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Comitato Tecnico Scientifico
Guardando oltre...
Un saluto a tutti.
Se fino a qualche giorno fa ero convinto circa la prosecuzione di una situazione di acceso maltempo sull’Italia anche oltre la prima decade di novembre grazie al rinnovarsi di figure depressionarie pronte ad avvicendarsi sulla nosta penisola senza troppi intervalli, la valutazione di alcuni aspetti e di alcuni fattori teleconnettivi mi inducono ora ad una maggiore prudenza.

Comincerei con la valutazione dell’attuale panorama SST che evidenzia in campo Atlantico una notevole anomalìa positiva tra il 40° e il 50° parallelo in prossimità dell’Arcipelago delle Azzorre, mentre le anomalìe, sempre positive di carattere semipermanente dovute alla situazione di AMO+ si sono in questa fase piuttosto ridimensionate.
Nell’Oceano Pacifico si può notare ancora una volta uno spiccato PDO negativo e ancora apprezzabili SSTA negative in zona equatoriale e subequatoriale dovute ai postumi degli effetti ENSO neg. Specie in zona 3. 4. La situazione tele connettiva identificata dalla PNA rimane improntata ad un regime di neutralità e potrebbe tendenzialmente anche tendere a divenire lievemente negativa, visti lo scarso gradiente termico fra le latitudini settentrionali e centrali dell’W Pacifico.

Sempre in merito alle anomalìe negative post Nina, anche la Madden Julian Oscillation ne parrebbe del tutto condizionata con l’inibizione pressoché totale delle fasi 7/8/1.

L’attuale situazione sinottica al suolo e anche quella alle medie quote (attorno ai 500 hpa) evidenzia un vortice polare piuttosto disturbato con tendenza alla formazione di numerosi pattern ondulatori che evidenziano ancora uno scarso coupling tropo-stratosferico ove quest’ultimo a partire dai piani più alti, deve fisiologicamente protendere ad un rinforzo e ad un progressivo compattamento.

Tuttavia i numerosi dubbi interpretativi ancora esistenti circa l’esatta capacità interattiva fra troposfera e stratosfera, ma direi anche fra i piani bassi / medi (100/ 50 hpa) e alti (1/30 hpa) di quest’ultima, mi portano a non volere né sottovalutare ma neppure sovrastimare in termini di intensità e di probabilità la capacità di realizzare, da parte della troposfera, in toto, i disegni della stratosfera, specialmente quando le logiche dettate da indici troposferici non siano convergenti con quelle appunto dell’alta stratosfera.
Al momento tuttavia non darei quindi troppo peso a quello che accade lassù bensì alle forzanti troposferiche.
Bene: continuo ad essere convinto che in tale contesto la forzante circolatoria principale, che ha peraltro giocato, a mio avviso, un ruolo principe nella modifica del tempo che attualmente stiamo vivendo, sia proprio quella in seno alla Madden Julian Oscillation, in grado di catturare le ondulazioni numerose del getto polare che numerose dovrebbero rimanere, visto l’indice AO in considerevole calo.

Tuttavia proprio la Mjo prevista in progressiva attenuazione della sua magnitudo fino ad una probabile fase di quiescenza, potrebbe non favorire a breve una nuova alimentazione del vortice presente nel cuore del mediterraneo che pertanto dovrebbe essere gradualmente riassorbito dalla circolazione delle medie latitudini.
Le considerazioni conclusive richiamano quindi il venir meno di elementi forzanti di connessione fra la circolazione polare e quella delle medie latitudini pertanto potenzialmente divergente dalla prima in cui gli indici oceanici corrispondenti al Pacifico (PNA) e all’Atlantico (NAO) sembrerebbero votati grossomodo alla neutralità e in cui gli elementi maggiormente di rilievo per la circolazione rimarrebbero le SST atlantiche.
Motivo per cui ritengo non remota l’eventualità, una volta conclusasi la fase attiva di maltempo, e quindi intorno al 5/7 di novembre, l’instaurarsi di una circolazione piuttosto debole e a componente prevalentemente anticiclonica, termicamente gradevole, con possibile componente subtropicale.
Non mi sento invece di pronosticarne la durata, dipendente da fattori per l’appunto variabili come quelli sopra citati, fermo restando che, in caso di perdurante indice AO molto negativo, col mutamento di altre componenti (in primis la Mjo ) il quadro ne potrebbe risultare drasticamente e repentinamente stravolto in chiave invernale. 
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