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  1. #4151
    Vento forte L'avatar di Tarcii
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    Predefinito Re: Artico verso l'abisso... eppure lo dicevamo che...

    Citazione Originariamente Scritto da MarcoSarto Visualizza Messaggio
    Ma forse in passato si poteva discutere anche delle cause, adesso non più. L'origine antropica del riscaldamento globale non è più argomento di discussione ormai da tempo all'interno della comunità scientifica. Se poi si vuole andare a prendere l'unico paper che va in controtendenza, con errori macroscopici e assunti fantasiosi, allora è un altro discorso, ma ha la stessa validità di quelli che correlano i vaccini all'autismo.
    E su questo devo per forza quotare, visto che venni criticato per non aver considerato alcuni studi in controtendenza che già fecero parlare per i propri errori appena uscirono. Per fare una ricerca bibliografica seria bisogna anche controllare chi ha pubblicato gli articoli e chi li ha revisionati, andare a cercare ad esempio gli scienziati firmatari di una dichiarazione negazionista della crisi climatica è ridicolo, si farebbe una pessima figura, per dire, a una conferenza. Ed è controproducente anche al dialogo che secondo me risulta sempre interessante (ad esempio sui dati delle vittime dei disastri naturali, come detto in precedenza).

    Purtroppo, è facile anche cadere in grossolani errori, ad esempio molte persone sono convinte che l'innalzamento dei mari al 2100 possa essere molto maggiore di 1 m, l'ho sentito in tanti contesti, pure scolastici, ma cercare di capire la realtà è una sfida lunga un'intera vita.
    Ultima modifica di Tarcii; 26/10/2024 alle 00:36
    dalla storia si impara che non si impara dalla storia

  2. #4152
    Uragano L'avatar di Marcoan
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    Predefinito Re: Artico verso l'abisso... eppure lo dicevamo che...

    Citazione Originariamente Scritto da Claud87 Visualizza Messaggio
    ti risposi già dall’altra parte che il tenore delle tue risposte suggerirebbero di vedere il mondo secondo Jack9 senza pacato confronto e come te ce ne sono molti qua dentro come Marcoan, che partecipano allo sport di bollare gli altri con etichette di cui non si comprende nemmeno la definizione, come appunto il negazionismo, il che è proprio sintomo che la testa è spenta in maniera profonda. Qui non si nega nulla, ma se ne contesta la narrativa e il modo di commentare da continua apocalisse che francamente appesantisce la lettura del forum, oltre al fatto che io ho il diritto di avere qualsiasi idea, se supportata, ragionata e riportata senza offendere nessuno.

    Il modo di esporre le vostre idee, con livore, inviterebbe a far scendere la conversazione ad altri livelli, cosa da evitare per non offendere chi si comporta bene qua dentro e fare figure a cui voi già bene vi prestate.
    Non c'è alcun livore, la scienza non è fatta con i "secondo me" ma è fatta di dati...detto questo parli con uno che fino a 7/8 anni fa era scettico e tuttavia dei dubbi li sollevo ancora oggi, ma ciò non toglie che i toni che tu definisci "apocalittici" non lo sono affatto perché è la realtà che è apocalittica riguardo soprattutto agli ultimi 10 anni.
    Detto questo i miei dubbi li espongo, ma non ho la capacità di provarli:
    1) da 40 anni quasi si parla solo di climalteranti ma si è parlato molto poco di deforestazione e cemetificazione a mio avviso perché comunque anche la scienza è intrisa di politica e interessi economici
    2) l'accelerazione è ed è stata incredibile in questi ultimi 10 anni: bastano 10 anni per definire un trend di crescita a questi ritmi??...potrebbe essere un ciclo climatico decennale come se ne sono visti tanti in passato?...non lo so, di certo abbiamo delle anomalie oceaniche mostruose tanto che proprio negli ultimi 10 anni abbiamo(parlando dell'Atlantico ) un EA su valori positivi costanti e record
    3) quindi è un trend a bassa frequenza con possibile pause causate dagli andamenti meteo ad alta frequenza , oppure è un trend inarrestabile?

    Questi sono i dubbi che mi pongo, ma mai mi sognerei di dire che non siamo dinanzi a una crisi climatica mai vista prima o perlomeno negli ultimi 150/200 anni.ò

  3. #4153
    Calma di vento
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    Predefinito Re: Artico verso l'abisso... eppure lo dicevamo che...

    Buongiorno a tutti, ne approfitto per porvi una domanda dato che ne sapete più di me.
    Premetto che vivo a 1600 in montagna (Alpi Svizzere) e che osservo coi miei occhi tristi fenomeni come l’assottigliamento ed il ritiro dei ghiacciai, o pioggia battente a 2000 m di quota a gennaio (è capitato per due anni consecutivi).
    Che il clima si stia riscaldando è evidente.

    Volevo però chiedervi due cose: proprio perché vivo in montagna, conosco luoghi che in passato erano ricoperti di vegetazione e che oggi sono troppo freddi perché vi cresca qualcosa; certi passi alpini sono oggi ricoperti dai ghiacciai mentre un tempo erano liberi dalle nevi perenni; ci sono in Val d’Aosta alcuni siti archeologici risalenti all’epoca romana, di villaggi stanziali costruiti sopra i 2200 m di quota.
    Il pianeta in passato deve essere stato (durante certe fasi) molto più caldo di quanto non lo sia adesso, ma come facciamo a sapere quale fu il ritmo del suo riscaldamento? Come facciamo a sapere quali erano le tempistiche di una glaciazione o di un surriscaldamento in epoche non dico geologiche, ma anche solo a 1000 anni da noi?
    La seconda cosa che volevo chiedervi era se l’attività solare stia giocando un ruolo importante nell’attuale fase di riscaldamento globale. Avevo letto l’articolo di un noto fisico che sosteneva che l’attività del sole avesse effetti molto più forti e devastanti che non la co2 delle macchine.
    Non riesco però a trovare quell’articolo.

    Non voglio fare polemica, ma mi farebbe piacere sentire il parere di gente che se ne intende.

  4. #4154
    Uragano L'avatar di jack9
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    Predefinito Re: Artico verso l'abisso... eppure lo dicevamo che...

    Citazione Originariamente Scritto da ItWillCome Visualizza Messaggio
    Buongiorno a tutti, ne approfitto per porvi una domanda dato che ne sapete più di me.
    Premetto che vivo a 1600 in montagna (Alpi Svizzere) e che osservo coi miei occhi tristi fenomeni come l’assottigliamento ed il ritiro dei ghiacciai, o pioggia battente a 2000 m di quota a gennaio (è capitato per due anni consecutivi).
    Che il clima si stia riscaldando è evidente.

    Volevo però chiedervi due cose: proprio perché vivo in montagna, conosco luoghi che in passato erano ricoperti di vegetazione e che oggi sono troppo freddi perché vi cresca qualcosa; certi passi alpini sono oggi ricoperti dai ghiacciai mentre un tempo erano liberi dalle nevi perenni; ci sono in Val d’Aosta alcuni siti archeologici risalenti all’epoca romana, di villaggi stanziali costruiti sopra i 2200 m di quota.
    Il pianeta in passato deve essere stato (durante certe fasi) molto più caldo di quanto non lo sia adesso, ma come facciamo a sapere quale fu il ritmo del suo riscaldamento? Come facciamo a sapere quali erano le tempistiche di una glaciazione o di un surriscaldamento in epoche non dico geologiche, ma anche solo a 1000 anni da noi?
    La seconda cosa che volevo chiedervi era se l’attività solare stia giocando un ruolo importante nell’attuale fase di riscaldamento globale. Avevo letto l’articolo di un noto fisico che sosteneva che l’attività del sole avesse effetti molto più forti e devastanti che non la co2 delle macchine.
    Non riesco però a trovare quell’articolo.

    Non voglio fare polemica, ma mi farebbe piacere sentire il parere di gente che se ne intende.
    studi, fatti principalmente sui carotaggi dei ghiacci artici e non, ma anche altro, non di meno le fonti storiche. un piccolo riassunto qui:

    Nei ghiacci due milioni di anni di storia del clima - Focus.it


    Sempre attraverso i carotaggi si riesce a risalire con precisione all'attività solare (isotopi di berillio), e anche qui c'è poco da fare:

    Carote di Ghiaccio: Finestre sul Passato Climatico


    un altro bel riassunto.

    di studi peer reviewed ce ne sono tantissimi, il 99,9% buono arriva alle stesse conclusioni: non ci sono mai state, finché si arriva, concentrazioni così alte di CO2 e non si è mai visto un cambiamento così repentino del clima.
    tu ti riferisci a situazioni mutate in centinaia di anni, qui parliamo di qualche decennio (l'ultimo in particolare è mostruoso).
    Si vis pacem, para bellum.

  5. #4155
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Artico verso l'abisso... eppure lo dicevamo che...

    Citazione Originariamente Scritto da ItWillCome Visualizza Messaggio
    Buongiorno a tutti, ne approfitto per porvi una domanda dato che ne sapete più di me.
    Premetto che vivo a 1600 in montagna (Alpi Svizzere) e che osservo coi miei occhi tristi fenomeni come l’assottigliamento ed il ritiro dei ghiacciai, o pioggia battente a 2000 m di quota a gennaio (è capitato per due anni consecutivi).
    Che il clima si stia riscaldando è evidente.

    Volevo però chiedervi due cose: proprio perché vivo in montagna, conosco luoghi che in passato erano ricoperti di vegetazione e che oggi sono troppo freddi perché vi cresca qualcosa; certi passi alpini sono oggi ricoperti dai ghiacciai mentre un tempo erano liberi dalle nevi perenni; ci sono in Val d’Aosta alcuni siti archeologici risalenti all’epoca romana, di villaggi stanziali costruiti sopra i 2200 m di quota.
    Il pianeta in passato deve essere stato (durante certe fasi) molto più caldo di quanto non lo sia adesso, ma come facciamo a sapere quale fu il ritmo del suo riscaldamento? Come facciamo a sapere quali erano le tempistiche di una glaciazione o di un surriscaldamento in epoche non dico geologiche, ma anche solo a 1000 anni da noi?
    La seconda cosa che volevo chiedervi era se l’attività solare stia giocando un ruolo importante nell’attuale fase di riscaldamento globale. Avevo letto l’articolo di un noto fisico che sosteneva che l’attività del sole avesse effetti molto più forti e devastanti che non la co2 delle macchine.
    Non riesco però a trovare quell’articolo.

    Non voglio fare polemica, ma mi farebbe piacere sentire il parere di gente che se ne intende.
    1) Per la prima domanda, c'è un intero thread sulla paleoclimatologia che potrebbe esserti più che illuminante. Troverai tutto ciò che chiedi.

    2) No, l'attività solare conta nulla nell'attuale fase di riscaldamento. L'opinione di un fisico non conta quanto quella dell'intera comunità scientifica.

  6. #4156
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    Predefinito Artico verso l'abisso... eppure lo dicevamo che...

    Citazione Originariamente Scritto da Claud87 Visualizza Messaggio
    ti risposi già dall’altra parte che il tenore delle tue risposte suggerirebbero di vedere il mondo secondo Jack9 senza pacato confronto e come te ce ne sono molti qua dentro come Marcoan, che partecipano allo sport di bollare gli altri con etichette di cui non si comprende nemmeno la definizione, come appunto il negazionismo, il che è proprio sintomo che la testa è spenta in maniera profonda. Qui non si nega nulla, ma se ne contesta la narrativa e il modo di commentare da continua apocalisse che francamente appesantisce la lettura del forum, oltre al fatto che io ho il diritto di avere qualsiasi idea, se supportata, ragionata e riportata senza offendere nessuno.

    Il modo di esporre le vostre idee, con livore, inviterebbe a far scendere la conversazione ad altri livelli, cosa da evitare per non offendere chi si comporta bene qua dentro e fare figure a cui voi già bene vi prestate.

    Sono capitato per caso nella discussione, ma trovo surreale sentire certi discorsi negazionisti nel 2024 quando abbiamo mille evidenze nella realtà che venivano predette tempo fa.

    Sì, sono discorsi negazionisti perché non si vuole prendere atto di fatti scientifici ampiamente dimostrati da decenni e in alcuni casi pure secoli, ma per motivi puramente ideologici e di convinzioni si gioca, come da bambini, a fare i bastian contrari.

    Apocalisse o meno certamente non è la scienza o la cruda realtà che devono piegarsi alle convizioni personali di chi tenta di andargli contro senza evidentemente mai portare prove perché ogni volta si pretende che debba essere la comunità scientifica a giustificarsi quando in realtà è l’esatto contrario ed è un dato di fatto che decenni di "teorie alternative" sono sempre state smentite.

    È lo stesso meccanismo di chi sabota dal punto di vista politico gli sforzi verso la gestione degli effetti dei cambiamenti climatici, un comportamento pericoloso e socialmente irresponsabile.

    Quando questi saranno direttamente toccati dalle conseguenze di questo degrado climatico in atto, smetteranno di criticare il “mainstream”.
    Ultima modifica di AbeteBianco; 27/10/2024 alle 12:12
    Stazione Davis Vantage Pro 2 -> Osservazioni meteo-climatiche: https://linktr.ee/meteopreonzo

  7. #4157
    Vento fresco L'avatar di alnus
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    Predefinito Re: Artico verso l'abisso... eppure lo dicevamo che...

    Villaggi stanziali sopra i 2200 m in Val d'Aosta possono avere motivazioni molto diverse e di per sè non provano che ci fosse più caldo che adesso.
    C'è anche, sempre a 2200 m, Tor dei Pagà in Valcamonica con motivazioni religiose nella preistoria e militari nel medioevo.
    Invece, oltre a tutti i carotaggi, ecc., c'è anche Ötzi: quella mummia, di 5000 anni, non avrebbe potuto conservarsi nemmeno in una sola estate fuori dal ghiaccio.

  8. #4158
    Vento moderato L'avatar di dude79
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    Predefinito Re: Artico verso l'abisso... eppure lo dicevamo che...

    RAGAZZI ci sono topic apposta per tutta sta confusione che state facendo, torniamo a parlare di Artico qui?

    Grazie

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  9. #4159
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    Predefinito Re: Artico verso l'abisso... eppure lo dicevamo che...

    Panoramica generale sul volume di ghiaccio artico e la sua anomalia
    Il volume del ghiaccio marino artico costituisce un indicatore fondamentale per comprendere l’evoluzione climatica delle regioni polari. A partire dal 1979, gli scienziati hanno monitorato l’andamento del ghiaccio sia attraverso osservazioni dirette sia grazie a modelli numerici avanzati. Uno di questi, il PIOMAS (Pan-Arctic Ice Ocean Modeling and Assimilation System), fornisce stime del volume di ghiaccio che vengono poi confrontate con la media dei decenni precedenti (1979-2023). Il valore anomalo giornaliero si ottiene sottraendo il ciclo medio (ossia la media del periodo 1979-2023 per ogni singolo giorno dell’anno) dal valore stimato il giorno stesso. In tal modo, si elimina l’oscillazione stagionale e si osserva più chiaramente la tendenza di lungo periodo.

    Nel periodo di osservazione, in aprile si rileva in media il valore più alto di volume di ghiaccio (circa 28.000 km³), mentre in settembre si tocca il minimo (intorno a 11.500 km³). Tuttavia, negli ultimi decenni, molte delle misurazioni e delle analisi mostrano come il volume del ghiaccio artico sia progressivamente diminuito, in linea con l’aumento delle temperature globali e con cambiamenti nella circolazione atmosferica e oceanica.

    Aggiornamento annuale: dati sul 2024
    L’anno 2024 si è concluso con un volume di ghiaccio marino artico mediamente stimato intorno a 13.600 km³, collocandosi così al quinto posto tra i valori più bassi mai registrati. Il record assoluto di minor volume annuo rimane ancora saldamente in mano al 2017, quando il ghiaccio artico raggiunse un valore medio di appena 12.800 km³. La tendenza degli ultimi anni indica che diversi periodi si siano susseguiti con dati di volume piuttosto vicini tra loro, riflettendo un contesto di ghiaccio sempre più sottile e soggetto a variazioni repentine, soprattutto durante le stagioni transitorie (primavera e autunno).


    Aggiornamento mensile di dicembre 2024

    • Volume medio di dicembre e confronto con gli anni precedenti
      • Nel mese di dicembre 2024, il volume medio di ghiaccio marino è stato stimato a 11,21×10³ km³, valore che si colloca al secondo posto tra i più bassi mai osservati in questo periodo dell’anno.
      • Rispetto al record negativo di dicembre 2016, quando si raggiunse un minimo di 10,63×10³ km³, dicembre 2024 è superiore di circa 0,58×10³ km³.
      • Il valore registrato è del 51% inferiore al massimo storico rilevato nel 1979 e del 35% al di sotto della media riscontrata tra il 1979 e il 2023.

    • Rapporto con la tendenza di lungo periodo
      • Se si confronta il risultato di dicembre 2024 con la linea di tendenza che va dal 1979 al 2023, si nota che il volume di quest’anno risulta di circa 0,5 deviazioni standard al di sopra di tale trend. In altri termini, nonostante si tratti comunque di un valore molto basso, risulta leggermente “meno grave” di quanto ci si potrebbe aspettare proiettando semplicemente la tendenza negativa a lungo termine.
      • Ciò non significa che la situazione sia in miglioramento; suggerisce piuttosto che, nel breve termine, ci sono lievi oscillazioni tra un anno e l’altro, probabilmente legate a fattori meteorologici o oceanografici stagionali che possono influenzare la formazione e lo spessore del ghiaccio.

    • Tassi di crescita del ghiaccio e spessore
      • Durante il mese di dicembre, il ghiaccio dovrebbe in genere addensarsi e crescere in estensione, grazie al raffreddamento stagionale e alla ridotta insolazione tipica dell’inverno artico. Tuttavia, nel 2024, la velocità di crescita è stata nella fascia bassa della media registrata nell’ultimo decennio.
      • Lo spessore medio del ghiaccio artico si mantiene vicino ai livelli minimi mai riscontrati, a testimonianza del fatto che non solo la superficie di ghiaccio è ridotta, ma anche che la calotta è più sottile rispetto agli anni passati.

    • Mappa delle anomalie di spessore
      • Analizzando le differenze di spessore di dicembre 2024 rispetto alla media del periodo 2011-2023, emerge un quadro piuttosto “piatto”: non si notano discostamenti estremamente marcati nella maggior parte dell’Artico.
      • Si evidenziano tuttavia anomalie negative (cioè ghiaccio più sottile del solito) nella zona costiera che si affaccia sul continente nordamericano, mentre i settori verso l’Asia mostrano lievi anomalie positive (ghiaccio leggermente più spesso della media recente).


    Significato complessivo e prospettive future
    Il quadro che emerge da questi dati conferma come il volume del ghiaccio artico sia estremamente vulnerabile alle variazioni climatiche. Nel lungo periodo, la tendenza alla diminuzione sembra ormai consolidata, come testimoniato dal confronto con la media storica e con gli anni passati che detengono i record di volume minimo. Gli incrementi più lenti del ghiaccio in autunno-inverno e i valori complessivi più bassi rispetto al passato indicano un Artico sempre più “stagionalizzato”, in cui le estati prolungate e più calde erodono maggiormente lo spesso strato di ghiaccio, rendendo più complicata la ripresa invernale.

    Inoltre, la distribuzione spaziale delle anomalie di spessore suggerisce che determinati settori dell’Artico possano risultare particolarmente sensibili alle variazioni meteorologiche e oceaniche. Lungo le coste nordamericane, ad esempio, l’influsso di acque più calde o di venti che favoriscono la dispersione del ghiaccio potrebbe spiegare i valori negativi di spessore.

    Questo insieme di dati e analisi, aggiornato su base mensile, rappresenta uno strumento prezioso per monitorare i cambiamenti del clima polare in tempo quasi reale. Con cadenza regolare (circa ogni mese), le informazioni vengono integrate con nuovi rilievi, osservazioni satellitari e modelli previsionali, consentendo agli scienziati di tracciare l’evoluzione del ghiaccio artico nel contesto del cambiamento climatico globale.

    Conclusioni
    Il mese di dicembre 2024 conferma la marcata fragilità del ghiaccio marino artico, con un volume ai minimi storici e uno spessore spesso inferiore alle medie recenti. Sebbene il valore di dicembre 2024 risulti leggermente al di sopra di quanto previsto dalle stime di trend, non appare sufficiente a invertire la tendenza complessivamente negativa. L’Artico continua a essere un indicatore chiave della salute del clima mondiale e la sua evoluzione richiede un costante monitoraggio per comprendere la portata delle variazioni future e le possibili conseguenze sugli ecosistemi e sulla circolazione atmosferica e oceanica dell’intero pianeta.

    La figura 1 rappresenta un grafico dell’anomalia del volume del ghiaccio marino artico calcolato dal modello PIOMAS (Pan-Arctic Ice Ocean Modeling and Assimilation System). Questa analisi è aggiornata mensilmente e mostra come le variazioni giornaliere del volume del ghiaccio si confrontano con la media calcolata dal 1979 al 2023 per lo stesso giorno dell’anno, consentendo di identificare anomalie nel volume del ghiaccio.
    Descrizione dei componenti principali del grafico:

    • Linea Blu (Trend): La linea blu rappresenta la tendenza del volume del ghiaccio marino artico dal 1979 a oggi. Il grafico mostra un chiaro trend decrescente, indicando che il volume del ghiaccio è in diminuzione nel tempo. Specificamente, la tendenza evidenzia una riduzione media di 2.9 ± 1.0 x 10³ km³ per decennio.
    • Aree ombreggiate (Deviazioni Standard): Le aree ombreggiate attorno alla tendenza mostrano uno e due scarti standard dalla media. Queste aree indicano la variabilità dei dati rispetto alla tendenza e aiutano a visualizzare la consistenza o l’incertezza delle anomalie osservate.
    • Barre di errore: Le barre di errore visualizzate una volta all’anno sul grafico rappresentano l’incertezza associata a ciascuna anomalia mensile. Queste barre di errore sono cruciali per valutare la precisione delle stime del volume del ghiaccio.
    • Asse delle ordinate (Anomalie del volume del ghiaccio): L’asse verticale mostra l’anomalia del volume del ghiaccio in migliaia di km³, dove i valori negativi indicano un volume inferiore alla media del periodo 1979-2023.
    • Asse delle ascisse (Tempo): L’asse orizzontale rappresenta il tempo dal 1979 al presente, con i segni di tacca che indicano il primo giorno di ogni anno.

    Interpretazione: Questo grafico è uno strumento essenziale per monitorare le variazioni a lungo termine nel volume del ghiaccio marino artico. Mostra non solo le fluttuazioni stagionali e annuali, ma anche una tendenza decennale verso una diminuzione complessiva del volume del ghiaccio. Questa tendenza è critica per comprendere le implicazioni del cambiamento climatico sull’Artico e, più ampiamente, sugli ecosistemi globali e i modelli climatici. Le variazioni nell’anomalia del volume possono essere correlate con eventi climatici, come El Niño o la NAO (Oscillazione del Nord Atlantico), oltre a fornire insight sui cambiamenti nella copertura di ghiaccio perenne e la formazione di ghiaccio stagionale.
    La Figura 2 presenta il volume totale del ghiaccio marino artico su base giornaliera come stimato dal modello PIOMAS, visualizzando sia il ciclo annuale medio del volume del ghiaccio sia le variazioni specifiche annue dal 2012 al 2024.
    Descrizione dei componenti principali del grafico:

    • Linea Nera (Volume Medio 1979-2023): La linea nera mostra il ciclo annuale medio del volume del ghiaccio marino artico dal 1979 al 2023. Questa curva rappresenta una media storica che serve come punto di riferimento per confrontare le variazioni interannuali. I punti neri sulla curva indicano il volume medio specifico per ciascun mese.
    • Aree Ombreggiate (Deviazioni Standard): Le aree ombreggiate in grigio rappresentano uno e due scarti standard dal volume medio. Queste aree forniscono una visualizzazione della variabilità attorno al volume medio, indicando quanto le misurazioni annuali si discostano dalla norma storica.
    • Linee Colorate (Volume Annuale dal 2012 al 2024): Ogni linea colorata rappresenta il volume del ghiaccio marino per un anno specifico, dal 2012 al 2024. Queste linee mostrano come il volume del ghiaccio ha fluttuato rispetto alla media nel corso di ciascun anno. Le diverse linee consentono di confrontare direttamente gli anni tra loro per osservare tendenze a lungo termine e variazioni annuali.

    Interpretazione:

    • La curva media storica (1979-2023) mostra un picco di volume tipicamente in marzo-aprile, il che è atteso poiché coincide con il termine dell’inverno artico, seguito da un calo costante fino a raggiungere il punto più basso in settembre-ottobre, che corrisponde alla fine dell’estate artica.
    • Le linee annuali seguono in generale il modello del ciclo medio, ma con notevoli variazioni. Ad esempio, alcuni anni mostrano un picco di volume inferiore rispetto alla media o una diminuzione più rapida durante i mesi estivi.
    • Le variazioni significative da un anno all’altro possono essere influenzate da fattori come temperature atmosferiche e oceaniche, modelli di circolazione atmosferica e oceanica, e fenomeni meteorologici estremi.

    Importanza del Grafico: Questo grafico è cruciale per comprendere la dinamica stagionale del ghiaccio marino artico e per monitorare come risponde a variazioni climatiche su scala annuale. Osservando le tendenze a lungo termine e le fluttuazioni stagionali, gli scienziati possono meglio valutare l’impatto del cambiamento climatico sul volume del ghiaccio artico, che è un indicatore chiave della salute del sistema climatico globale. La visualizzazione delle anomalie e delle variazioni permette anche di prevedere potenziali cambiamenti futuri e di modellare gli impatti ecologici e climatici che ne derivano.

  10. #4160
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    Predefinito Re: Artico verso l'abisso... eppure lo dicevamo che...

    La Figura 3 rappresenta l’evoluzione del volume del ghiaccio marino artico nei mesi di aprile e settembre, dal 1980 fino al presente, come stimato dal modello PIOMAS (Pan-Arctic Ice Ocean Modeling and Assimilation System).
    Descrizione dei componenti principali del grafico:

    • Linee dei Trend (Blu e Rosso):
      • La linea blu rappresenta il volume del ghiaccio marino in aprile di ogni anno, mentre la linea rossa rappresenta il volume in settembre di ogni anno.
      • Queste linee mostrano una chiara tendenza decrescente del volume del ghiaccio nei rispettivi mesi, con le pendenze indicate (-2.5 ± 1.0 x 10³ km³ per decennio per aprile e -3.1 ± 1.0 x 10³ km³ per decennio per settembre).

    • Punti sui Grafici:
      • Ogni punto sulle linee di trend rappresenta la stima del volume del ghiaccio marino per il rispettivo mese in un determinato anno.
      • I punti sono utili per visualizzare le misurazioni annuali specifiche e per osservare come variano da anno ad anno rispetto al trend generale.

    • Barre di Errore:
      • Le barre di errore associate a ciascun punto indicano l’incertezza nelle stime del volume del ghiaccio. Queste barre sono essenziali per comprendere la precisione delle misurazioni e la variabilità interannuale.

    • Linee tratteggiate e aree di confidenza:
      • Le linee tratteggiate che corrono parallele ai trend principali rappresentano le incertezze del trend stesso (±1 scarto standard).
      • Le aree tra queste linee tratteggiate aiutano a visualizzare la gamma di variabilità attesa intorno al trend, evidenziando la consistenza della tendenza di riduzione del volume del ghiaccio.

    Interpretazione:

    • Dinamica Sazonale e Decennale:
      • Aprile rappresenta il picco del volume del ghiaccio post-invernale, mentre settembre si colloca alla fine dell’estate artica, quando il volume del ghiaccio è al suo minimo annuale. La figura mostra che il volume del ghiaccio in settembre ha una decrescita più rapida rispetto ad aprile, il che è coerente con gli effetti combinati del riscaldamento globale e della durata prolungata dei periodi di fusione estiva.

    • Implicazioni Climatiche:
      • La riduzione accelerata del volume del ghiaccio marino, specialmente in settembre, è indicativa dei cambiamenti climatici in corso e ha implicazioni significative per l’albedo (la riflessione della radiazione solare dalla superficie della Terra), i pattern meteorologici e gli ecosistemi artici. La perdita di ghiaccio marino influisce anche sul riscaldamento globale, poiché superfici d’acqua aperte assorbono più calore rispetto al ghiaccio riflettente, accelerando ulteriormente il riscaldamento.

    Conclusione: La visualizzazione di queste tendenze attraverso modelli come il PIOMAS è cruciale per monitorare e comprendere l’evoluzione del sistema climatico artico, offrendo dati fondamentali per la ricerca scientifica e le decisioni politiche relative al cambiamento climatico.
    La Figura 4 mostra un grafico delle anomalie giornaliere del volume del ghiaccio marino artico relative alla media del periodo 1979-2023. Questo grafico è importante per comprendere come le fluttuazioni del volume di ghiaccio varino nel tempo, al di fuori della norma storica, e per valutare l’impatto del cambiamento climatico sul ghiaccio artico.
    Descrizione dei componenti principali del grafico:

    • Linee Colorate:
      • Ogni linea colorata rappresenta l’anomalia del volume di ghiaccio per un anno specifico, dal 2015 al 2024. L’anomalia è calcolata come la differenza tra il volume osservato e il volume medio per ciascun giorno dell’anno nel periodo di riferimento 1979-2023.
      • Il colore e il simbolo associato a ogni linea permettono di distinguere facilmente le variazioni annuali.

    • Asse delle ordinate (Anomalie del Volume):
      • L’asse verticale mostra l’anomalia del volume del ghiaccio in migliaia di km³. I valori negativi indicano che il volume di ghiaccio è inferiore alla media storica, mentre un valore positivo indicherebbe un volume superiore alla media.

    • Asse delle ascisse (Tempo):
      • L’asse orizzontale rappresenta i mesi dell’anno, da gennaio a dicembre, fornendo una visione completa delle variazioni stagionali.

    Interpretazione:

    • Variazioni stagionali e annue:
      • Le curve mostrano chiaramente che le maggiori anomalie negative si verificano nei mesi estivi, da giugno a settembre, evidenziando una riduzione significativa del volume di ghiaccio in questi mesi rispetto alla media storica. Questo è indicativo del processo di fusione estiva accentuato, probabilmente a causa delle temperature più elevate.
      • Durante i mesi invernali, le anomalie tendono ad essere meno negative, il che riflette una certa capacità di recupero del volume di ghiaccio, seppur non sufficiente a raggiungere i livelli storici.

    • Tendenze a lungo termine:
      • Confrontando le curve annuali, si nota una tendenza generale verso anomalie sempre più negative, specialmente negli ultimi anni del grafico. Questo suggerisce che la perdita di ghiaccio marino sta accelerando, un segnale allarmante del cambiamento climatico in corso.

    Importanza del Grafico: Questo tipo di visualizzazione è essenziale per gli scienziati climatici e i decisori politici poiché fornisce evidenze concrete della riduzione del volume di ghiaccio marino artico nel contesto del riscaldamento globale. Le anomalie negative crescenti sottolineano la necessità di azioni urgenti per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e per adattarsi alle sue conseguenze a lungo termine, sia a livello ambientale che socio-economico.
    La Figura 5 visualizza lo spessore medio del ghiaccio marino artico su base giornaliera per una selezione di anni, come calcolato dal modello PIOMAS (Pan-Arctic Ice Ocean Modeling and Assimilation System). Lo spessore medio è determinato includendo solo le aree nel dominio del PIOMAS dove il ghiaccio ha uno spessore superiore a 0.15 metri.
    Descrizione dei componenti principali del grafico:

    • Linee Colorate:
      • Ogni linea colorata rappresenta la media giornaliera dello spessore del ghiaccio per un anno specifico, con anni che vanno dal 1980 al 2024.
      • I colori diversi permettono di distinguere facilmente le variazioni interannuali nello spessore del ghiaccio.

    • Asse delle ordinate (Spessore del Ghiaccio):
      • L’asse verticale misura lo spessore del ghiaccio in metri, consentendo di visualizzare l’ampiezza delle variazioni nello spessore del ghiaccio nel corso dell’anno.

    • Asse delle ascisse (Tempo):
      • L’asse orizzontale mostra i mesi dell’anno, da gennaio a dicembre, illustrando la variazione stagionale dello spessore del ghiaccio.

    Interpretazione:

    • Variazioni stagionali:
      • È evidente dal grafico che lo spessore del ghiaccio aumenta da gennaio fino a un picco in marzo/aprile, seguito da una diminuzione durante i mesi estivi fino a settembre/ottobre, e poi da un nuovo incremento verso la fine dell’anno.
      • Questo ciclo stagionale riflette la dinamica del congelamento e dello scioglimento del ghiaccio artico, con l’aumento dello spessore durante i mesi invernali a causa delle basse temperature e la riduzione durante l’estate a causa dell’aumento delle temperature e dell’irraggiamento solare.

    • Trend di lungo termine:
      • Le linee relative agli anni più recenti tendono a posizionarsi nella parte inferiore del grafico, indicando che lo spessore medio del ghiaccio marino è generalmente diminuito nel corso degli anni.
      • Anni come il 1980 e il 1990 mostrano linee più alte, specialmente nei mesi invernali e primaverili, suggerendo uno spessore maggiore del ghiaccio in passato.

    • Implicazioni per il cambiamento climatico:
      • La tendenza alla diminuzione dello spessore del ghiaccio è coerente con altri indicatori del riscaldamento globale e del cambiamento climatico, che includono l’aumento delle temperature globali e la riduzione della superficie totale del ghiaccio marino.
      • Lo spessore del ghiaccio è un indicatore importante per la stabilità dell’ecosistema artico, influenzando la fauna selvatica, le comunità indigene e i pattern climatici globali.

    Conclusioni: La visualizzazione di queste variazioni annuali e stagionali fornisce una comprensione critica delle dinamiche del ghiaccio marino artico e sottolinea la necessità di monitorare continuamente questi cambiamenti nel contesto delle discussioni sul cambiamento climatico. I dati mostrano una chiara evidenza di una riduzione nel volume e nello spessore del ghiaccio, sottolineando l’urgenza di adottare misure per mitigare gli effetti del riscaldamento globale.
    La Figura 6 rappresenta le anomalie dello spessore del ghiaccio marino artico per dicembre 2024, rispetto alla media del periodo 2011-2023, come calcolate dal modello PIOMAS (Pan-Arctic Ice Ocean Modeling and Assimilation System).
    Descrizione dei componenti principali del grafico:

    • Mappa delle Anomalie di Spessore:
      • La mappa mostra le variazioni di spessore del ghiaccio rispetto alla media calcolata per il periodo 2011-2023. Le anomalie sono visualizzate utilizzando una scala di colori che va dal blu al rosso, dove il blu indica uno spessore inferiore alla media e il rosso uno spessore superiore alla media.

    • Scala dei Colori:
      • La legenda dei colori sul lato destro del grafico quantifica le anomalie in metri. Le anomalie negative, mostrate in blu, indicano dove il ghiaccio è più sottile del normale, mentre le anomalie positive, mostrate in rosso, indicano dove il ghiaccio è più spesso del normale.

    • Dettagli Geografici:
      • La mappa include una rappresentazione schematica delle coste e delle principali isole artiche, facilitando l’identificazione delle regioni geografiche specifiche interessate dalle variazioni di spessore.

    Interpretazione:

    • Variazioni Regionali:
      • Le aree in blu scuro, particolarmente estese lungo le coste della Siberia e nel Mare di Kara, mostrano significative anomalie negative, suggerendo che in queste aree il ghiaccio è notevolmente più sottile rispetto alla norma. Questo può essere dovuto a temperature più elevate, a cambiamenti nelle correnti marine, o a un minore accumulo di ghiaccio durante i mesi precedenti.
      • Le zone in rosso, come quella vicino alla Groenlandia, indicano anomalie positive, dove lo spessore del ghiaccio è maggiore della media. Questo potrebbe riflettere condizioni locali favorevoli alla formazione del ghiaccio, come temperature più fredde o correnti oceaniche che portano acqua più fredda in queste aree.

    • Implicazioni per il Clima e l’Ecosistema:
      • Le anomalie nello spessore del ghiaccio possono avere impatti significativi sull’albedo locale, sulle temperature superficiali e sui pattern meteorologici. Il ghiaccio più sottile potrebbe accelerare il processo di fusione durante i mesi estivi, mentre uno spessore maggiore potrebbe agire da isolante, mantenendo l’area più fredda per periodi più lunghi.
      • Variazioni nello spessore del ghiaccio influenzano anche la fauna marina artica, come i mammiferi marini che dipendono dal ghiaccio per riprodursi e cacciare.

    Conclusioni: La mappa delle anomalie dello spessore del ghiaccio fornisce una visione critica delle condizioni attuali del ghiaccio marino artico, offrendo ai ricercatori e ai decisori dati essenziali per valutare le tendenze del cambiamento climatico e per pianificare adeguatamente le risposte a queste sfide ambientali. Questo tipo di analisi è fondamentale per monitorare l’evoluzione del clima artico e per comprendere meglio come i cambiamenti in una regione possano influenzare il sistema climatico globale.
    La Figura 7 mostra le anomalie dello spessore del ghiaccio marino artico per dicembre 2024, calcolate dal satellite CryoSat-2 (Versione 2.6, AWI), relative alla media del periodo 2011-2023.
    Descrizione dei componenti principali del grafico:

    • Mappa delle Anomalie di Spessore:
      • La mappa visualizza le differenze nello spessore del ghiaccio rispetto alla media del periodo 2011-2023. Le anomalie sono rappresentate tramite una scala di colori che varia dal blu scuro al rosso chiaro, indicando rispettivamente anomalie negative (ghiaccio più sottile della media) e positive (ghiaccio più spesso della media).

    • Scala dei Colori:
      • La legenda a destra del grafico quantifica le anomalie di spessore in metri. I valori vanno da -1.50 metri (blu scuro) a +1.50 metri (rosso chiaro), con gradazioni intermedie che rappresentano intervalli minori di variazione.

    • Dettagli Geografici:
      • La mappa include contorni geografici per facilitare l’identificazione delle regioni artiche, come le coste e le isole principali.

    Interpretazione:

    • Distribuzione Regionale delle Anomalie:
      • Le aree con anomalie negative prevalenti (tonalità di blu), specialmente visibili nelle regioni centrali e occidentali dell’Artico, suggeriscono una riduzione dello spessore del ghiaccio rispetto alla media storica. Questo potrebbe essere attribuito a temperature medie più elevate durante i mesi precedenti o a minor accumulo di ghiaccio stagionale.
      • Le anomalie positive (tonalità di rosso), concentrate soprattutto nelle regioni orientali vicino alla Groenlandia e in alcune zone costiere, indicano uno spessore maggiore del ghiaccio rispetto alla media. Ciò potrebbe derivare da condizioni atmosferiche localmente più fredde o da correnti oceaniche che favoriscono l’accumulo di ghiaccio.

    • Implicazioni per il Clima e l’Ecosistema:
      • Le variazioni di spessore del ghiaccio influenzano direttamente l’albedo della regione, con impatti sul bilancio energetico e sul riscaldamento locale. Ghiaccio più sottile può accelerare il processo di fusione durante i mesi estivi, aumentando l’assorbimento di calore dall’oceano e potenzialmente alterando i modelli climatici regionali e globali.
      • Fluttuazioni nello spessore del ghiaccio possono avere effetti significativi sulla biodiversità artica, influenzando le specie dipendenti dal ghiaccio per la caccia e la riproduzione, come orsi polari e foche.

    Conclusioni: Questa mappa fornisce una rappresentazione visiva essenziale delle tendenze correnti nello spessore del ghiaccio marino artico, offrendo una base di dati cruciale per la ricerca scientifica e la formulazione di politiche. L’analisi di queste anomalie è fondamentale per monitorare gli effetti del cambiamento climatico nell’Artico e per anticipare le sue implicazioni ecologiche e meteorologiche a lungo termine.
    Riassunto delle Spiegazioni sulle Anomalie e Variazioni del Ghiaccio Marino Artico:

    • Anomalie del Volume del Ghiaccio (Figura 1):
      • Mostra un chiaro trend decrescente nel volume del ghiaccio marino artico dal 1979 al presente, con variazioni misurate rispetto alla media del periodo 1979-2023. Le anomalie negative aumentano, suggerendo una riduzione progressiva del volume del ghiaccio.

    • Ciclo Annuale e Variazioni Annuali (Figura 2):
      • Presenta il ciclo annuale del volume del ghiaccio per diversi anni, evidenziando come il picco massimo si verifichi tipicamente in marzo-aprile e il minimo in settembre, con una tendenza complessiva al ribasso negli anni recenti.

    • Confronto Mensile per Aprile e Settembre (Figura 3):
      • Illustra una riduzione significativa del volume del ghiaccio nei mesi di aprile e settembre attraverso decenni, con la tendenza negativa più marcata in settembre.

    • Variazioni Giornaliere delle Anomalie di Volume (Figura 4):
      • Dimostra come le anomalie negative del volume del ghiaccio siano più evidenti e frequenti negli ultimi anni, specialmente nei mesi estivi, riflettendo condizioni di fusione più intense.

    • Variazioni dello Spessore del Ghiaccio (Figura 5):
      • Rappresenta lo spessore medio giornaliero del ghiaccio, mostrando una riduzione generale dello spessore negli anni recenti, con una variabilità stagionale che vede l’aumento in inverno e la diminuzione in estate.

    • Mappa delle Anomalie di Spessore (Figura 6):
      • Mappa geografica che mostra le anomalie di spessore per dicembre 2024, con aree di spessore ridotto evidenziate in blu e aree di spessore aumentato in rosso, indicando variazioni significative rispetto alla media del 2011-2023.

    • Anomalie di Spessore da CryoSat-2 (Figura 7):
      • Fornisce una dettagliata rappresentazione visiva delle anomalie di spessore del ghiaccio marino artico nel dicembre 2024, con i dati del satellite CryoSat-2 che mostrano aree con spessore sia significativamente ridotto sia aumentato rispetto alla norma.

    Queste figure e analisi illustrano una chiara tendenza alla diminuzione sia del volume che dello spessore del ghiaccio marino artico, con implicazioni significative per il clima globale e regionale, l’ecosistema artico, e le dinamiche meteorologiche.






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