
Originariamente Scritto da
burian br
Se si ammette che oggi a parità di configurazione fa più caldo in quota di 1° perchè 50 anni fa dalle zone da cui veniva quella massa d'aria calda le medie termiche in quota erano 1° più basse, per esempio, allora dobbiamo ammettere che quando ci giungono le ondate di freddo, dato che esse vengono dal Polo che si è scaldato di 2/4°, oggi abbiamo valori a 850 hPa 2/4° più alte rispetto a quanto sarebbe successo 50 anni fa. Per farmi capire: prima a 850 hPa sulle Azzorre la media era 5° (sparo un numero a caso). Oggi è 6°. Per cui, se arriva aria calda da lì, si presuppone che a parità di configurazione mi arriverebbe aria più calda di 1°. Ma allora, se consideriamo il Polo, a 850 hPa facciamo c'era 50 anni fa la -20°. Oggi c'è una -15°. Per cui, se arrivasse aria fredda dal Polo, arriverebbe aria 5° più calda. Per cui anzichè la -8 dovremmo vedere la -3°? Questo discorso dimostra, a mio parere, che a parità di configurazione non sono così sicuro che ieri sarebbe arrivato più freddo, o che oggi arrivi necessariamente più caldo. Non sul singolo episodio.
Io parlo delle temperature in quota, al suolo è diverso. Ho mosso il tutto dal fatto che mi sembra di aver capito che sia opinione condivisa (e volevo comprenderne i motivi) che se ieri con questa configurazione sarebbe arrivata la +6, oggi arriva la +8. Ho quindi chiesto se, al contrario, visto che il riscaldamento al polo è maggiore, a parità di configurazione arriverebbe oggi la -5 anzichè la -8, e quindi se eventi come quelli di Maggio 2019 o Gennaio 2017, posti circa 70 anni fa, sarebbe stati di conseguenza sicuramente più intensi (in quota, ripeto).

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