Dopo due anni di vane ricerche sono riuscito a trovare questo libro,e non essendo fotocopiabile perchè antico (digitalizzato 2,50¤ a pag.),ho dovuto attraversare sotto il sole e il caldo per 2 gg,ma con piacere,tutta la via dei fori imperiali,passare ore in biblioteca a Piazza Venezia,ben lontana per me,per ricopiarlo quasi per intero a mano,e di nuovo sul pc,per tenerlo per me e renderne notizia a chi possa interessare..ma la passione m'ha dato la forza
L'autore,Boscovich,incaricato dal Cardinale,ha descritto con precisione i danni al passago di un tornado su Roma,poi l'ha confrontato con altri tornado famosi(detti turbini appunto)e in fine ne descrive le cause.Trasforma cosi' quella che doveva essere una semplice dissertazione in una vera operatta sui turbini di 224 pagine.E' solo un riassunto,se siete appassionati non è troppo lungo
Sopra il Turbine che la notte fra gli XI e i XII di Giugno 1749 devastò una gran parte di Roma
dissertazione del P.Ruggero Giuseppe Boschovich
della confraternita di Gesù
Dedicato a sua eminenza il Signor Cardinale Silvio Valenti
segretario di stato e comerlengo di santa chiesa
in Roma MDCCXLIX
Essendosi parlato tanto per Roma degli effetti meravigliosi cagionati dal turbine ultimamente veduto,sua eminenza,il Cardinal Silvio Valenti,si degno' di comandarmi,che raccolti i fatti piu' significativi,ne dessi al pubblico un ragguaglio e discorressi delle cagioni di un fenomeno da queste parti cosi' raro.Per eseguire un ordine si' venerato,non ho risparmiato fatica alcuna di corpo o contenzione di spirito,affrettandomi,quando mi era possibile,a vedere sulla faccia medesima,dei luoghi piu' danneggiati,le particolarita' piu' rimarcabili e raccorglierne dagli autori esempi di altri turbini somiglianti a questo nostro,e ricavarne i sentimenti loro che riguardano la natura di questi turbini.
Colleggio Romano,6 Luglio 1749
Il Turbine violento che in questi giorni ha tanto sorpresa Roma è un fenomeno quanto raro in queste parti,dove a memoria d'uomini non si era mai piu' veduto,ma se ne incontrano ben spesso degli esempi,ugualmente spaventosi,nelle relazioni dei viaggiatori o fra gli antichi e fra i moderni.
Daro' un idea della forma sotto cui è comparso,della via che ha tenuto,della celerita' con cui è passato,dei danni che ha prodotto,portandomi in persona in quasi tutti i luoghi daneggiati in Roma e nelle sue vicinanze,non inquietandomi mai all'incerto romor popolare,nè delle tante relazioni mandate in giro,che non ho sempre trovato del tutto fatte e distinte.
Accompagnato nel tempo istesso da un temporale di furiosi tuoni e lampi,che consigliavano anche la gente di campagnia e i viandanti a cercarsi un ricovero,da tutti,concordamente,si raccoglie che esso è comaparso sotto la forma di un nuvolone oscuro,lungo e denso,che ogni tanto andava infiammandosi e gettando per ogni parte copiose vampe.Vè gente in Roma,che spaventata,l'ha veduto arrivare ancora lontano in questa forma,e certi mulattieri che si trovavano per la strada,raccontano di un nuvolone molto oscuro,con gran groviglio sotto,che si invorticava con grande rapidita' a quattro o cinque palmi da terra,e poi fino a terra,dal quale uscivano spessi lampi,e lo stesso turbine si accendeva per un tempo alquanto piu' lungo,e la luce rifletteva nelle piu' folte nuvole,facendo variare l'aspetto del fenomeno istesso,con l'aria intorno tutta verde e rossa.Ma non videro altro,essendosi buttati in terra per lo spavento.
Trallaltro,la sua particolarita' del suo frequente infiammarsi e gettar vampe è stata notata da tutti quelli che,pur non affacciati,notavano entrare dalle finestre o dalle fessure di queste,un gran chiarore continuo.Un vigniaiolo di una vigna vicina a Santa Maria Maggiore,mi disse che salto' dal letto con l'arrivo di un rombo lontano,e affacciandosi alla finestra,che guardava dalla parte opposta alla via del turbine,vide una gran luce riverberata dalle fabbriche di rimpetto,che si tramuto' quasi subito in un orribile oscurita'.
Si è sentito inoltre in molti luoghi,un puzzo assai vemente di zolfo.
E' cosa indubbia che si genero' esso in quella notte fra gli XI e i XII del corrente mese di Giugno 1749,e venne ad Ostia,che rispetto a Roma giace prossimamente a Libeccio.Ivi si sa' che ha rovinato dei tetti e delle case,e nel viaggio sino a Roma ha fatto degli altri danni per le campagne.
Giunto a Roma,per una linea sensibilmente dritta,fece il suo ingresso vicinissimo a quel sito,nel quale tra le porte di San Sebastiano e San Paolo fanno esse mura un angolo in dentro,e circondano da quella parte la villa dei Signori Marchesi dei Cavallieri.Usci' da Roma in quell'angolo settentrionale di quel quasi quadrato che sporge in fuori tra le due Porte Pia e San Lorenzo,dove era il vecchio Castro Pretorio,e vi è il nostro Domiziato di S.Andrea.Tra questi due termini ha attraversato una gran parte di Roma meno abitata,per una via sempre sensibilmente dritta.
Incontro' cosi' la villa dei Signori Marchesi dei Cavallieri dalla quale discese nella valle in cui giacciono le rovine della terme Antoniane,passando sopra le stesse.Da la' sali' sul Monte Celio riuscendo dietro alla Navicella e scese giu' per la villa dei Signori Marchesi Cafali,indi' per il giardino del Signor Principe Altieri e dei Signor Mellini,attraverso' la strada che dal Colesseo va a San Giovanni in Laterano,vicinissimo a San Clemente e un poco verso al Colosseo medesimo,passando sopra varie case e giardini.Sali' sull'Esquilino,per le vigne del Signor Gualtieri,del Principe Panfili e per quelle dei padri di San Pietro in Vincoli.Da li sul palazzo del Signor Duca Gaetani,per la Chiesa di San Vito e per le Viperesche.
Li entro' nella grandiosa Villa Negroni,uscendone sulal villa dei Signori Marchesi Rondanini,dietro alla quale passo' per quella dei Signori Quarantotto,della Signora Lattanzi e per tutta la diagonale del suddetto Castro Pretorio.Tutti questi luoghi in Roma sono stati danneggiati dal turbine,mantenendo una linea sensibilmente diagonale,con un piccolo ondeggiamento in qualche luogo.Se si tira uno spago fra i due estremi sulla carta dei luoghi danneggiati fatta dal grande geometra G.B Nolli,questo delinea quasi precisamente tutti i luoghi di Roma danneggiati.
Fuori dalle mura di Roma,il turbine ha fatto danni fino alla villa del Signor Cardinale Alberoni.Oltre questa fin sulla tenuta detta Mergantina e lungo il Teverone fino a Ridicicoli.Dove abbia di preciso terminato la sua corsa non mi è riuscito rinvenirlo,ma probabilmente si è dissolto nei campi da quelle parti.La linea da Ostia a Ridicicoli giace tutta a un dipresso da Libeccio a Greco,declinando alquanto da Greco a Tramontana,ed è lunga piu' di venti miglia.La linea dentro Roma,declina dalla meridiana di circa 35°gradi.
Sull'orario c'è chi dice verso le sei,chi dice che erano passate da molto le sette,ma so' con esattezza che il turbine si presento' presso San Clemente esattamente alle sei e tre quarti.Tutti sono concordi che il suo passaggio duro' pochi momenti,e molti ne sentirono il rumore.
Prima che il turbine giungesse a Roma,si senti' un fiero temporale verso la marina,con spessi lampi e tuooni,e soffiava forte il Libeccio,il quale gia' pochi giorni prima e dopo il turbine,aveva portato temporali assai spaventosi per i gran tuoni e i molti fulmini caduti per Roma,con delle grandini e delle piogge cosi' violente che una notte rimasero allagate molte vie della citta'.Poco prima del suo arrivo cadde una forte pioggia e della grandine,e un momento prima si udi'un suono ronco ma gagliardo.Faceva un fracasso cosi' orribile che pareva sentire un centinaio di carri che scorreva per il pavimento.Crollano per il suo arrivo le case,e dopo il crollo,il turbine,il rumore e uno strano ondeggiamento come di un terremoto.Indi' subito una quite d'aria grandissima,senza soffio di vento.Il rumore che il turbine produceva,fu distintamente avvertito anche da coloro che non l'hanno visto,fino a una distanza di duemillasettcento palmi.Gli effetti nelle case sono stati la distruzione dei tetti,dei camini,dalle porte,alle finestre,ai vetri,e all'interno delle case il rompeere delle porte,delle bussole,lo scomporre dei pavimenti e dei solari e lo svellere e gettare a terra e in aria tutti gli alberi che si trovava davanti nella sua direzione,comprese le viti e le canne..
Dove era piu' vigoroso faceva grandi aperture nei muri,rovinando intere case.Frequente il trasportare di pesi a distanze considerevoli e scagliarli contro le case e le fabbriche.Ho notato che quasi tutti i muri erano crollati verso il turbine stesso,altri nel senso opposto ad esso,e nei muri piu' lunghi,talvolta,il crollare dello stesso per meta'all'interno della villa e per meta' al di fuori di essa.Fuorono molti quelli che in casa si raccomandarono a Dio per la paura del temporale,ma che poi vennero investiti dal turbine.Alcuni di questi vennero ritrovati gravemente feriti sotto le macerie,e un anziano signore peri' il giorno successivo,avendo poco prima rassicurato tutti che era gia' sopravvissuto a un turbien simile in Calabria.Stranamente molte case furono danneggiate molto piu' dentro che fuori,a perirne soprattutto i portoni,le porte e le finestre chiuse,piu' di quelle aperte.Molti alberi erano spezzati al tronco,altri in piedi ma completamente spogliati,di alcuni ne constatai personalmente l'avvitamento del tronco.Le viti erano ridotte in uno stato che a vederle pareva vi fosse passato il fuoco.Dove la fascia di viti era abattuta,su entrambi i lati,mentre continuavano le viti intoccate,erano stati pero' spezzati gli alberi,e gli alberi piu' alti successivamente,quasi a delineare una forza dal cielo,culminante in un centro a terra che ai lati si alzava di quota.
Notai anche un minor danneggiamento,in alcuni casi nullo,delle case successive a grandi ostacoli attraversati dal turbine,come case piu' alte o boschetti di alberi.Un simil stradone venen osservato nei campi di grano che da Ostia arrivano a Roma.Lo stesso stradone lo vidi personalmente in alcune zone di Roma,sul grano e sulle viti.Alcuni tetti erano stati portati a mille palmi,e molti alberi interi lanciati all'interno delle ville vicine.Uno dei grandi pini della Villa Negroni,in faccia alle porte di Termini,al fine del gran viale,rimase in piedi,ma completamente spogliato dei rami.Uno dei suoi rami si impianto'assai lontano e in terra per diversi palmi,tanto che alcuni uomini lo sfilarono a stento,mentre un altro volo' in aria per piu' di 250 palmi,conficcandosi e schiantandosi cosi' violentemente contro il palazzetto del Marchese Rondanini che vi rimase come un dipinto,e ancor'oggi se ne distingue quasi la forma.Nello stesso palazzeto venne ritrovato un pezzo di trave conficcato in un quadro e nel muro. A S.Agnese e Ridicicoli,porto' via una gran quantita' di fieno.Mi portai anche da un cavallo,ormai morto che venne trasportato da una parte all'altra del Tevere.Sembra,che da quando entro' in Roma,la forza del turbine fosse ita sempre crescendo,essendo stato si forte fino a casa Lattanzi,ma ancor piu' forte dopo di questa ed oltre.Non fui certo delle reali dimensioni del turbine,ma fu di almeno 270 palmi e piu',e in alcune zone,secondo fonti e secondo i danni da me osservati,pare che si divise in piu' turbini.
Lo gettar a terra gli alberi piu' grandi,i muri,le case,paion cose che avanzino di gran lunga le forze dei venti piu' furiosi,il distruggere una casa e lasciare intatte quelle a pochi passi al di la' lontane,sembrano arcani superiori alle forze dell'umano intendimento.
Noto infine come questo turbine,che sembra cosi'unico e formidabile,abbia avuto in realta' dei precedenti anche piu' gravi su Roma nel secolo appena trascorso.Ne ritrovai riscontro in un libro,il Diario del Signor Giacinto Gigli,custodito nel Colleggio Romano,che appunta quattro turbini:
il 24 Agosto 1617,il 9 Gennaio 1637,il 4 Dicembre 1645 e il 9 Agosto 1653.
In particolare,quello del 1645,sdradico' alberi secolari,abbattè camini,mura,e case,e furono molte le persone che rimasero uccise o ferite nel crollo dei tetti e delle abitazioni.
Continua il racconto parlando delle trombe di mare(marine)e dei loro racconti negli scritti antichi,della loro formazione ed effetti sull'acqua,sulle navi e sulle coste.Chiamate scioni nell'Adriatico e sifoni o tifoni negli altri mari,dal greco.
Confronta poi il turbine di Roma con altri turbini,altrettanto o ancora piu' forti di questo:
-il terribile turbine toscano del 1456 descritto da Machiavelli,dall'Ammirati e dal Muratori
-Turbine sui Paesi Bassi il giorno di Pasqua del 1606 - P.Malaperzio
-un turbine che colpi' il Friuli e Venezia,nel 1619
-Un turbine che rovino'Verona nel 1686,che partito da Terrazzo percorse quaranta miglia in un ora - Montanari
-I turbini presenti nelle Sacre Scritture di Giobbe
-Turbine in Venezia nel 1708,che provocò la morte di alcuni pescatori - Zendrini-Atti di Lipsia
-potenti Trombe marine in Dalmazia nel 1710 - Thevenoz
-due turbini che colpirono Capeftan,presso Parigi,nel 1727
-forte turbine su Ancona e danni alla Basilica di San Loreto,nell'autunno del 1733
-forte turbine in provenza,il 17 Giugno del 17..
-un potente turbine in Toscana,il 21 Maggio 1748,che provoco' motli danni presso Quaranta,cinque miglia da Arezzo,formato da piu' code,che lanciava oggetti a piu' di un miglio di distanza e feri'molte persone.
Continua parlando degli Uracani d'america(dunque i vasti cicloni tropicali),e descrivendo alcune tempeste sui nostri mari somigliantissime a questii Uracani.Narra cosi' la terribile tempesta di tutto il Tirreno,e dell'Adriatico,ma in maggior modo di Napoli,da una lettera del Petrarca,accennando poi la tempesta di Ovidio,di Lucano,quella di Omeroe e quella di Plinio.
L'ultima parte parla delle probabili cause che scatenano la formazioni dei turbini e degli Uragani,vista dai vari storici o scrittori dell'epoca e piu' antichi.
Malgrado non l'ho potuto riportare tutto per ovvi motivi,e avendo anzi forse gia' esagerato,vi garantisco che è una grandissima opera per essere stata fatta solo nel 1700,quando non si poteva usare nient'altro che la vista e il cervello per spiegare questi fenomeni naturali.
Daniele
Ultima modifica di Daniele_Bianchino_rm; 19/06/2008 alle 13:58
.."Ma una parte di me ascoltava il silenzio di quel bosco,di tutti quegl'esseri nascosti,e pensavo..esiste anche questo intorno a noi,cio' che non verra' mai toccato,nè visto da tutti gli uomini comuni..solo da quelli che vivono davvero..
veramente stupendo, gli avvenimenti meteo passati descritti col linguaggio dell'epoca, sono molto suggestivi e assumono un'aura magica
la cosa migliore sarebbe fare una ricerca negli archivi di stato (io ho lavorato in quello di milano che è un pozzo senza fondo di informazioni, in buona parte inedite)...
ma mi rendo conto che ci vogliono mesi se non anni per trovare le cose che interessano, e bisogna conoscere materie ostiche come l'archivistica e la paleografia
insomma ci vorrebbe un investimento da parte di qualche ente per fare una ricerca su eventi meteo passati
cmq complimenti daniele![]()
Bravissimo Daniele, sei come sempre magnifico.
E che passion che ci metti!
Grazie mille per avercene regalato un pezzo cosi significativo!
Stazione meteo Sacrofano (Roma)http://nuovosalario.altervista.org/C...antage_Pro.htm
Paolo, www.centrometeoitaliano.it
Eccezzionale dany
Tacque,e dato di piglio al gran tridente i nembi raduno',sconvolse l'onde,tutte incito'le raffiche dei venti,e di nuvole empi'la terra ed il mare;e giu'dal Ciel precipito' la Notte!
Omero-Odissea
W il Libeccio!!!
Il mio sogno?Vedere la +32°c ad 850 hpa su Roma.
W il caldo!!!
ricerca e fatica che merita un applauso![]()
And if the cloud bursts Thunder in your ear, You shout and no one seems to hear
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always looking at the sky
Grandioso, un pezzo di storia meteorologica davvero imperdibile...
Gianfranco Bottarelli
Milano Famagosta - Rete MeteoNetwork
Alt. 144 metri s.l.m. (Suolo 112 metri, 32 metri dal suolo) Lat.: 45° 26' 55" N; Long.: 9° 8' 9" E
Il sistema più efficace per rendere inoffensivi i poveri è insegnare loro a imitare i ricchi (Carlos Ruiz Zafòn, L'ombra del vento)
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