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  1. #1
    Brezza tesa L'avatar di FrancescoGennari
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    Predefinito Re: Romagna dal 21 al 27 gennaio 2019

    Posso fare una domanda a @Gigiometeo ? Mi piacerebbe sapere, non tanto il perchè non ci sia stato accumulo in pianura e costa ieri, ma come mai sono cessate le precipitazioni nel tardo pomeriggio con il minimo sotto Ancona e non c'è stato invece l'incremento previsto dai modelli in serata. Forse il minimo si è posizionato troppo a ridosso delle coste e non sufficientemente al largo creando ombra?
    Francesco Gennari: Storm Chasing and Weather Photography
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  2. #2
    Vento fresco L'avatar di Gigiometeo
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    Predefinito Re: Romagna dal 21 al 27 gennaio 2019

    Citazione Originariamente Scritto da FrancescoGennari Visualizza Messaggio
    Posso fare una domanda a @Gigiometeo ? Mi piacerebbe sapere, non tanto il perchè non ci sia stato accumulo in pianura e costa ieri, ma come mai sono cessate le precipitazioni nel tardo pomeriggio con il minimo sotto Ancona e non c'è stato invece l'incremento previsto dai modelli in serata. Forse il minimo si è posizionato troppo a ridosso delle coste e non sufficientemente al largo creando ombra?
    La
    causa è un po' complessa da dire in parole povere ma ci provo:

    1)occorre distinguere sempre tra l'analisi al suolo e quella alle quote superiori, perché se è vero che nei bassi strati la collocazione dei minimi barici è importante, specie se alla mesoscala e forzati dall'orografia, lo è altrettanto quella delle strutture di geopotenziale in quota. Chiaramente siamo in pieno inverno, per cui basta arrivare sui 700 hPa circa senza dovere andare per forza ali limiti della tropopausa .
    2) Il minimo nei bassi strati (prendiamo al suolo per comodità) era nella posizione indicata dal modelli, e fin qui tutto ok. Lo stesso minimo nei bassi strati contribuisce alla formazione di un ramo frontale occluso (molto debole) che tra ieri mattina e pomeriggio risale da sud a nord (tendendo a divenire SE-NW).
    Dall'altra parte però (mar ligure) le cose cambiano rapidamente poichè arriva la supposta dal nord atlantico, e comincia a cedere in campo barico con la formazione anche lì di un minimo barico nei bassi strati (sono le 18 di ieri sera).
    Il minimo adriatico è in fase di indebolimento ed il gradiente si allenta; quello ligure il contrario, ovvero tende ad approfondirsi, attivando delle correnti meridionali (o sud-occidentali) che spingono l'occlusione verso nord. Fin qui nessun problema.
    In quota però cambia la circolazione, ovvero tra i piani isobarici di 800 e 700 hPa, la saccatura principale, quella che scende dal nord-atlantico, prende il comando delle operazioni, ingloba quella più blanda presente su Adriatico, e la spinge verso nord-est, e con essa l'occlusione, tanto è vero che in serata l'asse della saccatura in quota (importante nel mantenimento della occlusione tramite avvezione di vorticità positiva e flussi ciclonici da ESE) sale verso il ferrarese pilotato dalla saccatura madre (più intensa, ovvero la nuova nord-atlantica), mentre il riminese e forlivese-cesenate a quell'ora sono già sotto SW a quelle quote, che non sarebbe nemmeno un male, se non fosse che è un SW per nulla ciclonico (scorre dietro la saccatura), con avvezione di vorticità negativa e con leggera componente anticiclonica.
    Conseguenza: occlusione su ferrarese e veneto; esaurimento dei fenomeni più a sud nonostante il minimo al suolo ancora in buona posizione, ma insufficiente a produrre altre strutture nuvolose organizzate per la mancanza di un forcing al "minimo sindacale" appena più in quota. Un debole flusso nord-orientale è rimasto dagli 850 hPa in giù (tolto il PBL ancora sotto WNW), e quindi sui rilievi qualche cosina si è raccolto ancora.
    L'occlusione si è poi invorticata intorno al vecchio minimo in quota su Adriatico, oramai sul golfo di Trieste, e la spinta delle correnti oramai occidentali facenti capo alla nuova depressione in innesco, l'ha portata questa mattina da ovest ad est attraversando, oramai a brandelli, la regione, con qualche fiocco di neve qua e là.
    Fine dell'episodio. Nelle due figure ho messo l'asse di saccatura a 700 hPa prima (primo pomeriggio) e dopo (serata), dal quale si evince come in serata l'occlusione non poteva che essere davanti all'asse (linea rossa).
    A dirla tutta mi pare che i modelli abbiano inquadrato abbastanza bene l'evoluzione, salvo però un problema: il proiettile nord-atlantico è molto veloce e quando le dinamiche sono così repentine è facile che ci siano anticipi sulla tabella di marcia.
    In pratica l'evoluzione della saccatura principale è risultata leggermente più veloce rispetto alle attese, tant'è che le attuali schiarite erano pronosticabili nel pomeriggio, mentre sono già presenti. Non è detto che questo anticipo debba per forza riflettersi sull'evoluzione serale, serve prima attendere la risposta del Mediterraneo.
    Insomma colpa della supposta nord-atlantica.
    Capitolo poca neve: beh qui il motivo è più semplice: intanto profilo termico proprio al limite, la massa d'aria presente è nord atlantica (artica marittima ma solo in lontana origine), ed altra ne arriverà con la nuova ciclogenesi. La tanto vituperata aria artica marittima dipende da dove viene; questa si è fatta qualche migliaio di km in oceano, non c'è stato alcun ingresso continentale in precedenza nei bassi strati, e quindi non è esattamente delle migliori.
    Se però, es. febbraio 1999, arriva dalla Scandinavia, sempre artica marittima è, ma è ottima, poichè compie un percorso sul mare molto più breve; questa onestamente non era proprio granchè.
    Occlusione debole, molto debole, e con moti verticali modesti (omega solo di poco negative nel thickness che conta, ovvero dove si formano le nubi precipitanti, stau a parte), ma questo si sapeva.

    Umidità relativa non altissima nella DGZ (dendritic growth zone), ovvero lo spessore compreso tra le isoterme -10 e -20°C che è quella dove eventualmente c'è la maggiore efficienza di riming/aggregazione favorevole a produrre nevicate più intense (in quello spessore meglio se l'aria è satura e ieri non lo era).
    Lo zero di bulbo umido, ovvero quello che realmente conta (non il dew point come molti pensano) non è mai sceso sotto i 300-400 m; se le precipitazioni sono moderate si va di nevina del povero o se rallenta torna pioggia o mista, ma il WBZ level non è mai sceso sotto quella quota perché la massa d'aria è quella che è. Non si può nemmeno contare troppo sul raffreddamento da evaporazione/sublimazione, poiché quando abbiamo praticamente saturato i bassi strati il fenomeno cessa e le variazioni termiche sono quasi nulle.
    Fine della paranoia.
    [IMG]file:///C:/Users/Pier/AppData/Local/Temp/lu110404gy2av.tmp/lu110404gy2b1_tmp_4f92ba7d6abcd3a.gif[/IMG]
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    "“La democrazia, a differenza di altri sistemi reggitori, è quella situazione politica e social-politica, dove il popolo viene preso a calci dal popolo, su mandato del popolo; è la pratica certosina dell'autoinganno” C. Bene

  3. #3
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    Predefinito Re: Romagna dal 21 al 27 gennaio 2019

    Citazione Originariamente Scritto da Gigiometeo Visualizza Messaggio
    La
    causa è un po' complessa da dire in parole povere ma ci provo:

    1)occorre distinguere sempre tra l'analisi al suolo e quella alle quote superiori, perché se è vero che nei bassi strati la collocazione dei minimi barici è importante, specie se alla mesoscala e forzati dall'orografia, lo è altrettanto quella delle strutture di geopotenziale in quota. Chiaramente siamo in pieno inverno, per cui basta arrivare sui 700 hPa circa senza dovere andare per forza ali limiti della tropopausa .
    2) Il minimo nei bassi strati (prendiamo al suolo per comodità) era nella posizione indicata dal modelli, e fin qui tutto ok. Lo stesso minimo nei bassi strati contribuisce alla formazione di un ramo frontale occluso (molto debole) che tra ieri mattina e pomeriggio risale da sud a nord (tendendo a divenire SE-NW).
    Dall'altra parte però (mar ligure) le cose cambiano rapidamente poichè arriva la supposta dal nord atlantico, e comincia a cedere in campo barico con la formazione anche lì di un minimo barico nei bassi strati (sono le 18 di ieri sera).
    Il minimo adriatico è in fase di indebolimento ed il gradiente si allenta; quello ligure il contrario, ovvero tende ad approfondirsi, attivando delle correnti meridionali (o sud-occidentali) che spingono l'occlusione verso nord. Fin qui nessun problema.
    In quota però cambia la circolazione, ovvero tra i piani isobarici di 800 e 700 hPa, la saccatura principale, quella che scende dal nord-atlantico, prende il comando delle operazioni, ingloba quella più blanda presente su Adriatico, e la spinge verso nord-est, e con essa l'occlusione, tanto è vero che in serata l'asse della saccatura in quota (importante nel mantenimento della occlusione tramite avvezione di vorticità positiva e flussi ciclonici da ESE) sale verso il ferrarese pilotato dalla saccatura madre (più intensa, ovvero la nuova nord-atlantica), mentre il riminese e forlivese-cesenate a quell'ora sono già sotto SW a quelle quote, che non sarebbe nemmeno un male, se non fosse che è un SW per nulla ciclonico (scorre dietro la saccatura), con avvezione di vorticità negativa e con leggera componente anticiclonica.
    Conseguenza: occlusione su ferrarese e veneto; esaurimento dei fenomeni più a sud nonostante il minimo al suolo ancora in buona posizione, ma insufficiente a produrre altre strutture nuvolose organizzate per la mancanza di un forcing al "minimo sindacale" appena più in quota. Un debole flusso nord-orientale è rimasto dagli 850 hPa in giù (tolto il PBL ancora sotto WNW), e quindi sui rilievi qualche cosina si è raccolto ancora.
    L'occlusione si è poi invorticata intorno al vecchio minimo in quota su Adriatico, oramai sul golfo di Trieste, e la spinta delle correnti oramai occidentali facenti capo alla nuova depressione in innesco, l'ha portata questa mattina da ovest ad est attraversando, oramai a brandelli, la regione, con qualche fiocco di neve qua e là.
    Fine dell'episodio. Nelle due figure ho messo l'asse di saccatura a 700 hPa prima (primo pomeriggio) e dopo (serata), dal quale si evince come in serata l'occlusione non poteva che essere davanti all'asse (linea rossa).
    A dirla tutta mi pare che i modelli abbiano inquadrato abbastanza bene l'evoluzione, salvo però un problema: il proiettile nord-atlantico è molto veloce e quando le dinamiche sono così repentine è facile che ci siano anticipi sulla tabella di marcia.
    In pratica l'evoluzione della saccatura principale è risultata leggermente più veloce rispetto alle attese, tant'è che le attuali schiarite erano pronosticabili nel pomeriggio, mentre sono già presenti. Non è detto che questo anticipo debba per forza riflettersi sull'evoluzione serale, serve prima attendere la risposta del Mediterraneo.
    Insomma colpa della supposta nord-atlantica.
    Capitolo poca neve: beh qui il motivo è più semplice: intanto profilo termico proprio al limite, la massa d'aria presente è nord atlantica (artica marittima ma solo in lontana origine), ed altra ne arriverà con la nuova ciclogenesi. La tanto vituperata aria artica marittima dipende da dove viene; questa si è fatta qualche migliaio di km in oceano, non c'è stato alcun ingresso continentale in precedenza nei bassi strati, e quindi non è esattamente delle migliori.
    Se però, es. febbraio 1999, arriva dalla Scandinavia, sempre artica marittima è, ma è ottima, poichè compie un percorso sul mare molto più breve; questa onestamente non era proprio granchè.
    Occlusione debole, molto debole, e con moti verticali modesti (omega solo di poco negative nel thickness che conta, ovvero dove si formano le nubi precipitanti, stau a parte), ma questo si sapeva.

    Umidità relativa non altissima nella DGZ (dendritic growth zone), ovvero lo spessore compreso tra le isoterme -10 e -20°C che è quella dove eventualmente c'è la maggiore efficienza di riming/aggregazione favorevole a produrre nevicate più intense (in quello spessore meglio se l'aria è satura e ieri non lo era).
    Lo zero di bulbo umido, ovvero quello che realmente conta (non il dew point come molti pensano) non è mai sceso sotto i 300-400 m; se le precipitazioni sono moderate si va di nevina del povero o se rallenta torna pioggia o mista, ma il WBZ level non è mai sceso sotto quella quota perché la massa d'aria è quella che è. Non si può nemmeno contare troppo sul raffreddamento da evaporazione/sublimazione, poiché quando abbiamo praticamente saturato i bassi strati il fenomeno cessa e le variazioni termiche sono quasi nulle.
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    chapeau


  4. #4
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    Predefinito Re: Romagna dal 21 al 27 gennaio 2019

    Citazione Originariamente Scritto da Ildn Visualizza Messaggio
    chapeau
    Strepitoso Gigio, anche solo per il tempo che dedichi a spiegare in maniera così chiara e tutto sommato semplice delle cose che sono di una difficoltà mostruosa per un profano (come me, ad esempio).
    Grazie, grazie e grazie ancora.


  5. #5
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    Predefinito Re: Romagna dal 21 al 27 gennaio 2019

    Citazione Originariamente Scritto da Gigiometeo Visualizza Messaggio
    La
    causa è un po' complessa da dire in parole povere ma ci provo:

    1)occorre distinguere sempre tra l'analisi al suolo e quella alle quote superiori, perché se è vero che nei bassi strati la collocazione dei minimi barici è importante, specie se alla mesoscala e forzati dall'orografia, lo è altrettanto quella delle strutture di geopotenziale in quota. Chiaramente siamo in pieno inverno, per cui basta arrivare sui 700 hPa circa senza dovere andare per forza ali limiti della tropopausa .
    2) Il minimo nei bassi strati (prendiamo al suolo per comodità) era nella posizione indicata dal modelli, e fin qui tutto ok. Lo stesso minimo nei bassi strati contribuisce alla formazione di un ramo frontale occluso (molto debole) che tra ieri mattina e pomeriggio risale da sud a nord (tendendo a divenire SE-NW).
    Dall'altra parte però (mar ligure) le cose cambiano rapidamente poichè arriva la supposta dal nord atlantico, e comincia a cedere in campo barico con la formazione anche lì di un minimo barico nei bassi strati (sono le 18 di ieri sera).
    Il minimo adriatico è in fase di indebolimento ed il gradiente si allenta; quello ligure il contrario, ovvero tende ad approfondirsi, attivando delle correnti meridionali (o sud-occidentali) che spingono l'occlusione verso nord. Fin qui nessun problema.
    In quota però cambia la circolazione, ovvero tra i piani isobarici di 800 e 700 hPa, la saccatura principale, quella che scende dal nord-atlantico, prende il comando delle operazioni, ingloba quella più blanda presente su Adriatico, e la spinge verso nord-est, e con essa l'occlusione, tanto è vero che in serata l'asse della saccatura in quota (importante nel mantenimento della occlusione tramite avvezione di vorticità positiva e flussi ciclonici da ESE) sale verso il ferrarese pilotato dalla saccatura madre (più intensa, ovvero la nuova nord-atlantica), mentre il riminese e forlivese-cesenate a quell'ora sono già sotto SW a quelle quote, che non sarebbe nemmeno un male, se non fosse che è un SW per nulla ciclonico (scorre dietro la saccatura), con avvezione di vorticità negativa e con leggera componente anticiclonica.
    Conseguenza: occlusione su ferrarese e veneto; esaurimento dei fenomeni più a sud nonostante il minimo al suolo ancora in buona posizione, ma insufficiente a produrre altre strutture nuvolose organizzate per la mancanza di un forcing al "minimo sindacale" appena più in quota. Un debole flusso nord-orientale è rimasto dagli 850 hPa in giù (tolto il PBL ancora sotto WNW), e quindi sui rilievi qualche cosina si è raccolto ancora.
    L'occlusione si è poi invorticata intorno al vecchio minimo in quota su Adriatico, oramai sul golfo di Trieste, e la spinta delle correnti oramai occidentali facenti capo alla nuova depressione in innesco, l'ha portata questa mattina da ovest ad est attraversando, oramai a brandelli, la regione, con qualche fiocco di neve qua e là.
    Fine dell'episodio. Nelle due figure ho messo l'asse di saccatura a 700 hPa prima (primo pomeriggio) e dopo (serata), dal quale si evince come in serata l'occlusione non poteva che essere davanti all'asse (linea rossa).
    A dirla tutta mi pare che i modelli abbiano inquadrato abbastanza bene l'evoluzione, salvo però un problema: il proiettile nord-atlantico è molto veloce e quando le dinamiche sono così repentine è facile che ci siano anticipi sulla tabella di marcia.
    In pratica l'evoluzione della saccatura principale è risultata leggermente più veloce rispetto alle attese, tant'è che le attuali schiarite erano pronosticabili nel pomeriggio, mentre sono già presenti. Non è detto che questo anticipo debba per forza riflettersi sull'evoluzione serale, serve prima attendere la risposta del Mediterraneo.
    Insomma colpa della supposta nord-atlantica.
    Capitolo poca neve: beh qui il motivo è più semplice: intanto profilo termico proprio al limite, la massa d'aria presente è nord atlantica (artica marittima ma solo in lontana origine), ed altra ne arriverà con la nuova ciclogenesi. La tanto vituperata aria artica marittima dipende da dove viene; questa si è fatta qualche migliaio di km in oceano, non c'è stato alcun ingresso continentale in precedenza nei bassi strati, e quindi non è esattamente delle migliori.
    Se però, es. febbraio 1999, arriva dalla Scandinavia, sempre artica marittima è, ma è ottima, poichè compie un percorso sul mare molto più breve; questa onestamente non era proprio granchè.
    Occlusione debole, molto debole, e con moti verticali modesti (omega solo di poco negative nel thickness che conta, ovvero dove si formano le nubi precipitanti, stau a parte), ma questo si sapeva.

    Umidità relativa non altissima nella DGZ (dendritic growth zone), ovvero lo spessore compreso tra le isoterme -10 e -20°C che è quella dove eventualmente c'è la maggiore efficienza di riming/aggregazione favorevole a produrre nevicate più intense (in quello spessore meglio se l'aria è satura e ieri non lo era).
    Lo zero di bulbo umido, ovvero quello che realmente conta (non il dew point come molti pensano) non è mai sceso sotto i 300-400 m; se le precipitazioni sono moderate si va di nevina del povero o se rallenta torna pioggia o mista, ma il WBZ level non è mai sceso sotto quella quota perché la massa d'aria è quella che è. Non si può nemmeno contare troppo sul raffreddamento da evaporazione/sublimazione, poiché quando abbiamo praticamente saturato i bassi strati il fenomeno cessa e le variazioni termiche sono quasi nulle.
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    Complimenti! E grazie !!

  6. #6
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    Predefinito Re: Romagna dal 21 al 27 gennaio 2019

    Citazione Originariamente Scritto da Gigiometeo Visualizza Messaggio
    La
    causa è un po' complessa da dire in parole povere ma ci provo:

    1)occorre distinguere sempre tra l'analisi al suolo e quella alle quote superiori, perché se è vero che nei bassi strati la collocazione dei minimi barici è importante, specie se alla mesoscala e forzati dall'orografia, lo è altrettanto quella delle strutture di geopotenziale in quota. Chiaramente siamo in pieno inverno, per cui basta arrivare sui 700 hPa circa senza dovere andare per forza ali limiti della tropopausa .
    2) Il minimo nei bassi strati (prendiamo al suolo per comodità) era nella posizione indicata dal modelli, e fin qui tutto ok. Lo stesso minimo nei bassi strati contribuisce alla formazione di un ramo frontale occluso (molto debole) che tra ieri mattina e pomeriggio risale da sud a nord (tendendo a divenire SE-NW).
    Dall'altra parte però (mar ligure) le cose cambiano rapidamente poichè arriva la supposta dal nord atlantico, e comincia a cedere in campo barico con la formazione anche lì di un minimo barico nei bassi strati (sono le 18 di ieri sera).
    Il minimo adriatico è in fase di indebolimento ed il gradiente si allenta; quello ligure il contrario, ovvero tende ad approfondirsi, attivando delle correnti meridionali (o sud-occidentali) che spingono l'occlusione verso nord. Fin qui nessun problema.
    In quota però cambia la circolazione, ovvero tra i piani isobarici di 800 e 700 hPa, la saccatura principale, quella che scende dal nord-atlantico, prende il comando delle operazioni, ingloba quella più blanda presente su Adriatico, e la spinge verso nord-est, e con essa l'occlusione, tanto è vero che in serata l'asse della saccatura in quota (importante nel mantenimento della occlusione tramite avvezione di vorticità positiva e flussi ciclonici da ESE) sale verso il ferrarese pilotato dalla saccatura madre (più intensa, ovvero la nuova nord-atlantica), mentre il riminese e forlivese-cesenate a quell'ora sono già sotto SW a quelle quote, che non sarebbe nemmeno un male, se non fosse che è un SW per nulla ciclonico (scorre dietro la saccatura), con avvezione di vorticità negativa e con leggera componente anticiclonica.
    Conseguenza: occlusione su ferrarese e veneto; esaurimento dei fenomeni più a sud nonostante il minimo al suolo ancora in buona posizione, ma insufficiente a produrre altre strutture nuvolose organizzate per la mancanza di un forcing al "minimo sindacale" appena più in quota. Un debole flusso nord-orientale è rimasto dagli 850 hPa in giù (tolto il PBL ancora sotto WNW), e quindi sui rilievi qualche cosina si è raccolto ancora.
    L'occlusione si è poi invorticata intorno al vecchio minimo in quota su Adriatico, oramai sul golfo di Trieste, e la spinta delle correnti oramai occidentali facenti capo alla nuova depressione in innesco, l'ha portata questa mattina da ovest ad est attraversando, oramai a brandelli, la regione, con qualche fiocco di neve qua e là.
    Fine dell'episodio. Nelle due figure ho messo l'asse di saccatura a 700 hPa prima (primo pomeriggio) e dopo (serata), dal quale si evince come in serata l'occlusione non poteva che essere davanti all'asse (linea rossa).
    A dirla tutta mi pare che i modelli abbiano inquadrato abbastanza bene l'evoluzione, salvo però un problema: il proiettile nord-atlantico è molto veloce e quando le dinamiche sono così repentine è facile che ci siano anticipi sulla tabella di marcia.
    In pratica l'evoluzione della saccatura principale è risultata leggermente più veloce rispetto alle attese, tant'è che le attuali schiarite erano pronosticabili nel pomeriggio, mentre sono già presenti. Non è detto che questo anticipo debba per forza riflettersi sull'evoluzione serale, serve prima attendere la risposta del Mediterraneo.
    Insomma colpa della supposta nord-atlantica.
    Capitolo poca neve: beh qui il motivo è più semplice: intanto profilo termico proprio al limite, la massa d'aria presente è nord atlantica (artica marittima ma solo in lontana origine), ed altra ne arriverà con la nuova ciclogenesi. La tanto vituperata aria artica marittima dipende da dove viene; questa si è fatta qualche migliaio di km in oceano, non c'è stato alcun ingresso continentale in precedenza nei bassi strati, e quindi non è esattamente delle migliori.
    Se però, es. febbraio 1999, arriva dalla Scandinavia, sempre artica marittima è, ma è ottima, poichè compie un percorso sul mare molto più breve; questa onestamente non era proprio granchè.
    Occlusione debole, molto debole, e con moti verticali modesti (omega solo di poco negative nel thickness che conta, ovvero dove si formano le nubi precipitanti, stau a parte), ma questo si sapeva.

    Umidità relativa non altissima nella DGZ (dendritic growth zone), ovvero lo spessore compreso tra le isoterme -10 e -20°C che è quella dove eventualmente c'è la maggiore efficienza di riming/aggregazione favorevole a produrre nevicate più intense (in quello spessore meglio se l'aria è satura e ieri non lo era).
    Lo zero di bulbo umido, ovvero quello che realmente conta (non il dew point come molti pensano) non è mai sceso sotto i 300-400 m; se le precipitazioni sono moderate si va di nevina del povero o se rallenta torna pioggia o mista, ma il WBZ level non è mai sceso sotto quella quota perché la massa d'aria è quella che è. Non si può nemmeno contare troppo sul raffreddamento da evaporazione/sublimazione, poiché quando abbiamo praticamente saturato i bassi strati il fenomeno cessa e le variazioni termiche sono quasi nulle.
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    Bellissima spiegazione great

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  7. #7
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    Predefinito Re: Romagna dal 21 al 27 gennaio 2019

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    causa è un po' complessa da dire in parole povere ma ci provo:

    1)occorre distinguere sempre tra l'analisi al suolo e quella alle quote superiori, perché se è vero che nei bassi strati la collocazione dei minimi barici è importante, specie se alla mesoscala e forzati dall'orografia, lo è altrettanto quella delle strutture di geopotenziale in quota. Chiaramente siamo in pieno inverno, per cui basta arrivare sui 700 hPa circa senza dovere andare per forza ali limiti della tropopausa .
    2) Il minimo nei bassi strati (prendiamo al suolo per comodità) era nella posizione indicata dal modelli, e fin qui tutto ok. Lo stesso minimo nei bassi strati contribuisce alla formazione di un ramo frontale occluso (molto debole) che tra ieri mattina e pomeriggio risale da sud a nord (tendendo a divenire SE-NW).
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    Il minimo adriatico è in fase di indebolimento ed il gradiente si allenta; quello ligure il contrario, ovvero tende ad approfondirsi, attivando delle correnti meridionali (o sud-occidentali) che spingono l'occlusione verso nord. Fin qui nessun problema.
    In quota però cambia la circolazione, ovvero tra i piani isobarici di 800 e 700 hPa, la saccatura principale, quella che scende dal nord-atlantico, prende il comando delle operazioni, ingloba quella più blanda presente su Adriatico, e la spinge verso nord-est, e con essa l'occlusione, tanto è vero che in serata l'asse della saccatura in quota (importante nel mantenimento della occlusione tramite avvezione di vorticità positiva e flussi ciclonici da ESE) sale verso il ferrarese pilotato dalla saccatura madre (più intensa, ovvero la nuova nord-atlantica), mentre il riminese e forlivese-cesenate a quell'ora sono già sotto SW a quelle quote, che non sarebbe nemmeno un male, se non fosse che è un SW per nulla ciclonico (scorre dietro la saccatura), con avvezione di vorticità negativa e con leggera componente anticiclonica.
    Conseguenza: occlusione su ferrarese e veneto; esaurimento dei fenomeni più a sud nonostante il minimo al suolo ancora in buona posizione, ma insufficiente a produrre altre strutture nuvolose organizzate per la mancanza di un forcing al "minimo sindacale" appena più in quota. Un debole flusso nord-orientale è rimasto dagli 850 hPa in giù (tolto il PBL ancora sotto WNW), e quindi sui rilievi qualche cosina si è raccolto ancora.
    L'occlusione si è poi invorticata intorno al vecchio minimo in quota su Adriatico, oramai sul golfo di Trieste, e la spinta delle correnti oramai occidentali facenti capo alla nuova depressione in innesco, l'ha portata questa mattina da ovest ad est attraversando, oramai a brandelli, la regione, con qualche fiocco di neve qua e là.
    Fine dell'episodio. Nelle due figure ho messo l'asse di saccatura a 700 hPa prima (primo pomeriggio) e dopo (serata), dal quale si evince come in serata l'occlusione non poteva che essere davanti all'asse (linea rossa).
    A dirla tutta mi pare che i modelli abbiano inquadrato abbastanza bene l'evoluzione, salvo però un problema: il proiettile nord-atlantico è molto veloce e quando le dinamiche sono così repentine è facile che ci siano anticipi sulla tabella di marcia.
    In pratica l'evoluzione della saccatura principale è risultata leggermente più veloce rispetto alle attese, tant'è che le attuali schiarite erano pronosticabili nel pomeriggio, mentre sono già presenti. Non è detto che questo anticipo debba per forza riflettersi sull'evoluzione serale, serve prima attendere la risposta del Mediterraneo.
    Insomma colpa della supposta nord-atlantica.
    Capitolo poca neve: beh qui il motivo è più semplice: intanto profilo termico proprio al limite, la massa d'aria presente è nord atlantica (artica marittima ma solo in lontana origine), ed altra ne arriverà con la nuova ciclogenesi. La tanto vituperata aria artica marittima dipende da dove viene; questa si è fatta qualche migliaio di km in oceano, non c'è stato alcun ingresso continentale in precedenza nei bassi strati, e quindi non è esattamente delle migliori.
    Se però, es. febbraio 1999, arriva dalla Scandinavia, sempre artica marittima è, ma è ottima, poichè compie un percorso sul mare molto più breve; questa onestamente non era proprio granchè.
    Occlusione debole, molto debole, e con moti verticali modesti (omega solo di poco negative nel thickness che conta, ovvero dove si formano le nubi precipitanti, stau a parte), ma questo si sapeva.

    Umidità relativa non altissima nella DGZ (dendritic growth zone), ovvero lo spessore compreso tra le isoterme -10 e -20°C che è quella dove eventualmente c'è la maggiore efficienza di riming/aggregazione favorevole a produrre nevicate più intense (in quello spessore meglio se l'aria è satura e ieri non lo era).
    Lo zero di bulbo umido, ovvero quello che realmente conta (non il dew point come molti pensano) non è mai sceso sotto i 300-400 m; se le precipitazioni sono moderate si va di nevina del povero o se rallenta torna pioggia o mista, ma il WBZ level non è mai sceso sotto quella quota perché la massa d'aria è quella che è. Non si può nemmeno contare troppo sul raffreddamento da evaporazione/sublimazione, poiché quando abbiamo praticamente saturato i bassi strati il fenomeno cessa e le variazioni termiche sono quasi nulle.
    Fine della paranoia.
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    Grazie mille davvero Pier, sempre chiarissimo ed esaustivo
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    Predefinito Re: Romagna dal 21 al 27 gennaio 2019

    Citazione Originariamente Scritto da Gigiometeo Visualizza Messaggio
    La
    causa è un po' complessa da dire in parole povere ma ci provo:

    1)occorre distinguere sempre tra l'analisi al suolo e quella alle quote superiori, perché se è vero che nei bassi strati la collocazione dei minimi barici è importante, specie se alla mesoscala e forzati dall'orografia, lo è altrettanto quella delle strutture di geopotenziale in quota. Chiaramente siamo in pieno inverno, per cui basta arrivare sui 700 hPa circa senza dovere andare per forza ali limiti della tropopausa .
    2) Il minimo nei bassi strati (prendiamo al suolo per comodità) era nella posizione indicata dal modelli, e fin qui tutto ok. Lo stesso minimo nei bassi strati contribuisce alla formazione di un ramo frontale occluso (molto debole) che tra ieri mattina e pomeriggio risale da sud a nord (tendendo a divenire SE-NW).
    Dall'altra parte però (mar ligure) le cose cambiano rapidamente poichè arriva la supposta dal nord atlantico, e comincia a cedere in campo barico con la formazione anche lì di un minimo barico nei bassi strati (sono le 18 di ieri sera).
    Il minimo adriatico è in fase di indebolimento ed il gradiente si allenta; quello ligure il contrario, ovvero tende ad approfondirsi, attivando delle correnti meridionali (o sud-occidentali) che spingono l'occlusione verso nord. Fin qui nessun problema.
    In quota però cambia la circolazione, ovvero tra i piani isobarici di 800 e 700 hPa, la saccatura principale, quella che scende dal nord-atlantico, prende il comando delle operazioni, ingloba quella più blanda presente su Adriatico, e la spinge verso nord-est, e con essa l'occlusione, tanto è vero che in serata l'asse della saccatura in quota (importante nel mantenimento della occlusione tramite avvezione di vorticità positiva e flussi ciclonici da ESE) sale verso il ferrarese pilotato dalla saccatura madre (più intensa, ovvero la nuova nord-atlantica), mentre il riminese e forlivese-cesenate a quell'ora sono già sotto SW a quelle quote, che non sarebbe nemmeno un male, se non fosse che è un SW per nulla ciclonico (scorre dietro la saccatura), con avvezione di vorticità negativa e con leggera componente anticiclonica.
    Conseguenza: occlusione su ferrarese e veneto; esaurimento dei fenomeni più a sud nonostante il minimo al suolo ancora in buona posizione, ma insufficiente a produrre altre strutture nuvolose organizzate per la mancanza di un forcing al "minimo sindacale" appena più in quota. Un debole flusso nord-orientale è rimasto dagli 850 hPa in giù (tolto il PBL ancora sotto WNW), e quindi sui rilievi qualche cosina si è raccolto ancora.
    L'occlusione si è poi invorticata intorno al vecchio minimo in quota su Adriatico, oramai sul golfo di Trieste, e la spinta delle correnti oramai occidentali facenti capo alla nuova depressione in innesco, l'ha portata questa mattina da ovest ad est attraversando, oramai a brandelli, la regione, con qualche fiocco di neve qua e là.
    Fine dell'episodio. Nelle due figure ho messo l'asse di saccatura a 700 hPa prima (primo pomeriggio) e dopo (serata), dal quale si evince come in serata l'occlusione non poteva che essere davanti all'asse (linea rossa).
    A dirla tutta mi pare che i modelli abbiano inquadrato abbastanza bene l'evoluzione, salvo però un problema: il proiettile nord-atlantico è molto veloce e quando le dinamiche sono così repentine è facile che ci siano anticipi sulla tabella di marcia.
    In pratica l'evoluzione della saccatura principale è risultata leggermente più veloce rispetto alle attese, tant'è che le attuali schiarite erano pronosticabili nel pomeriggio, mentre sono già presenti. Non è detto che questo anticipo debba per forza riflettersi sull'evoluzione serale, serve prima attendere la risposta del Mediterraneo.
    Insomma colpa della supposta nord-atlantica.
    Capitolo poca neve: beh qui il motivo è più semplice: intanto profilo termico proprio al limite, la massa d'aria presente è nord atlantica (artica marittima ma solo in lontana origine), ed altra ne arriverà con la nuova ciclogenesi. La tanto vituperata aria artica marittima dipende da dove viene; questa si è fatta qualche migliaio di km in oceano, non c'è stato alcun ingresso continentale in precedenza nei bassi strati, e quindi non è esattamente delle migliori.
    Se però, es. febbraio 1999, arriva dalla Scandinavia, sempre artica marittima è, ma è ottima, poichè compie un percorso sul mare molto più breve; questa onestamente non era proprio granchè.
    Occlusione debole, molto debole, e con moti verticali modesti (omega solo di poco negative nel thickness che conta, ovvero dove si formano le nubi precipitanti, stau a parte), ma questo si sapeva.

    Umidità relativa non altissima nella DGZ (dendritic growth zone), ovvero lo spessore compreso tra le isoterme -10 e -20°C che è quella dove eventualmente c'è la maggiore efficienza di riming/aggregazione favorevole a produrre nevicate più intense (in quello spessore meglio se l'aria è satura e ieri non lo era).
    Lo zero di bulbo umido, ovvero quello che realmente conta (non il dew point come molti pensano) non è mai sceso sotto i 300-400 m; se le precipitazioni sono moderate si va di nevina del povero o se rallenta torna pioggia o mista, ma il WBZ level non è mai sceso sotto quella quota perché la massa d'aria è quella che è. Non si può nemmeno contare troppo sul raffreddamento da evaporazione/sublimazione, poiché quando abbiamo praticamente saturato i bassi strati il fenomeno cessa e le variazioni termiche sono quasi nulle.
    Fine della paranoia.
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    Grazie Gigio.. Hat Trick
    28/01/2025: ore 12.14, +19,9 di scirocco.
    Il GW è una cagata pazzesca!!!!!!
    Dama ritorna presto. Ti aspetto.

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