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    Predefinito Re: Romagna: da lunedì 20 a domenica 26 luglio 2015


  2. #2
    Burrasca
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    Predefinito Re: Romagna: da lunedì 20 a domenica 26 luglio 2015

    Citazione Originariamente Scritto da Gazzella Visualizza Messaggio
    ONDATA DI CALORE: ECCO L’ENERGIA ACCUMULATA DAI MARI ITALIANI NEGLI ULTIMI 5 GIORNI.
    Della pesante ondata di calore che sta interessando tutta l’Italia non risente solo l’atmosfera, ma anche la superficie marina. A causa della persistenza delle condizioni di stabilità atmosferica, l’azione di riscaldamento ad opera della radiazione solare è particolarmente efficace, dal momento che concorre ad accelerare il processo di riscaldamento delle acque anche una scarsa ventilazione che poco agisce sullo stato del moto ondoso, rendendo quindi minimi gli effetti di rimescolamento tra gli strati d’acqua superficiali e quelli inferiori. A cinque giorni dall’avvio di questa pesante ondata di calore, andiamo allora a vedere quali sono stati gli effetti di questa fase meteorologica anche sulla temperatura della superficie marina che bagna l’Italia, settore per settore (vedi tabella). Dal confronto tra le misure rilevate il 15 luglio e quelle rilevate il 20 luglio, emerge che il riscaldamento è stato quasi ovunque superiore a 1 °C, con picchi superiori ai 2 °C sul Mar Ionio Settentrionale e sul Mar Adriatico Settentrionale. Per trasformare in energia accumulata questo aumento di temperatura, ricorriamo al CALORE SPECIFICO, definito in questo caso come “la quantità di energia che deve assorbire un chilogrammo di sostanza affinché la sua temperatura aumenti di 1 °C”. Sapendo, allora, che il CALORE SPECIFICO dell’acqua salata è 3925 joule/(kg * °C) – vuol dire che se voglio fare aumentare di 1 °C la temperatura di un chilogrammo di acqua di mare devo fornirle 3925 joule – è facile calcolare quanta energia è stata incamerata da un chilogrammo di acqua di ogni bacino moltiplicando questo valore del CALORE SPECIFICO per la VARIAZIONE DELLA TEMPERATURA che ha subito ogni bacino in questi cinque giorni: facendo due conti, si scopre per esempio che un chilogrammo di acqua dell’Adriatico Settentrionale ha incamerato quasi 9800 joule per veder la sua temperatura aumentare di 2.5 °C in cinque giorni. Possiamo quindi immaginare, a questo punto, a quanto potrebbe ammontare l’accumulo di questa energia se consideriamo non il singolo chilogrammo di acqua riscaldato, ma i miliardi di chilogrammi di acqua che sono contenuti nello strato superficiale di questo bacino e che hanno subito, mediamente, lo stesso riscaldamento. Aggiungiamo poi tutti gli altri bacini e abbiamo, forse, un’idea un po’ più completa di quanta energia hanno incamerato i mari italiani.
    COME SI DISSIPERÀ QUESTA ENERGIA?
    Tenendo conto che questa ondata di calore durerà ancora 5-6 giorni – e che quindi le condizioni di stabilità atmosferica continueranno a rimanere immutate – molto probabilmente entro la fine del mese i nostri mari subiranno un ulteriore riscaldamento. Considerando poi che abbiamo ancora agosto davanti, si ritiene probabile che – a meno di radicali cambiamenti della circolazione atmosferica – potremmo andare incontro ad un ulteriore aumento della temperatura anche nell’ultimo mese estivo. Ma non è scontato, a questo punto, sapere come potrebbe dissiparsi questa quantità di energia, all’arrivo della stagione autunnale: è vero che acque più calde forniscono un maggior contenuto di vapore acqueo in atmosfera che, se è a sua volta più calda del normale, è capace di incamerarne di più, ma al momento questo discorso va inteso in termini di “potenzialità”. Vale a dire che lo stato della superficie marina è ora messa nelle condizioni di incamerare calore che potrebbe essere restituito all’atmosfera nella stagione autunnale, ma i fattori che concorreranno a rendere più o meno massiccio questo processo non sono pochi. La natura del riscaldamento delle nostre acque è di tipo pellicolare (vale a dire che si riscaldano molto gli strati superiori, mentre quelli inferiori si riscaldano di meno): questo significa che, in caso di mareggiate, il rimescolamento verticale delle acque è capace di dissipare questo contenuto di energia, raffreddando così gli strati superficiali. Bisognerà quindi arrivare a settembre-ottobre per avere un'idea più chiara dell’entità di queste potenzialità e cioè di quanto si sarà effettivamente riscaldato il Mediterraneo: prevedere adesso alluvioni autunnali solo perché il mare è a 29 °C non mi sembra un approccio serio al problema. Anche perché è la dinamica atmosferica ad impostare, eventualmente, la genesi degli eventi.
    Andrea Corigliano

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