articolo tratto da www.cuneocronaca.it
Langhe fra le aree a maggior rischio idrogeologico in Italia: alle "piogge flash" in continuo aumento seguono colate di fango veloci e inarrestabili
L'ALLARME LANCIATO DAL MINISTRO DELL'AMBIENTE RIGUARDA ANCHE L'ALBESE E LE ALPI SUD OCCIDENTALI. CONFERMA DALLA CALAMITA' DI FINE AGOSTO
Aumento di “piogge flash” cui seguono colate di fango veloci e inarrestabili, ad alto rischio per le popolazioni come quelle di Sarno e Soverato. Questo lo scenario che si prospetta con l’intensificarsi di fenomeni meteorologici estremi legati al cambiamento climatico. A farne maggiormente le spese saranno Calabria, Campania, Liguria, Langhe: sono queste le zone già critiche per le condizioni del suolo dove crescerà il rischio idrogeologico. Gli scienziati calcolano che nel nostro paese le precipitazioni diminuiranno mediamente del 20%, e saranno brevi e violente, almeno due o tre volte l’intensità attuale.
Lo dice il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraio Scanio alla Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici in corso a Roma. E in provincia ce ne siamo già purtroppo accorti, sia per quanto riguarda l’Albese, sia per l’area delle Alpi Sud Occidentali. A fine agosto, le piogge torrenziali notturne hanno messo in seria difficoltà Alba, Bra, Savigliano e il Monregalese. Il sindaco di Alba ha annunciato la richiesta di stato di calamità.
Si legge nel documento diffuso dal ministero alla Conferenza: “Oggi si considera eccezionale una pioggia di 20/30 millimetri l’ora, nei prossimi decenni si prevedono precipitazioni estreme dell’ordine di 50/60 millimetri.. E’ il mix micidiale costituito da lunghi periodi di siccità seguiti da forti precipitazioni concentrate in breve tempo ad aumentare la probabilità di eventi catastrofici sui pendii più franosi e a maggior rischio di colate rapide.
Il cambiamento climatico si innesta su una situazione di alto rischio idrogeologico. Dal 1918 ad oggi in Italia si contano oltre 5.000 grandi alluvioni e 12.000 frane, una media di oltre 220 fenomeni all’anno, uno ogni 36 ore (un giorno e mezzo). Negli ultimi 50 anni, 3.500 persone hanno perso la vita (2.500 per le frane, oltre 1.000 per alluvioni), quasi 7 vittime al mese. Attualmente, il 10% circa del territorio italiano è classificato ad elevato rischio per alluvioni, frane e valanghe ma ad essere coinvolti sono oltre 6.600 comuni (81,9%), classificati nelle categorie di pericolo, con importanti centri urbani, infrastrutture e aree produttive.
Solo negli ultimi 30 anni sono stati spesi oltre 100 miliardi di euro per fronteggiare queste calamità. I conti stimati per la messa in sicurezza dell’intero territorio italiano si aggirano attorno ai 42 miliardi di euro”.
Mondovì Sud, quartiere dell'Altipiano. 416m s.l.m.
Webcam in real time: http://www.meteosystem.com/webcam/mondovi/mondovi.jpg
...always looking at the sky...
Matteorob che dici a riguardo????
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Ho come l'impressione che, se questo fosse vero, la gestione del territorio in quelle zone non possa essere considerata esattamente eccellente negli ultimi anni.![]()
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Se ciò fosse vero,allora urgerebbe una veloce riforestazione della zona privilegiando pini silvestri,pioppi tremoli e betulle,alberi formidabili nel tenere il terreno;in una fase successiva si può passare a roveri,castagni e faggi.
Aggiungo anche che i pini silvestri sono alberi fortissimi che resistono anche alle possibili siccità e danno un legno pregiatissimo per la costruzione;patiscono invece fortemente l'ombra.
Nella mia zona (Roero) il terreno collinare è sabbiosissimo;se non ci fossero boschi composti dalle specie sopra elencate ci sarebbero frane ad ogni pioggia.
Ciao![]()
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