Premessa: rispetto la persona per la carica che ricopre, ma ancora una volta abbiamo a che vedere con un’uscita poco professionale, intrisa di errori. La colpa è solo dei giornalisti che lo intervistano e poi riportano come vogliono? Possibile che vada sempre così?
Vi invito a leggere questo breve articolo uscito sulla Nazione di oggi. A forza di raschiare il fondo, questa volta l’abbiamo bucato. In rosso lo evidenziato gli errori.

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Il climatologo: “Primavera latitante, tra qualche giorno termometri a 30°”
“Siamo in una situazione anomala, ancora di tipo invernale, con perturbazioni continue e tanta energia nell’atmosfera: ecco perché si scatenano temporali e fulmini.(*) E attenti agli sbalzi: fra martedì e mercoledì il termometro dovrebbe schizzare a 30 °C”

Giampiero Maracchi, meteorologo e climatologo del CNR, non si stupisce di fenomeni dirompenti, come quello che si è abbattuto sulla costa toscana. La sua analisi è semplice, quasi banale: tempo pazzo. Infatti, dopo i nubifragi sono in vista, per la prossima settimana, avvisaglie d’estate. Martedì, mercoledì e giovedì dovrebbero essere giornate caldissime, ma non dureranno. Tanto che Maracchi non si sbilancia per il ponte del 2 giugno. Spiega: “Il termometro, dopo essere salito tanto, ridiscenderà. E tutti i toscani continueranno a rischiare raffreddori e bronchiti”.

Perché? Maracchi allarga le braccia e spiega che stiamo vivendo una primavera anomala. Anzi, stiamo attraversando mesi di una stagione che non c’è. Un inverno più mite che, molto probabilmente, si aggancerà direttamente all’estate. Maracchi continua: “Finora ha dominato l’anticiclone siberiano, capace di portare cattivo tempo e provocare disastri. Mentre l’anticiclone delle Azzorre, quello che fa splendere il sole e scalda, quest’anno è in ritardo”.

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(1*): la tanta energia disponibile in atmosfera si costruisce con masse d’aria di natura termodinamica differente che vengono a contatto. E, come sappiamo, questo avviene spesso in primavera ed in autunno che, proprio per questo, sono le stagioni più piovose dell’anno. Una situazione invernale non provoca di certo condizioni atmosferiche simili.