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Comitato Tecnico Scientifico
Buona la seconda!!
Bene, nel caos modellistico e stratosferico più assoluto, proviamo a tracciare almeno le linee fondamentali di un percorso evolutivo assai incerto e incentrato sull'influenza più o meno rilevante che il caos stratosferico potrà avere nella troposfera e con quali tempistiche.
Premetto che l'indecisione dei modelli a questo punto non credo sia causuale e non credo neppure, a dire il vero, che di indecisione vera e propria possa parlarsi semmai è la nostra percezione degli avvenimenti e della loro rilevanza a crearci delle spasmodiche aspettative che rischiano di venir solo in parte disattese.
Si solo in parte in quanto credo che, seguendo le grandi linee dei GM e quelle già più viste sulle carte stratosferiche si possano operare almeno un paio di osservazioni, la prima attinente il coupling strato/tropo e la seconda relativa alle tempistiche di propagazione.
Cominciando dalla prima personalmente credo che il forte riscaldamento stratosferico avutosi e che si avrà indisturbato fino ai 70 hpa subirà, giungendo ai piano inferiori e poi in troposfera, una graduale attenuazione ma soprattutto verrà rilasciato in troposfera in maniera molto più graduale andando pertanto ad agire già nei piani bassi della stratosfera come un quasi split in cui tuttavia il collante delle isoipse alle medie latitudini tarderà e faticherà a rompersi.
Ecco pertanto che il primo grosso sforzo del SWM servirà per vincere questi moti zonalizzanti non realizzando pertanto compiutamente una completa separazione dei lobi del vp e rendendo impervi i moti antizonali tanto attesi.
Tuttavia questa fase intanto indebolirà progressivamente i moti zonali dei nuclei del vp (ma non ancora del tutto quelli alle medie latitudini) che tenderanno a rallentare progressivamente e a ondularsi, rendendo così possibile la prima interazione continentale sull'Europa centro settentrionale grazie ad una graduale azione retrograda dell'anticiclone russo in progressione verso la Scandinavia.
Si va a creare pertanto una sinottica atipica in Scand +, resa possibile sempre grazie al noto dipolo atlantico delle SSTA e quindi un periodo assai interessante per l'Italia interessata da un primo raffreddamento di matrice continentale.
Tutto questo avverrà probabilmente già da metà della settimana in arrivo e con una durata grossomodo di una settimana circa quando una depressione atlantica sganciatasi dal nucleo polare canadese verrà agganciata dalle westerlies ancora attive alle medie latitudini.
Si tratterà di una depressione barotropica che tuttavia potrebbe forzare il debole ponte altopressorio azzorriano scandinavo e creare così un intervallo contraddistinto da correnti occidentali e della durata di 4/5 giorni.
Premetto che non mi soffermo in questa disamina circa la fenomenologia che potrà caratterizzare il periodo preso in esame.
(to be continued
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