Adesso vi saluto
come sempre sei puntuale e preciso complimenti.
voglio finire il discorso cominciato ieri sulle sorgenti di acqua, nello specifico della "sola" città di Roma.
le più note sono le seguenti:
Acqua Appia Via Appia Nuova km 14,500 www.appiasorgente.it
Acqua Capannelle Via Appia Nuova km 12,500 Fonte Capannelle Acque Minerali - Sito Ufficiale
Acqua Sacra Via Passo del Furlo, 57 Acqua Sacra Monte Sacro | Acqua minerale naturale in bottiglia Roma
Egeria Via dell'Amone,111 Egeria - L'Acqua Santa di Roma
A Roma arrivano ogni anno 500 milioni di metri cubi di acqua, l'approvvigionamento idrico,
gestito da Acea, viene per l'85% da sorgenti, per il 12% da pozzi e per il 3% da fonti superficiali.
sono sei le grandi sorgenti:
Peschiera
Capore
Acqua Marcia
Acquoria
Salone Vergine
Simbrivio
I principali pozzi sono:
Finocchio
Torre Angela
Pantano Borghese
Laurentino
Spero di essere stato esaustivo per chi mi chiedeva maggiori info a presto
leggi l'ultimo post di AcquaSacra ti spiega bene da dove arriva l'acqua di Roma e quali sono le sue sorgenti
Il punto però non è se la neve sia meglio delle piogge per l'approvvigionamento idrico, perché penso che siamo tutti concordi che sia così. Il punto è quanto questo fattore pesi in aree che hanno una piccola superficie oltre una quota tale per cui si ha un innevamento continuo per diversi mesi. E quanto pesi un innevamento sottomedia a fronte di precipitazioni abbondanti. Inoltre sulla media di nevosità e precipitazioni credo che si debba fare un discorso diverso rispetto alle temperature
Mi pare che in genere la media sia alzata notevolmente dai periodi nevosi/piovosi, perché se c'è un limite inferiore non c'è un limite superiore ben definito, per cui sia maggiore il numero di intervalli temporali che chiudono sotto la media di riferimento rispetto a quelli che chiudono sopra
Veramente no.
Io non sono concorde e credo non lo sia nemmeno Treborsnow.
In questa discussione, da chi come te crede che la neve sia meglio sono state portate molte ricerche e molti dati, ma sono tutti non comparativi.
Nessuna comparazione tra l'efficacia di alimentazione di falda della neve, con quella della pioggia è stata portata da nessuno.
Esatto. L'hai scritto in tre righe in maniera semplice.
Aggiungo qualche considerazione. Il presupposto è sempre stato che si paragonano stesse identiche quantità di pioggia rispetto al caso in cui siano solide in APPENNINO.
L'accumulo solido produce solo un ritardo nel rilascio dell'acqua.
Ma è falso che la neve viene assorbita lentamente, non più lentamente della grossa parte delle piogge invernali.
E basterebbe leggere interamente gli studi "proposti", non prendere due righe di un powerpoint a caso che non vogliono dire niente.
La neve alle basse quote e sui versanti esposti fonde soprattutto in inverno al massimo a inizio aprile, ed è equivalente alla pioggia.
La neve alle quote più alte e sui versanti non esposti fonde sicuramente più lentamente per un certo periodo, ma ad aprile comincia a fondere allegramente come fosse pioggia. Neve compatta umida a 500 kg/m3 se ne perdi 5cm in un giorno con T in media vuol dire 25mm in un giorno. Ma siccome un mese non scorre mai interamente in media basta una giornata di quelle che capitano sempre e di cui parlavo che ti toglie 25/30cm in un giorno, equivalente a pioggia forte. Io mi chiedo se uno ha mai visto come corre l'acqua in uno di quei giorni. A fine aprile poi nella stragrande maggioranza del territorio appeninico restano solo canaloni e nevai in zone non esposte, a parte le zone più alte over 2000 che però sono una piccola parte del territorio.
Il risultato è di sicuro un guadagno in termini di portate primaverili (a discapito di quelle invernali però) ma quasi nullo sulle portate estive. E bastarebbe vedere i grafici degli studi proposti, ma dubito sia stato fatto.
Ciò vuol dire, come ho riportato anche in altro topic prendendo spunto dalle dichiarazione del responsabile delle riserve idriche abruzzese, che l'ottimo innevamento attuale garantisce disponibilità idrica fino ai primi di luglio.
Per la parte rimanente dell'estate deve continuare a piovere in primavera ed anche in estate. Per continuare ad alimentare le stesse sorgenti. Ma da un po' di anni hanno inventato pure i bacini artificiali. Trasferire a valle un mese o due mesi prima non cambia niente rispetto alla disponibiltà idrica estiva, perchè quello è il problema.
Nel mio caso specifico interessa che a fine inverno siano pieni gli invasi di guardialfiera e di occhito, non che ci sia neve in montagna. E questo vale per tutto il centrosud.
Ovviamente, come ho già scritto, discorso completamente diverso per le zone alpine dove i ghiacciai accumulano o dovrebbero accumulare 3 stagioni su 4.
Probabilmente dipende dalle regioni, e dalla fascia climatica.
Qui in Lombardia gli acquiferi carsici sono considerati una grande risorsa, infatti stiamo iniziando a censirli e a parlare di tutela. Forse perché abbiamo acquiferi con tempi di permanenza dell'acqua nel sottosuolo lunghi, che possono garantire tempi di accumulo, boh... comunque, sorgenti tipo la Nossana, che alimenta l'acquedotto di Bergamo, non mi sembra di aver mai sentito preoccupazioni per il calo idrico a causa delle decine di inverni in cui ormai l'accumulo nevoso è scarso.
Poi, non mi è chiaro comunque perché l'acqua delle piogge viaggerebbe nell'acquifero carsico più velocemente verso il mare, rispetto all'acqua di fusione di neve. Se l'acqua c'è, c'è e basta.
Anche questo, dipende dai luoghi. Anche perché il "terreno carsico" è un'espressione un po' giornalistica , oppure da cantiere. C'è il terreno, che sta sopra la roccia carsificabile e carsificata, e c'è l'acqua che si infiltra in ques'tultima, la scioglie e produce il reticolo carsico in cui sarà ospitato l'acquifero.
Allora, se prendo una superficie di altopiano carsificato, nelle depressioni la dissoluzione carsica che le ha generate/accentuate ha accumulato tuti i residui insolubili, che formano un terreno fine, argilloso, impermeabile (terre rosse, per intenderci). Allora, in queste situazioni, l'acquazzone allaga tutto. Poi il lago si svuota perché comunque un po' di infiltrazione da qualche parte rimane. Ci sono polje in cui a seconda della stagione sei a bagno o in secca, nelle aree carsiche come dio comanda!
Ma dove l'acqua si infiltra, scende in massicci che sono andati avanti a carsificarsi per milioni di anni, e hanno uno spessore di potenziale acquifero, cioè, di volume bucato che può ospitare acqua, di centinai e centinaia di metri. In realtà ci sono uscite laterali a varie quote, quindi alla fine esiste un troppopieno dell'acquifero carsico, sorgente che si attiva in situazioni idriche eccezionali, in genere legate alla stagionalità.
COmunque, la quantità di acqua accumulabile in un acquifero carsico non è poca, proprio perché sono "terreni", cioè sistemi tridimensionali con grande capacità di assorbimento. Di contro, se prendi un acquazzone estivo, in superficie non resta pressoché nulla, e allora sì che entra in gioco la neve! perché quando hai vuotato la borraccia ti resta solo da sperare nella poca neve rimasta nei buchi.
Concordo su Bergamo (ROma non posso dire, ci sono stata troppi pochi giorni). Bergamo è in gran parte alimentata da sorgenti di acquifero carsico, per lo meno, sono quelle che forniscono l'acqua migliore. Nossana e Costone, una esce dal massiccio Arera - Monte Secco (...! per l'appunto), che ha neve sulle pendici ma non grosse aree di accumulo (una volta, tipo anni '80, si riusciva persino a sciare...); l'altra dall'Alben, in posizione più avanzata verso la pianura, più baso di quote, e su cui la neve - la poca che arriva - ormai permane per pochissimo tempo.
... allora, ci sono le "falde" fatte di rocce, stratificate, massicce, piegate, annodate... a scelta, e sono quelle che si accavallano le une sulle altre in una catena montuosa. E ci sono le "falde acquifere" che, appunto, sono fatte di acqua, contenuta in ammassi rocciosi porosi e permeabili e che fluisce attraverso essi.
Il loro top lo danno, le falde acquifere, quando si accumulano in un ammasso roccioso delimitato da uno o più parti da livelli di rocce impermeabili.
... A volte in effetti è necessario perforare pozzi, quando la falda acquifera, o meglio, l'acquifero che la contiene, sono sepolti, nel sottosuolo, sotto di noi, e non vengono a giorno. Per fortuna però non è sempre così, moltissimi acquedotti prendono l'acqua captando direttamente delle sorgenti.
... dipende dai luoghi. Qui in Padania, ad esempio, la falda superficiale si innalza subito quando diluvia per un paio di giorni... e ti trovi con la cantina e il box a bagno.
Quello del rischio idrogeologico è vero dove si hanno rocce impermeabili soprattutto, con magari una copertura di depositi sciolti, colluvi, glaciali rimaneggiati e cose del genere... insomma, terriccio e pietre. Allora questi si saturano e fluiscono giù, perché il substrato impermeabile non lascia passar giù l'acqua.
Ultima modifica di alexeia; 14/04/2021 alle 16:26
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