Citazione Originariamente Scritto da steph Visualizza Messaggio
Tre parametri, più di altri, sono importanti nel delineare il comportamento estivo del pack artico, in ordine alla possibilità che tenga (fusione limitata) o che continui il trend al ribasso (fusione accentuata):

Ø Su scala pluriennale la ben nota connessione età dei ghiacci-rapporto volume/area(V/A)-spessore;

Ø Su scala interannuale il precondizionamento invernale/primaverile generato dal tipo di circolazione dominante nel precedente inverno dell’emisfero boreale (segnatamente l’indice AOinv) e le anomalie termiche indotte nell’atmosfera artica primaverile (STAprim);

Ø Infine, decisiva è pure la stagione estiva: nella fattispecie risultano importanti dapprima, ad inizio stagione (JJ), la combinazione data da grado di copertura glaciale (GCG) e flusso di radiazione solare incidente DSRF (che possiamo anche inferire dall’OLR: OLR+ significa suoli più caldi e quindi basso GCG e/o molte aree libere da ghiaccio all’interno del pack, ma significa pure cieli più sereni e quindi maggior DSRF). In seguito (JA) è invece più importante il flusso di radiazione nell’IR e quindi il tipo di circolazione dominante e i pattern atmosferici associati (AO, SNAO, pattern meridionali, PNA…), per i motivi già spiegati numerosi post fa.

La combinazione dei primi 2 fattori ci porta a prime parziali conclusioni discordanti: ci sono elementi positivi come l’AOinv solo di poco positivo (+0.26 nella media dei 3 mesi, ma +0.80 a gennaio, il mese con la correlazione più alta con l’estensione glaciale del successivo mese di settembre) e cmq meno positivo degli ultimi 2 inverni e STAprim in generale positive ma non in modo uniforme e non ovunque nel bacino, piuttosto concentrate sulle sponde euro-asiatiche del bacino



bilanciati da elementi negativi come la continua riduzione del rapporto V/A e dello spessore glaciale dato da perdita di ghiacci pluriennali a favore di sottili ghiacci annuali o biannuali.



La conseguenza: un estensione glaciale (E), ad inizio estate, sempre inferiore alla media ma più o meno simile a quella dell’anno scorso e superiore a quella di 2 anni fa, un’area (A) sempre inferiore alla media e superiore a quella degli ultimi critici 2 anni. (vedi precedente post di Sandro).





Dalla differenza fra E e A si ha la superficie libera da ghiaccio all’interno del pack (più è grande la differenza, maggiore saranno le aree libere da ghiaccio), mentre il rapporto A/E esprime il GCG medio all’interno del perimetro glaciale.

La situazione appare già oggi abbastanza precaria: sia i numeri che, ad es. come vedremo dopo, l’anomalia dell’OLR di giugno ci dicono che quest’anno, nonostante quanto detto prima, ci sono parecchie zone già libere da ghiaccio. La situazione appare cmq migliore rispetto al critico 2007 e più o meno simile all’anno scorso. Simile perché, se da un lato ci sono un po’ meno aree libere da ghiaccio, quest’anno i cieli artici sono stati più sereni e meno nuvolosi rispetto al giugno 2008, con un conseguente DSRF più elevato.


Veniamo quindi al terzo parametro: giugno quest’anno, come detto, è stato decisamente meno nuvoloso dell’anno scorso (ma cmq più dell’estremo 2007), con una conseguente OLR positiva associata ad un generale campo di anomalia barica superiore alla media (soprattutto sul comparto euro-americano) alimentato da miti venti meridionali dai mari di Beaufort e di Chuckchi verso il bacino artico.







Cosa dire sul prosieguo? Difficile fare proiezioni, anche perché settembre è ancora lontano e d’altra parte risulta arduo, ad oggi, prevedere che tipo di circolazione emisferica dominerà nei prossimi 2 mesi.
Nell’outlook del CS si era paventata la possibilità che quest’estate potessero emergere diversi periodi connotati da SNAO/AO+, il che tenderebbe, soprattutto ad agosto, a calmierare un’eventuale partenza anticipata della fusione. Tuttavia giugno, finora, ha visto la prevalenza di AO- e le proiezioni sul breve non vedono un drastico mutamento del pattern.




C’è anche da dire che l’inizio del Nino in corso potrebbe anche favorire una persistenza del pattern PNA+, il che si tradurrebbe in maggior propensione ad incursione di aria mite dal settore nordamericano verso l’Artico, stante la predisposizione prettamente meridionale di un simile pattern.

Alla luce di quanto scritto sopra, cmq, ci sono buone possibilità che a settembre dovremo fare i conti con la continuazione del trend che sembrerebbe essersi innescato negli ultimi anni, pur se, al momento, non me la sentirei di pronosticare un tris dell’anomalia estrema verificatasi nel 2007 e nel 2008.

Insomma: l'estate artica 2009 potrebbe anche chiudersi meglio del 2008, anche se forse di poco. Il che lascerebbe contenti un po' tutti: quelli che vedono il bicchiere mezzo pieno (sarebbe il secondo anno di fila con riduzione meno forte rispetto alla precedente), quelli che lo vedono mezzo vuoto (il trend di lungo periodo continuerebbe) e quelli che semplicemente vedrebbero un bicchiere riempito a metà (migliorare dopo l'estremo 2007 e il quasi altrettanto estremo 2008 sarebbe un po' come vincere un campionato a 3 squadre, avendo la squadra nettamente più forte...:D).




Bellissima analisi Stefano, complimenti!
Soprattutto per il fatto che hai messo in luce un aspetto di cui avevamo parlato poco in questa discussione, ovvero l'età dei ghiacci!!