Io invece pensavo che la neve li aiutasse a sopportare meglio il freddo facendogli da "coperta", non sapevo questa cosa della neve bagnata e dell'umidità. Da me quei pochi esemplari che ci sono (come ho detto sono al limite, già a Caramanico paese non ce ne sono) sono piccolini, vengono potati molto, forse proprio per evitare che la neve pesante gli arrechi danni rompendo i rami (alcune piante sono rotte infatti). Per trovare le coltivazioni "serie" bisogna scendere verso i 400 metri.
Per quel che riguarda la conca Aquilana, posso confermarti che qui l'ulivo non solo non fruttifica, ma i pochi che hanno provato a piantarlo, si sono ritrovati la pianta morta dopo la prma invernata, nonostante ultimamente gli inverni siano decisamente più miti rispetto anche solo a 15/20 anni fa. Io abito a 630 metri ed un mio caro amico ad aprile 2012 ha piantato una pianta di ulivo nel giardino, con buona esposizone, vicino alla casa e riparato dai venti più freddi invernali che provengono principalemnte da est. Un anno dopo al risveglio primaverile, la pianta era completamente marrone e non ha germogliato. L'unico caso che conosco di ulivo che ha attecchito, ma senza fruttificare, è quello di un mio collega di lavoro, che abita in pendio esposto a sud, rialzato di circa 150 mt dal fondovalle. Si tratta di una pianta di medie dimensioni interrata nel 2013, che pur senza grossi cenni di crescita, germoglia ogni anno. Va detto che da quando è stata trapiantata, gli inverni sono stati decisamente clementi, ma probailmente il fatto che si stia acclimatando, la renderà più forte.
Le zone sopra Capestrano citate da te, è vero che sono in alta quota, ma sono molto rialzate dal fondovalle che li in zona si trova 3/400 mt più in basso, e quindi con scarsa inversione termica ed in più non beneficiano del riparo offerto dall'appennino alle correnti più miti provenienti dall'adriatico.
L'altra zona della provincia dell'Aquila dove l'ulivo fruttifica è la Valle Roveto nella Marsica, al confine con il Lazio.
Menzione particolare per il Fucino, dove prima del prosciugamento del lago avvenuto alla fine del 1800 (completato nel 1877), l'ulivo era molto diffuso grazie ad un clima più mite rispetto a quello attuale, poichè privo di escursione termica grazie all'ampia estensione del bacino idrico.
Attualmente invece, resistono delle coltivazioni sui versanti esposti a sud e localmente nella valle del Giovenco.
La neve protegge efficacemente le colture erbacee, impedendo al terreno di gelare in profondità, gli alberi a livello almeno di chioma non ne hanno tendenziali benefici, alcune specie arboree si sono adattate e tollerano molto bene notevoli quantità di neve su branche e rami, altre ne ricavano solo danni, è possibile che alcune specie ricavino vantaggio dalla stroncatura in termini di rinnovo generazionale, ad esempio Robinia pseudacacia (la comune "acacia" americana ormai divenuta infestante) è originaria di zone sicuramente nevose (i Monti Appalachi) ma si stronca molto facilmente con carichi di neve non certo eccezionali, tuttavia la neve provoca la caduta dei vecchi esemplari aprendo spazi per i nuovi. L'olivo è pianta mediterranea, probabilmente di remota origine mediorientale, zone in cui la neve non è abituale, né tantomeno abbondante, le piante non potate tendono a stroncarsi, perché le branche si spaccano facilmente sotto il peso della neve, i rami giovanili, che sono flessibili, reggono meglio.
Ciao
Comunque, l'olivo coltivato in zone a inverni un po' più freddi da degli oli più delicati e perciò non di rado pregiati, e inoltre, gli inverni non troppo miti rendono la mosca olearia meno fastidiosa
Tornando in Liguria,ma nel levante,dove sono nato,lì a Chiavari l'ulivo è molto diffuso nelle fasce a muretti,e caratterizza il paesaggio costiero sino a 3-400 m. di quota,oltre la quale tende a diventare piccolino e poi scompare del tutto.
Le valli interne,del versante ligure hanno pochissimi ulivi.
A bassa quota,nelle fasce ricordate prima,l'ulivo ha un portamento assolutamente diverso da quello che vediamo in Abruzzo (piccolo e relativamente esile),in Liguria gli ulivi sono molto più alti ma relativamente esili(se li ci fosse una sola nevicata delle nostre di Lanciano,sarebbero tutti distrutti).
Lì usano mettere le reti per settimane e passano di tanto in tanto a raccogliere.
In Abruzzo invece si raccoglie immediatamente e si porta subito il raccolto in frantoio.(per preservare la qualità).
L'olio ligure comunque è delicatissimo.
Viceversa gli ulivi pugliesi,già sul Gargano sono maestosi come quercie.
Lo si coltiva (seppur in piccoli appezzamenti, per ora....) pure qui in Valtellina, quindi ben piu' a N del Garda, e con risultati assai notevoli riguardo la qualita' !
La Fondazione Fojanini qui a Sondrio, se non erro, e' stata forse pioniera in tal senso: ora non di rado, anche salendo la Valle verso il tiranese, si trovano appezzamenti ormai dedicati all'olivo, in taluni casi quasi in sostituzione ai piu' comuni meleti !
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prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....
presumo che sia anche per via delle temperature-piogge estive: più caldo e asciutto è, più le componenti aromatiche sono concentrate (un po' come per il vino rosso, che diventa generalmente più strutturato e alcolico andando verso sud).
noi che siamo abituati con l' olio gardesano siamo rimasti "un po' sconvolti" quando dalla toscana avevo portato una bottiglia di quello fatto laggiù. per condire ne usavamo quantità minuscole perché era proprio forte.
prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....
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