Se parlo di intervento antropico è piuttosto lapalissiano che la storia geologica non ci fornisca troppi esempi del caso in cui la Co2 antropica ha preceduto temporalmente la T. A meno di non credere alla misteriosa civiltà di Atlantide.
Ma il fatto che la storia non possa dire altro non è che cambi il discorso. La relazione esiste e continua indipendentemente da chi abbia (eventualmente) fatto il primo passo. Se aumenta la Co2 aumenta la T. Questo dice la teoria.
O dobbiamo, oltre che rimettere in discussione l'origine antropica della CO2 a 384, pure metterci a discutere dell'effetto serra?
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Ricollegandomi a qualche post precedente segnalo che
l'IPCC ha introdotto un parziale (ma sostanziale) giro di vite sulla metodologia precedentemente usata dall'organismo nella valutazione della letteratura scientifica.
In una recentissima riunione svoltasi in Turchia ha infatti sdoganato (si fa per dire) la cosidetta "letteratura grigia" trovando un accordo sulla necessità di utilizzarla per taluni argomenti di rilievo ed in vista della preparazione di AR5 (Fifth Assessment Report). Cosa aggiungere? se l'IPCC ritiene sia giunto il momento di fare valutazioni a 360 gradi, PR ovviamente ma anche non PR, evidentemente bisogna smorzare la fiducia smodata riposta solo nei paper che appaiono sui circuiti esclusivi peer rewiew. Per quale motivo questa decisione?
Saluti
V
jonioblu
La cosa migliore è collegarsi al loro sito, trovare i documenti preparatori per il meeting di Antalya e leggere il punto che ci riguarda:
Use of Grey and non-English Language Literatureengage authors from the developing countries, the private sector and non-governmental organizations.
Increasingly, literature is now available in the grey literature or in languages other than English, on
regional-scale impacts as well as on response options – adaptation and mitigation – that reflect local
observations, modelling and circumstances. The “grey literature” is material that has not been
published in peer-reviewed journals but available as conference proceedings and technical reports.
The IPCC has recognized the value of this material, particularly that originating from the private
sector that contains information on experience with climate change response options – for example,
the introduction of new technologies. In consequence a decision was taken that such grey literature
would be acceptable as long as it was generally available for review. It would seem that the
best way of accessing this material is through the wise selection of authors with greater efforts to
http://www.ipcc.ch/meetings/session30/doc10.pdf
pag. 13
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Mi pare che sia scritto ed esplicitato chiaramente. Ci sono miriadi di contributi che vengono da organismi non universitari o comunque non accademici.
Esempio personale: fino a poco tempo fa io lavoraro in un centro studi privato. Scrivevo articoli e pubblicazioni che, in taluni casi, venivano pure letti da un sacco di persone. Ma non erano articoli accademici: avessero riguardato il mondo AGW non sarebbero stati considerati dall'IPCC. Di fatto, in tutto il mondo, una cospicua parte della ricerca passa per canali svincolati dall'accademia.
Ciò premesso l'IPCC dice a chiare lettere che questa letteratura "privata" e spesso non in inglese comincia ad avere un ruolo nell'affrontare "regional-scale impacts as well as on response options – adaptation and mitigation – that reflect local
observations, modelling and circumstances. ". Altro esempio personale: un mio cugino ha lavorato a lungo (ambito ingegneria) ad un progetto che riguardava non so che pozzi in non so quale stato africano. Questo lavoro, del tutto locale, scritto in italiano, ad uso e consumo di una ONG locale magari (dico magari) contiene una brillante soluzione ad un problema riguardante la depurazione delle acque.
L'IPCC dice che questo tipo di materiale, sottoposto comunque ad un saggio (wise) scrutinio da parte dell'IPCC stesso, può venir preso in considerazione.
Notare che il campo mi pare sia limitato allo studio dei regional impacts nell'ampio capitolo dell'adapation. In buona sostanza: credo che si voglia prendere in rassegna i lavori di ONG e organizzazioni similari.
Non mi pare di vedere nulla di sconvolgente, in tutta sincerità.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Ecco, ti ho messo le parole in bocca anche se la tua spiegazione di questa decisione è letterale, quali le cause sostanziali di questa decisione apparentemente marginale?
Il mio post era chiaramente rivolto a chi ripone fiducia smodata soltanto e soltanto in quel circuito.
Evitiamo di considerare spazzatura tutto quello che non è PR, adesso se ne accorge pure IPCC e comincia timidamente ad introdurre qualcosa.
Sei così sicuro che tutto quello che circola a livello accademico sia accademico e PR? A me risulta il contrario.
V
jonioblu
Se ti ho appena detto che ho lavorato per anni in un centro studi che produceva materiale non PR che risposta ti aspetti?
E' che il fenomeno cresce. In tutto il mondo, da decenni, l'Accademia (che generalmente campa di sovvenzioni pubbliche) tende ad essere affiancata da ricerca privata o sul campo. bene si fa a prenderla in considerazione, con me sfondi porte aperte.
Ma se il tuo retropensiero è un altro, vale a dire che l'IPCC comincia a pensare che la letteratura "ufficiale" comincia ad essere viziata e che è quindi necessario rivolgersi ad altre fonti, allora credo di non essere d'accordo. Tant'è che, ripeto, la considerazione di grey literature viene sollecitata per lo studio di soluzioni locali a problemi di adattamento e mitigazione (l'esempio di mio cugino calza bene, in proposito).
In buona sostanza e fuor dai denti: non mi pare proprio che dietro una cosa del genere ci sia una posizione del tipo "l'accademia ufficiale ha toppato nello studio del GW mentre stiamo scoprendo che il sito indipendente XYZ.com abbia una soluzione più valida". La parte che ci interessa di più, quella analitico scientifica mi pare non venga toccata da questo discorso.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Concordo pienamente: senza togliere nulla all'importanza delle fluttuazioni prodotte dai cicli oceanici e relativi feedback, questo ad oggi, è lo stato dei fatti, anche se non è possibile parlare di certezze assolute.
E' quindi una situazione aperta alla prosecuzione di ricerche in corso o a nuovi ambiti di ricerca, però non mi sembra corretto interpretare dubbi (che non potrebbero non esserci), come una debolezza della teoria, così come mi sembra azzardato guardare al sole come principale motore dei mutamenti termici, quando gli indizi che abbiamo sono diversi.
Il progresso della ricerca ci darà gradualmente nuovi elementi, ma non credo che si potrà facilmente e in tempi brevi arrivare a certezze su una materia così complessa.
Ultima modifica di Marco P.; 30/04/2009 alle 19:18
Marco Pifferetti Albinea - Reggio E.
http://marcopifferetti.altervista.org/index.htm
Francamente non c'è nessun retropensiero, sono in difficoltà, rilancio la domanda, rivolta a questo punto ad altri...
come mai l'IPCC decide (timidamente) di affiancare alla letteratura ufficiale la letteratura complementare?
Il retropensiero è una pratica diffusissima, trasversale a qualsiasi cosa della vita, a qualsiasi organizzazione ecc., anche all'IPCC e non soltanto a noi.
Per il resto siamo completamente d'accordo, sarebbe tedioso continuare a dirci che siamo d'accordo.
V
jonioblu
Perdonami se insisto: perché non ti sta bene la spiegazione che dà l'IPCC stesso nel passo che ti ho citato?
Per forza poi mi fai pensare al retropensiero: lo dicono, a chiare lettere, ma non ti basta. Viene il dubbio che tu sospetti che ci sia qualcosa sotto che non si possa dire così chiaramente.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
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