La cadenza storica di inverni rigidi e la matematica, giocano a favore per un inverno del “secolo” Venerdì 22 Agosto 2008 22:07
Considerazioni climatiche dell'inverno 2008-09"punto Madrigali





Siamo nella parte terminale di questa estate 2008 che sta scivolando inesorabilmente verso la sua conclusione stagionale, senza molti clamori e in condizioni termiche mediamente nella casistica tipica del trimestre estivo. Una estate che come consuetudine, era decantata
come quelle passate, sempre come il possibile epilogo di un riscaldamento esponenziale delle medie terrestri boreali, con la possibilità in questa stagione in essere, della quasi totale scomparsa del ghiacci artici.Non è molto che ho pubblicato su questo argomento, un articolo con la “strillata” dello scioglimento del pack artico, che era stato pronosticato con evidente intento catastrofista, da alcuni scienziati del National Geographic; una notizia veramente incredibile, che è stata anche commentata da un articolo come sempre esauriente e preciso dal Dr. Franco battaglia su Meteoclima.
Anche in un mio recente articolo ho puntualizzato sulla assurdità di questo allarmismo ingiustificato, reso ancora più palese ed evidente, dalla analisi in tempo reale della situazione del pack artico, confrontato a quello dell’anno passato, indubbiamente ridotto (quello dell’estate 2007) ad un record innegabile negativo di superficie ghiacciata, ma non quello attuale, che in realtà gode di “buona salute” ed in estensione più vasta rispetto ad altre annate passate.Come sempre l’uomo tende a minimizzare sulle leggi climatiche imposte dalla grande circolazione generale dell’atmosfera, ma cosa ancora più assurda, le ignora come se fossero un aspetto marginale e trascurabile, quando in realtà rappresenta la causa-effetto maggioritaria e decisiva per le sorti meteoclimatiche di tutto il Pianeta.



Sono anni che sono impegnato in uno studio e un’analisi dettagliata del Jet Stream e della sua ripercussione meteorologica e climatica, e nel corso del tempo, mi ha dato delle risposte forti e convincenti, riguardo la sua possibile causa primaria per i mutamenti climatici che hanno da sempre interessato la nostra amata “Terra”.Lo studio e il confronto nel corso degli ultimi secoli, delle configurazioni in quota e al suolo che si sono presentate in area Europea, tramite la ricostruzione al computer con l’ausilio anche dei documenti d’epoca e rilevamenti meteoclimatici, mi hanno dato esaurienti conferme e risposte, riguardo l’efficacia della grande circolazione generale dell’atmosfera, nei riguardi dei mutamenti climatici che si sono succeduti da sempre, ma con riferimento di dati importanti, dall’optimum medievale ai giorni nostri.
Una fonte preziosa di dati e mappe configurative ricostruite nel corso degli anni, che come una macchina del tempo, mi ha permesso di compiere una osservazione a ritroso nel tempo e accurata dei fenomeni meteorologici e climatici collegati alla dinamica del flusso troposferico, che saranno visibili anche in TV sull'emittente ROMAUNO in alcuni appuntamenti meteoclimatici.
Il risultato è indubbiamente sorprendente quanto interessante, e mette in luce, per chi ancora avesse dei dubbi, l’efficacia e l’importanza della persistenza di figure bariche chiave in area euromediterranea, come l’alta delle Azzorre, la subtropicale afromediterranea , il vortice Polare e l’anticiclone Russo-Siberiano, per avere situazioni termiche e medie climatiche profondamente diversificate nel corso del tempo, che a seconda della loro azione più o meno invadente in area euroitalica, hanno scandito la variazione meteoclimatica di questi ultimi secoli, confermando l’importanza strategica delle persistenze bariche nel corso di eventi di anomalie termiche del passato.
Ma il fatto sorprendente è anche la consapevolezza di aver riscontrato una cadenza quasi regolare che comanda questi eventi meteorologici e climatici, che si ripetono a cicli regolari nel corso degli anni e dei secoli, come scanditi da una legge matematica perfetta.Analizzando proprio una delle tante cadenze progressive di eventi atmosferici e anomalie climatiche sia verso il caldo che verso il freddo, appare subito evidente una ripercussione a intervalli temporali di inizio secolo, che tendono a ripresentarsi in maniera costante negli anni, delineando una possibile cadenza di eventi similari nel prossimo futuro.


Gli inizi secolo sono stati sempre interessati da inverni “eccezionalmente” rigidi come i gelidi 1408-09, 1509-10, 1607-08, 1708-09, 1812-13, e mesi particolarmente freddi quali nel 1904-05, 1907 e il 1909, confermando una progressione matematica quasi perfetta, che ha visto addirittura, prima di eventi gelidi invernali, situazioni anche opposte di anomalie termiche verso il caldo come in piena PEG, (Piccola era Glaciale) dove al più caldo anno del millennio quale il 1606-07, seguì il più freddo inverno del XVII secolo: il 1607-08.Di conseguenza, alla luce di questa casistica numerica di annate rigide invernali, si apre senza dubbio la prospettiva di un possibile remake imminente di inverno del secolo, che potrebbe presentarsi in uno spazio temporale breve, come nel prossimo trimestre invernale.
Le condizioni configurative che si sono presentate in questo inizio millennio, sono statisticamente favorevoli a questa condizione invernale da record, ragionando come siamo passati dalla calda estate del secolo del 2003, all’inverni successivi attigui freddi e nevosi per alcune zone italiane e i rilievi in genere, dove nella stagione 2004-2005, si infranse il record di innevamento, che regnava dagli anni ’50-’60, in alcune località appenniniche.
La matematica degli eventi gioca quindi decisamente a “favore” per un futuro prossimo inverno, dalle caratteristiche “nordiche” così “intense” da essere destinato a rientrare nell’archivio dei trimestri freddi più rigidi in assoluto di inizio secolo, e indubbiamente il 2008-09 ha le giuste credenziali “numeriche” per entrare nel top dei primati del “gelo”.

Roberto Madrigali
DA:
http://www.meteoclima.net/it15/index...gali&Itemid=54

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