Mah. Invece è proprio il forte maltempo con T elevate che provoca un rapido sciogliemento delle nevi e che unito alla pioggia da rischio idrogeologico.
In tardo autunno come in primavera.
Il Matese è un colabrodo, ma in primavera pioggia unita a scioglimento rapido della neve provocano quesi sempre la formazione di un lago nella piana di Campitello.
Più c'è neve più è probabile che si formi il lago.
Avviene sempre e solo con neve che fonde, a volte anche in inverno.
E si forma li perchè la piana non ha nessuno altro sbocco. Tutto in giro l'acqua ruscella.
Annata estremamente positiva su quasi tutto l'appennino centrosettentrionale.
Poi uno guarda il 9 aprile il sat e si rende conto di cosa stiamo parlando. Una porzione ridicola di territorio.
Se non fosse per l'acqua liquida che ha alimentato tutto il resto delle falde hai voglia a campare di neve in montagna...
snapshot-2021-04-09 (1).jpg
rieccomi sempre in sostituzione di Pino 64 fermo ai box per qualche giorno, vedo con piacere che la discussione si è arricchita di partecipanti.
dopo avervi dato qualche cenno sulle maggiori sorgenti di acqua di Roma(oltre alle maggiori che ho citato ce ne sono 23 minori alcune per la
verità scomparse) oggi vi voglio dire la mi sulle falde acquifere: cosa sono e come si formano premetto che io sono allineato con il ragionamento
sia di Ghiacciovi che di Alexeia, però mi è simpatico anche treborsnow(non solo simpatico è anche preparato).
Le falde acquifere sono una caratteristica idrologica che ha permesso e permette di avere una vegetazione ben uniforme sui territori diversi.
Sono conosciute fin dall'antichità(Roma ci ha costruito il suo Impero acquedotti terme) e sono anche molto particolari nei deserti, dove grazie
alle falde acquifere è possibile avere diversi pozzi e oasi.
L'ITALIA è RICCHISSIMA DI ACQUA CHE DERIVA DA:
Fiumi
Scioglimento della neve
Pioggia e precipitazioni atmosferiche
Densità dell'umidità e presenza di nebbia che si condensa
Falde acquifere
Falde a cisterna
Sono tutte formazioni naturali di acqua, tuttavia ogn'una di loro ha una provenienza specifica,
ma le falde acquifere sono quelle che hanno alcune particolarità nella loro nascita.
In idrogeologia per falda acquifera o falda idrica si intende una zona di rocce pertmeabili dove
è presente acqua in grado di penetrare per effetto di gravità.
viene da se poi che più l'acqua arrivi lentamente, e questo sicuramente per effetto dello scioglimento delle nevi
che incomincia con le prime nevicate di novembre, a volte più lentamene ed a volte più rapidamente, dipende dalle
condizioni climatiche, l'acqua abbia più tempo per penetrare nelle rocce rispetto ad una pioggia intensa, altro discorso
è una pioggiarella leggera ma continua quelle che io chiamo autunnali, vero Treborsnow, a proposito molto bella la foto satellitare,
ma ti sembra poca la neve sugli appennini che si vede dal satellite al 15 di Aprile? guarda le webcam sparse sugli Appennini,
ti rendi conto di quanta neve ci sia ancora sopra i 1500 metri.
Vi ho fatto la storia delle sorgenti di Roma proprio come esempio, la stragrande maggioranza delle falde acquifere di Roma,
l'origine dell'acqua sono gli Appennini, la neve che si scioglie oggi non arriva domani nella falda o sorgente, ci vogliono mesi,
ecco l'importanza della neve ripeto acqua a lento rilascio, un saluto a tutti
Ommioddio... ci ho messo un po' a capirci qualcosa... nel senso che mi dicevo "ma cosa cavolo ho scritto?!!"
INVECE: nel blocco su cui giustamente segni il grassetto, è saltato il [QUOTE] all'inizio, e quindi non risulta riquadrato come le altre due citazioni sopra... poi, ero così impegnata a fare la brava e dare anche un po' di ragione, che ho focalizzato l'attenzione sul rischio idrogeologico, mettendo assieme forte maltempo = nevicata, e quindi il risultato era "nevica anziché piovere"... ovvio che sì, che ci hai ragione(ora provo a correggere almeno le quote..)
Il lago di Campitello nel Matese da come lo descrivi è un tipico esempio di polje, anzi no, vado a guardare da satellite... sìsìsì assolutamente splendido!
Poi, per curiosità ho cercato anche "polje campitello" con google: ecco qua, è addirittura un geosito, cioè un luogo geologico esemplare per il fenomeno. Probabilmente lo sapevi già, ma lo segnalo lo stesso per gli altri:
http://www.regione.molise.it/web/turismo/turismo.nsf/0/2a0005407239eb22c12578180032c505/$FILE/La%20piana%20di%20Campitello%20Matese.pdf
In sostanza: una depressione carsica chiusa, col fondo impermeabilizzato da argille residuali... più o meno. Probabile che la neve sia il qualcosa in più che dà il colpo di grazia a una falda acquifera già altina, nulla di strano tutto sommato, nel momento in cui fonde, si somma evidentemente a un picco della falda, che al solito negli acquiferi carsici sarà molto sfalsato rispetto ai massimi di pioggia; quindi apparentemente, non sta piovendo epperò è la neve che alimenta il lago. In realtà, è più probabile neve + falda che finalmente è stata ricaricata dalle piogge.
Ultima modifica di alexeia; 14/04/2021 alle 16:30
Mh... c'è solo una sfumatura da limare... mentre gli acquiferi nelle sabbie, nelle ghiaie, nelle rocce fratturate, nei terreni vari e assortiti sono ospitati in pori comunicanti fra loro di dimensioni che, se va bene tipo una ghiaia, sono centimetriche, nelle rocce carsificate in questi pori comunicanti ci passano anche gli speleologi, con tutta l'attrezzatura, poi arrivati in fondo si mettono pure le pinne...
Voglio dire, quando hai gallerie che attraversano la roccia, anche il diluvio universale si assorbe in un niente, a meno che non ci siano spalmate di argilla che impermeabilizza. Poi, c'è un fondo dell'acquifero che coincide con un livello impermeabile, e che può essere anche molto sotto la base del massiccio. Una specie di vascone, che si riempie sino a raggiungere un buco da cui uscire, che noi chiamiamo sorgente. E perché vada in piena, richiede tempo...
Ecco, ti butto lì un vecchio disegno, tanto per dare l'idea... (ne ho fatti sicuramente di migliori in tempi più recenti ma nel casino degli hard disk non trovo altro al momento.)
In giallo il massiccio calcareo con i suoi buchi. In viola, lateralmente (in rapporto di eteropia per chi vuole i termini tecnici), una roccia impermeabile, esempio argilliti. L'erosione si è mangiata le argilliti, scavando la valle, e l'acqua ha corroso il massiccio, via via verso il basso, seguendo il livello di base della valle, che si abbassa. QUesta è una situazione semplice, nella realtà poi ci sono un sacco di casini in più (neotettonica, Mediterraneo prosciugato e cosette del genere... ma rimaniamo sul semplice) e il carsismo può trovarsi anche a profondità maggiore
carso4b.jpg Là sotto i percorsi dell'acqua sono un casino, e ne conosciamo solo una minima parte. Basta però che ci sia un sifone, perché l'acqua si accumuli in corrispondenza delle precipitazioni (più un certo ritardo per i percorsi sotterranei), e non ne esca se non prima che si innalzi al punto di superare il sifone. Allora, a quel punto, la sorgente va in piena. Però l'acquazzone colpevole è già passato da mo'...
No, il nome corretto non lo conoscevo, o forse lo avevo sentito ma non lo ricordavo. Hai fatto bene a precisarlo. Ma il meccanismo si. Dubito sia impermeabile. Non è proprio piano regolare e non vedi mai "pozzanghere" se la fusione o le piogge sono lente. Ho conosciuto poi diverse speleologi dell'associazione locale che mi hanno spiegato dove si trova il principale inghiottitoio, ma ancora non vado in "perlustrazione", ci vorrebbe una situazione al limite con poca acqua. Ho preso qualche riferimento e credo che nelle situazioni migliori quando si forma il lago in alcuni punti dovrebbe raggiungere anche i due metri di profondità.
In altra zona più bassa ma simile per conformazione, guarda come assorbe nel giro di un centinaio di metri. Video e foto a inizi di febbraio, messi in altro topic.
https://forum.meteonetwork.it/nowcas...post1061337899
Ultima modifica di TreborSnow; 14/04/2021 alle 17:41
Il Matese presenta delle polje e situazioni simili a quelle di Campitello si ritrovano anche nella zona di campo Chiaro.
La zona è piena di grotte e abissi di cui il principale, magnifico, è il Pozzo della Neve. Dentro il massiccio pullulano acque sotterranee con sifoni e ruscelli .... mio zio materno fa parte del Gruppo Speleologico del Matese di San Potito Sannitico. Con Bernabei, Santagata ed altri speleologi locali, ho effettuato di persona svariate escursioni in grotta ( Cul di Bove, Pozzo della Neve). Sul versante campano del massiccio, anche il lago Matese, che non è un lago effimero, è soggetto a drastici cambiamenti di dimensioni in base al periodo dell'anno e quando sul Miletto o sulla Gallinola si sciolgono le nevi, anche in assenza di pioggia, arriva anche a raddoppiare triplicare la sua superficie. Nel Laceno, in provincia di Avellino, avviene la stessa cosa. Così anche a Campolaspierto sul Terminio.
Ultima modifica di Ghiacciovi; 14/04/2021 alle 20:48
Situazioni analoghe, con laghi effimeri in polje carsiche, si verificano a Campo Felice, Campo Catino, Quarto di Santa Chiara, Castelluccio, Cascina, ecc ecc. È la bellezza sull'Appennino carsico. Anche nei balcani in Bosnia, ad esempio, è pieno di conche simili che sono caratterizzate anche da forti escursioni termiche.
Ultima modifica di Ghiacciovi; 14/04/2021 alle 20:49
E' stata riportata una comparazione tra tempo di alimentazione di una falda da snow melting e tempo di alimentazione della falda da precipitazioni liquide. Studio comparativo eseguito sulla Maiella, massiccio carsico che offre un buon esempio di quel che avviene in Appennino centromeridionale in molte zone. Lo studio, comparativo, ha dimostrato che il massimo beneficio dello snow melting si ha dopo 110 giorni dal momento in cui si ha il massimo spessore di neve al suolo che sappiamo essere più o meno a metà marzo....mentre il momento di massimo beneficio per una sorgente a valle si ha dopo periodi ben più brevi a seguito di alimentazione da sole piogge. Questo è dimostrato. Detto ciò, rimane difficile capire quanto il beneficio della neve possa essere influente su montagne in cui nevica su piccole superfici o per limitati periodi dell'anno come al sud e spesso in modo molto irregolare. Giusto anche quel che dite riguardo alle situazioni in cui la neve si scioglie rapidamente. Inoltre, come ha ben enfatizzato l'esperta alexeia, le situazioni sono estremamente variegate ed è difficile capire, da un singolo studio in un dato massiccio montano, se la situazione specifica riscontrata possa assurgere a situazione paradigmatica anche per altre montagne o altri luoghi. Bergamo sarà diversa da Roma insomma. Comunque, l'argomento, al di là di tutto, rimane interessante e offre molti spunti di riflessione. Devo dire che i vostri contributi sono tutti molto giusti e interessanti. Rimango convinto, tuttavia, che dopo una stagione con nevicate abbondanti sui monti del Sud Italia, con permanenza di neve al suolo per due tre mesi ad esempio, è più probabile avere una buona distribuzione idrica nelle falde che dura più a lungo nel tempo e che permette di alimentare le sorgenti fino ai mesi estivi con maggiore facilità. Soprattutto nelle aree caratterizzato da grande aridità estiva.
Ultima modifica di Ghiacciovi; 14/04/2021 alle 21:19
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