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 Re: Connecting tropo-strato....
				Nella fisica dell'atmosfera non esiste il bianco o il nero ma tutta una serie quasi infinita di sfumature che ne modellano un comportamento mai uguale mai ripetitivo.
Questo non fa eccezione neppure nelle interazioni strato/tropo ove oggi ad un ESE cold ormai conclamato si oppone una troposfera caotica in quanto sede di una forte anomalìa termica ( e barica) polare.
Il "non condizionamento" della troposfera non equivale necessariamente tuttavia ad una totale ininfluenza della stratosfera in quanto sono costanti i tentativi di risonanza all'interno della colonna del vortice per tentare di attribuire al vortice un assetto maggiormente compatto.
Nel momento in cui un'azione di rimescolamento dall'alto verso il basso si fa sentire attraverso l'incremento delle velocità zonali fra i piani isoentropici (ove si trasmettono le vorticità potenziali), vanno ad operarsi tentativi di rinforzo delle velocità zonali anche in troposfera i quali incontrano tuttavia ostacoli già nella media stratosfera ove è presente un accumulo anomalo di O3 ma soprattutto in prossimità della tropopausa richiamano ingenti flussi di calore in surplus che non rendono possibile quel touch down globale che ne determina il successivo azzeramento.
Anzi, è lo stesso incremento disorganizzato delle vorticità a generare i presupposti per nuovi flussi di calore e quindi per una nuova risposta dal basso.
La reiterazione di dinamiche poco stabili in troposfera è verosimilmente frutto di questa interazione verticale (unitamente a fattori teleconnettivi che ne disegnano grossomodo le caratteristiche dei centri di azione) nella quale vanno a proporsi tentativi di blocco Atlantico che mancano di stabilità.
Non credo grossomodo, date le linee dei GM, che possa venire a mancare il freddo lungo l'Europa centrale nel corso dei prossimi giorni ma resta difficile ad oggi scorgere un'evoluzione la quale, senza pretendere linee deterministiche evidenti (sempre ardue in questi casi individuare se non a breve termine) vada a propendere nettamente verso una soluzione in qualche modo individuabile fra:
1. azione di blocco strutturata con decisi ingressi di masse d'aria di natura artica;
2. azione dinamica espansiva dell'alta atlantica verso l'artico russo - siberiano atta a favorire la costituzione di una robusta circolazione secondaria.
Trovo più abbordabile ad oggi la seconda alternativa che richiede una spendita di energia inferiore rispetto la prima che necessita di un pattern di blocco vero e proprio.
Tuttavia i modelli al momento ci lasciano lì....sul limitar del bosco ove nessuna strada pare essere imboccata e ove in questo caso si tende a traslare temporalmente una possibile scelta.
Potrebbero nel frattempo aprirsi nuove soluzioni...l'attesa non è sempre buona consigliera.
vedremo.
ps. Un salutone al redivivo Adriano
Ultima modifica di mat69; 31/12/2016 alle 11:46
Matteo
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