Riflettendoci sono arrivato alla conclusione che a parità di precipitazioni liquide e solide è decisamente più conveniente avere tutte precipitazioni liquide. Esatto, liquide.
Avere una scorta solida in montagna ha una serie di vantaggi che in realtà sono effimeri e nella stragrande maggioranza dei casi controproducenti.
I vantaggi sarebbero essenzialmente 2: alimentazione più lenta ed efficace delle falde e quindi delle sorgenti, e traslazione temporale.
In realtà le piogge invernali, comunque lente, alimentano bene e tranquillamente la stragrande maggioranza delle falde e relative sorgenti, che non sono legate alla neve.
Basta riflettere sulla disponibilità idrica della Campania, che non ha monti di rilievo dal punto di vista nevoso in questo senso. Inoltre al centro-sud, e non solo, nella stragrande maggioranza dei casi esistono bacini artificiali a valle.
Esempio pratico che conosco bene. Sistema Matese bacino del Biferno invaso di Guardialfiera. Immaginiamo che i 300cm medi che cadono sul Matese in inverno siano tutta pioggia. Ovviamente una parte alimenterà le falde, la restante ruscellerà ed andrà velocemente a finire nel lago. Il fatto che va velocemente nel lago è un enorme vantaggio, perché non spreco nulla. La superficie aumenta poco all'aumentare del livello, e dunque la perdita per evaporazione resta la stessa.
In pratica è come se andassi a mettere tutta l'acqua che arriva in più sul fondo, al sicuro. Cosa succede invece con la neve in quota? Che una bella quantità, e dubito sia trascurabile, fonde ed evapora o sublima direttamente su una superficie enorme.
Tutta perdita.
L'unico caso in cui ho perdita è quando ho l'invaso pieno presto. Ma succede molto raramente, e vuol dire che tutte le falde di tutta la regione sono strapiene. Mi viene in mente l'alluvione del basso Molise a fine gennaio 2004, quando non fu possibile gestire la piena del Biferno che arrivò direttamente nella zona di Termoli. Normalmente il picco invece si raggiunge tra fine aprile e maggio, grazie alle nevi che fondono velocemente ma anche e soprattutto grazie alle piogge primaverili.
Cosa succede se non ho bacini? In teoria sarebbe un vantaggio avere il ritardo di fusione ed alimentazione della falde. Ma alla fine le piene primaverili dove finiscono? In mare.
Ecco dove finiscono. Guadagno solo qualcosa in termini sorgivi per giugno al limite luglio. Ma normalmente non serve a niente, perché già l'assenza di un bacino indica che la disponibilità di acqua è molta e piove molto anche in primavera ed estate. Tipo sui monti abruzzesi.
Io penso invece che la questione non sia inquadrabile univocamente, ma andrebbero analizzati i diversi contesti possibili prendendo in considerazione variabili quali (generalizzando molto)
- tipo di substrato: permeabilità, fratturazione, presenza di suolo o di fasce di detrito
- quota a cui avvengono le precipitazioni, quindi possibilità che l'accumulo duri più o meno. Vogliamo parlare dell'importanza dei ghiacciai?
- a questo punto, latitudine/ma anche zona climatica e relative tipologie di precipitazione (le precipitazioni liquide/solide che mi aspetto di avere in inghilterra sono diverse da quelle che mi aspetto in Italia ...)
- tipologia di bacino idrografico, presenza di laghi, presenza di fenomeni carsici (Timavo insegna), fiumi che alimentano le fade o viceversa
- tipologia di falda: si è parlato di Roma delle sue falde e delle sue sorgenti; situazione completamente diversa ad esempio in pianura padana
In sostanza, secondo me, alla domanda qual è l'importanza della neve riguardo le riserve idriche, la risposta è dipende
“Sopra le nuvole il meteo è noioso”
La situazione alpina con i ghiacciai che accumulano 3 stagioni su 4 e di conseguenza padana l'ho esclusa da subito in questa discussuone. Il focus resta sulla neve appenninica. Anche tutta la discussione sulla quantità di sorgenti è sostanzialmente OT. Si possono avere tutte le situazioni possibili ed immaginabili ma alla fine è sempre una questione di quando quella neve viene rilasciata sotto forma d'acqua.
D'altra parte le Alpi hanno i bei loro bacini naturali. Sarebbero interessanti osservazioni riguardo il loro livello medio nelle stagioni.
“Sopra le nuvole il meteo è noioso”
A mio modo di vedere, invece, la neve è molto importante soprattutto nelle regioni dove in estate abbiamo aridità estrema e assenza totale di precipitazioni liquide. Infatti, i 2 - 3 metri di neve che cadono mediamente su tutti i principali sistemi montani appenninici meridionali (per inciso, numeri alla mano, i monti della Campania sono assolutamente nevosi tanto quanto quelli delle altre regioni a parità di quota: Matese, Taburno-Camposauro, Monti di Avella-Montevergine, Terminio, Cervialto, Marzano Santa Croce, Cervati e Catena della Maddalena ricevono buoni apporti nelle annate normali) riescono ad alimentare le sorgenti proprio quando l'apporto delle piogge è totalmente nullo da giugno a settembre. Senza il contributo della lenta ricarica delle falde esercitato dalla neve (guarda caso i principali acquedotti di queste regioni partono tutti dai massicci montani dove nevica in inverno) la sola pioggia invernale non basterebbe. Il temperamento idrico esercitato dai bacini artificiali, costruiti soprattuttto per finalità agricole, viceversa, è stato pensato proprio per attenuare il principale effetto negativo delle piogge, ovvero il rapidissimo ruscellamento a valle e verso il mare e la scarsa capacità di trattenimento delle stesse. Le piogge, al sud, spesso cadono in modo concentrato e rovinoso (pensiamo alle alluvioni lampo che si verificano nel crotonese, nel reggino, nel messinese. Pensiamo al riempimento improvviso delle fiumare di Calabria e Sicilia. Pensiamo alle alluvioni ed agli straripamenti del Sarno e del Biferno o del Basento). Il dissesto idrogeologico è proprio causato da regimi pluviometrici spesso estremamente variabili e fortemente concentrati. Inoltre, al sud, piove soprattutto con picchi massimi invernali e quindi questo fa si che il contributo dell'acqua sia quasi nullo per le esigenze estive soprattutto per finalità agricole. I bacini artificiali sono pensati proprio per supplire al modo impetuoso ed irregolare con cui cadono le piogge per ragioni climatiche tipiche del Mediterraneo. L'impetuosità della pioggia va in qualche modo trattenuta in grosse riserve artificiali per attenuare l'ininfluenza delle stesse piogge sulle riserve idriche. Questo è lo stesso modo di ragionare di molte civiltà dell'antichità: pensiamo a cosa costruirono i Maja nello Jukatan ad esempio.... costellavano i loro insedamenti di cisterne e condotte per accumulare il più possibile l'acqua piovana affinchè non mancasse quando non pioveva più per alcuni mesi. Stessa cosa facevano i Romani in Israele ad esempio.
Inoltre, l'acqua accumulata nei grandi invasi meridionali italiani è sempre maggiormente soggetta ad evaporazione intensa, mentre l'acqua che staziona nel sottosuolo, nei sifoni, nei bacini e nelle fessure naturali interne alla montagne, è sicuramente maggiormente protetta da tale fenomeno. Ancora, l'acqua di fusione della neve mediante lo snow melting più che rendersi disponibile all'evaporazione in atmosfera, percola negli strati inferiori del manto fino a raggiungere il terreno. Anzi gli strati inferiori, più prossimi al terreno, quelli più importanti per il rifornimento delle falde, vengono naturalmente protetti dall'evaporazione proprio grazie allo spessore delle neve degli strati superiori. Certamente in superficie evapora ma nei bassi starti è oro prezioso perche' ben protetto. Cosa che non avviene con la pioggia che o evapora, o dilava a valle velocemente o penetra nel terreno ma senza alcuna protezione.
Estremizzando, un territorio con grossi insediamenti urbani, a mio modo di vedere, per poter vivere di sola acqua piovana (assenza di grandi fiumi o laghi, assenza di possibilità di captazioni di acqua fossile o contributi da dissalatori o catene montuose con snow melting), dovrebbe trovarsi nelle stesse condizioni che si hanno nelle isole inglesi ad esempio, in cui le precipitazioni sono equamente distribuite in tutte e quattro le stagioni e cadono non in modo troppo concentrato ed intenso. Infatti, è noto che in Inghilterra, quando si verificano periodi anomali con assenza di piogge per soli 15 - 20 giorni, spesso si vada in sofferenza idrica rapidamente. Questo è il pericolo che si corre quando si dipende solo dalle piogge. La situazione migliore è quella in cui la diversificazione degli approvvigionamenti e tutti i contributi, ivi inclusi anche quelli piovosi e nevosi, riescono a garantire approvvigionamento per tutti i 12 mesi dell'anno. Se al sud nevicasse ancor più sarebbe ancora meglio, così come se piovesse anche nei mesi estivi ( in tal caso basterebbero le sole piogge ).
Altra considerazione che faccio: se pensiamo a tutte le grandi città meridionali italiane e del Mediterraneo, notiamo che TUTTE si approvvigionano anche da acquedotti provenienti da zone dove in inverno nevica: Roma dal Velino-Sirente (Peschiera) e dai Cantari-Ernici ( Simbrivio); Napoli dal Matese; Bari grazie all'acquedotto che capta sui Picentini ( acquadotto del Sele) e sul Matese; Reggio Calabria dall'Aspromonte; Catania dall'Etna; Palermo riceve grossi contributi da condotte provenienti dalle Madonie ( Pizzo Carbonara sfiora i 2000 metri di altezza); e poi pensiamo ad Atene ( si rifornisce dai monti dell'Attica ivi inclusa la zona dell'Olimpo); Madrid ( Sistema Iberico e Sistema Centrale con monti che arrivano a 2400 metri-Bola del Mundo ecc.); Granada e Siviglia dalla Sierra Nevada ( più di 3000 metri); Algeri (Atlante 3000 metri); Nicosia dai monti di Cipro (esiste anche una stazione sciisitica su queste montagne che arrivano a 1800 metri); Creta idem ( Monte Ida 2400 metri); Beirut ( Monti del Libano....3000 metri); Israele sfrutta le sorgenti dell'Hermon. Chiaro che, invece, se hai un grande fiume ne puoi sfruttare le acque ( Il Cairo). In assenza di queste risorse, rimane solo l'acqua fossile del sottosuolo che però non si rifornisce se non dopo centinaia di anni ( Tripoli, Damasco, Riad ecc. ) e questo è un vero problema a meno che non si metta in campo la tecnologia dei dissalatori ( Al Minad; Dubay; Abu Dabi ecc. ). Se hai monti dove nevica, oltre alle piogge ed ai temperamenti degli invasi (l'uomo da sempre si industria per porre rimedio a ciò che la natura offre ), l'aggiunta della risorsa nevosa costituisce una plusvalenza importante per i nostri acquedotti. E questo vale anche per il sud Italia. Affermazioni come " sarebbe più utile solo la pioggia " le condivido solo in parte. La mia tesi è: se hai sia pioggia che neve, in un regime pluviometrico come quello mediterraneo, è meglio ancora.
Ultima modifica di Ghiacciovi; 17/04/2021 alle 16:15
In questa discussione ci si stava concentrando sull'Italia peninsulare e personalmente la conclusione di TreborSnow mi convince appieno.
Per il Norditalia c'è solo da aggiungere che la neve ha un peso percentuale maggiore, ma non è che se fosse tutta acqua sarebbe peggio.
I ghiacciai poi hanno una rilevanza quantitativa veramente trascurabile.
Piccola precisazione: già più di un intervento ha citato Friuli e Timavo come se fossero casi eccezionali nel panorama alpino. Invece esempi simili sono presenti in tutte le Alpi e non solo. Non è affatto necessario che la zona sia carsica, perchè l'acqua scompaia nel sottosuolo.
Il bacino del Panaro non presenta fenomeni di carsismo, ma la zona dove abito ha una disponibilità di falda praticamente inesauribile. Quasi tutte le case di campagna hanno un piccolo fontanile che smette di buttare solo pochi mesi l'anno.
"Secchia per le piene, Panaro per le vene".
Ad un paio di km da qui c'è ancora il pozzo da cui subito dopo l'unità d'Italia fecero partire l'acquedotto di Ferrara.
Discorso diverso, invece, lo si può fare per le situazioni locali ed i piccoli centri abitati, ove sicuramente, anche al sud Italia, i flussi estivi esigui e ridotti delle sorgenti che sia alimentano da sole piogge, sono bastevoli per le limitate esigenze ivi presenti. Cosa che, hainoi, non può bastare per grandi metropoli ( Catania, Palermo, Bari, Roma, Madrid, Atene , Algeri, Atene , Salonicco, Beirut, Valencia, Siviglia, Barcellona ecc. tutte città che necessitano di diversificazione delle captazioni e di quote più o meno rilevanti anche di sorgenti che beneficiano di neve fusa).
Ultima modifica di Ghiacciovi; 16/04/2021 alle 09:06
Resta ovviamente sempre valida la considerazione che, ove un grosso insediamento urbano, si trovi in una zona dove sia le piogge che le montagne mancano....... si può sempre supplire in altro modo: grandi bacini artificiali, dighe, dissalatori, pozzi ed acqua fossile ecc. Penso A Tunisi, o a Tripoli ( l'acqua di Tripoli è prelevata da pozzi del deserto ma questa acqua si "ricarica" molto molto lentamente nei secoli ).
Io parlavo del sud Italia, dove, essendoci questo contributo anche da acquedotti provenienti da bacini montani dove nevica, se per due stagioni di seguito non nevica o nevica poco, si può andare in sofferenza. Al riguardo, il cambiamento climatico e la possibile riduzione delle precipitazioni nevose invernali, imporrà di certo una ulteriore necessità di rendere eterogenei gli approvvigionamenti ed allora bisognerà pensare a nuovi bacini artificiali, a dissalatori o a pozzi. Tutto ciò per non dover dipendere dalle sole autobotti.
Tornando anche un attimo sul discorso della poca superficie di territorio dove si accumulano nevicate invernali al sud Italia, riflettendoci, continuo a credere che questo sia un falso problema. Me lo lascia supporre il fatto che, guarda caso, la neve rimpingua le falde dei massicci montani localmente ed in modo apparentemente insignificante se rapportato alla rimanente superficie territoriale del sud Italia, è vero, ma proprio da queste piccole e limitate zone montane partono tutti i principali acquedotti che vanno a rifornire gli insediamenti urbani più grandi del sud che non vado e ri elencare. Sicuramente tutti quelli che superano o sfiorano il milione di abitanti.
Le strutture - Sito ufficiale dell'ASRMA - AZIENDA SPECIALE REGIONALE MOLISE ACQUE
vedere dighe
Guardialfiera Lago Montepeloso CB
31/3/21 acqua a 117metri. Il pieno è a 122/23. Mancano 5 metri d'acqua. E svariati milioni di m3.
Sul matese la neve sublima o fonde ed evapora a ritmi sostenuti.
Domenica scorsa era sulla gallinola,
Nowcasting Nazionale Aprile 2021
vento forte dp negativi e T ampiamente sopra lo 0. Non scorreva acqua da nessuna parte. Tutta acqua persa. Se qualcuno vuole dimostrarmi come la recupero si faccia avanti.
Quella diga serve tutto il basso Molise riguardo gli usi potabili (basta pensare solo all'estate che cosa vuol dire) irrigui e indutriali, tra cui una turbogas le cui richieste hanno abbassato il livello medio.
Ultima modifica di TreborSnow; 16/04/2021 alle 10:09
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