
Originariamente Scritto da
Tex
Bisogna partire da un fatto indiscutibile: le eq. atmosferiche sono talmente complicate da non garantire
un risultato analitico certo. Se partiamo da ciò entriamo nell'ottica scientifica di chi sa che l'errore
deve essere contemplato e,casomai, aggirato con l'esperienza nella lettura delle mappe.
Altrimenti, come ho già scritto, anche un bambino di 8 anni sarebbe in grado di fare una previsione
guardando i colori delle mappe (aggiungo che una previsione è costituita dallo studio di altri parametri che non sono unicamente quelli di una carta
gfs,
jma,
ukmo etc).
Per cercare di ovviare al problema risolutivo delle eq, non lineari che governano l'atmosfera, si cerca
di attuare il sistema delle X incognite, attraverso (ad es.) il metodo delle differenze finite di Taylor, etc etc.
In base a ciò si colloca sullo spazio geografico una griglia dati in cui vengono "posizionate" le variabili.
Queste collocazioni però spesso non coincidono con i punti di osservazione meteorologica (palloni sonda)
e perciò si introducono dei valori che aumentano l'errore. Si evince che un problema è quello della necessità di più osservazioni, anche se ciò non risolverebbe la questione, sia chiaro.
Si parte da 6 variabili in gioco: il vento(con le sue componenti cartesiane x,y,z...dovete immaginare la particella che si sposta nelle 3 direzioni..), la T, la P e l'umidità. Fanno 6 variabili di partenza.
Poi però queste 6 variabili vanno contestualizzate con l'ambiente,etc...quindi, ad es., la T va relazionata
alla variazione verticale, al contesto stagionale radiativo, all'interazione con azioni antropiche,alla presenza di nubi, al terreno, all'orografia,etc...
Quindi abbiamo un groviglio di dati che il calcolatore analizza...ma con difficoltà!
E finiamo, ma sarebbe lunga ancora, per arrivare a quello che ha detto Matteo, ovvero che i modelli vedono il territorio con dei limiti.
Il modello MRF impiega circa 170/180 armoniche nel calcolo ad 84 ore ed analizza circa 65 variabili.
Arriva fino a 384 ore ma le armoniche scendono a circa 60. Il passo di griglia va da circa 80km delle 84 ore a circa 200km delle 380 ore. Si perde molto dettaglio e le catene montuose vengono appiattite; per questo motivo, ad esempio, il freddo in arrivo da est (aria più pesante e pellicolare) viene facilmente vista a 300 o
200 ore nel cuore dell'Italia, salvo poi aggiustare il tiro mano a mano che ci si avvicina in termini temporali, poichè cresce la risoluzione del modello e la quantificazione della forza di attrito (è solo una variabile) della catena dei Carpazi o delle Alpi Dinariche.
Ecco perchè il previsore deve valutare, non soltanto guardare.
Aggiungiamo che l'atmosfera si "avvale" di un'altra legge fisica, quella dell'effetto farfalla.
L'effetto farfalla viene utilizzato anche nella spiegazione della teoria del caos...e l'atmosfera rientra al 100% in una condizione di caos.
Questo effetto spiega come da una condizione iniziale si possano successivamente generare una serie di
effetti " a catena" che producono grandi variazioni con il passare del tempo.
Questo significa che pur migliorando il numero dei palloni sonda per le rilevazioni, o aumentando le
capacità dei calcolatori, sarà ben difficile governare con precisione la prevedibilità di un fronte meteorologico.
Qualcosa in più si fa su scale piccole (di dettaglio) e su brevi lassi temporali.
Spero di aver chiarito un pò di più...

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