Spero di non andare completamente fuoritema.
La regola aurea dei giardini inglesi (riportata di frequente anche nei manuali che si trovano in Italia, spesso traduzioni pedisseque di edizioni anglosassoni) è di avere 1/3 di sempreverdi e 2/3 di specie caducifoglie. Dal momento che il clima italiano è differente e buona parte del territorio ha clima mediterraneo o submediterraneo, si trovano di frequente nei giardini 2/3 di sempreverdi e 1/3 di caducifoglie quando non addirittura 100% di sempreverdi (il cosiddetto giardino all'italiana, fatto di lecci, bossi, conifere potate ad arte ecc.).
Stavo pensando se la formula inglese poteva essere tradotta in 1/3 sempreverdi "scuri/compatti"; 1/3 sempreverdi "medi" o caducifoglie e 1/3 caducifoglie o sempreverdi "chiari/aperti".
Che cosa ne pensate? Deliri di un appassionato di botanica e climatologia?![]()
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forse dovresti chiarire meglio cosa intendi per sempreverdi chiari/aperti.
Io dalle mie parti vedo che nei giardini si abbonda con le conifere(cedri,abeti,pini montani e pini mediterranei),trascurando un pò le caducifoglie(perchè per la vulgata ignorante sporcano troppo) con il risultato di avere un giardino che cambia poco durante le varie stagioni.La natura delle colline circostanti invece è assolutamente priva di conifere allo stato naturale,vi si trovano quasi esclusivamente quercie a foglia caduca.Ma è raro vedere dalle mie parti un giardino ben fatto.
Faccio un esempio: mettere insieme lecci, ginepri e bossi non è un buon accostamento (anche se è tipico dei giardini mediterranei), probabilmente un cedro dell'Himalaya o un pino domestico che, seppur sempreverdi, hanno un portamento più leggero e un colore più chiaro, potrebbero giocare lo stesso ruolo a livello mediterraneo o submediterraneo dei 2/3 di caducifoglie anglosassoni (anche se 1/3 lo lascerei sempre a caducifoglie perché d'inverno sono comunque più ariose). Al Sud si possono anche inserire palme, euforbie e banani per fare giardini di aspetto esotico, anche in questo caso bilanciando specie dal portamento chiuso e fogliame scuro con altre dal portamento più arioso e dal fogliame chiaro.
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Io vivo in una zona dal clima submediterraneo. Di palme qui ci sono la Trachycarpus fortunei, la Chamaerops humilis e la Phoenix canariensis che ha però bisogno di "imbracature" invernali o posizioni riparate. La Musa basjoo non crea grossi problemi, l'ho vista piantata in terra a sud di Vienna: secca d'inverno e ributta a primavera.
La Caesalpinia gilliesii (sin. Poinciana gilliesii) ce l'hanno in pochi, uno ha anche una Bougainvillea spectabilis addossata a un muro, in campagna aperta sarebbe impossibile. Le passiflore sono usate (raramente) come rampicanti un po' particolari in ambito cittadino. L'importante è, come dicevo, variare un po': uno nel paese dove vivo aveva tre alberi di betulla, un leccio e tre esemplari di Chamaecyparis lawsoniana. Le betulle sono seccate e ora è diventato tutto troppo cupo: meglio variare un po' col colore del fogliame.
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Io vivo in una zona climaticamente compatibile sia con le essenze mediterranee,sia con quelle più nordiche,anche le palme resistono qui(salvo la forte gelata del 2011 che ne ha decimato un certo numero-mi riferisco alla palma delle canarie).
Mi è anche capitato di progettare dei giardini fino a tre anni fa(ora ho perso un pò di dimestichezza con le piante).
Se lo spazio era sufficiente,ho fatto inserire anche grandi conifere (tipo i cedri che qui crescono a meraviglia),più spesso mi sono capitati giardini più piccoli dove inserire solo arbusti,o creare giardini rocciosi e laghetti in giardini già costituiti con ossatura di alberi di prima grandezza.Ho sempre faticato un pò,a far accettare anche le latifoglie a foglia caduca(la gente non ama raccogliere le foglie per terra)tuttavia,insistendo proprio sull'esigenza di avere un buon soleggiamento invernale,con le spoglianti,così da non avere la casa sempre in ombra,e per una certa variabilità stagionale,che rende il giardino più dinamico e godibile,sono riuscito alla fine in quest'impresa.
Le palme da noi(in Abruzzo) le vedo bene solo in contesti marini,tuttalpiù la palma nana o l'excelsa inserita in qualche angolo per dare un tocco esotico tipo a bordo piscina,può anche spingersi più all'interno in collina.
Odio le palme delle canarie che spuntano nei nostri giardini collinari:deturpano il contesto paesaggistico fatto di dolci colline ove si alternano boschetti di roverelle e carpini,uliveti e vigneti,e grandi quercie isolate presso le vecchie case contadine.
Personalmente amo le conifere nordiche(ma mi rendo conto che devono essere inserite anche loro con il contagocce,per non violentare il paesaggio di cui sopra)sebbene ci siano qui molti abeti rossi,come recupero degli alberi di natale,che svettano in buona salute,anche in riva al mare(ma non li ho piantati io).
Ennio cmq non sono molto d'accordo sulle palme, se esistono palme che possono vivere in zone fredde, chi vuole può mettercele (e esistono, hai citato la Tachicarpus, le ho viste anche a L'Aquila).
Tuttavia, basta un pizzico di buonsenso; pur reggendo le gelate, una Phoenix canariensis non credo possa vivere a 1500 m
[QUOTE=Stefano De C.;1059693151]Ennio cmq non sono molto d'accordo sulle palme, se esistono palme che possono vivere in zone fredde, chi vuole può mettercele (e esistono, hai citato la Tachicarpus, le ho viste anche a L'Aquila).
Tuttavia, basta un pizzico di buonsenso; pur reggendo le gelate, una Phoenix canariensis non credo possa vivere a 1500 m[/QUOTE
Stefano abbiamo più volte affrontato l'argomento,abbiamo opinioni diverse:io credo sia una questione di rispetto del contesto paesaggistico,il non mettere palme in certi ambienti,oppure di farlo in modo oculato senza forzature ed eccessi.
Un pò come,in edilizia, inserire un trullo a Livigno,oppure una baita tirolese alle Eolie.
Viceversa le palme rustiche,stanno abbastanza bene nei contesti lacustri del nord Italia,perchè lì ormai c'è una certa consuetudine paesaggistica che tende a rimarcare la mitezza del clima rispetto alla Pianura padana,stesso discorso per le riviere.Ma obbiettivamente come vedi una palma delle canarrie sui colli dell'Umbria,ove siamo abituati a vedere quercie, cipressi ed ulivi?
C'è da dire che i trulli autonomamente non si spostano, mentre la vegetazione, vuoi per variazione climatica, vuoi per indebita interferenza antropica, tende a spostarsi da una zona all'altra, attecchendo dove prima non c'era, e quindi si "naturalizza" a poco a poco di sua spontanea volontà.
Anche a me peraltro disturbano le piccole foreste di bambù in cui incappo talvolta nelle basse vallate bergamasche, mentre alla Buddleia, pur essendo esotica, non ci facciamo più caso (purtroppo).
Ricordo anche un tratto di costa spagnola, sul Golfo di Biscaglia, coperta da un denso bosco a eucalipti... insomma, se riescono a campare, magari anche le palme potrebbero spargersi e divenire "europee"...
Alexeia, la Buddleia intendi che si è diffusa anche fuori dai giardini?
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