresenta un fazzolettino, di cui una larga porzione occupata dalla catena alpina.
Mi risulta veramente difficile immaginare che la temperatura globale del 1899, che dovrebbe riflettere le medie di tutte le porzioni del globo terrestre comprese quelle remote, possa essere fatto con assolutismo. Oceani, isole, entroterra continentali. Ci sono zone della Cina dove negli ultimi decenni hanno letteralmente costruito città dal nulla.
Ripeto: se avessi posto un termometro nella Zurigo del 1850 e costruito intorno una serie di edifici, avrei ottenuto un incremento importante della temperatura a parità di condizioni climatiche.
Se estendo questo ragionamento dall Australia alle città dell'entroterra russo, alla Polinesia ecc l'errore potrebbe essere di portata decisiva. Ripeto, è una possibilità che è valida e non puo' essere scartata. Nella narrativa dominante invece regna l'ottica nord-emisferista e dialoghi che ormai sono ridotti a monologhi, spesso sensazionalisti.
Scusa, qui non si tratta di essere scettici, ma ragionevoli. E' ben diverso. Aspettare con interesse, rilevare, rileggere i dati e considerare tutte le ipotesi, questo è avere un approccio ragionevole.
Il riscaldamento climatico che sta venendo è un fatto, qui non si nega che tutte le misurazioni sono fasulle o create dai catastrofisti. Se ne metter pero' in dubbio la portata e l'assolutismo. Tutte questi studi che rispetteranno il metodo scientifico, sono basate sempre su ipotesi, assunti, punti di partenza. Parziali. Le ipotesi sul clima di secoli, millenni e non voglio nemmeno tirare in ballo milioni di anni, sono di per se inverificabili. Si puo' parlare di probabilità, correlazioni ecc e siamo d'accordo. Ma le conclusioni che vengono derivate e annunciate sono senza logica, visto che la storia recente le sconfessa totalmente ( parlo degli stravolgimenti).
Di verificabile ci sono pero' gli scenari di minuziosa catastrofe, stravolgimenti degli ecosistemi, scioglimento dei ghiacci, innalzamento degli oceani a divorare città, emigrazioni "climatiche" ecc. Queste sono state divulgate da enti di tutto rispetto. Le deadline sono sempre millenariste, il famoso numero arrotondato. Oggi si va per il 2050. Si parla di mondo, ma si cita de facto, il nord emisfero ("I ghiacci artici", la "groenlandia" ecc.)
Per questo uno arriva a chiedersi: perchè un tema cosi' interessante e importante viene ridotto a sensazionalità cinematografica?
E aggiungo una provocazione: qui si da per scontato che l'uomo abbia il ruolo propulsore nel riscaldamento climatico, ergo, si da per scontato che l'uomo ha la capacità di plasmare se non dominare il clima e "ingabbiarlo" in quello che lui considera essere il clima di riferimento.
Quindi quale sarebbe questo "clima" che dovrebbe rimanere immutabile nel mondo, in secula seculorum: la 1981-2010? la 71-2000? la 1870-1900? la 1650-1680?
estensione appena sopra l'ultima media decennale
volume male ma non malissimo
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C'ho la falla nel cervello
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