si, la differenza però è che konrad deve pur aver capito che quelle configurazioni ormai non ci sono più e che siamo in un altra epoca climatica, quindi ben venga un Azzoriano sparato verso NE che tanto comunque oltre alla roba Marittima può far scendere anche qualcosa di più tosto ai bassi strati con un pò più di impegno
riguardo quella lista di Inverni gelidi, vengono presi in esame Inverni con mesi all'interno gelidi oppure trimestri freddi nel complesso ?
esempio: il 1708/09 ebbe Gennaio spaventoso ma anche gli altri due mesi furono parecchio freddi ... il 1955/56 ebbe il Febbraio che tutti conosciamo mica tanto distante dal Gennaio 1709 però i restanti due mesi furono davvero parecchio miti !
Verissimo che il maiale alto ha giocato un ruolo non di poco conto negli ultimi anni..ma secondo me più che la tendenza dell'azzorriano ad erigersi verso nord quello che è deleterio è l'azzorriano alto sì ma disteso lungo i paralleli, che comporta una zonalità sparata alle medio-alte latitudini..il flusso mite atlantico arriva in questo modo fino agli Urali impedendo qualsiasi afermazione di un hp termico che così se ne sta ben rintanato in Siberia..un hp oceanco alto ma disteso verso N\NE non deporrebbe certo a un inerno mite sul Mediterraneo.
Infine per quanto riguarda l'AMO non credo che la fase positiva sia deleteria..altrimenti come spiegare le frequenti irruzioni artiche (marittime e continentali che siano) negli inverni degli anni 40-50 e primi anni 60 (poi attorno al 1963 mi pare che sia cambiato il segno..)
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Ho fatto una indagine su parecchie pubblicazioni (circa 300) per vedere se da qualche parte era stata tirata in ballo una qualche ipotesi su possibili periodicità come da articolo Madrigali.
Nulla di nulla.
Questo, suppongo, è il passaggio soggetto a critica: "Gli inizi secolo sono stati sempre interessati da inverni “eccezionalmente” rigidi come i gelidi 1408-09, 1509-10, 1607-08, 1708-09, 1812-13, e mesi particolarmente freddi quali nel 1904-05, 1907 e il 1909, confermando una progressione matematica quasi perfetta, che ha visto addirittura, prima di eventi gelidi invernali, situazioni anche opposte di anomalie termiche verso il caldo come in piena PEG, (Piccola era Glaciale) dove al più caldo anno del millennio quale il 1606-07, seguì il più freddo inverno del XVII secolo: il 1607-08.....".
Questo è un contributo che ho tirato fuori:
fulltext6.pdf
La bibliografia richiamata nel lavoro sembra però promettere qualcosa di meglio.
A questo punto però, salvo novità su questo versante, la discussione può esaurirsi salvo verifica sull'effettivo andamento del prossimo inverno.
Ciao
Vinc
jonioblu
Riprendo brevemente questa discussione per chiarire che la "Teoria Madrigali", così definita da Stefano Caserini, non può considerarsi originale seppur formulata in un contesto molto approssimato e spesso privo di riferimenti bibliografici. Già il climatologo Willett (qui si parla degli anni 60) elaborò con cinquant’anni di anticipo una propria teoria sulle cause di cambiamento climatico, periodico e aperiodico, alle scale più brevi, scomodando la JS ed il vortice circumpolare. In particolare cito un passo tratto dal M. Pinna: "E' opportuno rivolgere l'attenzione al grande vortice circumpolare in quota, che notoriamente rappresenta un tratto costante della circolazione atmosferica alle alte latitudini, unitamente alle aree di alta e bassa pressione che gli sono associate. ......si potrebbero concepire le variazioni climatiche come una successione di fasi di "espansione" del vortice circumpolare, tipiche dei periodi freddi, quanto l'area con regime polare si estende verso Sud, così da portare la fascia dei venti occidentali verso le basse latitudini, e in fase di contrazione con getti vicino ai Poli nelle epoche calde, quando le cappe glaciali si restringono......ecc. ecc." .
Non continuo, il passaggio è più lungo, mi sembra di rileggere nelle teorie Madrigali cose già arcinote.
Detta teoria (Willett), ben documentata in termini di analisi climatica (è stato un grande climatologo) è stata tuttavia accantonata considerando che le oscillazioni del vortice polare seguono quale effetto di altre forzanti e quindi non valutabili in termini di fattore guida nel determinare oscillazioni climatiche, se vogliamo a tutte le scale. Per la scala più ampia possiamo cestinare la teoria Milankovitc? È forse determinata da ciclici avanzamenti/arretramenti del cortice polare stratosferico? difficile pensarlo.
Su questa base appare curiosa la citazione di Stefano Caserini nel suo libro: "A qualcuno piace caldo", Ed. Ambiente, precisamente da pag. 252 a pag. 254 che allego di seguito in pdf, con un titolo perentorio: "A ciascuno la sua teoria" per definire la teoria Madrigali che, a stretto rigore, non può considerarsi originale. Nel passaggio finale si parla già di ".....Polizia Postale già allertata. Cordiali saluti".
Giusto non denigrare nessuno, giusto però ricondurre questi approcci alla loro reale dimensione storica ed ai suoi reali Autori. Con buona pace del giudice “Pincopallino” di turno che ben difficilmente potrà trovarsi un giorno a dirimere cause del genere.
Madrigali.pdf
Saluti
Vinc
Ultima modifica di jonioblu; 26/09/2008 alle 13:26
jonioblu
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