è vero, è un discorso complesso. Ma, osservando il nostro territorio, le sue caratteristiche fisiche e climatiche e il tipo di turista che ormai frequenta le montagne cuneesi, puntare sul turismo degli sport invernali sembra essere una partita persa in partenza. In primis, non saremmo mai competitivi rispetto ad altre aree delle Alpi, in secundis, abbiamo le nostre unicità che attraggono molti turisti dal nord europa, affascinati da un territorio selvaggio e non calpestato dalla mano dell'uomo , che punta tutto sul turismo slow. Che è un po' quello che stanno facendo i territori più lungimiranti della provincia, che guardacaso sono gli unici che stanno rinascendo e riportando l'interesse per le nostre terre alte.
Senza contare che aprire sempre grazie alla neve sparata sarà anche tecnicamente possibile, ma sicuramente non è sostenibile da un punto di vista ambientale.
Concordo al 100 %
In più nella direzione in cui stiamo andando col clima, sarebbero soldi sprecati e man mano se ne spenderebbero sempre di più, ormai è ora di trovare alternative
Che poi parliamoci chiaro, per fare un esempio banale, andare in estate a fare una camminata nello "scempio" della Via Lattea e andare al Piano del Valasco c'è una bella differenza, scelgo mille volte il secondo
Aggiungo che probabilmente diventerà insostenibile anche da un punto di vista energetico e di conseguenza economico. A meno che non trasferiscano i costi sulla collettività avanzando la teoria che l'unico modo per far sopravvivere i paesi di montagna siano gli impianti da sci.
Purtroppo è la verità… e lo si vede semplicemente facendo un confronto dove si è investito seriamente (Dolomiti) e dove invece si sta scegliendo un altra strada (Cuneese).
Da una parte abbiamo paesi di una bellezza impressionante, perfettamente inseriti nel contesto, con impianti e piste all’avanguardia e talvolta anche mascherati (ci sono alcune stazioni di impianti nelle Dolomiti che entrano nella montagna e sono così nascoste per non rovinare il paesaggio).
Dall‘altra invece abbiamo o valli spopolate perché si punta solo su turismo lento oppure dove ci sono gli impianti è completamente trascurato, vedi le famose scale di artesina o palazzoni terribili a Prato. Limone per me è invece un modello da seguire, c’è un sistema paese e l’edilizia non ha deturpato il paesaggio come in altri luoghi.
L’energia e la sostenibilità sono solo una scusa per mascherare una mancanza di lungimiranza (era il caso di costruire gli ecomostri a Rucas ad esempio?) in termini di investimenti e modernizzazione, idem per il discorso temperature… a Plan de Corones si rientra sci ai piedi da inizio dicembre a 900 m, lo stesso vale per il comprensorio di Madonna di Campiglio che ha una pista di rientro a 700 m.
Forse i reali problemi sono altri, come la mancanza di autostrada che colleghi il nord Italia a Cuneo senza passare da Torino ad esempio…
Rispondo solo più a questo messaggio, e mi scuso e prometto di chiudere qui l'OT.
Il cosiddetto "turismo lento" è una formula che si sperimenta solo da pochi anni in pochissimi luoghi, ed è una formula vincente. In primis per la tutela dell'ambiente e delle tradizioni, in secundis perché i dati ci dicono queste realtà sono vive ed in espansione.
Pensare che la montagna viva solo di sci è folle e anacronistico, e le cause dello spopolamento delle terre alte sorgono ben prima di ogni discorso sul turismo e sugli impianti da sci. A tal proposito ti invito caldamente ad informarti sui progetti che verranno proposti con la candidatura di Saluzzo Monviso 2024 a capitale italiana della cultura, pensati e realizzati da esperti del settore che hanno come cavallo di battaglia il ripopolamento delle nostre montagne e la ricostruzione del loro tessuto sociale.
Sull'autostrada non mi esprimo, le carenze della Granda in materia di trasporti sono principalmente altre e hanno a che fare molto di più con il TPL...
Per non creare risposte totalmente inutili, cala la sera in quel di Saluzzo. Cielo sereno e nubi addossate alla catena del Monviso. Vento debole e 10°c da termometro a mercurio posto sul balcone...non il massimo della precisione ma l'aria calda rispetto ai giorni scorsi si sente eccome
Viviamo in montagna, unici residenti di una borgata in Valle Pesio a 900m
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Appunto. Purtroppo puntare solo sullo sci per il turismo invernale montano ha sempre meno senso.
Non è questione di investimenti o lungimiranza, ma di realismo legato all'inesorabile cambiamento climatico..
Anche perché hai voglia a costruire impianti per innevamento programmato, se ti fa 5 gradi di notte a 2500 m, non spari un bel niente. E queste fiammate in inverno sono sempre più frequenti, specie a NW.
Villar Perosa, B.ta Casavecchia (TO) 630 m
Villanova C.se (TO) 376 m slm
Il discorso mi piace e quindi spero gli admin mi consentano questa risposta: io ho la fortuna di avere la casa in un posto dove si sta tentando di portare un turismo lento e di qualità, e io faccio parte anche di una associazione impegnata sul territorio che ci sta provando, ma a mio parere non può essere l’unica chiave del futuro, basta vedere cosa dicono i pochi giovani rimasti “qui non ci sono possibilità per noi” oppure basta considerare l’età media della gente che fa parte di questa associazione, over 70. Io vado all’assemblea e sono l’unico sotto i 40 anni…
Lo sforzo della collettività nel breve periodo però sta portando a risultati notevoli in termini di rispetto ambientale e sostenibilità, in quanto a breve comincerà la realizzazione della prima comunità energetica italiana, grazie all’installazione di due turbine idroelettriche nel torrente e di un piccolo parco solare. Questo consentirá di produrre tutta l’energia che la comunità ha bisogno, andando a coprire anche i costi energetici degli impianti di risalita e facendoli rientrare in un modello decisamente più sostenibile
È fondamentale secondo me non avere un’unica impronta/direzione perché bisogna comunque essere in grado di contattare le esigenze di chi è giovane oggi… senza fare questo perdi la linfa fondamentale, ovvero il ricambio generazionale. Ecco che allora bisogna cercare di avere una offerta ampia, e il modello è già più che testato, al nord-est, in Trentino e Alto Adige.
Li ci sono piccole località che sono dei gioielli, con 3-4 seggiovie e 30-40 km di piste, ti garantiscono lo sci, ma hanno poi tutta una serie di attività collaterali al top: percorsi ciaspole, attività culturali sul territorio, educazione ambientale con escursioni e gite organizzate, strutture ricettive di altissimo livello, in tutte le stagioni ovviamente, attenzione alla cucina e altro…
Qui al nord ovest cosa abbiamo? C’è prato con 10 mila persone in conca a fare casino al concerto di J-Ax e il giorno dopo ti trovi le piste piene di rifiuti, ecomostri e risorse naturali e climatiche completamente non sfruttate… non so se ti sei letto l’ultimo scandalo sulla Via Lattea: il caro Brasso ha obbligato i comuni della Val Susa su cui passano le piste a stipulare un accordo (a maggio 2020) in cui i comuni stessi davano la concessione per le piste e lui non era tenuto a investire neanche un soldo fino al 2040. Ecco cosa abbiamo, delle sanguisughe che portano via tutto quello che possono e privano di risorse il territorio… per non parlare, come giustamente faceva notare qualcuno, quando vai al Fraiteve d’estate trovi un disastro, fra impianti dismessi, piste mal messe con fondo che frana e traffico auto a 2900 m come se fossi in centro a Torino.
È questa la montagna che vogliamo lasciare alle future generazioni?
Ultima modifica di Luca02; 29/12/2021 alle 22:14
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