
Originariamente Scritto da
mat69
A proposito di SSWs, un recente studio olandese di
Van Galen (agosto 2018),
li classifica in base agli effetti propagativi in troposfera partendo dal paper di Kramer (
A simplified and revised method of detecting and analysing sudden stratospheric warmings. WUR thesis), in parte confutandolo e portandolo ad evoluzione:
Sudden Stratospheric Warmings – developinga new classification based on vertical depth,applying theory to a SSW in 2018, andassessing predictability of a cold air outbreakfollowing this SSWL. -van Galen
Lo studioso parte dall'indiscutibile affermazione in base alla quale gli studi officiali della letteratura classica che hanno affrontato i riscaldamenti stratosferici improvvisi (da Baldwin & Dunkerton a Charlton & Polvani e ad altri) raramente sono riusciti a fornire un discernimento esaustivo tra eventi più o meno propagativi in troposfera e circa la loro modalità.
In questo studio è stata sviluppata una nuova definizione per i Sudden Stratospheric Warmings (SSW) in base alla loro profondità verticale.
Questa nuova classificazione è stata sviluppata perché la profondità di SSW è stata riconosciuta quale fattore importante per l'entità dell'impatto troposferico (Gerber et al., 2009;Palmeiro et al., 2015), mentre la classificazione ufficiale SSW non dice granché sulla verticale estensione di un SSW.
Come sopra accennato, la nuova classificazione è stata adattata da una precedentemente sviluppata di Kramer (denominata K16).
Si prescrive che il vento zonale medio zonale tra 60 N e 70 N dovrebbe invertire in una profondità di almeno 80 hPa tra 10 e 100 hPa per un periodo di almeno due giorni su 5.
Questa classificazione è stata definita "Deep Stratospheric Warming" (DSW).
La nuova classificazione DSW è stata confrontata sia con la classificazione SSW che con la K16 di Kramer.
Tuttavia, la classificazione K16 includeva eventi che erano troppo deboli per essere considerati rilevanti per l'impatto troposferico e quindi non è stata presa in considerazione in
analisi successive.
Rispetto alla classificazione ufficiale SSW, sembrava che i DSWs fossero meno frequenti; mentre i SSWs si verificano mediamente circa 6 volte per decennio, i DSWs sono stati riscontrati solo 4 volte per decade.
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Inoltre, le classificazioni SSW e DSW appaiono collegate: la maggior parte dei DSWs si verificano da qualche giorno settimane dopo la data del SSW. Ciò è stato spiegato dal comportamento di SSW e DSW: si parte da un riscaldamento a 10 hPa che genera un SSW e si considera quale data di inizio.
Successivamente l'inversione del vento in alcuni casi di SSWs si riscontrava che questa ad un certo punto si estendeva sufficientemente lontano per poterla qualificare quale DSW.
Collegati alle differenze nella data di classificazione, i DSWs si trovavano raramente vicino al momento di rapido riscaldamento nella stratosfera. Pertanto, a differenza degli SSWs, i DSWs non hanno mostrato il comportamento definibile quale "improvviso riscaldamento".
Piuttosto, (la maggior parte) dei DSWs sembravano essere un risultato di calde anomalie nella media stratosfera che si erano sviluppate durante o dopo l'SSW .
Le ragioni che hanno alimentato questo studio si possono sintetizzare nella seguente tesi: uno spessore maggiore (minore) è stato riscontrato in SSW che potrebbero (non) raggiungere la troposfera.
L'intervallo della modifica del vento zonale medio zonale è stato modificato. E' stato previsto che il 60-84N scelto da Kramer includesse aree troppo vicine al polo.
Quindi, l'intervallo è impostato su 60-70N.
In termini di differenze tra
SSW e DSW, è chiaro che un DSW produce un riscaldamento più intenso nella troposfera polare. Lo stesso vale per la velocità del vento: solo dopo un DSW il vento zonale si indebolisce di più nelle medie latitudini e aumenta maggiormente nelle regioni subtropicali rispetto a subito dopo un
SSW.
In base ad uno studio di
Cai e Ren, 2007, il riscaldamento nella stratosfera si trova più vicino alla troposfera durante un DSW rispetto a durante un
SSW. La maggiore grandezza del riscaldamento troposferico rende la pressione tra le superfici polari e subtropicali (quindi il loro gradiente) ancora meno inclinate rispetto alla situazione creata da un semplice
SSW, con conseguente venti più deboli nella parte superiore della troposfera
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