Questa domanda, che mi era stata posta dieci giorni fa, è il primum movens di questa discussione. Se @Gianni78ba non mi avesse posto quella domanda probabilmente non avrei fatto ciò che ho fatto nè avrei esposto i risultati eclatanti che ora leggerete.
Risposi in questo modo:
Come avevo promesso, ad ondata finita mi sono messo d'impegno e ho riflettuto per un paio di giorni su come poter stimare la probabilità che si potesse verificare un'ondata di calore quale quella vissuta, fermo restando che quanto avevo detto resta sacrosanto: è difficile se non impossibile calcolare la probabilità in un contesto in rapido mutamento, perchè quello stesso evento vissuto modifica irreversibilmente i parametri precedenti allargando la platea di possibili scenari. E' come se lanciando una moneta, improvvisamente questa cadesse sul bordo restando in piedi, cosa che non si è mai vista prima. Era possibile, certo, ma quando si calcola la probabilità non si prende in considerazione questo scenario: lo si ritiene trascurabile al limite dell'impossibile.
Pur non potendo calcolare la probabilità esatta, posso approssimare, ovverossia calcolare la probabilità che un dato evento si verificasse in un dato contesto storico. Questa premessa, come si vedrà, è fondamentale.
La mia analisi però non si arresterà a questo.
Ho ribattezzato fin dall'inizio quest'ondata come "la più forte da quando la nostra specie (Homo Sapiens) ha messo piede sul Sud Italia": sono appassionato di paleoclimatologia, dunque quando ho lanciato quest'affermazione ero drammaticamente serio. Ho voluto dunque provare a verificare se quest'affermazione potesse corrispondere al vero: la mia analisi andrà dunque anche a valutare la probabilità che una simile ondata di calore potesse essersi verificata (ed eventualmente, quante volte) negli ultimi 10mila anni (Olocene), gli unici in cui ciò sarebbe stato possibile dal Penultimo Interglaciale (Eemiano) considerando che tra 115mila e 10mila anni fa c'è stata l'ultima glaciazione (Glaciazione wurmiana), in cui era assolutamente impossibile che una simile ondata si realizzasse.
Inizialmente avevo pensato ad una pubblicazione unica, ma ho deciso di farla in più puntate.
Un'ulteriore sezione la pubblicherò nel thread delle anomalie in stanza nazionale, in cui mi concentrerò ad eseguire una ricerca analoga (tralasciando però l'aspetto paleoclimatologico) per il suolo, per i dati di Brindisi Aeroporto.
In questo thread, invece, prenderò in esame i dati atmosferici, che con il loro ampio respiro essendo rilevati in libera atmosfera sono scevri dai microclimi che vigono al suolo e in virtù di ciò possono essere adoperati per valutare l'impatto dell'ondata non soltanto su una singola realtà geografica, ma su un macrosettore quale quello dell'Italia meridionale. Certo, si tratterà pur sempre dei dati della verticale di Brindisi, ma per le loro caratteristiche rappresenteranno un campione adeguato per rappresentare tutto il Sud.
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