Eppure marzo un tempo era super piovoso....
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Premesso che la mobilità incide in piccola percentuale sull'inquinamento atmosferico, quello che sarebbe da rivedere completamente è il concetto stesso di urbanizzazione. Finchè continueremo ad ammassare centinaia di migliaia di persone (la sola Milano fa più di un milione di abitanti) su un'area relativamente ridotta non ci sarà mobilità sostenibile che tenga.
Un vero progetto di sostenibilità sarebbe permettere, o anzi favorire, alle persone di ritornare nei centri urbani più piccoli favorendo così la diffusione della popolazione sull'intero territorio nazionale.
Non so quanto siano affidabili i dati, ma recentemente ho letto uno studio riguardo al possibile totale passaggio da auto endotermiche ad elettriche nella città di Torino: secondo le ipotesi gli ossidi di azoto quasi si annullerebbero, e le polveri sottili calerebbero di decine di punti in %
Non sono completamente d'accordo. Innanzitutto i trasporti contribuiscono per oltre il 25% alle emissioni di gas serra, inoltre secondo i dati Ispra del 2020 il settore trasporti in Italia contribuisce per il 37% alle emissioni di ossidi di azoto. La stragrande maggioranza di queste emissioni (circa il 72%!) proviene dal trasporto su gomma, mentre il sistema ferroviario rappresenta appena lo 0.4%. Considerando poi che una ridistribuzione della popolazione nel breve termine è alquanto difficile, se non applicando politiche assolutamente illiberali, la strada della mobilità sostenibile deve essere assolutamente applicata. La Pianura Padana ha vissuto una forte immigrazione ben più di mezzo secolo fa, perciò è impossibile immaginare che una grande parte della popolazione si sposti in altre zone; a mio parere ci sarà uno spostamento verso le aree montane solamente quando la situazione climatica delle pianure diventerà (ancora più) invivibile.
Detto questo, in Italia abbiamo un tasso di motorizzazione a dir poco folle, ai primissimi posti in Europa, abbiamo una rete ciclabile urbana (a parte poche realtà virtuose) scadente, mal collegata e scarsissima, le città sono un parcheggio unico, mentre gli investimenti che continuiamo a fare sono completamente anacronistici: quinta corsia sulla A8, allargamento delle autostrade, costruzione della Brebemi, della Pedemontana (mai conclusa), e potrei andare avanti per molto, al contrario gli investimenti in tram, metropolitane sono al palo, mente la rete ferroviaria fa veramente acqua da tutte le parti. Finché continueremo a spendere così tante risorse per le strade e briciole per il trasporto pubblico e la costruzione di una rete ciclabile estesa non arriveremo mai ad avere città respirabili.
Scusate questo off-topic, ma è un tema a cui tengo abbastanza.
Occorre fare un distinguo tra emissioni che hanno effetti su larga scala e quelle locali, il grande vantaggio dell'auto elettrica risiede prorpio lì. Gli ossidi di azoto non sono la C02, stesso discorso per le polveri sottili.
Concordo che si debba fare un grande ragionamento su come produciamo l'energia che utilizziamo per alimentare i trasporti, se deriva solo da centrali termoelettriche l'ipocrisia che si cela dietro viene in parte smascherata.
Lancio qui uno spunto di riflessione, per ovviare ad un problema come la qualità dell'aria che ogni anno causa migliaia di morti in pianura padana, quanto siamo disposti come cittadini a rinunciare ad alcuni lussi per respirare meglio? Viva i trasporti pubblici dove possibile, viva 17 gradi in casa d'inverno (io a torino senza accendere spesso sono pure sopra...). Chiaro poi che la parte maggiore della responsabilità di scelte e misure efficaci sta alla politica piuttosto che al singolo individuo.
Per rispondere alla provocazione non credo nessuno mi abbia fatto il lavaggio del cervello...anche perché nella mia famiglia c'è chi ha progettato e progetta i motori euro6D e i futuri euro7 diesel per FCA, quindi purché profano so di cosa si parla (essendo anche io appassionato di qualsiasi motore ,dal carro a vapore di cugnot ai raptor di SpaceX.
Amo l'auto endotermica e ne riconosco i limiti, così come so che l'auto elettrica non sarà la panacea a tutti i mali ma un necessario passaggio per la nostra società.
Contemporaneamente studio medicina e so quali sono e come impattano gli inquinanti nell'aria sulla nostra salute, sarebbe sciocco da parte mia non interessarmi a possibili soluzioni per ovviare al problema.
Come terzo punto, sono come tutti in questo forum, appassionato di meteo e clima, anche se probabilmente è ciò che conosco e comprendo molto peggio di questo discorso, ma arrivo a capire che per nostra sfortuna viviamo in un catino di aria putrida e se non riduciamo noi le emissioni non avremo mai vantaggi da questo lato.
Non è difficile avere una visione imparziale delle cose, basta informarsi e sforzarsi di non avere preconcetti. Sono andato a ricercare lo studio che avevo letto, te lo linkerò in modo che, se tu avessi piacere di continuare una discussione in modo costruttivo e non per ridicolizzarmi, abbia le fonti a cui ho avuto accesso pure io
http://www.iia.cnr.it/wp-content/upl...ari_futuri.pdf
Abbiamo un tasso di motorizzazione folle perchè alternative REALI al mezzo privato non ne esistono, c'è poco da fare. Non convincerai mai le persone (a meno di mettere in atto politiche illiberali) ad impiegare il doppio del tempo per raggiungere il posto di lavoro con un mezzo pubblico, oppure ad andarci a piedi.
Il mezzo privato offre comodità, flessibilità di orario e comfort (caldo in inverno, fresco in estate, riparo da pioggia e neve, etc...) se si vuole davvero creare un'alternativa credibile gli investimenti nel trasporto pubblico dovrebbero essere enormi e non si attuerebbero sicuramente in tempi brevi.
Si raggiungerebbe sicuramente prima lo scopo incentivando lo smart working (per chi può ovviamente) e l'acquisto di abitazioni in centri che siano lontani dalle orribili metropoli della PP come Torino e Milano. Togliamo tutte (e ripeto: tutte) le persone che svolgono lavoro impiegatizio dalle strade a mattino e sera e dalle metropoli e risparmiamo sia l'inquinamento dei trasporti che quello dovuto al riscaldamento (meno abitanti = meno riscaldamenti accesi) offrendo alle persone la possibilità di vivere in luoghi "a misura d'uomo"
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