
 Originariamente Scritto da 
sirio
					
				 
				sono mesi ormai che domina la zonalità e l'anticiclone sub-tropicale Azzorrico/Africano sul Mediterraneo quindi ritengo probabile che nel corso nella primavera si assista quantomeno ad un intervallo caratterizzato da scambi meridiani importanti che si tradurrebbero in affondi atlantici o colate fredde dal nord-Europa come ad esempio successo nel 1998 o nel 2000.
Analizzando però il trend degl'ultimi 3 anni emerge drammaticamente come il flusso atlantico sia contrastato dalla fascia di alte pressioni sub-tropicali e gli affondi sul Mediterraneo occidentale drasticamente diminuiti di frequenza ed incisività perdendo spesso la struttura depressionaria o evolvendo in cut-off mediterranei.
In particolare mi ha colpito la difficoltà delle pertubazioni atlantiche ad interessarci nel mese di febbraio appena concluso, oppure quanto avvenuto tra ottobre e novembre dello scorso anno.
Tutto ciò mi sta mettendo molta ansia e preoccupazioni sul futuro climatico dell'area alpina e credo che questa primavera potrebbe rivelarsi una chiave di lettura importante sul cambiamento climatico in atto:
se anche questa primavera passerà all'insegna delle anomalie termiche/geopotenziali positive registrando nuovamente precipitazioni al di sotto della norma credo che si potrà cominciare veramente a parlare con preoccupazioni di un cambiamento climatico senza precedenti, di un trend climatico che potrebbe mettere a dura prova il territorio e le nostre attività, altrochè!
Non ci resta che attendere come come si comporterà la prossima primavera e sperare in bene perchè le riserve idriche ormai sono scarse.
 
Davide
			
		
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