Intanto venerdì copre diversi. Si apre un periodo interessante.. Non so onestamente quali a volte siano i parametri usati da vari amici utenti per esprimere apprezzamento.. Però per carità. Mi sa che ci siam fatti davvero la bocca troppo buona boh..auguro il meglio possibile
28/01/2025: ore 12.14, +19,9 di scirocco.
Il GW è una cagata pazzesca!!!!!!
Dama ritorna presto. Ti aspetto.
Sono sul piazzale dell'azienda che attendo un camion.. Quasi +8 ma il maestro punge quando tira bene.. Bello
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spaghettame ancora non malaccio, gfs06 caldofilo e occidentalofilo
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"...Lasciamo perdere poi il 1985, chi non c'era non può capire: la neve la mattina dell'8 coi i primi fiocchi a -16°C, il cielo buio con i lampioni accesi anche di giorno, le uova crepate nel pollaio, gli schiocchi dei tronchi delle piante da frutto che scoppiavano, etc. etc." Gigiometeo
PP 28gen2015.jpg
Alla fine, ma era già ben chiaro da molto prima, questa rinfrescata ha fatto fatica a riportare le temperature su valori meno sopra media, ieri la giornata più fredda (+0.75°C sulla 61-90) e in Pianura Padana continuano le massime parecchi gradi sopra media. Queste le medie 61-90 delle massime in Emilia Romagna (quindi più alte di quelle per questo periodo poichè siamo nel mese più freddo del trimestre)
Fig022a_Tmax_Seasonal_Mean_Mean_DJF_6190.jpg
E se avessimo passato una sorta di "soglia limite" per cui (causa aumento termico e cambio della circolazione?) diventa molto più complesso avere inversioni? Il calo delle nebbie è già in atto da molto prima, ma forse stiamo giungendo ad un punto critico proprio in questi anniAltro esempio: gli "uragani" notturni che impediscono di avere minime negative (anche sotto ondata fredda) come succedeva con discreta facilità fino a 3 anni fa sono causati da un mare eccezionalmente più caldo? Forse è collegato al fatto che dal 2012 è iniziata una serie di autunni (in particolare il mese di novembre) eccezionalmente caldi?
I tempi sono ancora brevi per dire se si tratti di un cambio climatico e non solo meteorologico che sparirà a breve, ma il salto che ho notato, specie qui nelle minime, è veramente netto e giudicando i dati di giorgio, mai avvenuto prima. Personalmente trovo molto intrigante questa possibilità.
Estremi odierni +2.1°C/+8.6°C una normale giornata di inizio febbraio.
Massima: +38,7°C 23/7/2009 e 8/8/2013
Minima: -8,3°C 21/12/2009
Neve: 2008=1.0cm 2009=6.5cm 2010=74.0cm 2011=1.5cm 2012=78.0cm 2013=19.5cm 2014=5.0cm 2015=0.0cm 2016=0.0cm
http://climarimini.altervista.org/index.html
ottimi spunti Michele (a corroborare i giusti pensieri non inversionali di Teho)![]()
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Tocca che distinguete se parlate di neve con accumulo o senza...attualmente l'accumulo salvo pianure interne lo vedo molto difficile su quasi tutte le zone...
Riguardo alla neve che cade dal cielo credo quella sia possibile fino alle coste in più di un'occasione![]()
già ce n è un tot, son curioso fra 2-3 gg
sprazzi italici del gennaio 2005.. un mese che per la neve è stato importante anche per la costa
Dalle cronache di MeteoLive.it curate da Emanuele Latini Sta per concludersi un episodio atmosferico che in sede meteorologica passerà di certo alla storia per le modalità con cui si è manifestato su molte regioni italiane. Una circolazione depressionaria è stata capace di sfornare minimi barici per sei giorni consecutivi sul Mar Tirreno, garantendo un costante richiamo di aria fredda (ma non gelida) da nord-est su gran parte dello Stivale, e per conseguenza nevicate fino a bassa quota laddove l'orografia del territorio ha favorito questo tipo di fenomenologia. Ovviamente, come sempre accade in questi casi, lo stau appenninico ha fatto il resto, amplificando il volume delle precipitazioni e determinando accumuli importanti anche a quote prossime alla pianura. Per logica conseguenza, l'altra faccia della medaglia è stata l'assenza di copiose nevicate laddove le aree geografiche sono risultate al riparo, vale a dire alcuni versanti tirrenici di Toscana e Lazio. Ma attenzione: abbiamo detto alcuni, non tutti. E già, perché anche la risposta del Mar Tirreno non si è fatta attendere, e grazie a quei minimi secondari di cui si parlava in apertura, le imbiancate sono arrivate anche per l'Antiappennino Toscano e Laziale, con la Val di Chiana, l'Amiata, i Monti della Tolfa e i Colli Albani a farla da padroni, merito di accumuli nevosi che sovente hanno superato i 25cm. Roma, Firenze e molte località costiere hanno visto più di una sfiocchettata, in qualche caso anche una spolverata al suolo, ma nulla di più, penalizzate non tanto da una temperatura eccessivamente elevata (inizialmente provocata dal richiamo di correnti sud-occidentali), quanto dalla carenza di precipitazioni nevose di rilievo, in grado cioè di garantire un accumulo al suolo. Rimanendo a parlare di Tirreno, diversa è la situazione che si è avuta dalla Campania in giù: qui più diretta è stata l'azione della circolazione depressionaria, e così la neve è riuscita a penetrare maggiormente nell'entroterra, inghiottendo nella sua gelida morsa l'Irpinia, il Cilento e i Monti Lattari. Eloquente in tal senso è l'esempio dei noti fatti che hanno investito l'autostrada A3, la "Salerno-ReggioCalabria": in tivù abbiamo avuto una chiara idea di che situazione si fosse venuta a determinare a pochi chilometri dal Golfo di Policastro... In montagna, poi, l'accumulo ha sfiorato i due metri di spessore a poco più di 1000 metri di altitudine! Sulla Calabria, immancabile è stato il coinvolgimento di Sila e Pollino. Indicativi in questo senso sono stati gli accumuli di Camigliatello Silano (120 cm), con punte di oltre 300 cm sulle vette più alte (Monte Scuro, Monte Curcio, Monte Botte Donato). Ad ogni modo, sul Meridione le temperature non hanno toccato minimi storici, e dunque solo raramente la neve ha guadagnato le coste, attestandosi quasi sempre su quote collinari. L'eccezione è arrivata dal Basso Adriatico, dove più diretta è stata l'azione delle correnti fredde, che hanno portato la neve a Foggia, sulle Murge e sul Salento. Anche su Sicilia e Sardegna è caduta tanta neve: sulle piste da sci del Gennargentu (Bruncu Spina) si misurano fino a 120cm, mentre sulle Madonìe il manto bianco ha raggiunto i due metri di spessore (Piano Battaglia)! Ma i veri record spettano, come da copione, all'Adriatico: neve fin sulle coste dalla Romagna alla Puglia, accumuli importanti dalle spiagge di Rimini a quelle di Pescara. In collina, specie su Marche e Abruzzo, si sono raggiunti accumuli nivometrici che in molti casi hanno superato i valori storici del 1996 e addirittura del 1985. Importanti i 35 cm di Recanati, comunque imparagonabili agli 80 di Macerata, a soli 315 metri sul livello del mare. Situazione difficile anche sul settore pedemontano abruzzese, dove gli accumuli hanno toccato il metro a 600 metri di altitudune! La neve ha interessato copiosamente anche il versante emiliano dell'Appennino Settentrionale, con accumuli di oltre mezzo metro sui settori Modenese, Bolognese e Reggiano. Ma la zona più duramente colpita dalla neve è stata indubbiamente quella delle Marche. Sui settori romagnolo, pesarese e urbinate, dove il vento ha contribuito a creare accumuli spaventosi, lo spessore nivometrico medio oscilla tra i 100 cm della collina e i 200 cm della montagna. Sul Carpegna ci sono tre metri di neve! Urbino, Sassoferrato, Gubbio, Gualdo Tadino, Fabriano e tutto il Montefeltro sono risultati particolarmente colpiti. Nel Maceratese 165 cm di neve a Bolognola, con situazione difficile a Camerino, Cingoli e Sarnano. Nell'Ascolano accumuli-record sul versante orientale dei Monti Sibillini, dove il vento ha contribuito a modellare un paesaggio d'altri tempi: Montemonaco, Montegallo e Arquata del Tronto stanno vivendo una situazione ai limiti della praticabilità; in montagna sono caduti oltre due metri di neve! A 2000 metri si stimano accumuli di 4 metri! Ne consegue un forte rischio di valanghe, specie laddove i pendii montuosi esaltano questo tipo di fenomeno. Proprio in questo senso, la situazione resta particolarmente delicata a Foce di Montemonaco; ma su tutta la dorsale appenninica il pericolo rimane ancorato quanto meno al grado 3 (marcato). In Abruzzo maggiormente interessati da fenomeni i versanti orientali di Gran Sasso e Maiella, con accumuli importanti a Passo Lanciano (150 cm a 1300 metri ca.), alla Maielletta (200cm a 1650 metri ca.) e con oltre 100cm sulle colline del Chietino e del Pescarese. Ottimo l'innevamento anche della Val di Sangro, della Val Peligna e del Parco d'Abruzzo, con circa 200cm di neve a quote prossime ai 1500 metri. In Molise accumuli di oltre due metri hanno interessato Capracotta e le montagne di Campitello Matese, mentre si stimano accumuli-record anche per i Monti Frentani e per il Subappennino Dauno, in Puglia. Emerge dunque in tutta la sua prorompente verità un quadro sintentico e al tempo stesso definito di un episodio di maltempo che rimarrà a lungo negli annali della meteorologia. Merito di una circolazione autorigenerante e persistente, di un buon serbatoio freddo mantenuto a lungo a disposizione, e di uno stau sempre efficace e puntuale nella sua cinica concretezza. Con una punta di orgoglio, ci piace sottolineare che la nostra soddisfazione non nasce solo dall'osservazione di un fenomeno per molti versi affascinante, quanto dalla verifica di una previsione "vecchia" di undici giorni, che ha trovato conferma nei fatti. (Meno male...)
Autore : Emanuele Latini
ED ORA GIGIO:
Gennaio 2005: dati termici e pluviometrici
-Temperature minime medie mese di gennaio-
Conselice -2.7 (-1.6)
Alfonsine -2.6 (-1.5)
Lugo -1.6 (-1.3)
Faenza -1.7 (-0.3)
Ravenna -1.5 (-0.4)
Cervia -0.8 (-0.7)
Forlì -1.2 (0.9)
Cesena -1.7 (-0.3)
Rimini 0.1 (1.3)
Tra parentesi i valori medi climatologici (periodo 1960-1989)
Il profilo termico mensile mostra i valori piuttosto bassi su tutto il territorio, segnatamente sul ravennate nordoccidentale, influenzati dall'effetto di forti abbassamenti termici notturni di tipo radiativo favoriti da frequenti condizioni di cielo sereno o poco nuvoloso e calme anemologiche nelle prime due decadi, mentre nella 3a l'afflusso di masse d'aria artica dal Nordeuropa ha indotto bassi valori per effetto avvettivo. Afflussi di aria fredda dai quadranti settentrionali hanno inoltre reso sovente l'aria piuttosto secca, fattore determinate nella genesi di ulteriori cali termici notturni.
Valori meno bassi su fascia costiera, segnatamente su quella centromeridionale, per l'azione mitigatrice dell'alto Adriatico, nonchè per maggiore ventilazione nordorientale, specie nella 3a decade del mese.
Ne conseguono anomalie negative significative su tutto il territorio, oscillanti tra 1.0°C e 1.4°C, eccezion fatta per l'area cervese e la località di Lugo, in cui l'anomalia negativa non supera i 0.3°C, e quella forlivese, con anomalia negativa di 2.1°C.
-Temperature minime assolute-
Conselice -8.4 (31)
Alfonsine -8.9 (31)
Lugo -8.3 (31)
Faenza -7.0 (31)
Ravenna -9.5 (30)
Cervia -6.3 (31)
Forlì -9.2 (31)
Cesena -10.1 (31)
Rimini -4.0 (18)
Tra parentesi la data di osservazione
La giornata con valori minimi più bassi risulta essere quella del 31 su tutto il territorio eccezion fatta per le località di Rimini e Ravenna, con gelate diffuse di tipo radiativo successive ad irruzione fredda di tipo artico marittimo. Spiccano valori inferiori a -8°C su lughese ed inferiori a -9°C su comprensorio ravennate e forlivese, mentre la località di Cesena supera di poco i -10°C.
-Temperature massime medie mese di gennaio-
Conselice 5.9 (5.3)
Alfonsine 6.3 (5.2)
Lugo 6.5 (5.5)
Faenza 6.7 (5.8)
Ravenna 6.8 (5.4)
Cervia 6.2 (5.5)
Forlì 6.6 (5.5)
Cesena 7.1 (6.0)
Rimini 6.8 (6.5)
Tra parentesi i valori climatologici (periodo 1960-1989)
Il profilo territoriale relativo alla media delle massime mostra generali anomalie positive a causa delle frequenti condizioni di buon soleggiamento occorse essenzialmente nelle prime due decadi del mese. Tali anomalie si collocano tra 0.6°C della pianura interna e 1.4°C della costa centrosettentrionale ed area pedecollinare, influenzate da un paio di episodi di fohn appenninico.
-Temperature massime assolute-
Conselice 11.9 (5)
Alfonsine 13.4 (5)
Lugo 12.6 (5)
Faenza 15.3 (21)
Ravenna 14.2 (5)
Cervia 13.1 (5)
Forlì 16.3 (21)
Cesena 16.3 (21)
Rimini 14.9 (4)
Tra parentesi il giorno di osservazione.
In concomitanza a venti prefrontali di fohn appenninico, i valori massimi assoluti sono occorsi il giorno 21 su tutto il settore appenninico e pedeappenninico, compresi tra 15.3 e 16.3°C, con picchi più significativi in corrispondenza della pianura pedecollinare. Altrove valori posizionati tra 12°C e 15°C ad inizio mese (giorni 4 e 5) in concomitanza a flussi nordoccidentali molto secchi.
-Temperature medie mese di gennaio-
Conselice 1.6 (1.9)
Alfonsine 1.8 (1.9)
Lugo 2.5 (2.1)
Faenza 2.5 (2.8)
Ravenna 2.7 (2.5)
Cervia 3.0 (2.4)
Forlì 2.7 (3.2)
Cesena 2.7 (2.9)
Rimini 3.5 (3.9)
Tra parentesi i valori medi climatologici (periodo 1960-1989).
Il computo dei valori termici medi del mese in esame mostra anomalie negative sul comparto ravennate nordoccidentale (-0.3/-0.1°C per effetto dei bassi valori di temperatura minima) nonchè faentino, forlivese e cesenate (-0.5°/-0.2°C). Lievi anomalie positive, dovute alla maggiore incidenza di valori massimi superiori alla norma, si osservano nella località di Lugo e su costa ravennate centrosettentrionale (+0.2/+0.6°C). Ne consegue un mese in generale leggermente più freddo della norma seppure con le dovute diversificazioni a piccola scala. A causa di valori minimi notturni decisamente sottonorma, spettano alla pianura interna ravennate i valori medi più bassi ed inferiori a 2.0°C. Su fascia costiera centromeridionale si notano i valori più elevati e compresi tra 3.0 e 3.5°C.
-Precipitazioni gennaio 2005 in mm-
Conselice 11.4 (51.2)
Alfonsine 14.6 (48.3)
Lugo 17.8 (55.8)
Faenza 22.2 (46.9)
Ravenna 16.8 (43.2)
Cervia 16.0 (45.9)
Forlì 35.8 (45.8)
Cesena 41.4 (54.0)
Rimini 54.0 (47.2)
Tra parentesi i valori medi climatologici (periodo 1960-1989).
Precipitazioni complessivamente inferiori alla norma climatologica, salvo l'area riminese, in cui l'apporto pluviometrico è stato buono nella 3a decade del mese. I valori mensili risultano piuttosto bassi ed inferiori a 20 mm su settore di bassa pianura e costiero della provincia di Ravenna, mentre apporti un poco più consistenti si osservano su faentino, ma sempre largamente inferiori alla media climatologica. Le precipitazioni aumentano gradualmente, pur mantenendosi sotto la norma, procedendo verso il comparto cesenate-forlivese, con accumuli mensili compresi tra 35 e 45 mm. Soltanto la località di Rimini mostra apporti mensili superiori alla norma ed ai 50 mm complessivi. La distribuzione territoriale delle precipitazioni individua in modo evidente l'innesco orografico delle stesse, con ripetuti fenomeni di stau appenninico nella 2a metà del mese.
In corrispondenza alla 2a decade del mese (giorno 19) ed alla 3a (giorni 26, 27, 28, 29, 30) le precipitazioni sono state sovente a carattere nevoso anche in pianura e lungo la costa (segnatamente nella 3a decade) per l'intervento di fredde masse d'aria artica moderatamente instabili e transito di sistemi frontali. L'orientamento medio delle correnti in bassa troposfera, con direttrice NE-SW, ha fortemente condizionato l'innesco orografico di gran parte delle precipitazioni, con accumuli nevosi significativi oltre i 200 mt. nella 3a decade del mese.
Da notare, a livello di quantitativi massimi giornalieri, i 14 mm di Rimini il giorno 29, corrispondenti a circa 15 cm di neve al suolo. Altrove, nelle aree pianeggianti, la copertura nevosa è stata generalmente scarsa ed irregolarmente distribuita, con massimi su faentino, ravennate centromeridionale e settore costiero nordorientale, come conseguenza di rovesci a carattere intermittente nella notte tra il giorno 28 e 29.
Pierluigi Randi
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