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    Predefinito Re: Conosciamo il clima delle Alpi?

    Alpi e Prealpi Carniche

    Si estendono in una zona piuttosto ampia: dalla pianura Friulana a sud alla valle del Gail, compresa, a nord e da San Candido a ovest a Tarvisio a est. La linea di confine tra le Alpi e le Prealpi corrisponde canonicamente alle creste a sud della valle del Tagliamento. Caratteristica saliente di questa zona è di ricevere ingenti precipitazioni quando si instaurano correnti di scirocco e in generale da tutti i quadranti meridionali. Da nord in genere arrivano solo deboli sfondamenti che raramente superano la valle del Gail, mentre da est arriva solo freddo sterile.
    La piovosità decresce da sud verso nord. Nelle Prealpi si superano i 2300 mm medi (anche di più nei crinali principali), mentre nelle valli più interne si scende fino a 1300 mm (Valle del Gail) o anche meno verso la Pusteria. La diminuzione di precipitazioni non è lineare, in quanto dipende marcatamente dall'orografia. Le valli disposte in senso nord-sud (principalmente valle del Bùt, in misura minore val Degano e val d'Incarojo) tendono a convogliare le correnti di scirocco all'interno della catena Alpina, causando un aumento relativo di precipitazioni alle testate delle relative valli. Così ad esempio procedendo da sud a nord, Tolmezzo si attesta a poco meno di 2000 mm/anno, la retrostante valle del Bùt oscilla attorno ai 1600 mm, il passo di Monte Croce Carnico, che chiude la valle, risale a 1800 mm circa e il retrostante villaggio di Mauthen scende a 1300 mm. Il regime precipitativo ha due picchi, uno minore primaverile uno maggiore autunnale. Tipico prealpino. Tale regime tende a ibridarsi con quello continentale, con picco unico estivo, verso il Cadore e verso la Carinzia, soprattutto a scapito del picco primaverile. L'autunno rimane comunque la stagione più piovosa anche nella valle del Gail, oltre lo spartiacque. Frequentissimi sono i temporali estivi che permettono alla vegetazione di crescere lussureggiante ed evitano alle aziende agricole locali di dover irrigare . I giorni annui di pioggia sono circa 100/120 all'anno, indipendentemente dall'area. Nel trimestre estivo in media si hanno 10/15 gg di pioggia al mese, a seconda delle valli. Quando le correnti virano da SE allora si hanno le maggiori precipitazioni. L'area più colpita è ovviamente quella delle prealpi con record di 500 mm in 24h e 828 mm in 48h a Barcis (serie 61-90) o, più recentemente, i 518 mm/24h di Piancavallo registrati nel 2010. Quando lo Scirocco spinge con maggior forza allora l'area di maggior precipitazioni tende a portarsi verso l'interno, verso la Carnia, letteralmente 'saltando' le prealpi. In questi frangenti si possono raggiungere anche i 400 mm/24h nelle valli più interne (es. val Lumiei, val Degano). Questo è quanto successo ad esempio in occasione della alluvione del novembre 1966 che causò diversi danni anche in queste aree.
    Alle quote medio alte la nevosità decresce man mano che dalle prealpi ci si sposta verso l'interno, in relazione con il calo delle precipitazioni. Per i fondovalle la questione è leggermente più complessa. Data la natura delle masse d'aria che qui generano le precipitazioni è fondamentale la disposizione delle valli e la resistenza del cuscino freddo che vi si forma. Abbiamo quindi che, a parità di quota, i fondovalle disposti in senso est-ovest sono molto più nevosi rispetto a quelli disposti nord-sud. Ad esempio: Forni di Sopra (900 m) circa 240 cm, Ravascletto (900 m) circa 100 cm, Kornat (1047 m) 240 cm. Queste tre stazioni si trovano rispettivamente: 1. nella alta val Tagliamento, disposta in senso est-ovest e con maggiori precipitazioni, 2. tra la val Degano e la valle del Bùt, con precipitazioni analoghe a Forni ma prossima a valli nord-sud, 3. e in Lesachtal (alta valle del Gail), valle disposta in senso est-ovest e ben protetta sud dal crinale carnico principale. La presenza di queste grandi variabili anche nel giro di pochi km porta allo svilupparsi di situazioni particolari. Non è infrequente in pieno inverno trovarsi ad esempio a Paluzza senza neve, a Villa Santina 20 cm e a 1700 m 150/200 cm al suolo... Gli inverni che prendono una piega atlantica (es. 50/51, 08/09, 13/14...) sono in grado di scaricare ingenti nevicate, con spessori che a 1700 m possono superare i 4 m e i 2.5 m già a 1200 m.

    Per quanto riguarda le temperature l'esposizione fa si che non si raggiungano i picchi di freddo della vicina Pusteria o dell Alpi Giulie. Difficile superare i -15°C nei fondovalle in inverno. D'altro canto, anche per la frequente nebulosità, le estati risultano fresche e, a parte Tolmezzo, anche nei fondovalle più bassi raramente si raggiungono i 35°C.
    Ultima modifica di est; 13/03/2018 alle 23:34

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