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  1. #831
    Vento fresco L'avatar di BigWhite
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da Marco* Visualizza Messaggio
    Non tanto, una fase 6 forte con enso + o neutra è associata ad una forte vivacità del getto atlantico

    Immagine

    Immagine
    E infatti è proprio quello che propone GFS, che continua a non vedere coupling tra stratosfera e troposfera.

    gfs_nh-namindex_20181227.png

    fu Adrenaline...bannato a vita, colpevole di aver definito la meteorologia una scienza, quando evidentemente è materiale da chiacchiere da bar...
    Val di Fassa, sei entrata nel mio cuore!

  2. #832
    Burrasca L'avatar di Adriano90
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da BigWhite Visualizza Messaggio
    E infatti è proprio quello che propone GFS, che continua a non vedere coupling tra stratosfera e troposfera.

    gfs_nh-namindex_20181227.png

    Vero
    In effetti tocca vedere come reagisce e quanto resiste il blocco che verrà a crearsi nell'est Europa. A tal proposito da notare, purtroppo, la pesante "immissione" di vorticità, che accompagnerà il travaso di aria artica/polare, in tale sede ormai prevista a 144 ore. L'evoluzione tropsferica per l'orticello europeo dipenderà, di nuovo, da questo fattore. Per il resto, bel delirio deterministico. Se piallata sia, lo faccia nel modo più indolore possibile.
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  3. #833
    Uragano L'avatar di Alessandro1985
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da BigWhite Visualizza Messaggio
    E infatti è proprio quello che propone GFS, che continua a non vedere coupling tra stratosfera e troposfera.

    gfs_nh-namindex_20181227.png

    un quadro che rappresenta egregiamente la statistica di risposta nei casi di displacement
    con la fase di massima inversione strato che grossomodo coincide con quella di rinforzo troposferico

  4. #834
    Uragano L'avatar di Marcoan
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da Alessandro1985 Visualizza Messaggio
    un quadro che rappresenta egregiamente la statistica di risposta nei casi di displacement
    con la fase di massima inversione strato che grossomodo coincide con quella di rinforzo troposferico
    Sì ma il quadro che si va disegnando è di chiaro split dopo una temporanea fase di displacement.

  5. #835
    Vento forte L'avatar di UK-1050hPa
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Grazie per le risposte

  6. #836
    Brezza tesa L'avatar di Francesco94
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da Marcoan Visualizza Messaggio
    Sì ma il quadro che si va disegnando è di chiaro split dopo una temporanea fase di displacement.
    Come mai allora, dato per assodato lo split, c'è ancora così tanta difficoltà nell'inquadrare la propagazione verso la troposfera dell'attuale warming? Può succedere che in caso di MMW Split ci sia decoupling T-S?

  7. #837
    Comitato Tecnico Scientifico L'avatar di mat69
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    A proposito di SSWs, un recente studio olandese di Van Galen (agosto 2018), li classifica in base agli effetti propagativi in troposfera partendo dal paper di Kramer (A simplified and revised method of detecting and analysing sudden stratospheric warmings. WUR thesis), in parte confutandolo e portandolo ad evoluzione:
    Sudden Stratospheric Warmings – developinga new classification based on vertical depth,applying theory to a SSW in 2018, andassessing predictability of a cold air outbreakfollowing this SSWL. -van Galen

    Lo studioso parte dall'indiscutibile affermazione in base alla quale gli studi officiali della letteratura classica che hanno affrontato i riscaldamenti stratosferici improvvisi (da Baldwin & Dunkerton a Charlton & Polvani e ad altri) raramente sono riusciti a fornire un discernimento esaustivo tra eventi più o meno propagativi in troposfera e circa la loro modalità.

    In questo studio è stata sviluppata una nuova definizione per i Sudden Stratospheric Warmings (SSW) in base alla loro profondità verticale.
    Questa nuova classificazione è stata sviluppata perché la profondità di SSW è stata riconosciuta quale fattore importante per l'entità dell'impatto troposferico (Gerber et al., 2009;Palmeiro et al., 2015), mentre la classificazione ufficiale SSW non dice granché sulla verticale estensione di un SSW.
    Come sopra accennato, la nuova classificazione è stata adattata da una precedentemente sviluppata di Kramer (denominata K16).
    Si prescrive che il vento zonale medio zonale tra 60 N e 70 N dovrebbe invertire in una profondità di almeno 80 hPa tra 10 e 100 hPa per un periodo di almeno due giorni su 5.
    Questa classificazione è stata definita "Deep Stratospheric Warming" (DSW).
    La nuova classificazione DSW è stata confrontata sia con la classificazione SSW che con la K16 di Kramer.

    Tuttavia, la classificazione K16 includeva eventi che erano troppo deboli per essere considerati rilevanti per l'impatto troposferico e quindi non è stata presa in considerazione in
    analisi successive.
    Rispetto alla classificazione ufficiale SSW, sembrava che i DSWs fossero meno frequenti; mentre i SSWs si verificano mediamente circa 6 volte per decennio, i DSWs sono stati riscontrati solo 4 volte per decade.

    Cattura.JPG
    Inoltre, le classificazioni SSW e DSW appaiono collegate: la maggior parte dei DSWs si verificano da qualche giorno settimane dopo la data del SSW. Ciò è stato spiegato dal comportamento di SSW e DSW: si parte da un riscaldamento a 10 hPa che genera un SSW e si considera quale data di inizio.
    Successivamente l'inversione del vento in alcuni casi di SSWs si riscontrava che questa ad un certo punto si estendeva sufficientemente lontano per poterla qualificare quale DSW.
    Collegati alle differenze nella data di classificazione, i DSWs si trovavano raramente vicino al momento di rapido riscaldamento nella stratosfera. Pertanto, a differenza degli SSWs, i DSWs non hanno mostrato il comportamento definibile quale "improvviso riscaldamento".
    Piuttosto, (la maggior parte) dei DSWs sembravano essere un risultato di calde anomalie nella media stratosfera che si erano sviluppate durante o dopo l'SSW .

    Le ragioni che hanno alimentato questo studio si possono sintetizzare nella seguente tesi:
    uno spessore maggiore (minore) è stato riscontrato in SSW che potrebbero (non) raggiungere la troposfera.

    L'intervallo della modifica del vento zonale medio zonale è stato modificato. E' stato previsto che il 60-84N scelto da Kramer includesse aree troppo vicine al polo.
    Quindi, l'intervallo è impostato su 60-70N.

    In termini di differenze tra SSW e DSW, è chiaro che un DSW produce un riscaldamento più intenso nella troposfera polare. Lo stesso vale per la velocità del vento: solo dopo un DSW il vento zonale si indebolisce di più nelle medie latitudini e aumenta maggiormente nelle regioni subtropicali rispetto a subito dopo un SSW.

    In base ad uno studio di Cai e Ren, 2007, il riscaldamento nella stratosfera si trova più vicino alla troposfera durante un DSW rispetto a durante un SSW. La maggiore grandezza del riscaldamento troposferico rende la pressione tra le superfici polari e subtropicali (quindi il loro gradiente) ancora meno inclinate rispetto alla situazione creata da un semplice SSW, con conseguente venti più deboli nella parte superiore della troposfera


    Cattura.JPG












    Ultima modifica di mat69; 27/12/2018 alle 22:18
    Matteo



  8. #838
    Uragano L'avatar di Marcoan
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da mat69 Visualizza Messaggio
    A proposito di SSWs, un recente studio olandese di Van Galen (agosto 2018), li classifica in base agli effetti propagativi in troposfera partendo dal paper di Kramer (A simplified and revised method of detecting and analysing sudden stratospheric warmings. WUR thesis), in parte confutandolo e portandolo ad evoluzione:
    Sudden Stratospheric Warmings – developinga new classification based on vertical depth,applying theory to a SSW in 2018, andassessing predictability of a cold air outbreakfollowing this SSWL. -van Galen

    Lo studioso parte dall'indiscutibile affermazione in base alla quale gli studi officiali della letteratura classica che hanno affrontato i riscaldamenti stratosferici improvvisi (da Baldwin & Dunkerton a Charlton & Polvani e ad altri) raramente sono riusciti a fornire un discernimento esaustivo tra eventi più o meno propagativi in troposfera e circa la loro modalità.

    In questo studio è stata sviluppata una nuova definizione per i Sudden Stratospheric Warmings (SSW) in base alla loro profondità verticale.
    Questa nuova classificazione è stata sviluppata perché la profondità di SSW è stata riconosciuta quale fattore importante per l'entità dell'impatto troposferico (Gerber et al., 2009;Palmeiro et al., 2015), mentre la classificazione ufficiale SSW non dice granché sulla verticale estensione di un SSW.
    Come sopra accennato, la nuova classificazione è stata adattata da una precedentemente sviluppata di Kramer (denominata K16).
    Si prescrive che il vento zonale medio zonale tra 60 N e 70 N dovrebbe invertire in una profondità di almeno 80 hPa tra 10 e 100 hPa per un periodo di almeno due giorni su 5.
    Questa classificazione è stata definita "Deep Stratospheric Warming" (DSW).
    La nuova classificazione DSW è stata confrontata sia con la classificazione SSW che con la K16 di Kramer.

    Tuttavia, la classificazione K16 includeva eventi che erano troppo deboli per essere considerati rilevanti per l'impatto troposferico e quindi non è stata presa in considerazione in
    analisi successive.
    Rispetto alla classificazione ufficiale SSW, sembrava che i DSWs fossero meno frequenti; mentre i SSWs si verificano mediamente circa 6 volte per decennio, i DSWs sono stati riscontrati solo 4 volte per decade.

    Cattura.JPG
    Inoltre, le classificazioni SSW e DSW appaiono collegate: la maggior parte dei DSWs si verificano da qualche giorno settimane dopo la data del SSW. Ciò è stato spiegato dal comportamento di SSW e DSW: si parte da un riscaldamento a 10 hPa che genera un SSW e si considera quale data di inizio.
    Successivamente l'inversione del vento in alcuni casi di SSWs si riscontrava che questa ad un certo punto si estendeva sufficientemente lontano per poterla qualificare quale DSW.
    Collegati alle differenze nella data di classificazione, i DSWs si trovavano raramente vicino al momento di rapido riscaldamento nella stratosfera. Pertanto, a differenza degli SSW, i DSW non hanno mostrato il comportamento definibile quale "improvviso riscaldamento".
    Piuttosto, (la maggior parte) dei DSW sembravano essere un risultato di calde anomalie nella media stratosfera che si erano sviluppate durante o dopo l'SSW .

    Le ragioni che hanno alimentato questo studio si possono sintetizzare nella seguente tesi:
    uno spessore maggiore (minore) è stato riscontrato in SSW che potrebbero (non) raggiungere la troposfera.

    L'intervallo della modifica del vento zonale medio zonale è stato modificato. E' stato previsto che il 60-84N scelto da Kramer includesse aree troppo vicine al polo.
    Quindi, l'intervallo è impostato su 60-70N.

    In termini di differenze tra SSW e DSW, è chiaro che un DSW produce un riscaldamento più intenso nella troposfera polare. Lo stesso vale per la velocità del vento: solo dopo un DSW il vento zonale si indebolisce di più nelle medie latitudini e aumenta maggiormente nelle regioni subtropicali rispetto a subito dopo un SSW.

    In base ad uno studio di Cai e Ren, 2007, il riscaldamento nella stratosfera si trova più vicino alla troposfera durante un DSW rispetto a durante un SSW. La maggiore grandezza del riscaldamento troposferico rende la pressione tra le superfici polari e subtropicali (quindi il loro gradiente) ancora meno inclinate rispetto alla situazione creata da un semplice SSW, con conseguente venti più deboli nella parte superiore della troposfera


    Cattura.JPG












    Da cui, Matteo, l'attuale prossimo SSW potrebbe rientrare nella casistica DSW. ....Forse. ...

  9. #839
    Uragano L'avatar di Marcoan
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da Francesco94 Visualizza Messaggio
    Come mai allora, dato per assodato lo split, c'è ancora così tanta difficoltà nell'inquadrare la propagazione verso la troposfera dell'attuale warming? Può succedere che in caso di MMW Split ci sia decoupling T-S?
    Io non do' per.assodato nulla,noto solo che da tre run ecmwf vede lo split per il 4 gennaio e con una ottima linearità fra un run e il successivo e con ripartenza del VPS a 1 e 5 hpa e ,oggi, inversione anche ai 20 hpa....inoltre ecmwf lavora con 51 membri , gfs con 21....quindi detto ciò conferisco maggiore attendibilita a ecmwf.

  10. #840
    Burrasca L'avatar di Adriano90
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    Predefinito Re: Vpt/vps 2018/19 ed il futuro inverno

    Citazione Originariamente Scritto da mat69 Visualizza Messaggio
    A proposito di SSWs, un recente studio olandese di Van Galen (agosto 2018), li classifica in base agli effetti propagativi in troposfera partendo dal paper di Kramer (A simplified and revised method of detecting and analysing sudden stratospheric warmings. WUR thesis), in parte confutandolo e portandolo ad evoluzione:
    Sudden Stratospheric Warmings – developinga new classification based on vertical depth,applying theory to a SSW in 2018, andassessing predictability of a cold air outbreakfollowing this SSWL. -van Galen

    Lo studioso parte dall'indiscutibile affermazione in base alla quale gli studi officiali della letteratura classica che hanno affrontato i riscaldamenti stratosferici improvvisi (da Baldwin & Dunkerton a Charlton & Polvani e ad altri) raramente sono riusciti a fornire un discernimento esaustivo tra eventi più o meno propagativi in troposfera e circa la loro modalità.

    In questo studio è stata sviluppata una nuova definizione per i Sudden Stratospheric Warmings (SSW) in base alla loro profondità verticale.
    Questa nuova classificazione è stata sviluppata perché la profondità di SSW è stata riconosciuta quale fattore importante per l'entità dell'impatto troposferico (Gerber et al., 2009;Palmeiro et al., 2015), mentre la classificazione ufficiale SSW non dice granché sulla verticale estensione di un SSW.
    Come sopra accennato, la nuova classificazione è stata adattata da una precedentemente sviluppata di Kramer (denominata K16).
    Si prescrive che il vento zonale medio zonale tra 60 N e 70 N dovrebbe invertire in una profondità di almeno 80 hPa tra 10 e 100 hPa per un periodo di almeno due giorni su 5.
    Questa classificazione è stata definita "Deep Stratospheric Warming" (DSW).
    La nuova classificazione DSW è stata confrontata sia con la classificazione SSW che con la K16 di Kramer.

    Tuttavia, la classificazione K16 includeva eventi che erano troppo deboli per essere considerati rilevanti per l'impatto troposferico e quindi non è stata presa in considerazione in
    analisi successive.
    Rispetto alla classificazione ufficiale SSW, sembrava che i DSWs fossero meno frequenti; mentre i SSWs si verificano mediamente circa 6 volte per decennio, i DSWs sono stati riscontrati solo 4 volte per decade.

    Cattura.JPG
    Inoltre, le classificazioni SSW e DSW appaiono collegate: la maggior parte dei DSWs si verificano da qualche giorno settimane dopo la data del SSW. Ciò è stato spiegato dal comportamento di SSW e DSW: si parte da un riscaldamento a 10 hPa che genera un SSW e si considera quale data di inizio.
    Successivamente l'inversione del vento in alcuni casi di SSWs si riscontrava che questa ad un certo punto si estendeva sufficientemente lontano per poterla qualificare quale DSW.
    Collegati alle differenze nella data di classificazione, i DSWs si trovavano raramente vicino al momento di rapido riscaldamento nella stratosfera. Pertanto, a differenza degli SSWs, i DSWs non hanno mostrato il comportamento definibile quale "improvviso riscaldamento".
    Piuttosto, (la maggior parte) dei DSWs sembravano essere un risultato di calde anomalie nella media stratosfera che si erano sviluppate durante o dopo l'SSW .

    Le ragioni che hanno alimentato questo studio si possono sintetizzare nella seguente tesi:
    uno spessore maggiore (minore) è stato riscontrato in SSW che potrebbero (non) raggiungere la troposfera.

    L'intervallo della modifica del vento zonale medio zonale è stato modificato. E' stato previsto che il 60-84N scelto da Kramer includesse aree troppo vicine al polo.
    Quindi, l'intervallo è impostato su 60-70N.

    In termini di differenze tra SSW e DSW, è chiaro che un DSW produce un riscaldamento più intenso nella troposfera polare. Lo stesso vale per la velocità del vento: solo dopo un DSW il vento zonale si indebolisce di più nelle medie latitudini e aumenta maggiormente nelle regioni subtropicali rispetto a subito dopo un SSW.

    In base ad uno studio di Cai e Ren, 2007, il riscaldamento nella stratosfera si trova più vicino alla troposfera durante un DSW rispetto a durante un SSW. La maggiore grandezza del riscaldamento troposferico rende la pressione tra le superfici polari e subtropicali (quindi il loro gradiente) ancora meno inclinate rispetto alla situazione creata da un semplice SSW, con conseguente venti più deboli nella parte superiore della troposfera


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    Ah, quando si dice la conoscenza a disposizione di tutti.

    Grazie matteo della disamina; colgo l'occasione per un mandarti un saluto e augurarti buone feste.
    Always looking at the sky.


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