
Originariamente Scritto da
mat69
Ovviamente mi guardo bene dall'esplicitare riferimenti esatti ad annate storiche in quanto l'ultimo degli obiettivi è quello di fare sensazionalismi
Il riferimento era alla modalità attraverso le quali derminate dinamiche si sono verificate e quali presupposti di base siano necessari per ipotizzarne l'accadimento.
Solo per sintesi, i presupposti per un'avvezione molto fredda e duratura verso l'Europa fanno capo ad una compartimentazione del continente asiatico e delle pianure russo siberiane.
Quindi:
1. un vortice polare ellitticizzato con uno dei nuclei posizionati più ad ovest rispetto la canonica posizione della semipermante aleutinica (effetto della Nina)
2. una corrente a getto polare non invasiva del continente asiatico ma determinante l'afflusso di aria mite verso le coste dell'artico russo-siberiano.
Questo si traduce sostanzialmente in un tripolo -/+/- (fascia artico polare /fascia subpolare costiera /fascia continentale) ove al di sotto della fascia limite ove corre il getto polare e i venti più miti si instaura una ritornante di aria molto fredda che irrompe nelle pianure asiatiche da est o da nord est alimentando e stratificando il freddo nelle pianure (formazione e rinforzo dell'alta pressione termica).
3. mantenimento dell'afflusso freddo di cui sopra per generare una progressiva invasione retrograda dell'aria pellicolare anche oltre gli Urali
4. inesistenza di impedimenti ad est o ad ovest rispetto il continente europeo. Nel primo caso mancanza di uno
IOD marcatamente positivo. Nel secondo caso prevalenza di un indice
PDO negativo e in ogni caso assoluta mancanza di un pattern NAD+. Dulcis in fundo....realizzazione di condizioni prevalenti di
EA negativa che è più una conseguenza delle altre due componenti ma indubbiamente fortemente limitata nell'ultimo ventennio da un forte riscaldamento delle fasce tropicali nord atlantiche.
Alla luce di quanto sopra, l'ipotesi delineata quale alternativa ad un pattern continuativamente zonale su Europa e NAtl non è del tutto peregrina ma non costituisce ovviamente una certezza rispetto alla necessaria valutazione di forzanti stratosferiche che indubbiamente tenteranno di imporre una sostanziale identità nella conformazione in prima armonica del vortice polare.

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