Se c'é un fattore fortemente limitante per la coltivazione dell'ulivo é proprio l'altissima piovosità che c'é qua da me e in tutta la fascia medio-alta della Valpadana nel trimestre estivo. Come diceva benissimo galingsog@ questo porta ad una frequenza di malattie fungine in modo particolare molto alto. Perché l'ulivo é una pianta che ama il secco, cé poco da fare.
L'alta pianura forse è l'unica zona dove puoi avviare delle coltivazioni, ma il punto è quanto ti rendono... perché il problema non sono né solo i suoli, né solo il clima ma la combinazione dei due fattori. Tra l'altro su quanto sia determinante il clima estivo si ha una chiara percezione proprio nell'area dei laghi insubrici, dove spostandosi da E verso W diminuiscono le temperature estive e aumenta l'umidità edafica, col risultato che sul Garda hai un'olivicoltura molto specializzata ma importante, sul Lago di Iseo diventa una cosa estremamente di nicchia e sul Lago di Como e sul Lago Maggiore la presenza dell'olivo è praticamente una semplice curiosità. Poi questo non vuol dire che non si possa avviare una micro-produzione, ma di certo non ci sono le condizioni perché entri a far parte di un'economia di scala, nemmeno locale.
Io vivo a circa 25 km a owest\sudowest di Bassano del Grappa, credimi c'é un mondo di differenza specie per quanto concerne le minime invernali.
Ma anche fra Bassano Sud e Bassano Nord hai differenze pazzesche, la ventilazione in uscita dalla Valsugana ha il suo massimo effetto diciamo fra la parte piú bassa della valle e Bassano Nord (con Pove che si trova esattamente all'uscita della valle). Man mano che ti allontani l'effetto si esaurisce e ritorni alle classiche condizioni da Pianura Padana (clima umido e freddo + scarsa o nulla ventilazione).
Lí piove tantissimo ma la ventilazione probabilmente attutisce questo effetto e ha il pregio di asciugare in fretta la vegetazione.
Appunto, non rendono.
Una coltivazione ha dei costi specialmente e anche per quanto concerne i trattamenti che servono da fare.
Qua in alta pianura vicentina per esempio spesso capita che sia difficile persino coltivare la vite primo perché hai una piovosità elevata specialmente in estate (che c'é anche sulle colline qua a nord, ma lí l'acqua corre via piú velocemente) e comunque devi aver la fortuna di aver un appezzamento di terreno dove il terreno é bello drenante (presenza di ciotolato in superficie é ideale).
Se mancano queste condizioni hai spesso problemi dati dalla troppa umidità.
E parliamo della vite.
Figurarsi con l'ulivo.
Beh sul lago di Como/Lecco ci sono uliveti da secoli, penso alla zona di Oliveto Lario da cui il nome deriva proprio dalla presenza numerosa di ulivi dove la produzione di olio c'è quindi non è una sperimentazione recente. Per le zone di alta pianura certamente la resa non sarà altissima a livello di commercializzazione ma a livello di produzione familiare sia di olio che di olive sfuse da fare in salamoia è tranquillamente fattibile.
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Comunque non è vero, anche sul lago di Como e Maggiore si ha una produzione di olio dop.
Vero tutto quel che state dicendo, l'ulivo soffre l'umidità persistente più del freddo, infatti, come mostrato anche dagli altoatesini, nella zona di Merano, con clima asciutto, si sono avviate discrete produzioni
Sono produzioni storiche ma marginali, perfino nelle province di appartenenza faticano a rientrare nell'economia di scala. Ovviamente questo non vieta a un singolo imprenditore agricolo di costruirci almeno una parte del proprio reddito, ma è difficile, per ora, andare oltre a quel pochissimo che c'è. La storicità vuol dire poco, ci sono micro-aree di coltivazione storica anche in zone insospettabili, come le Langhe, dove sicuramente ci fu una piccola produzione locale di olive nel Basso Medioevo, che poi andò sparendo quando divennero relativamente facili i collegamenti con la Riviera di Ponente e divenne meno costoso e più sicuro importare. Attualmente nell'Albese si sta provando a introdurre l'olivicoltura, come produzione di alta qualità e non mi stupirei se, attaccandosi alle sparute testimonianze storiche, si cerchi prima o poi di arrivare a un marchio di denominazione. E' un po' come il discorso relativo alla coltivazione della vite nel SE dell'Inghilterra, tra Basso e Alto Medioevo la si coltivò localmente, non tanto (e non solo) perché le condizioni climatiche rendevano tale coltivazione possibile, ma soprattutto perché le istituzioni clericali e monastiche necessitavano di una micro-produzione di vino che, in certi periodi (guerre, epidemie) sostituisse l'importazione dalla Francia e dalla Spagna (oltretutto costosissima) ma non appena i commerci marittimi migliorarono quei vitigni furono abbandonati.
Riguardo all'olio che si produceva nel Medioevo in alcune zone del nord Italia avevo sentito che di solito era un tipo di olio utilizzato per l'illuminazione, quindi non era importante la sua qualità.
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