Occhio che non lo dico io, lo dicono scienziati famosi e rispettatissimi indipendenti e della NASA.
Non e' questione di "mare precursore" e' questione che solo gli oceani assorbono calore, non l'atmosfera (esagero ma per far capire il concetto) e quindi chi ci puo' dare la misura del GW sono solo gli oceani e loro dettano le condizioni generali. Cio' non toglie affatto che lo scambio di calore sia a 2 vie oceano-atmosfera e quindi anche l'eventuale calore atmosferico e' certamente un input per gli oceani, sia che provenga da un normale spostamento di aria calda da latitudini meridionali sia che provenga dal rimbalzo termico per GHG. Solo che questo scambio oceano atmosfera avviene nei primi 2-3 millimetri, il sole penetra per un centinaio di metri in oceano. Tutto comporta variazioni nel contenuto di calore oceanico e questo e' la termoregolazione del clima mondiale insieme all'acqua contenuta in atmosfera (oltre il 90% dell'effetto serra).
P.S. Grazie a Dio questo ci permette di vivere la Terra.
si, certo, forse il termine "precursore" non è proprio esatto, ma è abbastanza logico il tuo discorso, più o meno intendevo quello che dici tu...
ma (scusa l'gnoranza) le temperature utilizzate per stabilire il GW, sono ben distribuite sulla superficie terrestre? cioè i 3/4 in mare e il restante quarto sulla terra?
esiste una griglia di misurazione un minimo regolare?
forse allle t marine sarebbe giusto applicare un coefficiente in relazione al loro maggior "peso" termostatico?
x jadan:
non mi riferivo alla CDG (che concordo sull'essere usata a volte a sproposito) nè all'ENSO nè ad altri indici o dinamiche, che conosco...
bensì, ripeto:
"piuttosto ad una visione globale degli stessi, proprio di una relazione t GLOBALE oceanica / t GLOBALE terre emerse nel corso dei secoli"
non le cause e i meccanismi, quindi, troppo complicati e sui quali ci si andrebbe ad incartare (ad oggi), ma proprio una relazione oggettiva tra le due cose...
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Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Certo. Ogni Ente usa le sue griglie e i suoi aggiustamenti pero' i dati sono quelli.
Se provi a mapparti i dati dal sito del GISS: http://data.giss.nasa.gov/gistemp/maps/ e scegli di vedere anomalie sia terrestri che oceaniche vedrai una descrizione dei dati di questo tipo:
Sources and parameters: GHCN_GISS_HR2SST_250km_Anom03_2009_2009_1951_1980
GHCN e' il gruppo si stazioni terrestri monitorate e eventualmente aggiustate da GISS, HR2SST sta' per Hadley, Reynolds SST e e' la misurazione delle anomalie oceaniche. Il totale, mediato, ti da il valore di anomalie termiche globali di quel mese/periodo.
Ovviamente poi ognuno puo' computare e aggiustare questi dati per mediare alle lacune nei dati che spesso si hanno.
La lista delle stazioni italiane che usa il NOAA e':
http://gis.ncdc.noaa.gov/website/ims...CountryMS:1:IT
Sì, ma la modalità con la quale gli oceani assorbono energia nell'infrarosso non è diretta, ma mediata dal bilancio energetico globale. Se quest'ultimo aumenta il flusso IR alla superficie oceanica, gli oceani emettono meno energia e dunque tendono ad aumentare le SST fino al raggiungimento dell'equilibrio dei flussi.
In generale, poi, quasi tutte le aree oceaniche tendono cmq a seguire il trend termico globale (soprattutto ai tropici e nell'oceano Indiano, meno nelle aree extratropicali del NPAC, del SPAC e del NATL, aree molto soggette a fluttuazioni stocastiche)
EOF1 del PCA delle SST globali (dati Kaplan Extended SST V2):
Occhio alle aree PDO e AMO --> seguono molto il trend globale!
Oggi c'è un flusso netto di energia media globale di 2.2 PW (10^15 W) dagli oceani verso i continenti, soprattutto durante l'inverno boreale.
http://www.cgd.ucar.edu/cas/Trenbert...TFK_bams09.pdf
Esiste, esiste. Per es. questo recentissimo studio (lo avevo già segnalato l'anno scorso, perché i risultati ernao stati presentati su poster al Workshop2008 dell' ETH tenutosi lo scorso giugno, al quale ho partecipato):"piuttosto ad una visione globale degli stessi, proprio di una relazione t GLOBALE oceanica / t GLOBALE terre emerse nel corso dei secoli"
giunge a conclusioni assai interessanti e speculative:Compo G.P. and P.D. Sardeshmukh, 2009, Oceanic influences on recent continental warming, Climate Dynamics, 32, 333-342
In sostanza: sul recente GW post-1990 (differenza 1991-2006 vs 1961-1990) non è messo in dubbio l'importante ruolo radiativo esercitato dall'incremento dei GHG, via inibizione dell'OLR al TOA e relativi meccanismi di feedback. Ma su scala regionale/continentale, in realtà, altri meccansimi sembrerebbero agire con peso altrettanto se non più forte. Per es., come mostra lo studio, l'importanza teleconnettiva idrodinamica/radiativa data dal riscaldamento degli oceani, via aumento dell'umidità dell'atmosfera continentale (e in Europa questa situazione è già studiata e descritta in alcuni papers,ad es. qui, ndS) e relativo aumento del flusso di radiazione IR discendente.Evidence is presented that the recent worldwide land warming has occurred largely in response to a worldwide warming of the oceans rather than as a direct response to increasing greenhouse gases (GHGs) over land. Atmospheric model simulations of the last half-century with prescribed observed ocean temperature changes, but without prescribed GHG changes, account for most of the land warming. The oceanic influence has occurred through hydrodynamic-radiative teleconnections, primarily by moistening and warming the air over land and increasing the downward longwave radiation at the surface. The oceans may themselves have warmed from a combination of natural and anthropogenic influences.
For the planet as a whole, there is little doubt that the inhibition of outgoing longwave radiation by such increases leads to radiative heating of the surface (i.e. the greenhouse effect), with the warming subsequently modified by water vapor and other feedbacks (Houghton et al. 2001). But does this also apply locally to each region in Fig. 1a? The primary conclusion of our study is that it does not. Indeed we find compelling evidence from several atmospheric general circulation model simulations without prescribed GHG, aerosol, and solar forcing variations (Table 1) that the continental warming in Fig. 1a is largely a response to the warming of the oceans rather than directly due to GHG increases over the continents.
Although not a focus of this study, the degree to which the oceans themselves have recently warmed due to increased GHG, other anthropogenic, natural solar and volcanic forcings, or internal multi-decadal climate variations is a matter of active investigation.
Cosa ha scaldato gli oceani, allora? Gli autori non danno una risposta chiara e univoca (mix di influenze naturali e antropiche), limitandosi a segnalare che - come già detto - "is a matter of active investigation".
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grazie a tutti, poi mi leggo tutto...
x sandro: ma vedo male io o le stazioni di rilevamento sono quasi tutte sulla terraferma?
facendo zoom to world il risultato è lo stesso, poca roba sugli oceani...
http://gis.ncdc.noaa.gov/website/ims...CountryMS:1:IT
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Ma la legge di Arrhenius permette di calcolare molto facilmente l'incremento termico dato da un ipotetico raddoppio di CO2, senza conseguenti feedback "rapidi".
Ed è di circa 1°, non meno.
Il dRF per un raddoppio di CO2 vale 3.7 Wm^-2.
Ben altra cosa è calcolare la sensibilità climatica, cioè l'incremento termico dopo i feedback "veloci". La stima, calcolata e inferita dai carotaggi, è di circa 3 +/- 1.5 °C. Incertezze legate appunto all'ampiezza dei feedback (es. aerosol, inerzia per uptake oceanico, nuvole...).
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Le stazioni GHCN sono solo terrestri. Le ssta sono prese da dati satellitari, boe e navi.
Steph grazie, uno di quei link non lo conoscevo. Sulla valutazione al raddoppio di CO2 ho letto valutazioni diverse in dipendenza della curva di assorbimento.
Nel Blog ho postato alcuni grafici con le correlazioni tra cicli solari e anomalie di temperatura. Alcune cose interessanti escono fuori anche nel breve termine:
http://globalwarming.blog.meteogiorn...e-solari-e-gw/
Esempio bassa stratosfera e sunspot ....
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Si ma si potrebbe anche dire il contrario !In generale, poi, quasi tutte le aree oceaniche tendono cmq a seguire il trend termico globale (soprattutto ai tropici e nell'oceano Indiano, meno nelle aree extratropicali del NPAC, del SPAC e del NATL, aree molto soggette a fluttuazioni stocastiche)
La zona tropicale è quella che maggiormente è influenzata dalle fasi ENSO e le sue fluttuazioni e da quello che ho visto le sue fluttuazioni di medio termine (decine di anni) sono una bella spinta o freno alle anomalie globali.
Vedremo i prossimi 20-30 anni come saranno le medie MEI rispetto al 1976-2003.
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